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venerdì 10 giugno 2022

Milk, Cookies&Books: libri a merenda - "La notte del nostro primo film" di Jaco Jacobs (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio! ^^
Oggi, per la rubrica dedicata a bambini e ragazzi, Ms Rosewater ci parla de La notte del nostro primo film, di Jaco Jacobs, una storia che affronta tematiche difficili ma che allo stesso tempo riesce a far divertire. Scopritela leggendo l'opinione qui sotto e fateci sapere cosa ne pensate ;)

La notte del nostro primo film
di Jaco Jacobs

Prezzo: 9,99 € (eBook) 16,00 € (cop. rigida)
Pagine: 186
Genere: narrativa ragazzi
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 5 aprile 2022

Che succede se un bel giorno il cane dei nuovi vicini azzanna la tua gallina migliore? E se poi proprio il figlio di quel vicino, tale Vusi, finisce per farti domande inopportune? Ecco, per Clucky la faccenda si conclude tirando a Vusi un bel pugno sul naso. Ed è solo l'inizio della storia. Dopo questo primo incontro, infatti, i due decidono di firmare un armistizio in nome di un progetto comune: girare un film di zombi. E piano piano capiscono di non essere poi così diversi da come pensavano, uno fissato con i numeri e le operazioni, l'altro con il cinema dell'orrore, ma entrambi alle prese con guai ben più grandi di loro: il padre di Clucky è morto e da allora la madre non esce di casa, mentre Vusi è affetto da una grave forma di leucemia. Tra corse proibite in bicicletta, fiumi di sangue finto e riprese in vecchi capannoni abbandonati, Clucky e Vusi sfideranno l'impossibile, trascinandoci nell'avventura e nel mistero. Facendoci ridere e piangere. Mostrandoci che nessuna forza è maggiore di quella che tiene stretti due amici. E che per ogni fine c'è sempre un nuovo inizio Età di lettura: da 10 anni.

Ci sono romanzi che celebrano la scoperta del mondo da parte dei ragazzi, una scoperta piena di fascino e di terrore. Tra i classici ci sono Huckleberry Finn, La guerra dei bottoni (quand'ero ragazzina l'ho letto forse 10 volte), la serie de La banda dei 5, diventato anche un telefilm, e più recentemente Stand by me di Stephen King. I protagonisti di questi libri hanno spesso in comune un'infanzia e un'adolescenza diverse da quelle dei coetanei, difficili, segnate da un dramma, e intraprendono l'avventura non solo con la voglia di divertirsi ma anche di scappare alla loro disperata quotidianità; cercano un tesoro, vogliono risolvere un mistero, inseguono una leggenda spaventosa, e la loro avventura segnerà un punto di svolta e l'ingresso nel mondo adulto.

La notte del nostro primo film rientra in questo gruppo di libri, sono state la promessa della trama (che include i vecchi film horror) e la copertina in stile anni '80 ad attirarmi. Va detto che, purtroppo, quest'ultima c'entra abbastanza poco col racconto e quella tenda che vedete, con i cerbiatti che brucano... beh, nel racconto non c'è proprio. Prima di tutto dovete sapere che la vicenda è ambientata in Sud Africa, cosa che, non conoscendo l'autore, ho capito solo quando viene citato l'Afrikans, una delle lingue parlate da quelle parti; i riferimenti al territorio sono d'altronde pochissimi, la descrizione dei paesaggi (che crea buona parte dell'atmosfera) praticamente assente fa supporre che il libro sia stato pensato per il mercato Sud Africano. La storia si apre con una bella scazzottata, Clucky - voce narrante - ha rifilato un pugno sul naso a Vusi, il ragazzino della casa accanto, il cui cane ha ucciso Kathleen, una delle sue galline preferite. Clucky ama i numeri e vive in una piccola fattoria. Solo l'anno prima ha perso il padre in un incidente stradale e da allora la madre non esce di casa. Non ci vuole molto prima che i due ragazzi diventino amici e Vusi condivida con Clucky il suo sogno, girare un film di zombie. Quest'ultimo si lascia coinvolgere, incuriosito e mosso dal senso di colpa per aver picchiato un bambino malato (Vusi ha la leucemia), fino a diventare determinante per la riuscita del progetto, per la realizzazione del quale i due ragazzi saranno costretti a violare qualche regola e rischieranno di finire male.

L'idea di girare di un film di zombie è molto divertente e mi ha riportato al periodo in cui con gli amici organizzavamo le mitiche “notti horror” a base di pizza e film, meglio se di serie B o addirittura trash, la determinazione di Vusi e il modo in cui cerca di tenere insieme la trama, piuttosto fumosa e costretta a piegarsi alle circostanze sono altrettanto notevoli, a tratti esilaranti, ma è indubbiamente la vita di Clucky, i ricordi del padre e il dolore per la sua scomparsa che non viene elaborato in famiglia ma vissuto singolarmente in modo diverso dai vari membri, le fantasticherie sui numeri fortunati e le vicissitudini scolastiche, a occupare la maggior parte delle pagine e appassionare maggiormente il lettore. Nonostante la tragedia che lo ha colpito resta un ragazzino che cerca di ricomporre la propria vita e di risolvere i problemi di amici e parenti, ma soprattutto ha un futuro, ed è questa la linea di separazione tra lui e Vusi, che con il suo film sembra voler sfidare non tanto le regole dettate dagli adulti ai ragazzi, quanto le limitazioni imposte dalla malattia e affrontare, guardandolo attraverso l'obiettivo della telecamera, quel buio che sente vicino e gli fa tanta paura.

Jaco Jacobs sceglie di raccontare le avventure dei ragazzi quasi esclusivamente attraverso le loro azioni: non solo non ci sono paesaggi, le descrizioni fisiche sono ridotte all'osso; la cosa che mi ha sorpresa di più è che Clucky e Vusi non parlano mai della malattia di quest'ultimo, che d'altronde non approfondisce mai la sua passione cinefila (in tutto il libro guarda un solo film horror e non ne cita mai nessuno) né Clucky si sofferma molto a riflettere sulle condizioni dell'amico, cosa che rende il protagonista ancora più solido e il sognatore quasi un personaggio immaginario, magico, che guiderà il primo attraverso la fine dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza.

Personalmente ho sentito un po' la mancanza delle descrizioni (gusto personale, i miei libri di avventure preferiti sono sempre quelli di Mark Twain) e soprattutto delle chiacchiere tra ragazzini, quello scambio di segreti che fa crescere e consolidare le amicizie che era il vero scopo delle nostre serate horror; ho apprezzato le scene d'azione più veloci, il personaggio di Clucky, la ricerca di un equilibrio tra situazioni consolatorie e realistiche per non essere né troppo prevedibile e zuccheroso né troppo drammatico e pessimista, che dimostra, da parte di Jacobs, grande rispetto verso i giovani lettori.

Nonostante i temi difficili che affronta, il libro, grazie alla scelta stilistica quasi ellittica, è adatto anche a ragazzi di 9-10 anni, che sapranno farlo loro.

Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi


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