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giovedì 13 aprile 2023

Review Party: "La ragazza che cadde in fondo al mare" di Axie Oh (a cura di Elena)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi il blog si unisce al Review Party di La ragazza che cadde in fondo al mare, fantasy mitologico di ispirazione orientale dell'autrice Axie Oh. Lo ha letto la nostra Elena e ci regala la sua entusiastica opinione. Scopritela qui sotto e fateci sapere se avete già acquistato il libro o se vi piacerebbe farlo. A presto! <3

La ragazza che cadde in fondo al mare
di Axie Oh

Prezzo: 11,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 396
Genere: fantasy orientale, mitologico
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 11 aprile 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Tremende tempeste devastano da secoli il paese di Mina. È la furia del Dio del Mare, un tempo benigno, che si scatena, crede la gente. Per placarlo tutti gli anni una fanciulla viene gettata tra le onde. Sono in molti a pensare che la bellissima Shim Cheong, fidanzata del fratello di Mina, Joon, porrà fine a tutta quella sofferenza. Ma la notte in cui Cheong dovrebbe essere sacrificata, Joon la segue, pur sapendo che ciò significherà morte certa. Per salvarlo, Mina si getta tra i flutti al posto di Cheong. Trasportata nel Regno degli Spiriti, la ragazza si mette in cerca del Dio del Mare, ma quando lo trova scopre che è prigioniero di un sonno incantato. Con l'aiuto di un giovane uomo misterioso e di una bizzarra banda di demoni e spiriti, Mina decide che risveglierà il Dio del Mare e farà terminare una volta per tutte le tempeste assassine. Ma un essere umano non può vivere a lungo in mezzo agli spiriti. E c'è qualcuno disposto a tutto pur di non risvegliare il Dio del Mare…

Oltre agli alberi splendenti di fiori e ai profumi inebrianti, questa primavera ha portato nei nostri scaffali, grazie alla casa editrice Mondadori, nella collana Oscar Fantastica con la traduzione di Egle Costantino, il romanzo La ragazza che cadde in fondo al mare, di un'autrice nuova qui in Italia, Axie Oh. È una scrittrice americana di origini coreane di prima generazione, autrice di ampio spettro di fantasy, scifi steampunk (la duologia Rebel Seoul) e romance (XOXO), generi differenti per opere accomunate da elementi culturali della Corea del Sud e dai fugaci camei delle e dei suoi personaggi dei diversi romanzi, che spero di poter conoscere tutti!

Oggi parleremo di La ragazza che cadde in fondo al mare, un fantasy mitologico, che già a livello visivo si presenta come un piccolo gioiello, grazie alle illustrazioni delle copertine dai tratti romantici ed eleganti, intriganti e suggestivi e alla ricercatezza dei dettagli interni, dei colori pastello delle pagine e dei riflessi luccicanti delle rifiniture. Tutte caratteristiche che rispecchiano le parole che la scrittrice ha ricamato con cura per noi lettrici e lettori. Già il titolo richiama alla mente una storia lontana ed è quello che ci promette e ci regala l’autrice: un mito che si trasforma in una nuova avventura, un retelling basato sulla cultura coreana.

“Una ragazzina la cui terra natia è in pericolo, una sposa del Dio del Mare con un mistero da risolvere: è ovvio che sei qui alla ricerca di risposte.”

La nostra storia inizia in medias res, immersi e sommersi da una forte tempesta, che colpisce mettendoci subito in uno stato di allerta e pericolo: conosciamo, così, la protagonista, la quale si ritrova per scelta, su una barca tra le acque agitate e in procinto di saltare nelle profondità dell’oceano. Mina, una ragazza che si definisce crudele, rancorosa e vendicativa, è in realtà testarda, coraggiosa e diretta, impulsiva, decisa e protettiva. Una ragazza con la determinazione negli occhi: una combinazione inarrestabile di speranza e rabbia. Una ragazza che ha deciso di sfidare consapevolmente e con autoironia il destino che la vede come una donna comune, non degna di un sacrificio leggendario.

“Mi parte da dentro una rabbia insopportabile, [...]. Gli dei hanno deciso di non esaudire i nostri desideri: quelli scritti in occasione del festival delle barchette di carta, ma anche i più piccoli desideri che esprimiamo ogni giorno. Di pace, di fertilità, di amore. Gli dei ci hanno abbandonato. Il dio di tutti gli dei, il Dio del Mare, prende tutto dalla gente che lo ama – prende, prende e non dà mai indietro. Gli dei non esaudiscono i nostri desideri. Ma io voglio farlo.”

La storia e la scelta di Mina si intrecciano alle sfide che vivono Joon e Cheong, la coppia di un amore contrastato e impossibile, perché lei, a causa della sua bellezza, è condannata fin dalla nascita all’isolamento e al sacrificio in mare. Già da subito leggiamo di temi classici come la predestinazione e il sacrifico di donne di estrema bellezza, ma che non annoiano, perché l’autrice riesce a contestualizzarli tramite miti e leggende, come ad esempio la narrazione del Filo rosso del destino e le descrizioni di tradizioni e di feste, che diventano la base di avventure innovative, come se la storia iniziasse dalla fine, stravolgendo il solito topos, in un perfetto intreccio tra classico e nuovo.

“O forse lei lo considera un inizio. Sono molte le strade che il destino può prendere.”

Così Mina diviene protagonista orfana di grandi talenti e di bellezza, ma ha dalla sua il potere delle parole: l’arte del narrare storie, che accomunano e raccontano il mondo e i popoli, una coscienza collettiva, in cui tutte e tutti, in qualche modo crediamo e condividiamo più o meno consapevolmente. Le tradizioni e i racconti orali, narrati e tramandati dalle voci delle nonne, sono per Mina una guida per comprendere qualunque mondo, uno schema per scoprire come agire, una melodia che riconoscerà sempre e che la condurrà a svelare il proprio cuore e quello delle persone che incontrerà. Storie che contengono tutte le verità di cui ha bisogno per tramutare i miti, che tanto ama, in realtà. Ma potrà fidarsi delle storie? La tradiranno? Scoprirà la differenza tra credere nei miti e viverne uno come protagonista? Scoprirà le sfumature delle voci delle storie che possono ammonire e preservare, intrattenere e consolare. Ma anche storie che provengono direttamente dal cuore, create chiudendo gli occhi e con la mente libera di vagare. Storie improvvisate in base allo stato d’animo del momento, a seconda che si voglia ridere o piangere, storie d’amore e di speranza o storie di odio e di disperazione.

“Sprofondiamo giù nell’oscurità, finché il mare sopra di noi diventa il cielo e noi – il drago e io – siamo stelle cadenti.”

E così muniti del potere della cantastorie, seguiamo e veniamo risucchiati in un nuovo mondo: all’improvviso strade e costruzioni di una città fantastica, bellissima e spaventosa. Qui si mostra, ancora una volta, la bravura della penna della scrittrice. Da una parte crea parallelismi con le fiabe più conosciute in Occidente, come La Bella e la Bestia o La sirenetta, che diventano camei divertenti con cui confrontare e cogliere le somiglianze e le differenze tra elementi di tradizioni lontane geograficamente ma vicine nella narrazione. E dall’altra, l’autrice ci incanta con il suo stile evocativo, dettagliato, metaforico e immaginifico, creando descrizioni di luoghi allo stesso tempo fantastici e realistici, con ambientazioni tipicamente orientali, perché ricordano le bellissime foto delle strade di città come Seoul: i mercati pieni di vita e di profumi di cibo, bancarelle colme di gnocchi di riso o di pesce essiccati, carretti di castagne arrosto o patate dolci e cestini di bambù ripieni di ravioli al vapore. Scopriamo così un romanzo che presenta elementi, non solo legati al fantasy, come gli animali mitologici, ma nasconde anche elementi culturali a tutto tondo, come l’architettura, i vestiti tipici (hanbok), il trucco, i simboli, la storia legata alla povertà patita dai popoli, il cibo.

“Qui, nella città del Dio del Mare ci sono centinaia, migliaia di persone e tutti indossano vestiti dai colori sgargianti, come se la città fosse la grande barriera corallina e la gente il corallo stesso.
Le strade sono fiancheggiate da magnifici edifici dal tetto a pagoda quasi ammassati l’uno sull’altro a perdita d’occhio. Ai cornicioni dei palazzi sono appese lanterne scintillanti che illuminano le ombre della gente dietro le finestre di carta. Carpe gigantesche e spettrali nuotano placidamente sopra ai tetti mentre sfavillanti pesci rossi guizzano dentro e fuori dalle lanterne.”

Conosciamo nuovi personaggi appartenenti alle leggende che si incarnano in dei, spiriti e animali mitologici: il dio del mare, un ragazzo afflitto dalla solitudine e tristezza; Shin, disilluso, alto, non troppo terrificante e leale; il misterioso e silenzioso Kirin; l’esuberante e spiritoso Namgi; gli spiriti Dai, Miki e Mask. E tanti altri ancora. Un coro di personaggi a cui ci si affezionerà facilmente tra avventure e riflessioni sul proprio destino, scritto o in divenire. Un destino condiviso da scoprire e a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze. Una storia che si intreccia ad altre storie, alla ricerca della verità e della soluzione. Un storia che si trasforma nel romanzo che teniamo tra le mani. Un romanzo dinamico, che non annoia ma forse a tratti frettoloso, che però non perde mai la propria direzione e raccoglie e tiene insieme tutti i pezzi del puzzle, creando una fiaba che nasce dalla tempesta e dalla perdita, che vola come una gazza che segue il mistero e l’amore, che incontra la solitudine ma forma una famiglia. Voci che si mischiano e cantano tra due mondi, quello degli esseri umani e quello delle leggende, tra nebbie e oscurità e spiragli di luce e speranza.

“«Qual è il significato di questa storia?» mi chiede a voce bassa. Guardo la sua schiena, il tremito delle spalle esili. «Non c’è un significato, solo una... sensazione, forse.»
«E quale sarebbe?»
«Che c’è sempre la possibilità di essere perdonati, anche se ci si spinge troppo oltre. Il perdono di chi ci ama è a portata di mano.»”

In conclusione, La ragazza che cadde in fondo al mare è un fantasy mitologico, young adult, retelling, avventuroso con un tocco di giallo e con tinte romance, autoconclusivo. Un romanzo che ha un buon equilibrio tra parti descrittive, complotti e azione, colpi di scena e flashback, ma anche riflessioni introspettive e riflessioni più filosofiche sul destino, sul rapporto con la natura e il legame con la fede e la religione. Un volume unico che però potrà essere considerato uno spin-off, o comunque si inserirà nella futura serie The Floating world, non per storie o personaggi, ma per la tipologia narrativa di base del retelling, con la rielaborazione di tradizioni e leggende coreane. Al momento la serie prevede una duologia, che racconterà di donne fatate immortali del cielo, munite di mantelli alati (mito che mi ha ricordato quello della Dea celeste e dell’hagoromo, a cui si ispira il manga Ayashi no ceres e sono già molto curiosa!). Al momento le informazioni che abbiamo sono ricavate anche dal sito della scrittrice, ma non vedo l’ora di leggere questa rivisitazione del mito coreano e in generale altre opere dell’autrice.

“Una biblioteca. Devono esserci centinaia, migliaia di racconti qui: storie vere, miti, poesie, canzoni. La memoria di dei e spiriti sarà anche offuscata, ma quella dei libri non lo è mai. Le storie sono eterne.”

Consiglio la lettura a tutti e a tutte coloro a cui piacciono sia la cultura orientale (i titoli fantasy che troviamo nelle librerie sono soprattutto di ispirazione culturale giapponese e/o cinese) sia, più in generale, i retelling, i miti e i romanzi in cui si intrecciano storie dentro le storie, come ad esempio: le duologie Spin the dawn di Elizabeth Lim, Queste gioie violente di Chloe Gong, La moglie del califfo di Renee Ahdien; le trilogie Rebel di Alwyn Hamilton, L’orso e l’usignolo di Katherine Arden e l’autoconclusivo Il silenzio dell’acqua di Lousie O’Neill. Ma la particolarità de La ragazza che cadde in fondo al mare è la base coreana, un piacevole arricchimento per le lettrici e i lettori.

Ringrazio la casa editrice Mondadori per la copia digitale e per la lettura in anteprima di La ragazza che cadde in fondo al mare, in cambio di un’onesta opinione e ringrazio la nostra Francesca per aver organizzato l’evento.

Non mi resta che augurarvi buone letture.
Elena



Photo credit: @tsundoku_bookstyle

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