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martedì 31 agosto 2021

Review Party: "Spin the Dawn" di Elizabeth Lim

Buongiorno, lettori! ^^
Oggi esce la duologia di Elizabeth Lim “Spin the Dawn” e “Unravel the Dusk” che ho avuto modo di leggere grazie a Silvia di Hook a Book che ha organizzato questo evento. In questa prima giornata troverete su tutti i blog partecipanti la recensione di Spin the Dawn, mentre quella di Unravel the Dusk arriverà il 6 settembre. Ringrazio anche la casa editrice per la copia digitale omaggio, in cambio di un’onesta opinione.

Spin the Dawn
di Elizabeth Lim

Serie: Il sangue delle stelle #1
Prezzo: 9,99 € (eBook) 20,00 € (cop. rigida)
Genere: fantasy, high-fantasy
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 31 agosto 2021

Maia Tamarin lavora come cucitrice nella bottega del padre, un tempo rinomato sarto. Ciò che desidera è diventare la migliore sarta del paese, ma sa che come donna il massimo cui può ambire è un buon matrimonio. Quando un messaggero reale convoca a corte il padre, gravemente malato, Maia finge di essere suo figlio e si reca al Palazzo d'Estate al suo posto. Sa che perderebbe la vita se venisse scoperta, ma correrà il rischio per salvare la famiglia dalla rovina e diventare sarta imperiale. C'è però un problema: Maia è solo una dei dodici che aspirano all'incarico. E nulla avrebbe mai potuto prepararla alla sfida che la attende: cucire tre abiti magici per la promessa sposa dell'imperatore, uno intessuto con la risata del sole, uno ricamato con le lacrime della luna e uno dipinto con il sangue delle stelle. In compagnia di Edan, il misterioso stregone di corte, i cui occhi penetranti sembrano vedere oltre il suo travestimento, Maia intraprenderà un viaggio che la porterà fino agli estremi confini del regno, alla ricerca del sole, della luna e delle stelle. Ma troverà qualcosa che non avrebbe potuto mai immaginare…

<<Per tutta la vita mi era stato ripetuto che non potevo fare certe cose perché ero una ragazza. Ebbene, quella era la mia occasione per scoprirlo. L’unica cosa che potevo fare era coglierla.>>

Spin the Dawn
era uno dei libri che desideravo di più leggere tra le novità di quest’anno. Dopo la delusione de La stirpe della Gru, speravo tanto che almeno questo fantasy dalle caratteristiche orientali potesse essere migliore e conquistarsi un posto nel mio cuore. Ci ho creduto tanto, forse troppo, ecco perché mi sono ritrovata a concludere il libro sentendomi in difficoltà nel dare un voto a ciò che avevo letto. La storia non mi è dispiaciuta, però mi aspettavo qualcosa di diverso. Il romanzo si basa su degli elementi sicuramente originali perché non mi era capitato di leggere altrove di sarti e abiti magici. Questi elementi sono stati l’incentivo che più di ogni altra cosa mi ha spinto a leggere la duologia della Lim. Il romanzo è diviso in tre parti. Nella prima, abbiamo modo di conoscere Maia Tamarin, figlia di un sarto rispettato ma caduto in disgrazia, dopo la morte della moglie. I tre figli maschi partono per la guerra, due non tornano più e uno fa ritorno gravemente ferito. La bottega tira avanti solo grazie al contributo di Maia, che ha imparato a tessere e a dipingere in maniera magistrale e fa degli squisiti lavori sartoriali mentre il padre si crogiola nel suo dolore. Maia sogna di diventare un mastro sarto famoso e di lavorare per l’Imperatore e, un giorno, questa occasione le si palesa davanti. Alla porta di casa sua si presenta un uomo incaricato di invitare il padre o il fratello a palazzo perché è stata indetta una gara per trovare il nuovo sarto imperiale. Ma il fratello non sa tenere un ago in mano e il padre non è in condizioni adeguate per partecipare ad alcuna gara, così Maia decide di vestire i panni di ragazzo, fingendosi il fratello, e di accettare l’invito. Prima di partire, il padre le consegna delle forbici “speciali” che la aiuteranno quando ne avrà bisogno. Nei panni di Keton Tamarin, Maia raggiunge il palazzo e si ritrova a dover mettere alla prova il suo talento insieme a quello dei mastri sarti più famosi di tutta A’landi. A commissionare loro indumenti sarà Lady Sarnai, la principessa promessa sposa all’imperatore Khanujin. È importante che la soddisfino in tutte le sue stravaganti richieste perché il bene dell’impero si regge sul legame tra i due, un legame molto fragile tra due nemici che devono cercare di mettere fine alle divergenze e col loro matrimonio portare la pace. Qualsiasi insoddisfazione potrebbe spingere la capricciosa e ostile Lady Sarnai a non mantenere la parola con l'imperatore.

La prima parte del romanzo, relativa alla gara, è stata quella che ho trovato più interessante e scorrevole, forse proprio per la singolarità dell’argomento trattato. Maia appare come una ragazza decisa, che sa il fatto suo e proprio per questo mi è risultata subito simpatica. Essendo donna le sono state sempre precluse molte cose, ma lei vuole dimostrare di essere capace di fare anche le cose concesse solo agli uomini. Ecco perché si lancia in un’impresa ardua e quasi impossibile, con il rischio che, se la scoprono, la sua vita sarà in pericolo come anche quella del padre e del fratello rimasti a casa. Tutto dipende da lei. Quando si rende conto che le forbici che le ha lasciato il padre, tramandate da una nonna, sono magiche e possono letteralmente compiere miracoli, decide però di non usarle e se la cava soltanto per pura fortuna o, meglio, grazie a Edan. E già qui il suo personaggio ai miei occhi è cambiato, perché mi ha dato l'impressione di esistere solo in funzione di Edan, tutto ciò che riesce a compiere è quasi sempre merito di Edan. Lui è lo stregone di corte, uno stregone molto potente al servizio dell’imperatore. Improvvisamente, sembra provare dell'interesse per lei e i suoi lavori e la aiuterà a tirarsi fuori dai guai o a farsi notare da Lady Sarnai. Il segreto di Maia, però, è sempre più minacciato e tenere nascosta la sua vera identità mentre cerca di cucire meglio degli altri e senza aiuti magici le costerà davvero tanto sforzo.

La seconda parte riguarda il viaggio e si tratta di quello che Maia deve compiere per procurarsi degli oggetti particolari per creare degli abiti impossibili. Lady Sarnai, infatti, tirando in ballo un’antica leggenda, pretende che il sarto imperiale scelto confezioni per lei un abito intessuto con la risata del sole, uno ricamato con le lacrime della luna e uno dipinto con il sangue delle stelle. Anche in questo caso, Maia potrà contare sullo stregone Edan, che la seguirà per assicurarsi che riesca a procurarsi tutto il necessario. Questa parte è veramente lunga e lenta e penso che parecchie cose potessero essere tagliate, perché non sempre mi sono sembrate utili al fine dei protagonisti. Durante questo viaggio succede davvero di tutto, Maia e Edan dovranno affrontare tantissime sfide e pericoli e, nel frattempo, avranno anche modo di conoscersi meglio, avvicinarsi e innamorarsi. La parte romance non mi è dispiaciuta, se devo essere sincera, anche se l’interesse di Edan mi è sembrato un po’ troppo repentino. Quello che mi ha dato più perplessità è stato il modo in cui riescono a recuperare il sorriso del sole, le lacrime della luna e il sangue delle stelle (e a infilare tutto in delle noci). Sono espedienti talmente assurdi e poco credibili, pure per un fantasy, che ho fatto fatica a immaginare questi passaggi nella mia mente. Anche il fatto di "cucire la magia" è veramente fuori di logica, eppure, a modo suo, la Lim ha dato un senso a queste cose impensabili e ci ha costruito sopra due romanzi.

Della terza parte non posso dirvi molto perché c’è il rischio di fare spoiler, ma posso dire che la lettura è tornata ad essere piacevolmente scorrevole e si creano delle situazioni che non vedi l’ora di capire come si risolveranno (ma per capirlo bisognerà leggere il secondo libro). Quello che mi sarebbe piaciuto trovare era una maggiore caratterizzazione della protagonista. Di solito i protagonisti, soprattutto se voci narranti, sono quelli caratterizzati meglio, ma Maia è quasi inconsistente e se mi era piaciuto che volesse farsi valere come donna nell'accaparrarsi un ruolo destinato unicamente agli uomini, non sempre l'ho trovata all'altezza di questo ideale preposto. Di lei scopriamo veramente poco, Maia non si apre al lettore, seguiamo le sue vicissitudini, le sue avventure, ma non si riesce a empatizzare con il suo personaggio che resta solo la sarta che vuol fare il salto di qualità, la ragazza caparbia che vuole vincere a tutti i costi per non patire più la fame. Ma oltre questo cosa c'è? Certo un po' di coraggio le può essere attribuito ma se pensiamo che è Edan quello che la tira sempre fuori dagli impicci e che le suggerisce come fare le cose, questa definizione acquisisce tutto un altro significato. Forse nel finale la vediamo fare un passo verso qualcosa di diverso, fa un voto ad una potente divinità ed è disposta a rischiare la sua vita per salvare quella di chi ama, ma staremo a vedere se nel secondo volume ci sarà un’evoluzione rilevante o meno. Me lo auguro. L’unico personaggio che, probabilmente, si può definire più interessante è Edan. Se in un primo momento resta molto enigmatico e misterioso, pian piano impariamo a conoscerlo meglio, soprattutto durante il viaggio insieme a Maia alla ricerca degli oggetti magici. Ecco, di lui ci vengono rivelati parecchi dettagli intriganti, del suo passato e anche del suo presente, della sua magia, del suo voto, del legame con l’imperatore e molto altro. È un personaggio che si costruisce pezzo per pezzo come un puzzle e alla fine riesci ad avere un quadro completo e a capire meglio la sua personalità e determinati atteggiamenti. Mi è piaciuto anche il modo in cui si è messo a nudo con Maia o il fatto che fosse disposto a tutto per proteggerla e saperla felice, ma ho come l’impressione che abbia già espresso tutto il suo potenziale e che nel secondo volume non sarà altrettanto interessante. Staremo a vedere…

Un’altra cosa che volevo dire su questo romanzo è che viene presentato come retelling di Mulan e Aladdin ma se per Aladdin posso capire che ci siano degli elementi che un po’ lo ricordano, soprattutto nella seconda parte (il jinn e il tappeto volante), per  Mulan i riferimenti mi sono sembrati un po' forzati, non basta che ci sia un’ambientazione orientale e che la protagonista si travesta da uomo per paragonarlo a Mulan, secondo me. E parlando di ambientazione, purtroppo non ne sono rimasta così colpita. Per gran parte del romanzo le vicende sono ambientate a palazzo, l’altra metà la protagonista va alla ricerca di oggetti magici ma del territorio che attraversa vediamo davvero poco perché il suo punto di vista si concentra su altre sciocchezze. Il worldbuilding è veramente mediocre, nemmeno delle divinità citate si riesce a capire qualcosa o della guerra che imperversa. Viene tutto solo accennato e ne viene data una definizione scarsa, giusto per non sembrare cose buttate lì a caso. Ma quattro parole in croce per dare vita a un elemento tanto importante per me non sono sufficienti. Questo aspetto avrei voluto fosse approfondito meglio, Spin the Dawn avrebbe potuto essere davvero una duologia bellissima, oltre che ricca di magia anche se assurda, anche con belle e dettagliate ambientazioni (non avrei creduto di poterlo dire, ma rimpiango il worldbuilding complesso e soporifero de La città di ottone) e personaggi più definiti. Invece, abbiamo una storia che sì, cattura per la sua scorrevolezza ma non come dovrebbe fare un romanzo fantasy che si rispetti, perché mi ha dato più l’impressione di essere una fiaba per ragazzi o un middle-grade, una storia carina ma non indimenticabile

In definitiva, il romanzo mi ha intrattenuta bene, la storia si legge in un soffio e c'è tanta magia, c'è folklore e c'è fiaba, però resta una storia che potrebbero apprezzare maggiormente i lettori giovani, perché per quanto mi riguarda ho letto fantasy migliori. Spin the Dawn non manca di difetti, ma potreste apprezzarlo se amate le storie dai tratti orientali e ricche di magia e avventura, con una buona componente romance. Ero indecisa tra 3,5 e 4 come voto, alla fine darò 4 (sono proprio generosa) perché, sebbene non mi abbia del tutto conquistata, ci sono dei dettagli che ho apprezzato e potrei definire una lettura del genere come un buon guilty pleasure. Alla fine, è vero che ho letto fantasy migliori, ma ne ho letti anche di peggiori e questo si pone esattamente in mezzo. Non è il fantasy della vita ma è una lettura che intriga e scorre bene ;) Fatemi sapere se avete letto questo libro o se lo leggerete, aspetto i vostri commenti ;) Vi ricordo, ancora una volta, che la recensione di Unravel the Dusk sarà disponibile sui blog partecipanti all'evento giorno 6 settembre. 

A presto!
xoxo

Fonte immagini: Pinterest e Google immagini

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