Buongiorno, lettor*!
Oggi si torna a parlare della serie horror/paranormale per ragazzi di Victoria Schwab. Elena ha letto anche il secondo volume, Tunnel di Ossa, in occasione del Review Party organizzato con ParanormalBooksLover e Oscar Mondadori, e ci porta come sempre a vivere il romanzo come una sorta di viaggio. Godetevi la sua recensione e i suoi splendidi scatti e non dimenticate di passare anche dalle altre blogger che partecipano all'evento (calendario in fondo al post).
Se volete recuperare la recensione del primo volume, Città di Spettri, la trovate QUI.
Tunnel di Ossa
di Victoria Schwab
Prezzo: 8,99 € (eBook) 15,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 352
Genere: dark fantasy, fantasy, horror, middlegrade
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica Blink)
Data di pubblicazione: 28 settembre 2021
Cass è nei guai. Ancora più del solito. Insieme a Jacob, il suo migliore amico fantasma, Cass si trova a Parigi, dove i suoi genitori stanno girando il loro programma televisivo sulle città più infestate del mondo. Certo, mangiare croissant e visitare la Tour Eiffel è un vero spasso, ma sotto Parigi, nelle raccapriccianti Catacombe, c'è in agguato un pericolo spettrale. Quando Cass risveglia un poltergeist terribilmente potente, deve affidarsi alle sue abilità di cacciatrice di spettri, ancora tutte da dimostrare, e chiedere l'aiuto di amici vecchi e nuovi per svelare un mistero. Se fallirà, le forze che ha ridestato potrebbero rimanere a infestare la città per sempre. L'autrice Victoria Schwab torna al mondo di "Città di spettri", regalandoci nuove avventure e una lezione sull'amicizia (perché, a volte, anche i migliori amici fantasma hanno segreti...).
Da poco abbiamo salutato l’estate, la stagione con i suoi caldi raggi riscaldanti e tipicamente del riposo, per abbracciare la stagione aranciata delle zucche e delle storie dell’orrore. In questo periodo di transito tornano le avventure vacanziere di Cassidy, con Tunnel di ossa, secondo volume della trilogia paranormal urban fantasy middle grade di Victoria Schwab, Cassidy Blake, composta da Città di spettri, Tunnel di ossa (recente pubblicazione italiana, uscita il 28 settembre, edito da Mondadori per Oscar Mondadori nella collana Oscar Fantastica Blink, tradotto da Marina Calvaresi) e Ponte di anime (indicativamente previsto per fine ottobre, giusto in tempo per Halloween!).
All’inizio del romanzo ritroviamo la protagonista che scorge ed ammira lo scorrere dei paesaggi da un treno sferragliante per una nuova meta, mentre racconta le avventure precedenti accadutele ad Edimburgo nel primo volume Città di Spettri, in una sorta di riassunto, utile soprattutto a coloro che si ritrovano a leggere delle peripezie di Cassidy dopo un po' di tempo ed anche per ri-familiarizzare (ma soprattutto riabbracciarsi!) con le e i personaggi. Quindi facciamo un piccolo ripassino anche noi, prima di addentrarci nel tunnel d’inchiostro e spettrale che ci ha costruito questa volta la penna della scrittrice Victoria Schwab.
! Attenzione: possibili spoiler per coloro che non hanno letto il primo volume della trilogia, Città di spettri !
“I miei genitori non vanno a caccia di favole. Vanno a caccia di storie di fantasmi.”
Nella prima parte del romanzo troviamo il quadretto di una famiglia idilliaca in viaggio tra treni e fiere itineranti: i genitori di Cassidy, famosi autori della serie libresca “Fantadetective”, continuano a registrare le puntate per realizzare una trasmissione televisiva sulle città più infestate del mondo. In questa seconda impresa sono diretti a Parigi e chiedono a Cassidy un maggiore coinvolgimento, affidandole il compito di creare materiale fotografico “dietro le quinte”, scattare foto naturali e spontanee, imprimendo ricordi e sfaccettature nascoste della capitale francese in giro per le vie e i monumenti della città. Mentre i genitori investigano sui fantasmi tramite parole, inchiostro e voci dal passato, con storie, leggende ed aneddoti, Cassidy vive le storie in prima persona, incontra i fantasmi, custodendo il segreto con i genitori, che sono all’oscuro delle capacità della figlia di interagire proprio con le entità di cui scrivono, parlano e registrano. Cassidy, infatti, li vede, li sente, li combatte… o li salva?
“Mi chiamo Cassidy Blake e un anno fa sono quasi annegata. Jacob mi ha salvato la vita e da allora sono capace di attraversare il Velo, un luogo abitato dagli spiriti dei morti irrequieti. Il mio compito è spedirli al loro posto.”
Ma chi è Cassidy? Cassidy Blake è una ragazzina “para-normale”, una calamita per spettri e fantasmi, qualcuno che ha oltrepassato il confine tra i vivi e i morti ed è riuscita a tornare indietro, grazie all’aiuto di un fantasma, Jacob, con cui creerà un profondo legame di amicizia ed empatia, ma anche un’intesa psichica e mentale. I due, infatti, ormai divenuti migliori amici inseparabili, sono una squadra, un duo che si completa nelle diversità: lei corporea ed avventata, lui fumoso e coerente, ma insieme, con i loro “fantacinque”, potranno affrontare qualunque minaccia e risolvere piccoli e grandi misteri. Nel Velo si scambiano: lui diventerà corporeo e nitido, lei evanescente se non per la scintilla luminosa blu e bianca tra le sue costole, il filo della sua vita, che dovrà imparare a proteggere. La domanda “chi è?”, o meglio “chi sono?”, è il perno su cui ruota tutta la storia delle e dei personaggi, primari e secondari, buoni e cattivi, preadolescenti e adolescenti alla ricerca della propria identità, del posto e dello scopo nel mondo, in cammino nel loro percorso evolutivo.
“Se la faccenda del migliore – amico – defunto ti sembra strana, bè, lo è, e non è nemmeno la nota più strampalata della mia vita.”
La prima persona che rivela a Cassidy come utilizzare i propri poteri è Lara Chowdhury, nipote della proprietaria della casa in affitto conosciuta durante il precedente viaggio ad Edimburgo. Stessa età, stessi poteri, ma più esperta nella caccia ai fantasmi grazie ai bighellonamenti con lo spirito dello zio, il quale pare conosca, o meglio conosceva, molto bene il mondo sovrannaturale con i suoi libri e diari d’epoca. Lara è la prima persona che le ha spiegato il motivo del suo dono e quale sia la sua missione, debito, responsabilità: rimandare “al proprio posto” i fantasmi erranti, perché più i fantasmi resteranno nel mondo o nel Velo, più diventeranno potenti e pericolosi, come può riscontrare nelle nuove preoccupanti capacità di Jacob. Ma sarà davvero questo il suo compito? Lara illumina Cassidy non solo sui poteri che entrambe possiedono ma anche sul senso del dono, di andare oltre ai motivi che hanno causato la loro “rinascita paranormale”, perché il dono richiede e rivendica un uso consapevole.
“Guarda e ascolta. Osserva e comprendi. Questo è ciò che sei.”
Cassidy, così, diventa una cacciatrice di fantasmi, non armata come gli acchiappafantasmi dei famosi film “Ghostbusters”, ma usa un rituale formato da oggetti e parole. Una superficie riflettente, come il prezioso ciondolo specchiato regalatole da Lara, perché gli specchi hanno un effetto immobilizzante e risucchiante sui fantasmi. La superficie riflettente, seppur piccola, mostra la verità, mostra ciò che sono e sono diventati gli spiriti. Ma non basta. Al riflesso, alla verità, si aggiunge una formula, parole potenti che rimettono al proprio posto la realtà. Ritorna il tema dell’identità: la formula pronunciata non è solo un ordine per i fantasmi ma anche un ammonimento per Cassidy, per non dimenticare chi è, il rischio che si corre perdendo la propria storia e identità.
Il suo compito lo svolgerà con la sua fidata macchina fotografica, che ha vissuto anche essa le avventure e ha subito una nuova ferita, un’ammaccatura: al centro della nuova lente ora c’è “un baffo simile all’impronta di un pollice”. Una ferita che l’ha fortificata e che non abbandonerà mai Cassidy tra l’oscurità e le nebbie dell’incertezza e delle tombe.
“Che ci facciamo qui? Questa città non sembra poi così infestata”
Un’altra protagonista della storia è la città di Parigi con le sue piazze immense, rotonde, precise; con i suoi edifici in pietra chiara che riflettono l’ultima luce del pomeriggio. Dovunque si possono ammirare i giochi di luce: sberluccicano finiture dorate, sulle ringhiere, i marciapiedi e i lampioni, sulle fontane e sui balconi. In lontananza svetta il simbolo della città, la Tour Eiffel come una lancia d’acciaio, che nasconde e protegge storie d’amore e dell’orrore. “Parigi è tentacolare, elegante, luminosa” ma la ricerca di storie ed aneddoti sui fantasmi si scontra con lo scetticismo delle cittadine e dei cittadini, perché Parigi è una città d’arte, di cultura, di storia, di moda con l’eleganza dei suoi abiti e di buon cibo con i profumi dei suoi dolci, crepes, brioches e macaron. Parigi si rivela essere diversa dalla prima meta: la città di Edimburgo, infatti, era infestata in ogni angolo, dal Castello ai sotterranei, dove le persone, di qualunque età, ritenevano gli aneddoti e le storie sui fantasmi parte integrante della bellezza della stessa città, qualcosa di strano ma indubbio. Parigi, invece, nasconde dietro alle apparenze, all’eleganza e agli scintillii, nei sotterranei e nei cimiteri, nei segreti di famiglia, leggende e storie di fantasmi. Interessante sarà l’incontro e scontro generazionale tra un’adolescente e un’adulta, come anche tra “credenti” e scettiche e scettici: così la narrazione viene superata dall’esperienza vissuta, così il confronto e il racconto di ciò che si è visto diventa realtà e non più folklore. I fantasmi non saranno più solo dominio delle storie dell’infanzia ma avventure vere con annessi pericoli mortali. Parigi è pura magia con un pizzico di oscurità paranormale.
< Lara: “Ti sei già cacciata nei guai?”
Io: “Definisci guai.”
Lara: “Cassidy Blake” >
La trama del secondo volume ricalca la tipologia avventurosa del primo, caratterizzata da una scrittura godibile e scorrevole, dal ritmo serrato e coinvolgente, che non annoia mai: colpi di scena, un caso da risolvere, vecchie amicizie, nuove e nuovi personaggi come aiutanti e più di un mistero da svelare. Le avventure iniziano con delle scale a chiocciola, che finiscono a strapiombo nell’oscurità, una discesa a spirale nella nebbia intrecciata a lampi di luce cremisi: le catacombe della città, definite il “Regno della Morte”, formate da lunghe e tortuose gallerie, paiono emettere un sospiro, spifferi di aria fredda e stantia, misti ad ondate di collera, terrore, lutto e tormento. Non è una questione di vista, non spaventa il luogo dove si trovano, ma è una questione di percezione, sensazione. Cassidy impaurita da ciò che prova e sente, intraprende intrepida la discesa per la sua doppia missione: aiutare i genitori e scoprire cosa combinano i fantasmi. Dopodiché iniziano dei piccoli incidenti, che le lasciano una sensazione ancora più strana, straniante, lo stomaco sottosopra, il battito del cuore inceppato e un prurito strisciante che l’ammonisce che qualcosa non quadra. Così inizia l’indagine alla ricerca di persone, documenti e vecchie foto color seppia.
“è tipo un videogame […] ad ogni livello il mostro diventa più difficile da sconfiggere.”
Mentre leggiamo viviamo l’inquietudine, l’ansia e l’atmosfera horror, che erano presenti anche nel primo volume ma mediati e stemperati dagli scambi di battute, dall’ironia comica e concreta soprattutto di Jacob, che qui invece è più misterioso ed ambiguo, più coinvolto sia per quanto riguarda il mistero dei suoi poteri sia per il suo passato. Inoltre in questo secondo volume, il nemico da sconfiggere è più “halloweeniano”, cupo, inquietante. Un “cattivo” che va oltre alla malvagità, incentrato sul significato di potere e memoria.
< “Il motto di Spiderman.”
“Cioè?”
“Sai cosa intendo. Da un grande potere… […] derivano grandi responsabilità.” >
Nel piccolo di questa avventura, che dura una manciata di giorni, mi ha ricordato che la memoria, che sia personale o collettiva, fatta di piccoli ricordi o di grandi eventi, è qualcosa di fragile, prezioso, che va preservato o salvaguardato, con il rischio che diventi qualcosa di nocivo e pericoloso, cinico e malvagio. Un intreccio di passato, studiato, capito e ricordato, per comprendere il presente e scoprire il futuro, per andare avanti ma senza mai dimenticare. E grazie a questo intreccio Cassidy e Jacob cresceranno e matureranno. Un filo rosso che lega la memoria, il riflesso, il ricordo e la propria storia: come la perdita di sé, dei ricordi e delle persone care, porti al deteriorarsi del filo e il non potersi più specchiare né riconoscersi, ricordarsi chi si è. Non sono temi trattati in modo approfondito ma superficialmente, non nel senso semplicistico né negativo, ma che restano alla superficie, accennati, che turbano e turbinano nella mente delle protagoniste e dei protagonisti, che riflettono e fanno riflettere sulle proprie azioni e idee che le guidano. La ricerca di sé è un percorso spesso pericoloso e, se non si sta attenti, si rischia di cadere in un vortice di buio. Un luogo dove non si riesce più a distinguere le proprie mani ma soprattutto dove non ci si riconosce più, dove i raggi del sole non rischiarano e non donano speranza. Un buio tossico, nocivo, non quello che dona riposo e pace per poi risvegliarsi circondati da amiche ed amici.
Ed eccoci giunti alla fine di questa nuova esplorazione cittadina ed interiore, pronte e pronti a prendere un nuovo volo per la prossima meta oltreoceano, per le prossime avventure, indagini e misteri, sempre tra amiche, amici e scatti fotografici in bianco e nero.
In attesa del terzo e conclusivo volume della trilogia, ringrazio Oscar Mondadori per la copia digitale e per la lettura in anteprima di Tunnel di ossa e ringrazio Ambra di ParanormalBooksLover per aver organizzato il Review Party.
Non mi resta che augurarvi buon inizio di letture halloweniane.
Elena
Photo credit: @tsundoku_bookstyle
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