Buongiorno, lettor*! ^^
Eccomi oggi a parlarvi di Malice, di Heather Walter, un retelling fantasy che ha per protagonista la strega “Malefica” della Bella Addormentata nel Bosco. Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro ma devo ammettere che in parte mi ha sorpreso e ne sono contenta. Sicuramente ho voglia di leggere il secondo volume e scoprire come finirà.
Ringrazio Amarilli Silvia Moro di I miei sogni tra le pagine per avermi coinvolta in questo evento e la casa editrice per la copia digitale omaggio in cambio di un’onesta opinione.
Malice
di Heather Walter
Prezzo: 9,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 468
Genere: fantasy, retelling
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 20 settembre 2022
C'era una volta, tanto tempo fa, una strega malvagia che, per vendetta, gettò su una stirpe di principesse una maledizione mortale. Una maledizione che poteva essere infranta solo dal bacio del vero amore. Già sentita, vero? Il principe azzurro, "e vissero per sempre felici e contenti…" Sciocchezze. No, davvero, a nessuno importa cosa succede alle principesse di Briar. Ai suoi abitanti interessano solo i gioielli, le feste e gli elisir magici delle Grazie. Anch'io pensavo che non mi interessasse. Fino a quando non l'ho incontrata. La principessa Aurora, l'ultima erede al trono di Briar. Bellissima. Intelligente. Forte. La regina di cui il regno avrebbe bisogno. A cui non importa che io sia Alyce, la Grazia Oscura, da tutti disprezzata per la magia nera che mi scorre nelle vene, la stessa che ha maledetto la corona. Umiliata e offesa da quegli stessi nobili che pagano care le mie pozioni e poi mi additano come un mostro. Aurora dice che dovrei essere orgogliosa dei miei doni. Dice… che mi vuole bene. Manca meno di un anno perché quella maledizione la uccida, ma se la chiave della salvezza è il bacio dell'ennesimo principe insulso, lei non lo accetterà. E io… voglio aiutarla. Se il mio potere è all'origine della sua maledizione, forse può segnarne anche la fine. Forse insieme possiamo dare vita a un mondo nuovo. Sciocchezze anche queste. Perché sappiamo tutti come finisce la storia, no? Aurora è la bella principessa e io… Io sono la cattiva.
Siamo abituat* a conoscere la strega della Bella Addormentata nel Bosco come un personaggio cattivo, o almeno così le fiabe tradizionali e la Disney ce l’hanno propinata, salvo poi ritrovarci con una versione diversa e più tridimensionale del personaggio nel film Maleficent, con Angelina Jolie. Ho amato molto quest’ultima versione e lo spessore che è stato dato a quella che da sempre è stata immaginata come la strega cattiva. Anche Heather Walter riscrive un personaggio che ha sempre intimorito e inquietato mostrandocene un lato del tutto diverso e inaspettato. E se la cattiva non fosse davvero così cattiva, o non lo sia sempre stata? Cosa l’ha spinta a creare il terribile sortilegio che ha incatenato la principessa Aurora in un sonno profondo, protetto da un mucchio di rovi? Beh, in questa versione avremo modo di scoprirlo. Parto subito col dire che a me il romanzo è piaciuto molto. Mi è piaciuto l’intreccio, mi sono piaciute le dinamiche, le relazioni, le varie tematiche. Non l’ho percepito così “dark” come avrei voluto, ma quel poco mi ha soddisfatto abbastanza. Certo, un po' di ingenuità nello stile non mancano. Una delle note dolenti è stato, infatti, il modo in cui l’autrice ha costruito il worldbuilding, ovvero narrandolo tantissimo. Sapete che io amo lo show don’t tell, lo preferisco a quel tipo di narrazione fatta di lunghi e noiosissimi spiegoni e qui purtroppo ne abbiamo a bizzeffe. Non fosse stato per questo, mi avrebbe di sicuro folgorata, ma le lunghe spiegazioni che mi sono ritrovata a leggere di com’era Briar, di com’è adesso, delle leggi, delle guerre, dei Fae, della regina Leythana, dei Vila, eccetera, mi hanno snervata un bel po’. Fatta questa premessa, parliamo del romanzo e dei suoi pregi, ovvero tutto ciò che mi ha convinta e che ha contribuito a farmi arrivare fino alla fine e desiderare di leggere il seguito.
Il mondo creato da Walter è veramente particolare e complesso. L’autrice lo costruisce pezzo dopo pezzo e ogni volta aggiungiamo quel tassello in più ma non sempre il tassello mette subito in chiaro il quadro, bisogna pazientare un po’. Briar è un regno di esseri umani in cui però nascono anche le Grazie; questo in seguito a un patto fatto con i Fae di Etheria, dopo una lunga e terribile guerra. Le Grazie hanno sangue dorato e nel loro sangue scorre un forte potere. Esse sono in grado di esaudire qualunque desiderio umano, creando pozioni magiche ai cui ingredienti mescolare qualche goccia del loro sangue. Alyce non è come le altre Grazie. Lei è una Grazia Oscura. Nelle sue vene scorre il sangue verde dei Vila, una razza fatata malvagia che è stata esiliata e poi sterminata. Sin da quando era bambina sono stati fatti esperimenti ed esami di ogni genere su di lei per assicurarsi che la percentuale di sangue Vila che le scorreva dentro non fosse così elevata da nuocere o creare problemi. È riuscita a scampare la morte ed è stata affidata alla Casa della Lavanda, cui presta i suoi servigi come Grazia Oscura - l’unica in tutta Briar - creando pozioni che solo in pochi possono permettersi. Le sue sorelle non fanno che maltrattarla e offenderla, le persone la temono, chiunque preferisce tenersi alla larga da lei. Ma Alyce non è la Grazia perfida che descrivono e il tipo di isolamento che subisce la fa soffrire. È vero che è per metà Vila, ma le sue intenzioni non sono cattive. Lei vorrebbe solo essere come le sue sorelle (anche se le detesta), non ama essere diversa, non ama il modo in cui la gente la guarda o le cose che dicono di lei. Non ama essere un mostro. Mi è piaciuta molto l’introspezione che viene fatta del personaggio, il modo in cui tenta in tutti i modi di riscattarsi, provando anche a usare il suo potere per fare del bene invece che del male, fallendo però miseramente. Perché alla fine non può cambiare ciò che è, può solo accettarlo. E per farlo, dovrà imparare a conoscersi ancora più a fondo, a conoscere meglio il suo potere, la sua storia, il suo passato.
Non tutti però la temono, ha un paio di alleate, persone che vedono oltre il suo aspetto e il suo sangue, e ha Aurora. Conoscere la principessa è ciò che farà davvero la differenza nella vita di Alyce. La Principessa Aurora condannata a un triste destino, una maledizione lanciata molto tempo addietro dai Vila e che porta tutte le discendenti reali di Briar a morire all’età di ventuno anni se non riusciranno a spezzarla col bacio del vero amore. Aurora è stato un personaggio interessantissimo da scoprire, molto lontana dalla principessina indifesa e ingenua che ci si può aspettare ("Voglio essere come Leythana. Non un semplice ornamento come mia madre. Voglio essere fiera, e degna"). È ottimista ma è anche una ribelle. Le regole del castello le vanno strette e cerca sempre un modo per aggirarle o evaderle. Ha delle idee rivoluzionarie, vuole apportare cambiamenti importanti quando un giorno diventerà regina e trova le Grazie superficiali e inutili. Ecco perché stringe amicizia con Alyce, perché lei è così diversa e le piace che lo sia. Le piace che scombussoli le sue giornate e i suoi pensieri e che non sia come la descrivono ma molto meglio. La loro storia mi ha colpito e ammetto di averla apprezzata e amata sin dall’inizio. Sicuramente è uno degli elementi più interessanti del romanzo, una storia d’amore F/F davvero inaspettata. Il romanzo prosegue senza grossi colpi di scena, anche se nel finale abbiamo un bel po’ di movimento in più e un ritmo decisamente più concitato.
Alyce per gran parte del libro si interroga sulla sua natura, cerca di scoprire chi sia davvero, come sfruttare al meglio il suo potere. Si allenerà per riuscire a tirarne fuori tutte le potenzialità, grazie anche a Kal, un misterioso personaggio conosciuto in un castello diroccato. Tutto ciò che riguarda il worldbuilding verrà riversato quasi in maniera selvaggia su chi legge destabilizzandolo un po', ma se riuscirete a superare la prima metà indenni, potrete godervi meglio la seconda parte, in cui lo stile risulta molto meno ingenuo e più scorrevole. Mi è piaciuta l’atmosfera fiabesca, fatta di elementi tipici di grande richiamo. L'autrice non l'ha deturpata ma in un certo senso enfatizzata. E ho apprezzato il modo in cui il personaggio di Alyce non sia stato creato totalmente nero e negativo, non un vero e proprio villain, ma un personaggio grigio tutto da esplorare. Ho amato il modo in cui prende coscienza di sé e del proprio valore e anche la sua evoluzione che la porta a diventare ciò che non avrebbe mai voluto (“Se vogliono un mostro, ne avranno uno”) ma per delle ragioni valide. È un personaggio guidato dalle emozioni, ha subìto le peggiori umiliazioni senza reagire per lungo tempo, non è freddo e calcolatore, ed è apprezzabile che voglia farsi conoscere per ciò che è in realtà e non per come è sempre stato tratteggiato.
In definitiva, trovo che Malice sia una storia molto valida con elementi intriganti e ben trattati. Peccato per la quantità di descrizioni e informazioni “raccontate” che hanno rallentato la lettura, soprattuto all’inizio. Ma se vorrete avventurarvi, scoprirete un romanzo che parla di identità, di accettazione, di antiche maledizioni, di amore contrastato, di amicizia, di vendette, di magia. Una storia ben più appassionante di quanto si possa pensare e con parecchi pregi.
Fonte immagini: Pinterest
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Io non sono riuscita ad apprezzarlo a pieno
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