coffee_books
Visualizzazione post con etichetta The Witcher. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta The Witcher. Mostra tutti i post

lunedì 30 maggio 2022

Recensione: "La spada del destino" di Andrzej Sapkowski

Buon pomeriggio, lettor*!
Oggi vi parlo de La spada del destino, di Andrzej Sapkowski, secondo capitolo della saga The Witcher. Ho letto con piacere il primo volume (insieme alla mia compagna d’avventura Francesca de La Biblioteca di Zosma) e non vedevo l’ora di scoprire che altro ci avrebbe riservato l’autore. Sono fan della serie tv Netflix ma non ho ancora finito di vedere la seconda stagione perché voglio prima portarmi avanti con i libri. La spada del destino mi è piaciuto un po’ meno rispetto a Il guardiano degli innocenti, o meglio, mi è piaciuto per metà. Scoprite il perché nella recensione ;)

La spada del destino
di Andrzej Sapkowski

Serie: The Witcher #2
Prezzo: 8,99 € (eBook) 14,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 444
Genere: fantasy
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2019

Geralt di Rivia è uno strigo, un assassino di mostri. Ed è il migliore: solo lui può sopraffare un basilisco, sopravvivere a un incontro con una sirena, sgominare un'orda di goblin o portare un messaggio alla regina delle driadi, fiere guerriere dei boschi che uccidono chiunque si avventuri nel loro territorio... Geralt però non è un mercenario senza scrupoli, disposto a compiere qualsiasi atrocità dietro adeguato compenso: al pari dei cavalieri, ha un codice da rispettare. Ecco perché re Niedamir è sorpreso di vederlo tra i cacciatori da lui radunati per eliminare un drago grigio, un essere intoccabile per gli strighi. E, in effetti, Geralt è lì per un motivo ben diverso: ha infatti scoperto che il re ha convocato pure la maga Yennefer, l'unica donna che lui abbia mai amato. Lo strigo sarà dunque obbligato a fare una dolorosa scelta: difendere il drago e perdere Yennefer per sempre, o infrangere il codice degli strighi pur di riconquistare il suo cuore...

<<La spada del destino ha due lame. Una sei tu.>>

Penso di essermi ormai affezionata al mondo di Geralt di Rivia e a questo personaggio, frutto della penna dell’autore polacco Andrzej Sapkowski, che con la sua gamma di grigi si è rivelato davvero interessante da scoprire. Come Il guardiano degli innocenti, anche La spada del destino non è un romanzo ma un insieme di racconti, anche se questa volta mi sono sembrati un po’ più slegati tra loro, soprattutto nella prima parte. Come vi dicevo sopra, il libro mi è piaciuto per metà. Se fosse stato tutto come la parte iniziale, probabilmente ne sarei rimasta molto delusa e non avrei proseguito più la serie, ma per fortuna la seconda parte è decisamente migliore e mi ha fatto rivalutare tutto. Si può dire che i primi racconti siano un prosieguo di quelli contenuti nel primo libro (e per me potevano benissimo essere inseriti in quel libro). Ritroviamo ancora Geralt che in ogni episodio dà la caccia a un mostro diverso e tutto si svolge esattamente come nei precedenti racconti, tant’è che ci si potrebbe quasi annoiare visto che la narrazione continua a seguire uno schema preciso. Le cose si fanno, invece, più interessanti andando avanti quando entra in gioco il “destino” di Geralt e quella bambina “sorpresa” da rivendicare. Il loro primo incontro presso Brokilon, i dialoghi con la regina Calanthe, il viaggio ferito sotto le cure di Visenna, o quando si ritrova con Ciri. Lo schema qui è cambiato e le vicende si seguono con più interesse. Innanzitutto, viene introdotto uno dei personaggi femminili che diventeranno fulcro della serie, ovvero quello di Ciri, che però è ancora piccola, ha dieci anni, eppure sembra già parecchio sveglia e intelligente. Mi è piaciuto vedere in che modo Geralt si rapporta a lei. In un primo momento, non è molto contento di essere legato a quella ragazzina, consapevole di non riuscire a prendersene cura, considerando anche il suo stile di vita e la sua inesperienza con i bambini. Pian piano, però, le cose cambiano e non può più negare che davvero il destino lo riporti sempre a lei, anche se sarà un percorso arduo che dovrà attraversare per giungere a questa presa di coscienza. Oltre Ciri, ho apprezzato anche Calanthe, nonna di Ciri, che con astuzia cerca di ingannare, intessendo piani a proprio favore, ma neanche lei, alla fine, potrà far nulla contro il destino della nipote e di Geralt. Altro personaggio interessante è Essi Daven, tra le protagoniste del racconto Un piccolo sacrificio. Posso dire che, per una volta, un personaggio femminile di questa serie mi piace davvero molto (al contrario di Yennefer, che in questo libro ha dato il peggio di sé, capricciosa e irritante come poche). Essi Daven è una poetessa, anche conosciuta come Occhietto. È amica del bardo Ranuncolo, ma verrà coinvolta nelle vicende di questo episodio e Geralt se ne invaghirà. Colta, brillante, equilibrata, Essi Daven è stato un personaggio bellissimo da conoscere e avrei voluto avesse ancora più spazio.

Quello che mi piace di questa saga è senza dubbio il worldbuilding che, sebbene non sia delineato in maniera netta, è comunque piacevole e offre una varietà di personaggi, luoghi e creature che amo ogni volta scoprire. Anche stavolta non mancano le ispirazioni fiabesche, ritroviamo, infatti, tra le pagine del libro, riferimenti a qualche fiaba popolare molto conosciuta, rielaborata in chiave più dark dall’autore. E così tra draghi, sirene, e altre affascinanti creature, il nostro Geralt porta avanti il suo compito, lasciando trapelare qualcosa in più di lui. Sacrificio, dolore ma anche fortuna e talento, lo hanno reso l’eroe chiaro-scuro che è adesso. Lui non uccide se non necessario, ha un codice che non trasgredisce mai, e anche il non provare sentimenti viene smentito più di una volta. È un personaggio che può sembrare inquadrato e freddo, mostruoso al pari dei mostri cui dà la caccia, ma alla fine ha dei contorni smussati che il lettore non può fare a meno di notare e apprezzare, dettagli che lo rendono molto più umano di quanto non sia. Purtroppo, questa sfaccettatura non l’ho notata anche nel personaggio di Yennefer, che fa spesso da contraltare a quello di Geralt (e che è onnipresente nei suoi pensieri), ma mi auguro di ricredermi su di lei, perché il fatto che non mi faccia impazzire nei libri ma invece mi piaccia nella serie tv non ha molto senso. Uno dei rapporti che amo di più di questa serie è l’amicizia tra Geralt e Ranuncolo. Nulla di idilliaco, sia chiaro, ma adoro il modo in cui i due battibeccano. I loro siparietti sono tra le parti più leggere e divertenti della serie, capaci di smorzare un po’ della brutalità che accompagna alcuni racconti. Ranuncolo è esattamente come viene impersonato nella serie tv e Geralt usa con lui le stesse battute sarcastiche e a effetto.

Insomma, questo secondo volume è fatto di alti e bassi. Parte un po’ sottotono con racconti di stampo molto simile a quelli del precedente volume ma si riprende molto bene nella seconda parte. Lo stile di Sapkowki non mi dispiace affatto, nonostante non abbondino le descrizioni e alcune parti dialogate siano veramente lunghe, ciò che apprezzo di più è la musicalità del testo, il ritornare di determinati concetti per dar loro più rilievo e peso. Le scene d'azione non mancano e sono, sinceramente, ben riuscite, ma questa serie comprende molto più di questo e, a tratti, sa essere anche più profonda di quanto si possa immaginare e dispensatrice di qualche piccola perla o saggezza. Geralt di Rivia è per me un personaggio ricco di potenziale e amo approfondire tutti i lati di lui, ma mi piacerebbe che si desse ancora più tridimensionalità ad altri personaggi e che non facessero solo da contorno al protagonista principale.  Anche questo secondo volume è promosso, ma con voto sufficiente. Dal terzo volume non dovrebbero essere più racconti e sono proprio curiosa di vedere come l’autore si comporterà. Fatemi sapere se avete letto la saga e cosa ne pensate ;) 
A presto!
xoxo
Fonte immagini: Pinterest

domenica 23 gennaio 2022

Recensione: "The Witcher. Il guardiano degli innocenti" di Andrzej Sapkowski

Buongiorno, lettor*!
Oggi vi parlo di “The Witcher. Il guardiano degli innocenti”, di Andrzej Sapkowski, un libro che volevo leggere da un po’ di tempo e che mi ha piacevolmente intrattenuta. Questo è stato uno dei rari casi in cui ho guardato prima la serie tv e poi mi sono approcciata al libro, perché solitamente preferisco fare il contrario. Ad ogni modo, ho molto apprezzato entrambi, la figura di Geralt di Rivia la trovo di grande fascino e non vedo l’ora di leggere i prossimi romanzi su di lui e proseguire con la serie tv. Fatemi sapere se conoscete i romanzi di Sapkowki e quale preferite ;) A presto!

The Witcher. Il guardiano degli innocenti
di Andrzej Sapkowski

Prezzo: 3,99 € (eBook) 14,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 372
Genere: dark fantasy, fantasy
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2019

Geralt è uno 'strigo', un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore...

Il guardiano degli innocenti è l’ultimo libro che ho letto nel 2021, grazie anche alla compagnia della mia fantastica amica di letture Francesca de La biblioteca di Zosma. Era da un po’ di tempo che stazionava in libreria e, finalmente, mi sono decisa a iniziarlo e, che dire? Avrei voluto farlo prima! Il guardiano degli innocenti, come già saprete, è una raccolta di racconti, non un romanzo vero e proprio, con capo e coda, ma una serie di avventure, narrate dal protagonista, che si trova ferito presso il tempio di un’amica sacerdotessa e rievoca alcune delle vicende del suo passato. Allo stesso tempo, però, vediamo svilupparsi questi intermezzi al presente e, dunque le due linee temporali si alternano. Potrebbe creare un po’ di confusione, in un primo momento, ma io confesso di non averne avuta alcuna, anzi, ho trovato più confusionaria la serie tv che il libro. La prima edizione del romanzo uscì nel 1993 in Polonia, qui in Italia arrivò soltanto nel 2010, tradotto direttamente dalla lingua madre così come l’autore ha sempre preteso, senza l’intermediazione di altre lingue, per non perdere particolarità del suo stile. Parlando proprio del suo stile, devo dire che mi ha sorpreso. Mi aspettavo fosse più complesso e articolato, invece l’ho trovato gradevolmente scorrevole e per nulla complicato. Questo ha reso la mia lettura più fluente, sebbene l’abbia anche alternata all’ascolto dell’audiolibro. In generale, tutti i racconti mi sono piaciuti. Un elemento che ho apprezzato molto e che ho notato accomuna gran parte dei racconti di questo primo volume è l’elemento fiabesco. Troviamo infatti personaggi che richiamano quelli di fiabe molto conosciute, tipiche della cultura popolare, ma rivisitati in chiave decisamente più dark. Una Biancaneve costretta a uccidere per non essere uccisa, una Bella Addormentata con sembianze mostruose che uccide chiunque le si avvicini, La Bella e La Bestia in un’inversione di ruoli, con una Bella decisamente più paurosa della Bestia. E poi creature di ogni genere: elfi, troll, jinn, bruxe, kikimore e molti altri che si rifanno al folklore europeo e non solo. Non mancano maghe e stregoni, incantesimi di ogni tipo, tutto a creare un mondo davvero variopinto e interessante.
 L’ambientazione è medievaleggiante, anche se vi è una scarsità di descrizioni sul worldbuilding, su tutto ciò che rappresenta la cornice del libro. Probabilmente perché questo è soltanto il primo della saga e per di più si tratta di racconti, però ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto un contesto più approfondito e presente. Mi auguro di trovarlo nei prossimi volumi. Per quanto riguarda i personaggi, molti sono soltanto di passaggio, qualcuno lo ritroviamo più volte, però nessuno sembra avere abbastanza spessore, non quanto Geralt, ecco. Giusto qualcuno come Yennefer, la regina Calanthe o il menestrello Ranuncolo si distinguono e restano impressi, ma la maggior parte funge più che altro da comparsa, considerando il poco spazio che gli è stato concesso. Il pov è concentrato su Geralt e ne esploriamo le sue vicende, impariamo a conoscerlo, poco a poco, a capire chi è e perché si comporta in un certo modo, sebbene il suo passato resti un mistero. Come è diventato uno Strigo? Chi era la sua famiglia? Perché si ha l’impressione che qualcosa del suo passato lo tormenti? In cosa consiste quel poco di magia che esercita attraverso i Segni? Abbiamo qualche indicazione sommaria, ma non dubito che questo aspetto verrà ripreso più avanti. Ad ogni modo, come vi dicevo nell’introduzione, Geralt di Rivia mi ha davvero affascinata. È un personaggio che definirei grigio, non un buono, sicuramente, ma nemmeno cattivo. È stato addestrato a uccidere i mostri ed è quello che sa fare meglio, è uno dei migliori in questo. Dicono che non abbia sentimenti, ma delle emozioni talvolta le vediamo trapelare. Non si fa scrupoli a uccidere mostri feroci, ma ha delle remore a uccidere quelli che per lui non sono offensivi, questo lo rende un personaggio con una coscienza e non un semplice sterminatore di mostri senz'anima. Ecco perché, alla fine, ci si affeziona anche un po’ a lui. È meticoloso, molto furbo e intelligente, sa quando dar retta alla voce della ragione, sebbene talvolta sia più complicato del previsto.
  Spesso si ritrova vittima di pregiudizi per via del suo aspetto, della sua natura non del tutto umana e questo lo avvicina ancora di più al lettore, che si immedesima nella sua solitudine e nella diversità che sfoggia con placida disinvoltura. La completa focalizzazione su di lui può essere un vantaggio ma anche uno svantaggio; per chi è abituato a fantasy di più ampio respiro, il primo libro dedicato allo Strigo potrebbe risultare noioso. Per me non lo è stato, non l’ho trovato monotematico, mi ha fatta divertire e trascorrere delle ore piacevoli, ma non posso negare che dei difetti siano evidenti. È comunque una saga che ha visto la luce quasi trent’anni fa e, sebbene i suoi anni non pesino così tanto, in alcuni dettagli si fanno sentire. In definitiva, posso dire che il primo volume della saga The Witcher mi ha appassionata a dovere, mi ha talvolta sorpresa, anche incantata, senza ombra di dubbio. Geralt si è rivelato un protagonista interessante e che merita di essere scoperto ancora di più. Spero i prossimi volumi facciano emergere altri lati della sua personalità, ma facciano più luce su quello che è il mondo in cui si muove, approfondendo anche altri personaggi che sicuramente meritano più spazio (non vedo l’ora di leggere di più di Yennefer, per esempio). Un volume introduttivo, antologico, con piacevoli e oscuri richiami alle fiabe e al folklore popolare, non indimenticabile ma nemmeno deludente. Alcuni passaggi sono molto belli e degni di nota, così come la preminenza della tematica sulla diversità, incarnata non solo dal protagonista ma anche da alcuni personaggi da lui incontrati nei suoi viaggi. Il guardiano degli innocenti ha i suoi punti forza, ha anche i suoi difetti, ma uno stile scorrevole, qualche nota ironica a stemperare, di tanto in tanto, i tratti più cupi e una serie di vicende molto coinvolgenti riescono a far guadagnare punti al libro e all’autore e a lasciare con la voglia di proseguire la serie.
A presto!
xoxo

Fonte immagini: Pinterest

sabato 11 gennaio 2020

Recensione Serie TV: "The Witcher" - Stagione 1

Buongiorno, carissimi lettori caffeinomani! ^^
Oggi parliamo di Serie TV, quindi inauguriamo un angolino tutto nuovo per questo blog, dedicato appunto alle serie, ma anche ai film. Per questo primo appuntamento ho pensato di parlarvi della serie TV di cui tutti, ultimamente, parlano - e di cui, anch'io, vi ho già accennato qualcosa su Instagram: The Witcher. La serie mi è piaciuta moltissimo, ma sappiate che il mio è un giudizio da spettatrice completamente ignara dell'intero universo di Sapkowski e del suo Geralt di Rivia.

Serie: The Witcher
Stagione: 1
Episodi: 8
Interpreti principali: Henry Cavill, Anya Chalotra, Freya Allan, Joey Batey
Trasmessa su: Netflix
Disponibile dal: 20 Dicembre 2019

Vi dirò la verità. In un primo momento, di guardare questa serie non avevo nessuna intenzione. Non conoscevo i libri da cui era tratta, né mi interessava (recuperarne otto per me era da pazzi). Del videogioco, poi, ignoravo completamente l'esistenza. Cosa mi ha convinta, allora, direte voi? Beh, mi è bastato guardare il trailer e capire che non si trattava di una serie fatta tanto per, e sembrava avere tanti elementi interessanti, leggendone attentamente la trama. Che poi il ruolo del protagonista fosse stato affidato ad un attore che io amo follemente, come Henry Cavill, era solo un motivo in più per mettere da parte ogni remora e aspettarla con trepidante attesa. E così ho fatto. La serie The Witcher ha esordito su Netflix il 20 Dicembre 2019 e, in pochissimo tempo, è riuscita non solo a superare serie di punta come Stranger Things, ma a conquistare quasi tutti, scettici e non, grazie all'interpretazione egregia di Cavill, ma anche ad una storia affascinante, a combattimenti coordinati perfettamente, ad un tocco magico che un po' mancava nelle serie del momento, ad un'allettante vena romantica. Direi pure che ha fatto ottimamente il suo dovere quel tocco ironico dato, soprattutto, dalla presenza del bardo, compagno di viaggio di Geralt, soprannominato "Ranuncolo", nonché dai suoi motivetti, diventati ormai un tormentone ("Dona un soldo al tuo Witcher..." vi dice qualcosa?). Una prima stagione, di appena otto episodi, che riprende gli avvenimenti inclusi nei primi due libri della serie di Andrzej Sapkowski, entrambi raccolte di racconti, ma che non manca di omaggiare in qualche modo anche il videogioco. La storia ci mostra le vicende, oltre che di Geralt di Rivia, uccisore di mostri, anche della maga Yennefer e della principessa di Cintra Ciri, i cui destini si intrecceranno irrimediabilmente.
Una cosa che purtroppo si riscontra, guardando i primi episodi, è una confusione dal punto di vista della cronologia, che può far spazientire sicuramente, ma posso assicurarvi che arrivati alla fine avrete tutto più chiaro, perché la linea temporale in cui si muovono i protagonisti diventa la stessa. Per chi volesse agevolarsi ancora di più, Netflix ha divulgato la timeline precisa, che chiarisce di molto le idee. Di recente è uscito addirittura un bel grafico - che vi mostro qui accanto - e che vi renderà la visione della serie una vera passeggiata. Fatta questa premessa, veniamo alla storia. Geralt di Rivia è un Witcher che, come vi dicevo sopra, uccide mostri. Lo fa perché è stato addestrato per farlo e ha subito anche delle mutazioni che lo hanno reso più forte e potente di molti altri esseri umani. Si dice che i witcher non abbiano sentimenti, eppure vedremo come, invece, il nostro Geralt non sia del tutto immune a provarli, piuttosto sia capace di controllare benissimo qualunque emozione. Sarà più difficile, però, quando conoscerà Yennefer, una maga bellissima per la quale perderà la testa e che legherà a sé tramite il desiderio di un Djinn (un genio). Yennefer, che in un primo momento conosciamo come una ragazza con delle malformazioni al viso e alla schiena, e ancora quasi del tutto ignara della portata dei suoi poteri, muterà in seguito il suo aspetto, ma dovrà rinunciare per questo alla possibilità di avere mai un bambino. Una scelta, questa, che la turberà non poco e che la porterà a fare di tutto per cambiare la sua condizione.
Una maga molto potente, Yennefer, interpretata molto bene dall'attrice Anya Chalotra, per me volto nuovo, che ha saputo darle il giusto spessore emotivo (in effetti, è stato uno dei personaggi che ho amato di più). Geralt entrerà a far parte della sua vita in un momento in cui credeva di avere tutto sotto controllo, ma capirà che così non è. Mi è piaciuto molto il rapporto che si è creato tra questi due personaggi, entrambi molto forti e orgogliosi, anche se si è sviluppato tutto troppo velocemente per i miei gusti, frutto di un'attrazione dirompente, di quelle che non lascia scampo. Anche il personaggio di Geralt è stato reso benissimo dal suo interprete Henry Cavill, che si è impegnato duramente per entrare nei panni del witcher. Certo, probabilmente, è un filino troppo sexy per questo ruolo, ma se Cavill è riuscito a compensare con la sua bravura direi che non guasta affatto che sia anche bello :P Poi c'è Ciri, interpretata da Freya Allan, anche lei fresco volto, che sembra avere un ruolo fondamentale in tutta la storia, nonché nella vita di Geralt. La sua "bambina sorpresa", ecco cos'è, legata a lui tramite un'antica legge di Cintra. Per gran parte del tempo Geralt preferirà ignorare questa profezia, ma non potrà sfuggire a lungo al suo destino. E così come lui prova ad allontanarsene, Ciri invece lo insegue con tutta se stessa, lei ci crede fermamente e, nonostante i vari ostacoli sul suo cammino, riuscirà, alla fine, a congiungersi a Geralt. Lo spettatore osserva affascinato le vicende di questi tre meravigliosi personaggi, che in questi otto episodi impariamo a conoscere fino ad affezionarci a ognuno di loro.
  Le ambientazioni sono cupe, spettacolari e dark, si ha come l'impressione di essere davvero in un videogioco, a volte. In alcuni momenti, invece, si denota una semplicità scenografica, probabilmente dovuta al basso budget impiegato per questa prima stagione, ma non si può negare che non sia rimasta comunque colpita dal risultato ottenuto. Non mancano scene di violenza (beh, ci sono mostri, che vi aspettavate?), combattimenti incredibili, draghi, elfi, nani, maledizioni e principesse, insomma avventure di ogni tipo, che vi lasceranno a bocca aperta e vi faranno desiderare di più! Otto episodi, a mio parere, sono stati insufficienti per una prima stagione tratta da libri che offrono un immenso materiale (almeno dieci, la prossima volta, please!) però diciamo che in linee generali è tutto curato adeguatamente e questa prima stagione fa la sua bella figura. Sono impaziente di vedere la prossima, che mi auguro sia più completa, più ricca, ancora più entusiasmante, con il Cavill in ottima forma che ho trovato qui, lo stesso simpatico Ranuncolo, l'affascinante Yennefer, la dolce Ciri e tutti gli altri. Se questa serie si possa mettere a confronto con il Trono di Spade non saprei dirlo, anzi penso proprio che siano molto diversi, ma mi auguro per The Witcher lo stesso successo, perché lo merita senz'altro.

Voto: 4,5 tazzine! Una serie strepitosa, da non perdere assolutamente!

A presto!
xoxo


Fonte immagini: Pinterest

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...