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lunedì 14 marzo 2022

Recensione: "This Woven Kingdom" di Tahereh Mafi (a cura di Eleonora)

Buongiorno e buon inizio settimana, lettor*!
Oggi scopriamo il nuovo romanzo della bravissima Tahereh Mafi, This Woven Kingdom, letto e recensito dalla nostra Eleonora, che per l'autrice ha un grande debole. Voi conoscete questo romanzo? Al momento è inedito in Italia, ma i suoi diritti sono stati acquistati da Fanucci, quindi presto potremo leggerlo. Non vedo l'ora! *_* Intanto, godetevi l'opinione di Eleonora e fateci sapere cosa ne pensate. 
A presto!

This Woven Kingdom
di Tahereh Mafi

Prezzo: 6,99 € (eBook) 16,53 € (cop. rigida)
Pagine: 512
Genere: fantasy
Editore: Electric Monkey
Data di pubblicazione: 3 febbraio 2022
INEDITO IN ITALIA

To all the world, Alizeh is a disposable servant, not the long-lost heir to an ancient Jinn kingdom forced to hide in plain sight. The crown prince, Kamran, has heard the prophecies foretelling the death of his king. But he could never have imagined that the servant girl with the strange eyes, the girl he can’t put out of his mind, would one day soon uproot his kingdom – and the world.

Chi ha già letto qualche opera di Tahereh Mafi, in particolare i primi libri della serie di Shatter Me, probabilmente conosce questa autrice per il suo stile di scrittura molto particolare, poetico, evocativo e con molto spazio per l’introspezione; quest’ultimo aspetto viene lievemente “abbandonato” negli ultimi tre capitoli della serie per lasciare spazio ad una narrazione più dinamica e ricca di azione e nel suo nuovo romanzo, primo di una serie, This Woven Kingdom, ritroviamo sicuramente questa seconda tipologia narrativa.

In questo nuovo libro, Tahereh Mafi abbandona completamente le atmosfere distopiche che avevano caratterizzato il suo lavoro precedente per ritornare alle origini della sua cultura e creare una storia dalle atmosfere arabeggianti, ricche di colore e lussureggianti, che si ispira alla parte mitologica dello “Shahnameh”, uno dei più importanti testi della letteratura epica dell’antica Persia; in questo romanzo, infatti, jinn ed esseri umani si incontrano e si scontrano in un misto di conflitti, sospetto, pregiudizio, magia, civiltà ed esseri che risalgono all’alba dei tempi e devono ritrovare il loro posto nel mondo.

Alizeh è una ragazza jinn. A diciotto anni, dopo aver perso la sua casa, i suoi genitori e le persone a lei vicine, si trasferisce nella capitale del regno di Ardunia dove trova lavoro come la più insignificante dei servi, una snoda, in una grande casa nobile. Questa occupazione, sebbene sia al limite della schiavitù, le garantisce sia la protezione data dall’anonimato, possibile grazie al copricapo di tulle che le copre la parte superiore del volto, tipico degli snoda e alla moltitudine di domestici, sia quella data dalla sicurezza che circonda l’abitazione; Alizeh infatti non è una jinn comune, nel suo sangue c’è il ghiaccio, rarissima condizione, memento dell’epoca più buia della civiltà jinn, che la identifica come regina di quel popolo, una regina, però, perseguitata e ricercata sin dalla nascita per una profezia che la vede responsabile della fine dell’impero di Ardunia e della morte del suo re. I jinn a differenza degli esseri umani, identificati nel libro come “clay” (cenere), sono dotati di magia e di una grande forza fisica, inoltre non necessitano di altro nutrimento che acqua per sopravvivere e come nella migliore tradizione umana l’idea che ci possa essere qualcosa o qualcuno più forte e potente fa scattare immediatamente la necessità di sottometterlo e di controllarlo. Questo è precisamente quello che è accaduto al popolo di Alizeh che ora si trova disperso, brutalizzato e costretto a sottostare a delle leggi ingiuste che lo privano della libertà, sotto la pretesa di compromessi volti proprio a garantirla per tutti ma che, di fatto, agevolano solo una delle due parti, indovinate quale in questo caso.

La vita quotidiana della giovane regina non fa eccezione, sfruttata fino allo stremo dalla sua padrona, quando non sta svolgendo gli sfiancanti lavori domestici, cuce abiti per le donne dell’alta società per provare a garantirsi un futuro libero dalla servitù e possibilmente in solitudine che le permetta di rimanere pacificamente in vita, di più non osa desiderare, tanto è logorata nello spirito dalla perdita e dalla solitudine forzata della sua vita. La sua dura quotidianità viene spezzata una mattina da un evento apparentemente senza strascichi futuri, quando un giovane ladruncolo di strada cerca di derubarla; la reazione della ragazza a questo attacco disperato non passa inosservato al giovane principe dell’impero Kamran che, colpito e insospettito dal suo comportamento così fuori dal comune reagisce dando il via ad una catena di eventi che faranno precipitare tutto ciò che conosce nella sua vita e così accade anche in quella di Alizeh; si sa, infatti, che quando entrano in gioco i sentimenti e le emozioni è un attimo commettere degli errori che costano caro. Per il principe, non avvezzo ad emozioni diverse dalla rabbia e dal sospetto a causa del suo passato e del suo presente, quell’attimo è ancora più breve del normale.
Nuovi legami si creano, si sfaldano o si riscoprono così in un crescendo di azioni che porteranno al compimento della profezia e ad una svolta imprevista degli eventi in cui anche il diavolo in persona (o meglio in spirito) ci mette lo zampino fino ad un finale assolutamente sospeso nel vuoto che lascia il povero lettore in febbrile (molto febbrile) attesa del secondo volume.

Lo stile di Tahereh Mafi è inconfondibile, sicuramente più maturo e più rifinito, mantiene comunque quella ricchezza e quella visualità che contraddistingue ogni suo libro. Meno introspettivo di quello a cui ci ha abituati, questo romanzo si concentra maggiormente sulle dinamiche tra personaggi, sugli intrighi che li circondano e li vedono protagonisti. C’è ancora molto da svelare e, nonostante le quasi cinquecento pagine, si percepisce chiaramente che in questo primo capitolo della serie siamo solo all’inizio, ma sembra esserci talmente tanto che ancora deve svilupparsi che pare appropriato procedere per gradi. Qui infatti abbiamo conosciuto gli agenti principali della storia, sono scesi in campo credo tutti, ma due di loro, i protagonisti, devono venire a patti con loro stessi, con i loro ruoli e l’uno con l’altra, e gli altri o hanno fatto una breve apparizione o sono stati talmente ben nascosti in piena vista, per poi essere svelati di colpo, che non è possibile prevedere cosa ne sarà di loro; l’azione vera e propria, così come lo sviluppo completo dei singoli attori della storia, deve ancora raggiungere il suo apice e non vedo l’ora che lo faccia, penso proprio che vedremo delle cosucce interessanti.

Eleonora


Photo credit: @eleonoranicoletto

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