Buon pomeriggio! ^^
Oggi ritorna l'appuntamento con la merenda letteraria dedicata a bambini e ragazzi. La nostra cara Anna ci parla di Biancaneve e Rosarossa, di Emily Winfield Martin, ispirato ad una fiaba classica dei fratelli Grimm e ci fa viaggiare in mezzo alla Natura con due sorelle davvero speciali. Leggete la sua recensione e andate alla scoperta delle Passaporte di questo romanzo. A presto!
Biancaneve e Rosarossa
di Emily Winfield Martin
Prezzo: 17,00 € (cop. rigida)
Pagine: 221
Traduzione: Simona Brogli
Genere: narrativa per bambini
Data di pubblicazione: 30 ottobre 2018
C'erano una volta due sorelle, diverse come il sole e la luna. Biancaneve aveva candidi capelli e un carattere indomito e vivace. Rosarossa, d'indole più pacata, aveva il viso incorniciato da fili di seta nera. Un tempo vivevano in una grande casa, con uno stuolo di servitori e stupendi giardini. Un tempo avevano due genitori che le amavano sopra ogni cosa. Finché il padre scomparve e furono costrette a trasferirsi in una casetta nei boschi. Dapprima timorose di addentrarsi nella foresta che ha inghiottito il loro padre, Biancaneve e Rosarossa saranno vinte infine dalla curiosità e stringeranno amicizia con Ivo, un ragazzino che coltiva funghi sottoterra, e con un orso ferito. Ma la foresta nasconde anche lupi, banditi e la Minaccia dei Boschi, le creature che si dice portino via le persone. Che celi anche la chiave per ritrovare l'amato padre? Una rivisitazione illustrata di una delle fiabe meno note dei fratelli Grimm.
Sono molte le antiche favole della tradizione che in pochi conoscono, oscurate dalla fama delle note fiabe diventate celebri in tutto il mondo anche grazie alla Disney. Tra queste merita un posto d'onore senza dubbio “Rosabianca e Rosarossa” dei Fratelli Grimm. Una favola che ha come protagoniste due sorelline che somigliano alle rose bianche e rosse dei rosai del loro giardino e che vivono con la mamma in una casetta in mezzo al bosco, povere ma felici. Il romanzo di cui vi parlo oggi Biancaneve e Rosarossa di Emily Winfield Martin è una incantevole rivisitazione della favola originale, splendidamente illustrata dall’autrice stessa. Biancaneve è la più piccola, candida di carnagione, capelli chiarissimi come le piume di un cigno e gli occhi del colore del cielo invernale, coraggiosa, impulsiva e avventurosa, dal carattere trasparente, perfetta in mezzo alle rose bianche del rosaio, il Giardino di Ghiaccio. Rosarossa è la più grande, dai capelli sottili e lucenti come fili di seta nera, guance accese come petali rossi, la voce sottile e delicata, dolce, tranquilla e riservata, dal carattere enigmatico e impenetrabile, perfetta in mezzo alle rose rosse del rosaio, il Giardino di Fiamma. Vivono con la mamma, il gatto Earl Grey e una gallina in una piccola casetta nel bosco fatta di legno e pietra, isolata nella fitta vegetazione, da cui si snoda un sentiero che si addentra nelle profondità della foresta. Hanno dovuto abbandonare la grande casa di famiglia, gli agi e la servitù a causa della perdita improvvisa del padre, scomparso nella boscaglia. La vita nel bosco è umile e semplice. Ciò che manca alle sorelline non è la ricchezza, ma il padre di cui nessuno sa più nulla, forse rapito dai banditi, forse ucciso da una enorme belva selvatica, scomparso nel mistero del bosco, forse inghiottito da un oscuro incantesimo conosciuto come la Minaccia dei Boschi…
È estate, il sole filtra tra i rami illuminando gli alberi, il paesaggio e la natura sono incantevoli ma la nostalgia attanaglia il cuore di Biancaneve che trascorre le sue giornate osservando da lontano la loro vecchia dimora. Rosarossa decide così di aiutare la sorellina minore ad ambientarsi nella nuova vita ed esplorare i meravigliosi dintorni ricchi di dolci pendii, verdi prati, cespugli in fiore, ruscelli cristallini. Gli alberi del bosco sono creature antiche e vive , non si palesano alle bambine ma le osservano sempre in silenzio, consapevoli della profezia che lega il loro destino a quello della salvezza della foresta e le guidano, proteggono e difendono, silenziosi protettori nell’oscurità e nel pericolo.
“Gli alberi le accompagnarono, facendole addentrare nei boschi…I rami ondeggianti le attiravano come braccia…nella foresta vivono cose antiche come il mondo…ci sono spiriti all’interno degli alberi…loro vedono tutto quello che succede”.
La curiosità spinge le bambine per i sentieri e le avventure non tardano ad arrivare, ne segue una storia ricca di magia, meraviglia e avventura...”Biancaneve e Rosarossa non sapevano di vivere in una fiaba… la gente non lo sa mai”. La fuga dai lupi e dai banditi, la scoperta di una casa segreta sotterranea, l’incontro con Ivo, un ragazzino che vive nascosto sottoterra con la famiglia per sfuggire alla Minaccia dei Boschi, una maleficio che fa scomparire le persone, un ragazzino gentile e solitario di cui diventano subito grandi amiche. Girovagando per il bosco le sorelline si imbattono anche in una casupola nascosta alla vista dal groviglio della vegetazione, si tratta di una casetta piccola e stretta dai muri alti alti ricoperti di scaffali… una biblioteca.
Una biblioteca in mezzo alla foresta? Bislacca trovata…
La bibliotecaria è una anziana signora con una gamba di legno e una crocchia arruffata che invita Biancaneve e Rosarossa a prendere dagli infiniti ripiani ciò di cui hanno bisogno; la biblioteca non offre libri ma piccoli oggetti e ogni oggetto è una storia che accade a chi lo prenderà in prestito. Trascorrono i mesi e in una ventosa mattinata d’autunno le ragazzine si imbattono nel Piccolo Uomo, un nano, uno gnomo, un folletto che sta per essere catturato dagli artigli di un merlo gigantesco. Biancaneve e Rosarossa riescono a salvarlo ma il Piccolo Uomo, cattivo, deforme e misterioso, si dimostra subito maleducato, irriconoscente e terribilmente odioso. Lo incontreranno diverse altre volte e sempre le bambine gli salveranno la vita mentre qualche enorme belva tenterà di ucciderlo. Belve feroci e grandi oltre misura… che siano loro il famigerato Maleficio della Foresta? Le responsabili della scomparsa del padre e del loro nuovo amico Ivo, sparito sul sentiero di casa e di molti altri bambini e abitanti della valle? Le risposte a questi dubbi iniziano a manifestarsi quando un gigantesco orso dagli occhi scuri e gentili attira l’attenzione di Biancaneve e Rosarossa con dei bramiti pieni di disperazione. È ferito e intrappolato. Senza esitazione le bambine riescono a liberarlo aprendo il blocco della tagliola con la piccola chiave presa in prestito dalla biblioteca delle storie. È dunque vero? Gli oggetti della biblioteca fanno davvero realizzare le storie a cui appartengono? È possibile che un oggetto ritrovato possa portare in qualche modo a rivivere la sua storia? Quando il padre è scomparso nei boschi aveva con sé un coltello, una coperta e un orologio… forse se quegli oggetti fossero da qualche parte nella foresta o nella biblioteca si potrebbe sperare di ritrovarlo!
Una fredda notte d'inverno, durante una bufera di neve e vento, colpi violenti alla porta della casetta svegliano di soprassalto le sorelle e la madre; si tratta dell’enorme orso che sconvolto per il freddo, la fame e la stanchezza si accascia a terra. La madre ne è terrorizzata, ma Biancaneve e Rosarossa e insieme a loro i gatti di casa, che sanno per istinto di chi potersi fidare, accolgono l’orso permettendogli di trascorrere in casa, tra coccole e giochi, il lungo e gelido inverno, nascosto e al sicuro da chi nei dintorni sostiene essere proprio lui il responsabile delle sparizioni.
“Ma a volte le cose non sono come sembrano…”
Biancaneve e Rosarossa è una bellissima storia di vera sorellanza, di sincera unione e amicizia e di comunione con la Natura tanto selvaggia quanto materna. Gli alberi per esempio sono sempre presenti e pronti a nascondere le bambine al nemico, aprire varchi per farle fuggire, creare tranelli per i nemici, accompagnarle lungo il cammino.
Il saldo elemento di unione delle ragazzine è la madre che, nonostante le difficoltà, resta per loro un punto di riferimento positivo grazie alla sua forza nell’affrontare la solitudine, il suo tenace spirito di sopravvivenza nei boschi e nella improvvisa povertà, l'infinita dolcezza e la protezione nei confronti delle figlie e insieme la totale fiducia nei loro confronti, sia quando le osserva allontanarsi da casa senza dare spiegazioni, sia quando scopre le loro bugie, sia quando decide di credere nella loro convinzione che l’orso gigantesco non sia affatto il nemico. La madre è il simbolo dell'accoglienza del diverso, dello sconosciuto, un valore universale di accettazione e altruismo incondizionato; rappresenta la Madre Terra, la natura accogliente e amorevole che veglia sulle sue creature.
Le vicissitudini delle sorelline simboleggiano le difficoltà del percorso di crescita, dalla calma sicurezza e innocenza dell’infanzia nella ricca casa, circondate da servitù e ricchezze, alla vivacità e irruenza della preadolescenza povera e piena di incognite, in cui Biancaneve e Rosarossa devono affrontare con le proprie uniche forze le sfide della vita nel bosco e i suoi pericoli.
L’incontro con la figura dell’orso è determinante nell’evoluzione della storia: il presunto colpevole della maledizione e dei rapimenti, nonostante il suo essere selvaggio e animalesco, dimostra con i suoi modi gentili, il suo sguardo dolce e il suo miracoloso intervento salvifico contro il nano di essere meritevole della fiducia della famiglia, di poter essere per loro una figura importante e insostituibile, quasi paterna. Grazie al suo incondizionato affetto le ragazzine iniziano a comprendere da sole la differenza tra il Bene e il Male, tra giustizia e ingiustizia e a capire che non sempre la verità è quella in cui tutti credono…
Questo romanzo è stato una bella sorpresa. In alcuni passaggi la storia presenta dei punti irrisolti, ci sono dettagli tra l’altro di grande originalità e interesse che avrebbero sicuramente meritato un approfondimento narrativo, e i personaggi completamente nuovi rispetto alla favola originale dei Fratelli Grimm, con una maggiore caratterizzazione, avrebbero potuto diventare unici e indimenticabili.
È davvero un peccato non conoscere la storia e l’identità della bibliotecaria o scoprire qualcosa di Ivo, un ragazzino che vive al buio sottoterra collezionando mille mila specie di funghi e dormendo in una nicchia scavata nella roccia.
La trama è molto ricca e interessante nella sua reinterpretazione dell’originale. Alcuni preziosi cammei inseriti in modo davvero originale nel romanzo mi lasciano diverse curiosità. Per esempio come nasce la Biblioteca delle Storie in cui non si prendono in prestito libri ma oggetti nel bel mezzo della foresta? Cosa nasconde la magia grazie alla quale sono gli oggetti stessi che scelgono da chi andare? Come accade che essi decidono di rivelare la propria storia regalando una nuova versione della realtà a cui si riferiscono allo scopo di aiutare le persone a capire i momenti irrisolti della propria vita? E quale è la simbologia degli oggetti presi in prestito e di quelli persi dal padre? Nella narrazione si parla di un paio di piccole forbici, di una bussola, una piccola chiave, un’orologio, una coperta e un coltello come se questi oggetti fossero dei simboli o degli elementi di svolta nella vicenda, mentre solo alcuni di essi ricompaiono rimanendo sullo sfondo, senza rivelare nessun segreto. Infine le pagine a sfondo scuro che interrompono la trama e che indicano un punto di vista narrativo misterioso e nascosto tra il folto della foresta lo trovo un interessante espediente narrativo ma sarebbe stato splendido scoprire qualcosa di più a riguardo, dato che è un elemento della trama che suggerisce la presenza di segreti e magie.
I dubbi sulla trama vengono comunque completamente spazzati via dalla meraviglia delle illustrazioni opera della stessa autrice, nota scrittrice americana di libri per l’infanzia e pittrice, che lasciano veramente incantati. I disegni sono meravigliosi e suggestivi, la delicatezza dei colori del bosco si armonizza dolcemente con gli opposti colori che contraddistinguono l’aspetto delle sorelle e con le deliziose texture nordiche dei loro abiti e degli arredi della casetta. E sparse tra le pagine greche di stralci verdi, pigne, bacche, funghi e i ritratti meravigliosi degli animali selvatici nel loro habitat naturale che richiamano le atmosfere magiche scandinave.
Prendendo in prestito il nome degli oggetti che nella saga di Harry Potter hanno il potere magico di trasportare le persone da un luogo all’altro semplicemente afferrandoli, io chiamo “Passaporte” quei particolari, dettagli o episodi dei libri che leggo che rimandano ad altri romanzi per somiglianza o rievocazione, unendoli come se si creassero tra loro dei passaggi magici.
La prima “passaporta” è con la mia saga del cuore, FAIRY OAK di Elisabetta Gnone, in cui le protagoniste sono due gemelline della stessa età di Biancaneve e Rosarossa, anche loro profondamente diverse sia nel carattere sia nell'aspetto. Pervinca ha i capelli color cannella e la pelle dorata come il miele, uno sguardo fiero e indagatore, un carattere forte e determinato, è coraggiosa e impulsiva, non ha paura di nulla e si caccia spesso nei guai. Vaniglia ha i capelli colore del pane e la pelle chiara e vellutata come il latte, uno sguardo luminoso, sincero e aperto sul mondo, un carattere gentile, non manca di coraggio ma lo fa precedere dalla riflessione e farebbe di tutto per amore di sua sorella. Entrambe le coppie di gemelline vivono le loro avventure immerse in una Natura che è insieme scenario e protagonista ed entrambe sono alla ricerca della verità sull’identità di un grande Nemico che minaccia il loro mondo profeticamente destinate ad esserne la forza salvifica.
Una porta nascosta nel tronco di un albero che accoglie Biancaneve e Rosarossa all’interno della tana del nano è un elemento che richiama ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di L. Carroll in cui Alice entra nella tana del coniglio proprio da un passaggio in un tronco e richiama anche HARRY POTTER E IL PRIGIONIERO DI AZKABAN di J.K.Rowling in cui i protagonisti cadono all’interno del Platano Picchiatore finendo nel rifugio segreto in cui Sirius Black e Remus Lupin sveleranno l’identità del traditore Peter Minus.
Non solo! La tana del malefico nano somiglia tantissimo alla camera blindata della famiglia Lestrange nella Banca dei maghi Gringott che J.K.Rowling ci descrive in HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE e molto simile è la distruzione di entrambe le ricche segrete.
La caverna del nano “brillava di tesori, montagne di anelli, corone, coppe e monete… il terreno tremo’ e le pareti della caverna iniziarono a sussultare… le montagne d’oro ammassate alle loro spalle cominciarono a franare, trascinando a terra tutti i tesori fino al crollo definitivo della grotta”.
La camera blindata alla Gringott “era una grotta affollata dal pavimento al soffitto da monete d’oro e calici… cumuli di gioielli scintillanti… erano sepolti nel tesoro che stava crollando in una marea montante che cadeva a pioggia… il tunnel esplose, soffitto e pavimento si sbriciolarono”.
E infine l’ultima “passaporta”: non trovate anche voi che queste due caverne-camere dei tesori portino direttamente e magicamente a collegarsi con la magnificente, ricchissima e scintillante grotta di Aladino nella favola ALADINO E LA LAMPADA MERAVIGLIOSA, uno dei più celebri racconti di LE MILLE E UNA NOTTE che compare la prima volta nell’edizione in francese di A. Galland alla fine del 1600.
Bene, per questa settimana è tutto!
A presto con un nuovo appuntamento della rubrica dedicata ai libri per bambini e ragazzi MILK, COOKIES AND BOOKS.
Anna
Photo credit: @anna_bookfantasy
Una trama molto intricata che suscita molta curiosità, peccato che tu dici che non ha approfondito tutto...
RispondiEliminaSì è un peccato perché le idee sono davvero originali! Ma va benissimo anche così! Lascia spazio all'immaginazione 😝👍🏻 grazie del commento!
RispondiElimina@anna_bookfantasy