Buongiorno, lettor* caffeinomani! ^^
Oggi il blog partecipa al Review Party di Jade City, di Fonda Lee, fantasy uscito da poco per Oscar Mondadori e che ho trovato davvero avvincente. Ringrazio Nia per avermi coinvolta nell’evento e la casa editrice per la copia digitale in cambio di un’onesta opinione.
Jade City
di Fonda Lee
Prezzo: 11,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 564
Genere: fantasy, dark fantasy
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 5 luglio 2022
La giada è la linfa vitale dell'isola di Kekon: estratta, venduta, rubata, e soprattutto usata da secoli dai guerrieri Ossa Verdi come la famiglia Kaul per potenziare le loro abilità marziali e difendere l'isola dagli invasori stranieri. Ormai le guerre sono finite e la nuova generazione di Kaul, a capo del clan Zero Vette, vuole solo proteggere i propri affari e dominare il mercato della giada. È un mondo in rapido cambiamento nel quale le antiche tradizioni d'onore non hanno più posto. E quando spunta una nuova droga che permette a chiunque di maneggiare la giada, la tensione tra il clan Zero Vette e i rivali della Montagna esplode con violenza. È in gioco il destino di tutte le Ossa Verdi, e dell'intera Kekon.
Erano anni che desideravo leggere Jade City e quando mi si è presentata l’occasione non ho potuto proprio rifiutare. Le recensioni entusiastiche al romanzo non facevano che accrescere l’hype e quando finalmente Oscar Vault ha annunciato questa pubblicazione ero al settimo cielo. Ma avrò fatto bene a riporre così tanta fiducia in Jade City o sarà stata una delusione? Esco già da una delusione, quella di Catherine House, probabilmente la lettura peggiore dell’anno, perciò ho davvero confidato tanto in questo titolo e, fortunatamente, si è rivelato all’altezza delle aspettative, quindi adesso tiriamo tutt* insieme un bel sospiro di sollievo e fatemi dire perché Jade City mi ha conquistata, perché sono certa conquisterà anche voi.
Probabilmente la primissima parte del romanzo può trarre in inganno. L’autrice ci catapulta all’interno della storia senza troppi preamboli e confondendoci un po’ con nomi, termini e gerarchie che si fa difficoltà a comprendere subito. Ho avuto un attimo di smarrimento all’inizio, lo ammetto, ma era un momento della serie “Non so cosa stia succedendo ma mi piace”. In realtà, lo smarrimento dura relativamente poco ed è breve il passo dal “non ci sto capendo nulla” al “trovo tutto questo fighissimo”. Jade City merita assolutamente tutto l’hype che gli ruota intorno perché è un romanzo fuori dal comune e talmente appassionante che potrebbe coinvolgere anche il lettor* più scettic*. Il suo punto di forza è senza dubbio l’originalità del worldbuilding, che Fonda Lee ha costruito minuziosamente e arricchito in maniera incredibile. Riuscire a comprendere questo da subito non è cosa facile, ecco perché vi parlavo del senso di smarrimento iniziale, ma una volta preso confidenza con tutti i dettagli di questo fantastico mondo, credetemi, non vorrete più staccarvi dal libro. Siamo a Janloon, sull’isola di Kekon, una terra ricca di giada, un materiale prezioso sfruttato per aumentare le proprie capacità e percezioni, per potenziare le proprie abilità frutto di duro addestramento in accademie di arti marziali. A Janloon possedere la giada significa avere potere, ma non tutti possono portare la giada, solo chi ha sangue kekonese può, altrimenti si rischia la pazzia se non si possiede la sensibilità giusta per gestirne gli effetti.
I Kaul fanno parte del clan malavitoso Zero Vette, uno dei più potenti a Janloon, che controlla la giada. I loro nemici giurati sono il clan della Montagna, con cui si è stabilità una sorta di pace; ognuno gestisce i propri affari senza interferire con quelli degli altri, ma pare essere una situazione molto precaria perché ogni occasione è buona per creare qualche piccolo scontro o scompiglio. I due clan sono egualmente temuti a Janloon, ma c’è fermento e la situazione non è destinata a restare immutata per sempre. Seguiamo principalmente la storia degli Zero Vette, con a capo la famiglia dei Kaul. Lan ha preso il posto del nonno come Pilastro, dopo che suo padre è morto, e si è ritrovato così con un mucchio di responsabilità sulle spalle. Lan gestisce però tutto in maniera intelligente, è controllato, cauto e pondera ogni affare con la massima cautela. Suo fratello minore Hilo è il suo Corno, colui che tiene d’occhio le strade, che gestisce uomini e finanze affinché si mantenga l’ordine in città e non sorgano problemi di alcun tipo. È un ragazzo molto impulsivo e passionale, sempre a un passo dal combinare qualche casino ma rispettoso e grato per il suo ruolo e per l’autorità del fratello. E poi c’è Shae, la “ribelle” della famiglia. Shae ha lasciato Janloon per inseguire i suoi sogni d’amore e di indipendenza. Innamorata di uno straniero espeniano, ha preferito abbandonare il clan e i suoi affari per rifarsi una vita lontano da Janloon. Ma la sua storia d’amore naufraga e lei, nonostante sia ancora dell’idea di non voler prendere parte agli affari di famiglia, decide di tornare per starle più vicino. Shae è un personaggio che mi è piaciuto molto e ho patito con lei l’inconciliabilità del suo essere, in bilico tra l’affetto per la famiglia e la voglia di indipendenza. È una ragazza che vuole farsi da sé; talvolta basterebbe dire il suo nome perché le vengano aperte tutte le porte, ma lei preferisce non farlo, anche se sarebbe tutto più semplice. Un altro personaggio legato ai Kaul è Anden, una sorta di figlio adottivo del clan, con una storia familiare molto triste alle spalle. Anden non ha ancora compiuto la maggiore età e frequenta l’Accademia Kaul Do per poter indossare anche lui un giorno la giada. È uno degli studenti più promettenti dell’Accademia e ogni membro Kaul è affezionato a lui, soprattutto Hilo. Quando Anden viene rapito dalla Montagna e usato per portare un messaggio agli Zero Vette iniziano a smuoversi gli equilibri e a scoprirsi carte del nemico, che pare voglia commercializzare una droga, la SN1 o shine, che darebbe a chiunque, anche a chi non ha sangue kekonese, la possibilità di indossare e usare la giada. Da qui in poi inizia tutta una serie di problematiche, dissidi, giochi di potere, ambiguità che lascio scopriate da soli, ma che vi porteranno a divorare pagina dopo pagina fino all’ultimo capitolo.
Se ho pensato, anche solo per un minuto, di non poter apprezzare fino in fondo questo romanzo, mi sono dovuta presto ricredere perché Jade City è avvincente e appassionante come pochi. A parte le faccende tra clan che riescono sempre a tenere viva l’attenzione, sono rimasta davvero colpita dal mondo creato da Fonda Lee, che non si è risparmiata su nulla, approfondendo ogni aspetto utile per comprendere la storia e farci sentire parte di essa. Ho davvero ammirato l’originalità del worldbuilding, sebbene spesso abbia costretto l’autrice a ricorrere a spiegoni per fare collegamenti e chiarire certe dinamiche. Io non amo gli spiegoni e oramai lo show don’t tell è quello che va per la maggiore, ma a parte questo unico dettaglio, Jade City è stata una lettura scorrevole e piacevole. Da qualche parte avevo letto che era una sorta di Peeky Blinders mescolato con Matrix e mi sento di dare ragione a chi ha fatto questi paragoni; aggiungerei anche una vicinanza all’opera di Chloe Gong, la duolgia These violent delights, che me l’ha ricordata per ambientazione orientale e bande criminali rivali, ma la Gong detiene ancora il primato per la bellezza del suo stile, un po’ meno prolisso di quello di Fonda Lee. Un altro punto forte del romanzo sono, senza dubbio, i personaggi del romanzo, probabilmente tra quelli meglio caratterizzati di cui ho letto ultimamente. Ci ho messo davvero pochissimo ad affezionarmi ad alcuni di loro, credo a tutti, perché ho amato indistintamente Lan, Hilo, Shae, Anden, Wen (la fidanzata di Hilo) e penso che sia stato fatto un gran lavoro per renderli tanto diversificati e mai piatti o scontati. Ognuno di loro ha pregi e difetti a renderli più umani che mai e, nonostante pecchino di azioni riprovevoli tipiche della vita da clan, se ne apprezzano le personalità grigie, a metà tra atteggiamenti intimidatori, violenti e agguerriti e rispetto per cultura, tradizione, famiglia.
Jade City è una storia che mescola avventura, colpi di scena, intrighi politici, combattimenti e molto altro. Troverete anche una leggera nota romance non preponderante, nonché tematiche sensibili e rappresentazioni lgbt+. C’è davvero un po’ di tutto ma ben equilibrato. Occhio ai trigger warning, scene di violenza, descrizioni di morti, sesso esplicito, droga, ecc., a me non hanno disturbato granché, ma qualche lettor* più sensibile potrebbe infastidirsi. Penso di avervi detto tutto, a questo punto, o comunque gran parte di ciò che volevo dirvi, la cosa fondamentale è che non vi facciate intimorire dalla mole del volume o da altro, perché vi assicuro che è una lettura molto intrigante che vi coinvolgerà totalmente e vi entusiasmerà. Per me è stato così, spero lo sia anche per voi perché ho voglia di parlarne con qualcuno, perciò leggete questo libro!
Fonte immagini: Pinterest
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