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lunedì 27 giugno 2022

Recensione: "La promessa di Jerome Faure" di Abel Montero

Buongiorno, lettor*!
Oggi vi parlo di un romanzo nuovissimo, uscito giusto qualche giorno fa in self su Amazon. Si tratta di “La promessa di Jerome Faure”, di Abel Montero, di cui ho avuto la possibilità di leggere la copia arc in anteprima. Non avevo ancora mai letto nulla dell’autore e devo dire che, avendomi sorpresa abbastanza, gli darò sicuramente qualche altra occasione. Ma parliamo oggi del suo ultimo romanzo, che ci porta alla fine dell’Ottocento, nella suggestiva Parigi, alla scoperta di un mistero che ruota intorno al protagonista. Buona lettura! ^^

La promessa di Jerome Faure
di Abel Montero

Prezzo: 2,69 € (eBook) 19,76 € (cop. rigida) 13,99 € (cop. flessibile)
Pagine: 380
Genere: fantasy storico, mystery
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 24 giugno 2022

Chi è Jerome Faure? Cosa si cela dietro le sue feste, la sua ricchezza oscena, i suoi sorrisi ammalianti? E perché sembra che tutto quello che lo circonda finisca in rovina? Dalla Londra vittoriana alla Parigi di Gauguin, tra balli in maschera e delitti misteriosi, ecco il romanzo che racconta la vita, le promesse e l'oscurità di Jerome Faure.

<<Danzo con il terrore. La pace della morte è il mio dono>>.

Le premesse di questo romanzo hanno catturato da subito la mia attenzione: Parigi, Londra, epoca vittoriana, misteri. Ogni dettaglio che l’autore rivelava in anteprima mi suggeriva che era un libro da non lasciarsi scappare. Il primo impatto è stato davvero sorprendente. Un incipit molto intrigante che introduce il lettore a una storia che ha molto da dire, partendo da un mostro. Chi sia il mostro ancora non lo sappiamo, ma piano piano lo scopriremo. Clement Turner abbandona la sua adorata Londra per accompagnare la madre malata a Parigi, perché possa trovare giovamento dal ritorno nelle sue terre natie. È anche l’occasione per Clem per ricominciare, un nuovo inizio è ciò di cui ha bisogno anche lui, lontano dalla sua vecchia e triste vita. Parigi si dimostra da subito una buona alleata e sebbene lui, giovane artista in cerca di fortuna, stia ancora tentando di trovare la propria strada, sente che la città potrà offrirgli ciò di cui ha più bisogno. L’amico di famiglia Gustave è disposto a dargli una mano e sarà anche grazie a lui che conoscerà la donna che gli cambierà letteralmente l’esistenza, Irmine Moreau. Per Clem è un vero e proprio colpo di fulmine e, nonostante le raccomandazioni di Gustave di stare alla larga dalla donna, lui non riesce proprio a farlo, ne è come stregato. Una sera, dopo un brutto litigio con la madre e uno dei soliti incubi che lo tormentano da anni, si ritrova a vagare per Parigi fino ad arrivare alla porta 51 di Rue de Montmorency, esattamente il luogo in cui abita Irmine. Sconvolto dall’esperienza appena vissuta e scosso dai tremori della febbre, Clem viene soccorso da Irmine e da suo fratello, Jerome. Al suo risveglio riconosce di essere alla casa di appuntamenti di Irmine, luogo dal quale avrebbe dovuto tenersi lontano, e di non essersi ancora ristabilito del tutto. Il periodo di convalescenza sarà l’occasione per stringere amicizia con Jerome, l’angelo biondo che lavora in quella stessa casa e che si dimostrerà per lui la migliore delle medicine. Ma i continui incubi di Jerome e una serie di strani accadimenti lo porteranno a sospettare di tutto ciò che lo circonda, persino di Jerome, l’unica persona che si sia dimostrata sempre buona con lui. Cosa si nasconde dietro la facciata? Qual è il vero segreto di Jerome e cosa significano tutti quei sogni strani che Clem continua a fare?

Questo romanzo è stato per me un autentico mistero, dall’inizio alla fine. Potrei dire che sia una cosa positiva ma non lo è del tutto, nel senso che, una volta conclusa la storia, ho ancora troppe domande che mi tormentano. La cosa che ho apprezzato maggiormente è stata di sicuro l’atmosfera nella quale è immerso per intero il romanzo, un’atmosfera cupa e decadente, che mi ha fatto pensare più di una volta a Il ritratto di Dorian Gray, anche per via delle esperienze che vive Clem, dello stile di vita che conduce. La parte fantasy è, ahimè, rilegata solo alla fine del libro e questa è forse la nota più dolente di tutte. Fosse stata distribuita meglio avrebbe avuto un effetto diverso, un migliore equilibrio, ma per circa l’80% leggiamo un romanzo storico in tutto e per tutto, senza alcuna nota fantasy; solo alla fine viene data una spiegazione ai sogni di Clem e a ciò che gli succede, costringendo il lettore ad assimilare una serie di rapide spiegazioni che, a mio parere, avevano bisogno di più spazio per essere sviluppate e comprese meglio. Il romanzo non mi è dispiaciuto affatto, anzi ho apprezzato i risvolti dark e i colpi di scena finali, ma è stata un’agonia dover attendere tanto per arrivare al vero succo della storia. Un’altra piccola nota dolente è purtroppo il contesto storico. Sebbene l’atmosfera sia stata resa in maniera degna, il worldbuilding resta troppo in secondo piano. La Parigi che fa da sfondo alle vicende è appunto soltanto uno sfondo, abbiamo troppo poco contesto per riuscire davvero a sentirci nella città nell’epoca in cui il romanzo è ambientato. Lo stile di Abel Montero è però adeguato al tipo di storia raccontata e contribuisce a tenere sempre alta l’attenzione, nonostante per metà libro succeda ben poco. Sicuramente buona parte del merito è anche della sexual tension tra Clem e Jerome, che giuro mi hanno tenuta incollata alle pagine come non mai. Una delle migliori ship di sempre, oserei dire. I vari misteri che compongono la trama sono anche molto interessanti e fino all’ultimo non sai cosa aspettarti e da chi. Ci sono alcune rivelazioni finali ben riuscite e la narrazione in terza persona risulta anche piuttosto lirica in alcuni punti, cosa che mi ha colpita parecchio.

<<Gridò. Pianse. Gridò. Pianse.
Poi, clemente, il buio>>.

Il romanzo avrà anche dei difetti, ma mi ha intrattenuta a dovere, facendomi praticamente divorare la seconda metà. I personaggi li ho trovati tutti molto accattivanti, Clem con il mistero che ruota intorno ai suoi sogni e a certe sue capacità latenti, Irmine col suo fascino calamitante, Jerome con la sua gentilezza fuori dal comune (quanto ho amato Jerome! Non so se riuscirò a perdonare l’autore per il destino che ha riservato a questo splendido personaggio). Anche Gustave aveva un buon potenziale, peccato che a un certo punto sparisca dai radar. Altro personaggio molto intrigante è Lèonor, che si conoscerà meglio nella seconda parte e che accompagnerà il nostro protagonista a conoscere tutta la verità su se stesso. In conclusione, La promessa di Jerome Faure è un buon romanzo autoconclusivo (anche se, a mio parere, ha buone potenzialità per essere sviluppato come serie) che mescola eventi inspiegabili, soprannaturale e scienza, segreti, sangue, sogni misteriosi, ma anche arte, fasto, balli in maschera, amore, amicizia, il tutto condensato da una scrittura coinvolgente e fluida. Le emozioni non mancano, ve lo garantisco. I miei complimenti a Abel Montero per questa nuova, affascinante pubblicazione e ancora grazie per avermi dato l’opportunità di scoprirla in anteprima.
Fonte immagini: Pinterest
collage: @francikarou @coffeeandbooks

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