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mercoledì 2 agosto 2023

Recensione: "Follia" di Patrick McGrath (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Ms Rosewater ci parla di un libro molto acclamato, Follia, di Patrick McGrath, una storia che affonda nella psicologia umana e che fa riflettere. Scoprite la sua opinione e fateci sapere se anche voi lo avete letto e se vi è piaciuto. A presto!

Follia
di Patrick McGrath

Prezzo: 7,99 € (eBook) 13,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 304
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Adelphi
Data di pubblicazione: 21 marzo 2012
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.

Quando fu pubblicato per la prima volta, quasi 30 anni fa, Follia ebbe grande successo ed è ancora oggi un romanzo quasi imprescindibile per chi sia affascinato dalla psicanalisi. McGrath ha saputo rendere perfettamente in scrittura il punto di vista di un medico psichiatra, fornendo una lettura gotica di una trama non particolarmente originale che richiama qualche elemento di Anna Karenina, riuscendo a controllare con abilità una materia che facilmente avrebbe potuto diventare patetica o tracimare nel romanzo rosa.

Voce narrante della vicenda e trait d'union tra i personaggi è Peter Cleave, psichiatra che lavora all'interno di un manicomio criminale nella campagna fuori Londra, un edificio vittoriano in parte in rovina. È il testimone principale degli eventi che coinvolgono Stella Raphael, suo marito Max, uno psichiatra criminale e nuovo vice direttore appena giunto nella struttura, ed Edgar Stark, paziente dello stesso Cleave, artista e uxoricida particolarmente efferato. Stella, donna bellissima e intelligente, si innamora proprio di lui e viene letteralmente inghiottita da questa relazione che avrà conseguenze terribili, non solo sulla sua vita, ma su quella di chiunque le sia vicino.

La storia rispetta tutte le previsioni del lettore, segue un percorso abbastanza classico tipico di alcuni grandi romanzi ottocenteschi (Anna Karenina appunto, ma anche Madame Bovary tanto per fare due nomi) e le allusioni dello stesso Cleave tracciano la strada come mollichine di pane verso gli accadimenti più importanti. Ciò che distingue Follia è dunque l'approccio psichiatrico, l'evolversi delle situazioni di pari passo con il lento, inesorabile disfacimento della psiche della protagonista, attraverso l'innamoramento romantico e violento per Stark che la spinge ad abbandonare progressivamente la vita a cui era abituata e la personalità di moglie e madre borghese, scoprendo di essere totalmente succube della propria passione, anche quando il suo amante mostra il suo volto più pericoloso e inquietante e punendo se stessa e chi ama in un crescendo insopportabile di autodegradazione. Lo stato d'animo della protagonista è reso chiaramente in ogni passaggio, la sua graduale chiusura, la ricerca di un rifugio nell'alcol, il tentativo di nascondere la propria crescente disperazione che alimenta una depressione sempre più profonda. 

Stella si sottrae al ruolo famigliare e sociale di cui viene investita dal marito e dalla sua posizione nel manicomio. Avrebbe potuto legarsi a un altro dottore, ma s'innamora di un malato e compie un'azione sconveniente, quasi eversiva, che segna l'inizio della sua caduta e verrà punita nel modo più crudele. Delude tutte le aspettative, come moglie, amante e madre, pur rimanendo un ricercato trofeo per gli uomini che incontra: se infatti al marito bastava una bella massaia che crescesse adeguatamente il figlio e tenesse pulita la casa, gli altri uomini le si avvicinano attratti dalla sua bellezza e la vogliono usare per loro stessi. Questa consapevolezza è uno degli elementi più tragici ed è impossibile non sentire la solitudine della protagonista e non simpatizzare per lei, nonostante i suoi errori.

Lo stile alterna melodramma e analisi senza tuttavia diventare troppo melenso o tecnico; descrizioni di paesaggi che ricordano per efficacia quelle di Peter Cameron si susseguono a fredde considerazioni mediche che con la loro durezza si contrappongono alla potenza distruttrice dei sentimenti di Stella e del terribile dramma nel quale affonda contenendoli, dando loro una forma comprensibile per permetterci di osservarli.

Tra le righe di Follia possiamo leggere tutto il pessimismo dell'autore per l'istituzione manicomiale - della quale ha una conoscenza diretta per il lavoro del padre, sovrintendente di una struttura psichiatrica - che si delineava negli anni '50 come un luogo di potere classista esercitato sui pazienti secondo un modello di cura ormai (fortunatamente) obsoleto; la piccola società che vi nidifica è rapace, vendicativa e (come il suo narratore) non solo in malafede, ma altrettanto pazza quanto coloro che dovrebbe riportare alla sanità. 

Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

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