Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi sono qui a proporvi la recensione di una delle ultime novità del mese, Divini Rivali, di Rebecca Ross. Devo dire che c’è stato molto rumore intorno a questo titolo, amatissimo all’estero e giunto finalmente in Italia grazie a Fazi Editore. Per una volta, ammetto che tutto l’hype creato era più che giustificato. Divini Rivali è una storia bellissima e, nonostante qualche piccolo difetto, anche io l’ho amato e mi sento di consigliarlo.
Ringrazio Divoratori di libri per aver organizzato l’evento e avermi inclusa e la casa editrice per la copia digitale in cambio di un’onesta opinione.
Divini Rivali
di Rebecca Ross
Prezzo: 9,99 (eBook) 18,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 421
Genere: fantasy romance
Editore: Fazi Editore (collana LainYA)
Data di pubblicazione: 7 novembre 2023
Mentre una sanguinosa guerra tra divinità infuria nel paese, la diciottenne Iris Winnow cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Il fratello è partito per la guerra e non dà notizie di sé, la madre annega i dispiaceri nell’alcol, il lavoro da giornalista non le dà soddisfazioni. Sogna un futuro in cui la sua scrittura farà la differenza grazie alla promozione a editorialista, ma per ottenerla deve competere con l’affascinante e scontroso Roman Kitt. L’unica valvola di sfogo, per Iris, è la sua macchina da scrivere, dono dell’amata nonna, con cui spera di mettersi in contatto con il fratello scomparso, ma le lettere che infila sotto al guardaroba finiscono proprio nelle mani di Roman, che decide di risponderle anonimamente avviando così un rapporto epistolare. Questo legame speciale e inaspettato farà nascere tra i due complicità e attrazione, trascinandoli nel vivo di un conflitto che deciderà le sorti non solo del loro paese
ma anche del loro amore.
Due giornalisti rivali uniti da un legame magico intrecceranno per sempre i loro destini attraverso l’inferno della guerra e l’incanto della passione. Si dice che l’amore vinca su tutto, ma può trionfare anche in uno scontro tra divinità?
Può un amore sbocciare durante una guerra? È questo che ci si chiede leggendo Divini Rivali, una storia che mescola romance e fantasy e che ci porta in un mondo devastato da una guerra tra divinità. Se il contesto storico può farci pensare a un periodo temporale che si aggira intorno ai primi del ‘900, in realtà il wordlbuilding dell’autrice è del tutto inventato e non sono presenti fatti storici reali. Eppure, come si può non pensare alle guerre che hanno devastato e ancora devastano il nostro mondo, nonostante Rebecca Ross nel suo libro ci abbia messo un tocco di fantasy? Credo che sia facile immedesimarsi in un periodo qualsiasi in cui gli uomini hanno subìto e fatto la guerra, perché l’orrore, dèi o non dèi, è lo stesso.
Cambria non è mai stata una terra molto pacifica, ma negli ultimi anni sembrava esserci stato un periodo di tranquillità, purtroppo spezzato poi da un terribile dio risvegliato, disposto a distruggere tutto pur di ritrovare la divinità che lo ha ingannato e vendicarsi di lei. Quello che sappiamo però è che Enva è una dea molto intelligente e non si farà trovare tanto facilmente. Dacre decide così di colpire dove sa che farà più male, l’umanità che Enva tanto ama, ma lei attira uomini alla sua causa risuonando la sua arpa e questi corrono ad arruolarsi e a combattere per lei. Forest Winnow ha udito l’arpa di Enva e ora è suo dovere partire per il fronte. Sua sorella Iris - legatissima a lui - vorrebbe non lo facesse, vorrebbe poterlo fare al posto suo, ma è costretta ad accettare quella realtà e veder partire il fratello che tanto ama. Le resta solo sua madre, dipendente dall’alcool, e il suo lavoro all’Oath Gazette, uno dei giornali più rinomati della sua città. Qui è in lizza per un posto come editorialista, ma il suo rivale è Roman Kitt, un ragazzo ricco ed efficiente che lei ama infastidire e con cui non può fare a meno di battibeccare. Un giorno Iris, rintanata nella sua stanza con la sua fidata macchina da scrivere davanti - quella regalatale dalla nonna - decide di battere una lettera al fratello. Sa che non la riceverà mai, non sa nemmeno a chi spedirla considerando che non ha sue notizie da cinque mesi, ma la scrive e poi infila la lettera nel guardaroba. Il suo diventa un po’ un rituale; in quelle lettere riversa tutta se stessa, come se davvero il fratello potesse leggere le sue parole, e la cosa un po’ la conforta. Le lettere si sommano, finché un giorno dal suo guardaroba non arriva una risposta che la lascia senza parole.
Iris è sconvolta, non solo perché ha ricevuto risposta alle sue lettere infilate nel guardaroba, ma anche perché chiunque le abbia risposto ha letto cose molto private di lei e della sua vita. Lo shock iniziale viene però presto sostituito dalla curiosità. Come hanno fatto le sue lettere a giungere a quella misteriosa persona? I due iniziano a scambiarsi lettere, a conoscersi, a farsi confidenze. Il loro legame si rafforza tant’è che Iris sente quel ragazzo quasi un amico - o qualcosa di più? Non ne ha idea, sa soltanto che scrivere a lui e ricevere le sue risposte la fa stare bene.
Roman Kitt non ha idea del perché dal suo guardaroba giungano lettere da parte di Iris per il fratello scomparso in guerra. Inizialmente vorrebbe dirle la verità, ma poi teme che possa smettere di scriverle e ormai quelle lettere sono diventate troppo importanti per lui. Roman impara a conoscere Iris in una maniera che non si sarebbe aspettato, una versione totalmente sincera di lei e spiazzante. Le sue parole gli fanno compagnia e lo ammaliano e lui vorrebbe leggerle ancora e ancora. Quando decide di risponderle non immagina che possa essere l’inizio di una corrispondenza che porterà a qualcos’altro, ma la tentazione è troppo forte e poi ha bisogno di capire. Sarà la sua casa, costruita su una linea di magia a recapitargli le lettere di Iris? In fondo da sempre quell’antica magione sembra avere una mente tutta sua, oppure è il guardaroba a essere un portale magico? Anche Iris se lo chiede e mentre continua la corrispondenza col ragazzo misterioso, continua a pensare al fratello lontano al fronte e alla guerra che imperversa. Una guerra che sembra non toccare Oath da vicino ma che un giorno potrebbe farlo. Iris vuol saperne di più di questa guerra tra divinità, e così insieme al suo misterioso corrispondente indaga sulle più antiche leggende e miti che possano aiutarli a capire.
Sono entrambi personaggi determinati e testardi, curiosi come ogni buon giornalista sa essere. E alla fine la determinazione di Iris la porta a lasciare Oath e a diventare corrispondente di guerra. Nel nuovo luogo in cui si troverà a vivere, scoprirà che il mondo è più terrificante di quanto lo abbia vissuto fino a quel momento, che il futuro è incerto e che in qualsiasi momento tutto potrebbe finire, spazzato via dal capriccio di un dio vendicativo. La nuova esperienza la terrorizza ma è l’unico modo che ha per riuscire a rintracciare il fratello e anche per sentirsi più utile di quanto non si sentisse all’Oath Gazette a scrivere necrologi e a rivaleggiare con Roman Kitt. Qui sente di poter fare la differenza, non solo con le sue parole, che potrebbero risvegliare le coscienze di molte persone che pensano la guerra non li toccherà mai, ma anche con le sue azioni, aiutando dove c’è bisogno. La sua scelta aiuterà anche Roman a prendere in mano la sua vita, fino a quel momento guidata dal padre, e lo porterà a fare qualcosa che non si sarebbe mai aspettato...
Rebecca Ross ci regala una storia splendida, intessuta di tematiche importanti. Una guerra comporta perdite, lutto, sofferenza eppure riesce a smorzare dei toni tanto duri con quelli più leggeri di una storia d’amore profonda e magica. La parte romance è decisamente centrale in questo romanzo, se pensate di non sopportarlo questo libro potrebbe non fare per voi. Però vi assicuro che troverete molti elementi che potrebbero piacervi, in primis una mitologia del tutto nuova e intrigante che l’autrice ha tracciato con cura e che ho trovato abbastanza convincente. I personaggi sono ben caratterizzati, sebbene estremamente romantici, ma in un contesto di guerra questo lato romantico è pure plausibile. Circondati da brutture e morte, Iris e Roman ricercano come possono la felicità e la speranza, e sarà l'amore a dargliele. Iris ha una forza incredibile, nonostante quanto ha perso nella vita è una che non si arrende. Non si aspetta che qualcuno la renda completa, o che la protegga, ma vuole farcela da sola. Allo stesso tempo è una persona molto vulnerabile, piegata dentro dal lutto e dalla solitudine. Di questo però ne farà una sua forza, come un'armatura che può essere colpita ma non spezzata. Anche Roman si porta dietro il suo bel carico; come Iris ha subìto una perdita importante e da allora vive con rimorsi e sensi di colpa. Pensa di non meritare la felicità, di dover espiare in qualche modo le sue colpe, ma comprenderà che pian piano il tempo guarisce tutto e che provare un po' di gioia non è un crimine. Grazie al loro legame e a ciò che li accomuna impareranno a gestire il dolore e ad andare avanti e capiranno che, col futuro sempre più cupo e incerto, se si trova qualcosa di buono, bisogna tenerselo stretto.
Il romanzo riserva parecchi colpi di scena e anche se alcuni già te li aspetti, l'autrice è stata bravissima a gestirli e a rendere ogni scena carica di tensione ed emozioni. Il suo stile è scorrevolissimo (ho fatto le ore piccole per leggere, anche con la stanchezza che voleva costringermi a chiudere gli occhi per forza), la sua penna incanta con frasi bellissime e toccanti. Il contesto della guerra, le tematiche dell'amicizia, della famiglia, dell'amore, del destino fanno di questa storia una storia che merita di essere letta. Non avrei mai creduto di ritrovarmi ad amare un romanzo tanto acclamato, eppure anch'io ne sono rimasta vittima e, dopo il clamoroso finale di questo volume, adesso attenderò con trepidazione il seguito.
Fonte immagini: Pinterest
illustrazione banner: @alyssaartxox
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