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martedì 18 aprile 2023

Recensione: "Il romanzo segreto delle streghe" di Louisa Morgan (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor* caffeinomani! ^^
Oggi Eleonora ci parla di un romanzo un po' particolare che ha come protagoniste delle streghe. Il romanzo si è rivelato qualcosa di inaspettato. Scoprite tutto nella sua recensione e fateci sapere che ne pensate. A presto!

Il romanzo segreto delle streghe
di Louisa Morgan

Prezzo: 5,99 € (eBook) 12,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 384
Genere: fantasy storico
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 28 febbraio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

Bretagna, 1821. Da quando la Grand-mère Ursule è morta, sacrificandosi per salvare la sua famiglia, la magia sembra essere definitivamente scomparsa. Possibile che l'ultima scintilla di stregoneria se ne sia andata con lei? Le sue discendenti continuano a praticare in segreto le vecchie usanze, facendo rituali e cerimonie arcane nella speranza che un giorno la famiglia Orchière possa acquisire di nuovo l'antico potere. Quando Nanette, la più giovane tra le nipoti, compie diciotto anni, viene ammessa nel cerchio sacro: è l'ultima discendente femmina della Grand-mère, l'ultima speranza per la famiglia. Prima che possa rendersene conto, Nanette sente la magia risvegliarsi dentro di lei. I tempi però sono cambiati: cacciatori di streghe e superstiziosi sono una minaccia e l'antico sapere va tenuto nascosto. Le nuove generazioni devono imparare non solo a usare la magia, ma anche a proteggerla. E quando la guerra all'orizzonte incomberà su di loro, rischiando di spazzare via ogni cosa, le streghe verranno chiamate a una sfida impossibile: cambiare il corso della storia.

Dopo secoli, decenni, millenni eccoci nuovamente con un fantasy edito Newton Compton tra le mani; tra le loro pubblicazioni di questo genere risalenti a qualche anno fa ci sono alcuni dei mei libri preferiti, che sia un ritorno ai vecchi fasti? Al momento ci interessa relativamente, ci interessa di più sapere qualcosa del libro in questione: Il romanzo segreto delle streghe, di Louisa Morgan.

Come è facilmente intuibile dal titolo le protagoniste indiscusse di questo libro sono le streghe, in particolare una famiglia di esse, originaria delle coste nord della Francia, il clan delle Orchière. Già da ora è necessaria una precisazione sulla particolarità di questo “romanzo”, si tratta del fatto che in realtà non è un storia unica bensì una raccolta di racconti in ordine cronologico delle vite di cinque donne e tre generazioni di Orchière nel lasso di un secolo. La narrazione parte nel 1821 al momento della morte dell’ultima grande capo clan, la più potente strega delle Orchière, Ursule, che dà la sua vita per la salvezza della sua famiglia contro le persecuzioni. La prima protagonista della storia che troviamo è Nanette, la più piccola di sei sorelle e l’ultima speranza per la sopravvivenza delle antiche arti. La sua storia è ambientata in Cornovaglia, in un piccolo paesino rurale in cui il clan Orchière vive e dimora, sebbene un po’ al di fuori dal centro abitato e dove le sorelle conducono i loro affari per sostentare la famiglia. Non c’è molto da dire per quanto riguarda la trama, se non che alla fine Nanette dimostra di avere i poteri necessari per tramandare l’arte magica alla successiva generazione e che comunque, nonostante tutti i loro sforzi, l’ombra delle persecuzioni è sempre presente e manifesta sulla soglia della fattoria dei membri residui del clan. Anche per la figlia di Nanette, Ursule, la storia prosegue all’incirca sugli stessi binari della madre e di tutte le donne Orchière prima di lei, se non che la persecuzione nei confronti delle streghe in questo caso ottiene la sua vittoria, cambiando per sempre le sorti sue e della sua discendenza. 

Il primo personaggio che effettivamente si discosta materialmente e caratterialmente dal retaggio familiare è Irène, figlia di Ursule. Il suo carattere è stato impostato come estremamente egoista, egocentrico e arrivista, tanto che per la prima volta vediamo le arti stregonesche utilizzate per il proprio tornaconto personale e non a fin di bene, le sue azioni infatti sono veramente terribili e imperdonabili e la identificano facilmente come una persona dal cuore di pietra. Nonostante tutto ciò, la figlia, Morwen, totalmente diversa dalla madre, si prende cura di lei fino alla fine, grazie anche al supporto benevolo e costante del padre, prima figura maschile che nel romanzo ricopre pienamente il suo ruolo. L’ultima donna Orchière con cui facciamo la conoscenza è Veronica, la figlia di Morwen. Siamo ormai nell’Inghilterra del 1937, alle soglie della seconda Guerra Mondiale e con re Giorgio VI appena salito al trono. Nelle campagne londinesi l’aristocrazia sta lentamente fronteggiando il suo declino ma fino allo scoppio della guerra molte delle sue consuetudini vengono mantenute, come ad esempio la presentazione a corte dei giovani nobili, tra cui anche Veronica, occasione in cui farà per la prima volta la conoscenza con la regina madre Elisabetta. Episodio centrale di quest’ultima storia è certamente lo scoppio della guerra, il cui impatto ovviamente si fa ben sentire nella vita della protagonista e della sua famiglia. Lo sviluppo particolare di quest’ultimo racconto è la presenza della magia tra le mura di Buckingham Palace, infatti l’autrice ha fatto diventare anche la Regina Madre una strega che insieme alla sua congrega, di cui è parte anche Veronica, si impegnano, e a modo loro combattono, per vincere la guerra che sta imperversando (manco a dirlo, ovviamente ce la fanno).

Venendo alla vera e propria discussione sul libro, come materiale da lettura ci sono un paio di cosette da dire, a parte gli ultimi due “romanzi” non troverete granché di trama. Non ci sono grandi colpi di scena, sviluppi dei personaggi, caratterizzazioni di luoghi eccetera, è tutto molto funzionale e ridotto all’essenziale per comprendere e contestualizzare le vicende delle donne Orchière ma nulla più. La cosa che comunque colpisce e cattura è in ogni caso proprio la costruzione dei personaggi, per quanto non ci sia una loro evoluzione caratteriale, sono stati costruiti e caratterizzati estremamente bene e con una grande umanità che traspare dalle loro azioni e dai loro pensieri. Anzi, direi proprio che l’umanità in questo libro è l’aspetto che ho apprezzato maggiormente; ogni azione, ogni comportamento che ritroviamo è vivido e iper-realistico.

Non classificherei questo libro totalmente come fantasy, ma nemmeno come romanzo storico, perché di fatto non lo è ma non è nemmeno una narrativa semplice. In questo romanzo troviamo tanti elementi che si intrecciano abilmente a dare un prodotto fuori dal comune ma molto interessante e intrigante. A fine lettura mi sono ritrovata a pensare che si potrebbe dividere la storia in due parti, la prima, quella ambientata in tempi più remoti, dove la fanno da padrone maggiormente le arti magiche, se ne percepisce l’influsso e il condizionamento e a tutti gli effetti la protagonista indiscussa è la figura della strega, la sua percezione, il suo “lavoro” e le credenze tramandate di generazione in generazione. La seconda metà quasi del libro, quella ambientata nei primi decenni del novecento, perde un po’ quell’aura magica e mistica che ha contraddistinto le prime storie per concentrarsi maggiormente sulla vita quotidiana e sul vissuto famigliare ed emotivo delle donne della discendenza Orchière. È vero che nella storia di Veronica il contributo della sua congrega di streghe e della magia è fondamentale per la risoluzione del conflitto e perché la ragazza possa finalmente ottenere il suo lieto fine, ma la percezione che ho avuto è che questa componente passasse decisamente in secondo piano a favore di una visione più storica, intesa anche al di là del senso tradizionale dell’accezione, e meno magica; non che io abbia da ridire di questa impostazione, anzi mi è piaciuta molto e le vicende dell’ultima Orchière sono quelle che probabilmente ho preferito di più tra tutte. Le uniche due pecche che mi hanno convinta meno del romanzo sono state la scelta di dividerlo in più racconti brevi senza collegarli bene l’uno all’altro, perchè in questo modo mi è sembrato che la narrazione generale rallentasse e si scollegasse, e l’aggiungere proprio la magia nella famiglia reale inglese come escamotage narrativo; probabilmente era necessario ai fini dello svolgimento della storia ma mi è parso un po’ una forzatura, anche perché come ho detto prima in quest’ultima vicenda la magia ha un’importanza quasi marginale rispetto al resto.

Nel complesso è comunque un libro che mi è piaciuto e ho apprezzato, con una scrittura semplice, lineare ma non banale e dei personaggi impostati veramente bene.

Concludo ringraziando la Newton Compton Editori per avermi dato la possibilità di leggere il romanzo e per avermene fornito la copia cartacea.
Eleonora



Photo credit: @eleonoranicoletto

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