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martedì 30 novembre 2021

Recensione: "The Midnight Sea" di Kat Ross (a cura di Eleonora)

Eccoci di nuovo qui, con una nuova recensione, stavolta per la challenge di novembre che ci ha permesso di scambiarci consigli di lettura. Le ultime recensioni sono quelle di Eleonora ed Elena. Eleonora ha letto "The Midnight Sea" di Kat Ross, un fantasy meraviglioso che mescola ambientazioni arabeggianti e personaggi ben caratterizzati. Scoprite la sua opinione e tornate pomeriggio a leggere anche l'ultima recensione di questo nostro esperimento di "letture incrociate" ;) A presto!

The Midnight Sea
di Kat Ross

Prezzo: 14,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 282
Genere: fantasy
Editore: Dunwich Edizioni
Data di pubblicazione: 10 maggio 2017

Nazafareen vive per la vendetta. È una ragazza dell’isolato clan Four-Legs e tutto ciò che sa dei Water Dog è che legano a sé delle creature malvagie chiamate daeva per proteggere l’impero dai non-morti. Ma quando arrivano degli esploratori per reclutare persone con il dono, afferra al volo l’opportunità di unirsi a loro per dare la caccia ai mostri che le hanno ucciso la sorella. Segnata dal dolore, è disposta a pagare ogni prezzo, anche se significa legarsi a un daeva chiamato Darius. Umano solo nell’aspetto, possiede un potere terrificante, controllato da Nazafareen. Ma i bracciali d’oro che li uniscono hanno un indesiderato effetto collaterale. Ciascuno prova le emozioni dell’altro, e l’umana e il daeva cominciano a diventare pericolosamente intimi. Mentre inseguono un nemico mortale lungo l’arida Great Salt Plain fino alla scintillante capitale Persepolae, dissotterrando i segreti del passato di Darius, Nazafareen è costretta a mettere in dubbio la schiavitù dei daeva e la sua stessa lealtà nei confronti dell’impero. Ma con un male antico che si agita al nord e un giovane conquistatore che controlla l’ovest, il destino dell’intera civiltà potrebbe essere in pericolo…

Oggi parliamo del libro che mi è stato suggerito da Elena. Si tratta di The Midnight Sea, primo libro della trilogia de “Il quarto elemento”. Sin da quando ho letto la trama ho capito che sarebbe stata una lettura perfetta per me che amo i libri dalle atmosfere arabeggianti, che si immergono nella mitologia dei Djin mixando il tutto in situazioni di lotta, sia interiore che nella sua più tipica accezione ottenendo un risultato che ricorda decisamente libri come Città di Ottone di S. A. Chackraborty e la trilogia di Rebel di Alwyn Hamilton. Sicuramente però non mi aspettavo un libro così interessante e (per quanto non sopporti questo aggettivo) avvincente. Conosciamo Nazafareen, la protagonista, quando ha ancora tredici anni e un evento per lei devastante dà l’avvio ad un percorso che le cambierà completamente la vita. La giovane infatti fa parte di un clan nomade che vive principalmente di allevamento di bestiame e dell’occasionale commercio che deriva dalla vendita di prodotti come pelli, lana e tutto quello che si può ottenere dall’allevamento; tutto cambia però quando al suo villaggio arrivano gli emissari di una milizia del re molto particolare, i Water Dog, soldati che combattono in coppia con i daeva, esseri sovrannaturali dotati di magia elementale e di straordinarie capacità fisiche, legati ad essi tramite dei bracciali speciali e magici che connettono la coppia di combattenti ad un livello molto profondo. Nazafareen viene selezionata per far parte dei Water Dog e così ha inizio il percorso che la porterà a conoscere Ilyas e Tommas, Tija e Myrri ma soprattutto Darius, il daeva che sarà legato a lei.

Inizialmente il loro legame e il loro rapporto non è dei migliori, Nazafareen è ancora vittima dei pregiudizi e della diffidenza verso i daeva che si porta dietro da sempre e in particolar modo da quella traversata nella neve quando aveva tredici anni. Darius, per conto suo, provato da un’infanzia “in cattività” e abituato al dolore e alla crudeltà, si dimostra riluttante e avverso nell’accettare un legame che gli è stato imposto con la forza e che lo priva di una enorme parte di libertà; entrambi dunque si limitano ad adeguarsi alla situazione che è loro imposta. Fin quando le cose non cambiano; complice un grave incidente di Darius, i due cominciano a conoscersi, a capirsi e il loro rapporto diventa sempre più stretto e profondo.

Tutto ciò che li circonda però non è così semplice, al di fuori delle mura della “caserma” dei Water Dog, la situazione si fa sempre più confusa e caotica, ci sono avvistamenti di dijn malvagi, di negromanti e a peggiorare le cose, c’è un movimento ribelle interno al sistema di governo che lotta per la liberazione dei daeva che sceglie come primo atto pubblico una insurrezione alla prigione di Gorgon-e-Gaz, dove sono rinchiusi e schiavizzati tutti i daeva più antichi e potenti, tra cui Victor, padre di Darius e uno dei più forti e importanti daeva della storia, il cui obbiettivo per il momento è solo ritornare libero e ritrovare sua moglie (la daeva legata al malefico re). Al contempo però all’orizzonte si mobilitano forze enormi ed oscure che mirano solo alla distruzione di tutto e tutti; da una parte e dall’altra si sta organizzando l’esercito macedone capeggiato da Alexandros, intrepido, impavido e giovane re della Grecia e Macedonia, che riunisce sotto il suo comando anche i daeva ancora liberi o ribelli ed esuli dell’impero; praticamente il regno di Artaxeros II (il dispotico sovrano) è preso tra l’incudine e il martello e i nostri poveri ragazzi ne fanno le spese in modo inaspettato e brutale anche se questo gli permette di smascherare un sistema basato su menzogne, ingiustizie e prevaricazioni.

In questo libro quello che ha fatto veramente la differenza tra una storia normale ed una riuscita a meraviglia è stato sicuramente lo stile dell’autrice e la costruzione dei personaggi, infatti la trama di suo si sviluppa in maniera abbastanza lineare, senza enormi ed eclatanti colpi di scena, ma grazie a questi elementi ha raggiunto totalmente un livello superiore.

Partiamo dai personaggi, ognuno di essi è stato definito 360 gradi, conosciamo passato, presente e tutto quello che li ha modellati fino a farli diventare ciò che sono nel libro, anche se magari non scopriamo tutto subito. Ilyas è uno di quelli che ho apprezzato maggiormente, nonostante abbia la sua enorme fetta di colpe e il suo livello di odiosità rivaleggi con quello dell’insopportabile re Artaxeros II; inizialmente era semplicemente un buon personaggio, in tutti i sensi, pieno di pregiudizi e con degli atteggiamenti non proprio del tutto esemplari di sicuro, però nella sostanza era apprezzabile. È venuto fuori che della sua complessità non era emersa che una piccola, minuscola fetta e quando il vaso di Pandora è stato scoperchiato non è stato un bene per nessuno, neppure per lui che ha imboccato dritto di filato la strada per la landa dei folli; in tutto ciò però, fino alla fine, ha fatto un po' pena, non si riesce proprio ad odiarlo al 100% per quanto ci si provi e per quanto se lo meriti. Victor invece è uno di quelli a cui a mio parere ancora non è stato fatto sviluppare il suo potenziale, di proposito però, in questo libro infatti interviene quasi alla fine e solo marginalmente però si intuisce sin da subito che sotto la superficie c’è ancora molto che ribolle in attesa di venir fuori, così come nel caso di Nazafareen e Darius sia presi singolarmente che insieme, ma tanto siamo solo ancora all’inizio del loro viaggio.

Lo stile è ottimo, Kat Ross riesce a mescolare con maestria mito, religione, realtà e finzione, il ritmo è sempre incalzante e le scene ansiogene sono perfette, già nelle prime pagine i livelli di cortisolo cominciano ad alzarsi, proseguendo nella lettura ci sono parti in cui la situazione non fa che peggiorare e il fiato rimane un bel po’ sospeso.

L’epilogo è un cliffhanger sotto mentitissime spoglie che lascia il lettore presagire già che la situazione nei volumi successivi non sarà delle migliori ma senza sapere quanto, in realtà, le cose si metteranno male per questa piccola combriccola di ribelli e per tutti quelli che li circondano.

Non rimane ora che andare a vedere quante delle peggiori ipotesi che possano venire in mente si realizzeranno nei prossimi volumi, ma speriamo per il meglio. Perciò grazie Elena per avermi fatto scoprire e leggere Kat Ross.

Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto

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