Buongiorno, lettor*! ^^
Si avvicina sempre di più la fine di ottobre e come ogni anno riserviamo questi ultimi giorni, in prossimità di Halloween, a recensioni a tema. Vibes gotiche, racconti dell'orrore e chi più ne ha più ne metta, le letture di questo mese devono essere inquietanti e paurose. La nostra Eleonora ha letto Una dote di sangue, di S.T. Gibson, una storia che si ispira a Dracula e che riserva dinamiche particolari. Se non lo conoscete ancora, scopritelo nella recensione che segue e lasciateci il vostro parere nei commenti ;)
Una dote di sangue
di S.T. Gibson
Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,00 € (cop. rigida)
Pagine: 336
Genere: dark fantasy, horror, gothic-fantasy, lgbt+
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 1 novembre 2022
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)
Gli uomini che hanno ucciso la sua famiglia e bruciato la sua casa l'hanno lasciata a terra agonizzante, vittima di una guerra che nessuno ricorda più. Ma un misterioso straniero riccamente vestito la trova, la salva a un soffio dalla morte e le dona una nuova vita e un nuovo nome: Constanta, colei che è determinata a vivere. È così che la figlia del fabbro di un villaggio della Romania medievale diventa la sposa perfetta per un re immortale. Insieme attraversano i secoli e i paesi, da Vienna alla Spagna, da Pietrogrado a Parigi. Quando però lui coinvolge nella sua rete di passioni e inganni anche una machiavellica gentildonna e un attore squattrinato, Constanta inizia a capire che il suo amato è capace di atti orribili. E dopo essersi alleata con i suoi consorti di sangue – la bellissima Magdalena, il brillante Alexi – inizia a svelare gli oscuri segreti del marito. Constanta si ritrova a scegliere tra libertà e amore. Ma i legami costruiti con il sangue possono essere spezzati solo dalla morte.
Come lettura a tema per Halloween quest’anno ho deciso di buttarmi su qualcosa di più “tradizionale”, in cui a fare da protagonisti fossero delle creature tipiche della tradizione ma anche del fantasy e la mia scelta è ricaduta su Una Dote di Sangue, di S. T. Gibson, un romanzo ispirato al celeberrimo Dracula di Bram Stoker, ma con una trama e uno svolgimento decisamente diverso e particolare. La figura principale di questa storia è Costanta, una ex figlia di contadini del quattordicesimo secolo circa che ha vissuto in un villaggetto rurale nei territori della Romania. Quando dico ex non mi riferisco a un avvenuto cambio di condizione sociale che l’ha elevata nei ranghi della società del tempo, quanto piuttosto a una modificazione nel suo stato di vivente; infatti una notte in cui il suo villaggio è stato razziato, depredato e distrutto, tutta la sua famiglia torturata e uccisa, negli ultimi momenti che le restavano di vita, Costanta è stata trovata agonizzante da colui che poi è diventato il suo salvatore, marito e aguzzino. Questo essere, all’apparenza umano come lei, la tenta e la convince con una promessa di vita e soprattutto di vendetta contro coloro che hanno stravolto la sua vita. Animata da una rabbia feroce e da un profondo desiderio di far soffrire i responsabili della morte dei suoi cari, la protagonista accetta l’offerta del misterioso individuo e immediatamente lui la trasforma in una creatura dai sanguinari istinti, con percezioni e sensi notevolmente più forti di quelli di un normale essere umano: un vampiro. Sin da subito lei si appoggia al suo signore come un cucciolo smarrito bisognoso di qualcuno che lo guidi e gli insegni come stare al mondo e tra loro si crea una sorta di vincolo matrimoniale, nel quale lei pian piano va a ricoprire il ruolo di moglie e signora del maniero, rimanendo però sempre nell’ombra e nello sfondo, mentre lui assume sempre di più il ruolo di marito e padrone. Con il passare del tempo e lo svolgersi della storia, in tutti i sensi, i due si spostano di città in città, entrano in una sorta di routine in cui Costanta diventa di volta in volta più sottomessa e dipendente dalla presenza di lui, l’unica cosa in cui mantiene un minimo di indipendenza sono le prede che caccia per nutrirsi; in questo caso, infatti, a differenza del suo signore, per lei si tratta sempre di individui malvagi che ha fatto voto di estirpare in una sorta di prosecuzione del suo tentativo di raddrizzare le male sorti dei deboli e indifesi.
Il rapporto che c’è tra i due, comunque, non è equilibrato ed è notevolmente sbilanciato a favore di lui che tiene la protagonista nel pugno tramite la devozione di lei, i segreti e la sottile manipolazione. Costanta si rende conto di questo fatto per la prima volta quando al loro equilibrio lui decide di aggiungere una terza persona, una donna, di fatto imponendola e facendogliela accettare “di forza” facendo leva sui suoi punti deboli che lui ben conosce. Come il signore aveva previsto, tra le due donne Costanta e Magdalena si crea subito un rapporto molto profondo di amicizia e amore reciproco, complice anche il fatto che molti punti di forza del carattere di Magdalena combaciano con quelli del loro “marito” comune. Inizialmente pare tutto rose e fiori, le cose vanno bene e i tre sembrano vivere una costante “luna di miele” spostandosi nelle capitali d’Europa e nei secoli, indugiando in qualsiasi attrazione e piacere che gli passi per la mente e sorvolando su difetti e limitazioni poste dal “capofamiglia” fino a quando, però, passata la prima fase di vista annacquata, le regole e i limiti cominciano a stringersi sempre più attorno alle due donne soffocandone l’essenza, la voglia di vivere e di reagire. Nella speranza di far tornare la situazione sotto controllo, il signore introduce un quarto elemento nella famiglia, Alexi, un giovane uomo, poco più che ragazzo, attorucolo e modello per pittori nella Russia dell’epoca moderna. Il giovane porta letteralmente una ventata di aria fresca nella combriccola, in Costanta si risveglia un istinto materno mai sperimentato prima e Magdalena ritrova la sua energia e la sua voglia di vivere, ma anche in questo caso la fase felice non dura per sempre; stavolta il carattere di Alexi contribuisce a rendere la situazione sempre più vicina al punto di rottura. Finché quel punto non arriva... e allora la situazione precipita sempre più in un tunnel senza ritorno, e arrivati a tanto ai nostri protagonisti rimane solo un’unica scelta possibile.
Quell’unica scelta che hanno a disposizione Alexei, Madga e Costanta di fatto costituisce l’avvio e il pretesto per Una Dote di Sangue, che come ci dice Costanta già nelle prime righe è un libro strutturato in modo da sembrare una sorta di lettera/confessione che serve alla protagonista per chiudere definitivamente con il proprio passato. L’intera storia è permeata da una costante malinconia e tristezza che accompagna il lettore fino alle ultime battute del finale, che però, pur avendo un tono dolce-amaro, rimane lieto. Lo stile di scrittura lo definirei intimo, ci sono delle parti più crude ma mai volgari, l’impressione della lettera a se stessa/al marito come un dialogo tra i due che avviene a porte chiuse si avverte palesemente da subito; miste alla malinconia, durante il racconto, si avvertono tutta una serie di emozioni che vanno dal rimpianto, alla rassegnazione, l’accettazione di qualcosa proprio malgrado e tutte le emozioni di Costanta che emergono limpide come se scorressero davanti agli occhi realmente. La scrittrice in questo caso ha una penna estremamente delicata ma al contempo decisa e incisiva; nell’arco del romanzo infatti la manipolazione e la sottomissione al signore sono aspetti che ricorrono spesso e volentieri, mi spingo anche a dire che sono il motore principale dell’intero libro ma gli effetti e le “risposte” dei personaggi a esse risultano estremamente verosimili, quello che ho apprezzato maggiormente è come vengono affrontate, come un qualcosa che può anche partire da un sentimento “positivo” ma che si trasforma in una coperta soffocante e per chi le esercita non c’è possibilità di redenzione, specie se lo fa di proposito. Mi è piaciuto molto il percorso fatto da Costanta verso la libertà, sua e degli altri, di vivere l’eterna vita senza vincoli e senza restrizioni, vivendo al massimo delle loro potenzialità e dei loro sogni (visto che possono farlo), così come lo svisceramento palese e non del personaggio del vampiro trasformatore senza che in tutto il libro venisse mai fatto il suo nome nemmeno una volta; noi lettori riusciamo infatti ad avere un'immagine completa e inequivocabile sulla sua persona e sui suoi comportamenti in modo da comprendere ancora più a fondo le scelte e le reazioni di Costanta.
In sostanza Una dote di Sangue si rivela una lettura inaspettata ma molto bella, scorrevole e semplice nonostante tutto.
Eleonora
Fonte immagini: Pinterest
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