Buon pomeriggio! ^^
La nostra Melz continua a parlarci della serie Le Cronache di Narnia. Oggi ci regala la recensione del secondo volume, Il Leone, la Strega e l'Armadio, un libro che ha amato tantissimo. Scoprite di seguito la sua opinione e lasciate pure un commento a fine lettura, se vi va ;) A presto!
Il Leone, la Strega e l’Armadio. Le Cronache di Narnia
di C.S. Lewis
Prezzo: 4,99 € (eBook) 11,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 180
Genere: fantasy, ragazzi
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 6 novembre 2018
Terra 1940 - Narnia 1000. C'è la guerra, e per Peter, Susan, Edmund e Lucy è meglio rifugiarsi in campagna. Nella grande casa che li ospita scoprono un immenso armadio che sembra fatto apposta per nascondercisi: in realtà è una porta per entrare in un altro mondo, dove gli animali parlano e nessun incantesimo è impossibile. Ma una strega malvagia ha cancellato le stagioni, mutando il felice regno di Narnia in una landa desolata. Per fortuna c'è qualcuno che può rimettere le cose a posto...
“Cara Lucy, ho scritto questo racconto per te, ma quando l’ho cominciato mi sono reso conto che le ragazze crescono più veloce dei libri. Come risultato, ormai sei troppo grande per le fiabe e quando questa verrà stampata e rilegata lo sarai ancora di più. Un giorno, però, diventerai abbastanza grande da leggere le fiabe di nuovo: allora recupererai la mia da uno degli scaffali più alti, toglierai la polvere e mi dirai cosa ne pensi. A quell’epoca, probabilmente, io sarò troppo duro per sentirti e troppo vecchio per capire le tue parole, ma rimarrò comunque il tuo affezionato padrino. C.S. Lewis.”
Zio Lewis, ovunque tu sia, ti sbagli: non si è mai troppo grandi per le fiabe, anche se noi ragazze cresciamo più velocemente dei libri. Te lo dico io che a quasi trent’anni recupero le tue e non sono ancora diventata mamma, credo intendessi questo con “abbastanza grande da leggere le fiabe di nuovo”.
Sono stata completamente, incredibilmente e adorabilmente (tutte le cose belle in ente che vi vengono in mente, inseritele pure) colpita da questo libro. Avevo già visto il film? Sì. Sapevo come sarebbe finita e di cosa parlasse? Ancora sì. Ma questo non mi ha impedito di sentirmi esattamente come Lucy appena sbucata dall’altra parte dell’armadio.
Questo libro ha tutta la magia di un “primo libro”, cosa che effettivamente è, se pensiamo che Lewis l’ha scritto per primo. Persino io che ho letto da pochissimo Il nipote del mago (QUI la recensione), il primo in ordine cronologico, ma il penultimo in ordine di scrittura, ho percepito sensazioni tutte nuove nel vedere questa versione di Narnia, totalmente diversa dalla sua genesi. Il fatto che sia il primo si può riscontare anche in una incongruenza: il signor Castoro dice chiaramente “Che Aslan sarebbe venuto lo sapevamo, è già stato qui una volta, molto tempo fa. Ma non c’era mai stato un essere umano, prima. Ora ci siete voi”. Questa cosa non è ovviamente vera, sia perché ci sono stati Polly, Digory e quell’esaurito dello zio (e questo il signor Castoro avrebbe anche potuto non saperlo), ma soprattutto perché il primo Re di Narnia era proprio un figlio di Adamo con regina figlia di Eva al seguito. Di sicuro avrebbe dovuto sapere questo, visto che conosceva la storia di Narnia e tutta la profezia, ma lo perdoniamo.
I personaggi sono tremendamente umani, soprattutto Lucy ed Edmund che sono quelli definiti meglio e, forse per questo, sono i miei preferiti da sempre. Sono quattro bambini strappati alla madre per essere protetti in una situazione di guerra, solo che due possono capirlo più degli altri. Edmund che viene descritto come cattivo e ingrato è semplicemente un bambino geloso del fratello e incattivito dalla situazione in cui si trova. Tormenta sua sorella, è vero, ma quale fratello non lo fa? Peter, ma perché è il più grande. Il fatto che abbia pensato di consegnare i suoi fratelli alla Strega Bianca è un altro fattore che sottolinea solo la sua ingenuità. Edmund è troppo piccolo per capire le conseguenze e si pente quasi subito, è per questo che Aslan non ha alcun problema a perdonarlo. Lucy invece è tutto quello che avrei voluto essere da bambina.
Una cosa che potrà fare piacere è che non ci sono rimandi religiosi in questo libro, forse Lewis non aveva inizialmente l’intenzione di renderli così espliciti. C’è solo una frase “Lucy sentì un brivido di gioia invaderla tutta, lo stesso brivido di pace e felicità che ti prende quando sei in silenzio, immerso nella preghiera”. Un rimando, se mi è concesso, del tutto evitabile e personale, nonostante a me non diano affatto fastidio.
Il libro è quasi identico al film, anzi possiamo dire che il film si è allargato di più, ma è normale, altrimenti sarebbe durato un’ora. Ci sono alcune differenze e solo alcune mi sono dispiaciute. Una mi è dispiaciuta solo per impatto emotivo, perché nel libro ha molto più senso a pensarci ovvero questa: la cerimonia di incoronazione è per me la parte del film più emozionante in cui verso fiumi di lacrime, nel libro sono due righe e gli appellativi verranno fuori dopo. Susan, ad esempio, viene nominata “la Gentile” dal popolo, dopo averla conosciuta; così come Edmund sarà chiamato “il Giusto” per i suoi saggi consigli. Un dettaglio diverso che, invece, ho odiato non abbiano fatto capire nel libro è che il signore che li ospita altri non è che Digory ovvero qualcuno che a Narnia c’è già stato. Non si capisce esattamente chi sia (se non leggendo Il nipote del mago), ma dalle sue parole si intuisce che ha già visitato quei posti magici ed è per quello che crede subito alla storia di Lucy.
“Una volta che si è Re o Regine di Narnia, si è Re o Regine per sempre. Non parlatene troppo neanche tra voi quattro: agli altri non dite nulla, a meno che non vi capiti di incontrare quelli che abbiano avuto avventure simili alle vostre. Eh, cosa dite? Come farete a riconoscerli? Lo capirete subito, diranno cose strane e il loro aspetto, lo sguardo... insomma, il segreto verrà fuori da solo”.
Se avete amato il film, recuperatelo. Ne vale la pena.
Melz
Fonte immagini: Google immagini, NoSpoiler, All of Series
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