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martedì 22 novembre 2022

Recensione: "Gallant" di V.E. Schwab

Buon pomeriggio| ^^
Oggi nuova recensione che arriva a quest’orario insolito, ma sono riuscita solo poco fa a mettermi al pc a scriverla. Sono giornate un bel po’ pesanti e impegnative per me, ultimamente ho un po’ di problemi familiari come sapete, ma i libri mi riportano sempre in asse e mi danno la forza di stare in piedi. Oggi vi parlo di Gallant, di V.E. Schwab, autrice che ammiro molto e che, ancora una volta, mi ha conquistata.

Gallant
di V.E. Schwab

Prezzo: 9,99 € (eBook) 20,00 € (cop. rigida)
Pagine: 360
Genere: fantasy, dark-fantasy, paranormal, gotico, horror
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 11 ottobre 2022

Le ombre non sono vere. I sogni non ti faranno del male. E tu sarai al sicuro fin quando ti terrai lontana da Gallant. Per tutta la vita Olivia Prior, cresciuta nel tetro Collegio per ragazze indipendenti Merilance, si è chiesta chi sia davvero e a quale luogo appartenga. Ha un unico indizio per scoprirlo: un quadernino malconcio dalla copertina verde. È il diario della madre, pieno di enigmatiche frasi che sembrano indovinelli (e che mostrano la sua discesa nella follia) e disegni che paiono semplici macchie d'inchiostro… Ma un giorno arriva una lettera, che la richiama a casa, a Gallant. Proprio il luogo da cui il diario materno l'ha messa in guardia. E Olivia, senza pensarci due volte, parte. Qui trova il suo ultimo parente in vita e la dimora di famiglia. Un palazzo sontuoso con una sala da ballo, uno studio che custodisce una misteriosa scultura e un grande giardino rigoglioso. E, nel giardino, un muro diroccato con una porta di ferro. Una porta che Olivia non dovrà mai e poi mai aprire. Tuttavia, nessuno da Gallant le ha spedito quella lettera. Nessuno le racconterà cosa tormenta i sogni del cugino, cos'è successo alla madre, o cosa la attende dall'altra parte del muro. Sono state le ombre a ricondurre Olivia a Gallant? E cosa vorranno in cambio?

Olivia, Olivia, Olivia, ricorda questo…
le ombre non sono vere
i sogni non ti faranno del male
e tu sarai al sicuro fin quando ti terrai lontana
da Gallant.

Gallant è quel tipo di storia che non puoi fare a meno di divorare. Ricordo di aver iniziato questo libro e di non essere più riuscita più a staccarmene, tanto era scorrevole e intrigante. Mi sono lasciata completamente assorbire dalle parole dell’autrice e dal mistero che avvolge le pagine del libro. Mi sono innamorata lentamente e inesorabilmente di Gallant, dei suoi tratti gotici, della sua poeticità. Ho sperato non finisse mai. Gallant, in realtà, è un romanzo autoconclusivo. Non è molto lungo, ci sono pezzi di diario e illustrazioni ad arricchirlo, eppure riesce a suscitare forti emozioni, come ogni romanzo di V.E. Schwab. La storia è quella di Olivia, una ragazza muta che vive in un orfanotrofio e che non sa nulla del suo passato. Ha con sé un vecchio diario della madre, che è più che altro un insieme di frasi deliranti e schizzi senza senso, nessuno dei quali capace di darle risposte. La vita nel collegio è dura, Olivia la detesta. Detesta quel luogo grigio e triste, detesta le istitutrici e il modo in cui la trattano le compagne. Vorrebbe fuggire via di lì, ma non ha nessun posto dove andare e nessuno che l’aspetti. Un giorno, però, giunge una lettera inattesa, come un piccolo miracolo dal cielo. È la lettera di qualcuno che la sta cercando e che la sta aspettando. A casa. 
Olivia non riesce a crederci, non riesce a pensare di avere una famiglia o qualcosa di simile da qualche parte ad attenderla e stenta a farsene una ragione fin quando non si ritrova realmente davanti quella casa, un antico e imponente maniero chiamato Gallant
Scopre presto che la persona che ha scritto la lettera, suo zio Arthur, è in realtà morto da un anno ma questo non è che il primo dei misteri che si ritroverà a dover indagare da quando metterà piede a Gallant. Chi ha scritto quella lettera? Il figlio di Arthur, suo cugino Matthew, non sembra affatto contento di vederla, non accetta la sua presenza lì e la spinge più volte ad andare via. Ma Olivia non vuole tornare indietro, non vuole tornare al collegio, non vuole tornare al passato. Il suo presente e il suo futuro adesso sono a Gallant. Vuole poter chiamare quel luogo “casa”, vuole appartenere a quel luogo, così come vi è appartenuta la madre e il resto della sua generazione. Ma proprio su Gallant incombe una sorta di maledizione. Gallant custodisce un sacco di segreti, segreti che nessuno è disposto a rivelarle, né Matthew né i custodi Hannah ed Edgar, né tantomeno i gul spettrali che Olivia è capace di vedere. Eppure le risposte sono davanti ai suoi occhi, forse le ha sempre avute a portata di mano, in quel diario che le appartiene da sempre ma che non è mai stata in grado di decifrare. E poi c'è il giardino... Cosa si nasconde dietro il muro che cade a pezzi e da cui sgorgano rami infestanti di roseti? Un varco? Un altro mondo? La Morte? O peggio? Cosa la aspetta adesso che ha finalmente un posto in cui stare ma dal quale sembra tutti vogliano metterla in guardia? Olivia proverà a scoprirlo ma quanto sacrificio le costerà?

Gallant è un fantasy paranormale con venature dark e gotiche che sin da subito attirano chi legge in una spirale di curiosità e mistero. Lo stile dell’autrice è sicuramente l’elemento più illustre di tutto il libro e non lascia dubbi sulla sua bravura e capacità di coinvolgere. Ogni capitolo diventa poesia e musica, intervallato da immagini capaci di avvincere i sensi. La storia, nonostante la scorrevolezza dello stile, non ci risparmia una certa lentezza di fondo prima di arrivare a dare indizi più chiari che dipanino un po' di ombre e ci facciano comprendere i segreti che ruotano intorno a Gallant. Se devo trovare un difetto a questo libro, direi che forse avrei voluto i personaggi venissero caratterizzati un po’ meglio, si è dato sicuramente più spazio al mistero che ad altro, però è un difetto su cui, in questo caso, riesco anche a sorvolare. Non è la prima volta che leggendo un dark fantasy noto che molti elementi sembrano quasi abbozzati, come a voler rimanere anch’essi un mistero fino alla fine. Il discorso non vale comunque per Olivia, la protagonista, che ho trovato fosse quella caratterizzata meglio, sia fisicamente che caratterialmente. Anche i suoi silenzi, le sue riflessioni, il suo spiccato desiderio di scoperta la rendono un personaggio degno di attenzione, un personaggio che affronta un percorso decisivo che la porterà a rivelare il suo passato e a costruirsi con determinazione un futuro. La sua solitudine, il suo bisogno di casa e di famiglia ne fanno una protagonista con cui empatizzare. Ho apprezzato l’atmosfera squisitamente gotica e malinconica del romanzo che, sin dalle prime pagine, mi ha ammaliata; le descrizioni di Gallant mi hanno anche riportato alla mente la serie tv The Haunting, tra le mie preferite di Netflix, sebbene non siamo agli stessi livelli di horror e tensione. Gallant è più una favola dark che un horror (e non so se inserire questo tra i difetti o meno), una storia intrisa di significati reconditi e dettagli da interpretare. Ci sono segreti, maledizioni, giardini misteriosi, presenze inquietanti, sangue e molto altro. È una storia tutta da scoprire e, sebbene alla fine possa risultare un po' fumosa in alcuni punti e non così originale, io l’ho trovata molto bella, scritta magistralmente e capace di farmi provare qualche brivido e una buona dose di emozioni inaspettate. 


Fonte immagini: Pinterest

venerdì 4 novembre 2022

Review Party: "La confraternita delle streghe. Il segreto sepolto" di Kass Morgan e Danielle Paige

Buongiorno, lettor*!
Oggi partecipo al Review Party di La confraternita delle streghe. Il segreto sepolto, di Kass Morgan e Danielle Paige. Ringrazio Amarilli Silvia Moro per avermi inclusa nell’evento e la casa editrice per la copia digitale in omaggio in cambio di un’onesta opinione. 
Attenzione, nella recensione potrebbero esserci SPOILER del primo volume!

La confraternita delle streghe. Il segreto sepolto
di Kass Morgan e Danielle Paige

Prezzo: 9,99 € (eBook) 19,90 € (cop. rigida)
Pagine: 324
Genere: fantasy, dark fantasy, paranormal
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 1 novembre 2022

Dopo il finale disastroso del semestre appena trascorso, le Kappa Rho Ni hanno un solo obiettivo: ristabilire l'equilibrio nel mondo. Scarlett Winter, finalmente presidentessa della confraternita, è fermamente intenzionata a impedire che altre sorelle possano cadere vittima di forze malvagie. Per riuscirci, però, non le basterà l'aiuto delle compagne, ma dovrà chiedere una mano alle ex allieve, come la madre e la sorella, che in passato hanno fatto parte della congrega, compito tutt'altro che facile visto che implica lo svelamento di segreti mai confessati prima. Come nuovo membro delle Kappa Rho Ni, Vivi Devereaux ha compreso finalmente cosa voglia dire appartenere a qualcosa. Ora ha tutto ciò che desiderava: l'appoggio delle compagne e una storia d'amore con il ragazzo che le piace da quando ha iniziato il college. Appena Scarlett le affida un ruolo importante all'interno della confraternita, Vivi fa del suo meglio per dimostrare di esserne all'altezza. Nel frattempo, però, i suoi studi sulla stregoneria prendono una piega pericolosa nel momento in cui scopre l'esistenza di una nuova forma di magia che ha legami misteriosi con il passato delle Kappa Rho Ni e con un demone in cerca di vendetta. Insomma, proprio quando Scarlett e Vivi sembrano avere finalmente raggiunto tutto ciò che desideravano, saranno costrette ancora una volta a lottare per salvare la loro confraternita da forze infernali e da una congrega rivale che minaccia di creare il caos tra le loro sorelle.

All’incirca un anno fa avevo letto La confraternita delle streghe, una lettura che si era dimostrata perfetta per il periodo di Halloween ma non altrettanto per restare impressa nella mia mente. Il romanzo si era rivelato carino ma nulla di eccezionale, una lettura scorrevole, piacevole ma che non aveva lasciato abbastanza il segno. Ho dato una rilettura al primo libro prima di approcciarmi al seguito proprio perché non ricordavo quasi più nulla, ma avrei potuto anche risparmiarmi quel tempo perché gran parte del secondo è tutto un riepilogo degli eventi accaduti nel primo volume. Ritroviamo una narrazione suddivisa in due pov, quello di Vivi e quello di Scarlett. Due personaggi molto diversi che però hanno dovuto trovare dei punti di incontro e affrontare insieme vari pericoli. Uno dei punti di forza della serie è senza dubbio l’ambientazione, quella del campus universitario e delle confraternite. Proprio dietro una di queste confraternite, la Kappa Rho Ni, si nasconde una congrega di streghe. Scarlett ha sempre saputo di essere una strega, proviene da una famiglia privilegiata e ha una mamma e una sorella che mettono continuamente a dura prova le sue qualità, facendola quasi sentire inadeguata. Scarlett prova in tutti i modi a compiacerle, a raggiungere le vette che hanno toccato loro e quando finalmente diventa presidentessa della Kappa Rho Ni si può dire che ne abbia finalmente raggiunta una. Ma a che costo? Il primo volume si era concluso con eventi tragici che avevano portato alla morte di Dahlia, l’allora presidentessa della confraternita, e di Tiffany, la sua migliore amica, che era passata al lato oscuro della magia mettendo in pericolo le sue sorelle e il loro segreto. Scarlett ha dovuto agire di conseguenza ma vive con un grosso macigno sul cuore, ancora incapace di sentirsi all’altezza del compito che l’aspetta e delle nuove responsabilità.

Vivi, al contrario di Scarlett, non ha mai saputo di essere una strega, fino a quando non ha conosciuto le ragazze della Kappa Rho Ni ed è entrata a far parte della confraternita tra le più selettive di Westerly. Ha scoperto così un mondo tutto nuovo che fino a quel momento le era stato celato. Ha scoperto la magia, quella che da sempre si portava dentro ma che non aveva mai avuto modo di usare. Scarlett diventa la sua mentore, la sua Sorellona, ma le cose tra loro sono complicate inizialmente. Vivi è una strega neofita non abbastanza allenata per stare al passo con le altre; i suoi tentennamenti, le sue insicurezze causano irritazione in Scarlett che non la ritiene adatta a far parte della loro congrega; eppure non esita un attimo quando deve proteggerla e combattere contro la migliore amica pur di salvarla. In qualche modo, il loro rapporto migliora quando riescono a comunicare e ad aprirsi l’una all’altra, quando si mostrano per ciò che sono veramente non lasciando che i pregiudizi prendano il sopravvento. La stessa cosa accade nel secondo volume, in cui però non c’è un grande passo in avanti. Sono passate tre settimane dal semestre più difficile della loro vita, dagli orrori che hanno vissuto. Tutte le ragazze si ritrovano a Westerly e sono pronte a intraprendere un nuovo cammino, sperando stavolta possa essere meno funesto del precedente. Ma un demone vendicativo sta per palesarsi nelle loro vite e all’orizzonte “Tradimento. Nemici. Maledizioni e attacchi”. Saranno pronte ad affrontare tutto di nuovo? 

Anche questo secondo romanzo l’ho trovato più avvincente nell’ultima parte, dove si concentrano gli eventi più succulenti e finalmente si smette di parlare di feste e altre amenità. Probabilmente questo sbilanciamento narrativo non ha giovato a farmi apprezzare la storia come avrei voluto; sebbene abbia trovato molto intrigante l’ambientazione (sono una fan dei campus universitari, lo sapete), mi sarebbe piaciuto che la storia venisse sviluppata diversamente, invece resta una lettura leggera, che si può affrontare in una manciata di ore e che lascia veramente poco a chi legge. Se nel primo volume avevo percepito più forte l’aspetto della sorellanza che univa le ragazze della Kappa Rho Ni, in questo secondo si è perso qualcosa per strada, salvo poi notare un piccolo recupero verso la fine, purtroppo un po’ tardi per riequilibrare le cose. Continuo a trovare interessante l'elemento magico legato ai Tarocchi e ai semi delle carte, Denari. Coppe, Spade e Bastoni, ognuno capace di evocare un diverso tipo di magia elementale, anche se ho avuto come l'impressione che non fosse molto solido e spiegato a dovere. Potevo capire nel primo volume, ma nel secondo mi sarei aspettata qualcosina in più, invece nulla è cambiato.

Scarlett è il personaggio che ho apprezzato maggiormente, con diverse sfumature ben delineate e a tratti più sorprendente di altri. Non è una ragazza superficiale come può apparire, è leale fino al midollo verso le sue sorelle e anche a costo della sua vita è capace di fare ciò che va fatto. La congrega viene prima di ogni altra cosa per lei, anche prima dell’amore, che è disposta a sacrificare come tutto il resto. E, a proposito di storie d'amore, se quella tra Mason e Vivi mi aveva elettrizzata un bel po' nel primo libro, qui l'ho trovata abbastanza banale e poco credibile. Parlando di Vivi, penso sia un personaggio che, a mio parere, avrebbe potuto dare molto di più, essere ancora più cazzuto, più eversivo, invece lascia alquanto a desiderare, e solo verso la fine riesce a svegliarsi un po' e dare un accenno di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Un vero peccato. Per quanto riguarda tutti gli altri personaggi, le sorelle della Kappa Rho Ni, ammetto che sono parecchio trascurabili e che nessuno, in particolare, riesce a lasciare il segno, anzi qualcuno risulta anche facilmente interscambiabile. Quello, però, di cui davvero si è sentito la mancanza in questa duologia sono tematiche più forti e convinte, temi femministi che hanno fatto acqua e non hanno persuaso per nulla. In conclusione, Il segreto sepolto è un volume finale senza grandi evoluzioni e con parti interessanti concentrate solo nell'ultima parte. Resta comunque una storia scorrevole e godibile per chi è alla ricerca di una lettura non troppo impegnativa e adatta a questo periodo.

Fonte immagini: Pinterest

giovedì 11 agosto 2022

Recensione: "Luce nera" di Ska W. Barnes

Buongiorno, lettor*!
Oggi vi parlo di un libricino letto qualche giorno fa che mi ha veramente colpito. Si tratta di Luce nera, di Ska W. Barnes, lettura breve ma intensa che concentra in circa 110 pagine una storia oscura e toccante. Mi è piaciuto moltissimo, mi ha dato vibes alla The Haunting of Hill House (una delle poche serie horror che amo) e non nego di averlo terminato col desiderio di averne di più. Scoprite la storia nella recensione che segue e fatemi sapere se vi ispira e lo leggerete ;) A presto!

Luce nera
di Ska W. Barnes

Prezzo: 1,99 € (eBook) 9,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 120
Genere: paranormal, horror, dark-fantasy
Editore: self-published
Data di pubblicazione: 24 giugno 2022

La realtà può sanguinare, l’aria distorcersi e un’anima spezzarsi.  La squadra composta da Noah, Melrose e Kyle ripulisce i luoghi infestati in cui si sono svolti alcuni dei crimini più efferati degli ultimi anni. In quei teatri di oscenità, con ancora resti marcescenti e melodie dissonanti di mosche e scarafaggi, indugiano gli spettri disperati delle vittime e, a volte, anche presenze molto peggiori. Durante uno di questi incarichi qualcosa va storto, le conseguenze sono devastanti, e il loro peso è tanto gravoso da stravolgere più di una vita per sempre.

Non avevo ancora letto nulla di Alessia, conosciuta come come Ska W. Barnes. La seguivo su Wattpad e poi ho iniziato a seguirla su Instagram, decisa a leggere, prima o poi, il suo primo romanzo, Chasm (che ha avuto anche un seguito, Seven). In realtà, non ho ancora recuperato la sua duologia (e lo farò… lo farò di certo!), ma appena ha annunciato l’uscita di Luce Nera ho sentito l’impellente bisogno di avere questo libro tra le mani. Innanzitutto, perché non è facile trovare autori e autrici made in Italy che scrivono storie così profondamente dark e poi, senza dubbio, anche per la fantastica copertina da lei realizzata (forse una tra le più belle tra le sue creazioni). Il libro l’ho letto prima in KU, perché non potevo più attendere, ma alla fine ho ordinato anche il cartaceo, al quale era impossibile rinunciare visto lo splendido lavoro grafico e di impaginazione. La storia parte con il protocollo lavoratori della Fornah’s Research&Innovation, un’agenzia che si occupa di studiare le energie che si celano nella realtà e di ripulire i luoghi infestati in cui si sono consumati agghiaccianti crimini. Noah e Melrose sono una coppia da un paio d’anni e lavorano da un po’ anche per la Fornah, Kyle è invece una nuova leva, un ragazzino timido e impacciato che forse avrebbe preferito fare altro. Il primo capitolo è assolutamente pazzesco e apre le porte a quello che è il mondo tetro e oscuro rappresentato dall’autrice. La squadra della Fornah si ritrova a dover studiare e ripulire un appartamento che è stato teatro di un crimine efferato. Il male si cela in ogni angolo dell’appartamento, serpeggia lungo le pareti, ne impregna ogni pezzo d’arredamento. Per studiare l’energia di quel luogo è necessario un tributo di sangue e sarà Noah, ancora una volta, a darlo. Ma qualcosa va storto e quello che doveva essere un incarico come un altro si rivelerà l’inizio di un terribile cambiamento.

Se avete letto qualcosa tra le anticipazioni che l’autrice ha rivelato, saprete che nel libro troverete una tematica molto forte come quella della possessione. Noah infatti verrà posseduto dallo spirito maligno di un killer e questo lo porterà a rivedere tutta la sua vita e a scandagliarsi dentro come non ha mai avuto modo di fare. Sebbene le pagine siano poche, Ska W. Barnes è riuscita a rendere le descrizioni e le atmosfere assolutamente perfette. L’inquietudine aleggia per ogni pagina, si percepisce l’oscurità e il terrore e il vuoto in cui precipita Noah dopo la possessione, si riesce a vivere e sentire ogni sua incertezza e paura sulla propria pelle. È un racconto in cui si concentrano principalmente introspezione e sospetti, in cui assistiamo alle conseguenze dell’evento che ha segnato Noah, la sua riabilitazione con accanto un ragazzo mandato ad assisterlo, James Chariot. Scopriamo dettagli della vita di Noah in maniera apparentemente casuale, ma è proprio ai dettagli che bisogna fare attenzione leggendo questo piccolo libro, perché è lì che si nasconde la verità. Ovviamente, essendo una storia molto breve, non c’è un approfondimento di tutti i personaggi, Kyle e Melrose sono appena accennati, ma penso che, nonostante tutto, sia stato fatto un buon lavoro anche con loro. Noah è il protagonista principale, intorno a lui ruota tutto ed è anche il suo pov quello che seguiamo. James è il tipico personaggio le cui apparenze possono ingannare. Si presenta con la sua aria da duro, dentro i suoi abiti tutti neri, con tanti di quei serpenti tatuati addosso che ti viene da pensare sia una specie di delinquente, ma ben presto darà modo a Noah di ricredersi, e mai come in questo caso si può affermare che davvero alcune persone ti sorprendono. Noah lo scoprirà sulla sua pelle. Non solo l’esperienza della possessione, il dolore costante che si porta dentro, che si ripercuote sulle gambe e che lo fa sentire perennemente impotente, ma anche la tossicità di una rivelazione inaspettata, che lo metterà ancora di più in ginocchio, spingendolo a sondare sempre di più dentro di sé alla scoperta di qualcosa che non sia malato e mostruoso.

Come vi dicevo all’inizio, Luce nera è una storia che mi ha colpito molto; ho avuto modo di apprezzare la scrittura di Ska W. Barnes, piacevole ed esaltante al punto giusto, capace di descrivere in maniera vivida scenari macabri (ma davvero macabri, infatti sento di dovervi avvisare che i trigger sono parecchi e da non sottovalutare) e di concentrarsi, allo stesso tempo, sull’introspezione dei protagonisti, non tralasciando di seminare qua e là indizi fondamentali per dei colpi di scena inseriti nella trama, ma anche metafore e simbologie. È una storia che si divora, letteralmente, che ti lascia con l’amaro in bocca (o l’aspro, visto il finale - chi ha letto, sa :P) ma solo perché ne vorresti ancora. Luce nera è una piccola storia con un gran potenziale che, secondo me, meriterebbe di essere sviluppata maggiormente o di avere un seguito e mi auguro proprio che così sarà. Se avete voglia di una lettura che mescoli elementi paranormali e horror, che tratti soprattutto della dualità tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra interesse e ossessione, che indaghi i legami umani e le conseguenze di uno corrotto, che vi faccia provare brividi di terrore e, allo stesso tempo, vi regali emozioni inaspettate, allora dovete conoscere Luna nera. Vi farà fare gli incubi ma saranno incubi che vorrete esplorare ancora. 
Photo credit: @francikarou @coffeeandbooks

giovedì 16 giugno 2022

Review Tour: "Guerra" di Laura Thalassa (a cura di Giulia)

Buongiorno! ^^
Oggi la nostra Giulia ci parla del secondo volume della serie di Laura Thalassa dedicata ai Cavalieri dell'Apocalisse. Guerra sarà riuscito a conquistarla come Pestilenza? Vi lascio alla sua opinione ;) 
Un ringraziamento alla casa editrice per averci incluse nell'evento e per la copia arc digitale in omaggio in cambio di una recensione onesta.

Guerra
di Laura Thalassa

Prezzo: 3,99 € (eBook)
Pagine: 514
Genere: dark fantasy romance, paranormal 
Editore: Hope Edizioni
Data di pubblicazione: 6 giugno 2022

Il giorno della caduta di Gerusalemme, Miriam Elmahdy capisce che la sua vita è ormai finita. Le case sono in fiamme, le strade si sono trasformate in fiumi di sangue e un esercito di traditori massacra ogni singolo abitante della città. Non c’è possibilità di salvezza, soprattutto non dopo che Miriam attira l’attenzione dell’artefice di tutta quella distruzione: Guerra, il secondo Cavaliere. Tuttavia, quando il gigantesco e terrificante condottiero riesce a catturarla, invece di ucciderla inizia a chiamarla “moglie” e la porta con sé al suo accampamento. Miriam si trova così ad affrontare un futuro che mai avrebbe immaginato: il mondo brucia davanti ai suoi occhi, città dopo città, e il responsabile di tutto ciò è il suo apparentemente indistruttibile “marito”, il quale, nei suoi confronti, si dimostra tuttavia tenero e gentile, nonché deciso a fare di tutto per conquistarla. Miriam non è sicura di riuscire a resistergli, ma se c’è una cosa che ha imparato è che amore e guerra non possono coesistere e lei deve scegliere se arrendersi e assistere alla fine dell’umanità, oppure se sacrificare tutto, sentimenti compresi, pur di fermare il Cavaliere.

Parto col dirvi che non vedevo l'ora che uscisse questo secondo volume dei Cavalieri dell’apocalisse, perché ero rimasta affascinata da Pestilenza, dalla storia e dalla scrittura dell’autrice. Non pensavo potesse colpirmi in modo così piacevole, e invece con il primo libro l’autrice ha superato di gran lunga le mie aspettative. Perché ho fatto questa premessa? Di questo secondo libro, colpevole il primo, avevo molte aspettative, mi aspettavo che il secondo cavaliere dell’apocalisse, Guerra, mi conquistasse proprio come era accaduto con Pestilenza, ma purtroppo così non è stato.

Abbiamo un salto temporale di ben 13 anni, Guerra in questi anni ha seminato panico e distruzione, conquistando sempre più città e facendo piazza pulita dei nemici, dai bambini agli anziani. Gran parte della popolazione mondiale non ricorda nemmeno com’era il mondo prima dell’arrivo dei Cavalieri, e nemmeno Miriam, che è costretta a vivere giorno dopo giorno, mantenendosi in vita grazie alla costruzione di armi, che lei sa usare più che bene. Le poche regole che si è data, le servono per sopravvivere in questo mondo, ormai devastato da distruzione e caos. In una delle sue uscite mattutine a Gerusalemme, si imbatte in una catastrofe, Guerra è arrivato anche nella sua città per seminare panico e uccidere quante più persone possibili. Basta uno sguardo, i loro occhi si incrociano e questo strano cavaliere dell’apocalisse vede in lei qualcosa che non aveva mai visto in nessuna, quella ragazza che con tanto coraggio e determinazione l’ha appena affrontata, è stata mandata per lui, lei è la sua sposa.

Diciamo che dopo questo primo incontro, che seppur veloce è stato quantomeno interessante, tutto è andato un pò a rotoli. Ho trovato il personaggio di Guerra poco caratterizzato ma soprattutto ottuso. La Thalassa non ha saputo trasformarlo nel gran personaggio che avrebbe potuto essere, ha accennato un personaggio carino ma si è fermata lì. Tutte le sue azioni, tutte le sue parole, le ho trovate un pò fuori contesto e poco pensate, mi ha molto delusa. Ho trovato nel suo personaggio belle parole ma poca sostanza, in un certo senso, perché oltre uccidere a destra e sinistra e dire che il suo Dio l’ha mandato sulla Terra per una missione sacra, non ha fatto altro per l’intero libro. Anzi, si è spogliato, cosa molto gradita devo dire, ma di poco spessore per l’intero libro.

“Tutte le creature possono sperimentare pestilenza, carestia e morte, ma la guerra, la vera guerra, è un'esperienza singolarmente umana.”

Il vero problema di tutta questa storia è il fatto che non accade nulla sostanzialmente. La narrazione, a parte qualche accenno di suspense, è noiosa e ripetitiva, per 3/4 di libro succedono sempre le stesse identiche cose, e vanno a finire sempre nello stesso modo. Però come è giusto che sia, questo libro non ha solo aspetti negativi, infatti si legge molto velocemente, la scrittura dell’autrice si conferma semplice ma dettagliata al punto giusto. La cosa che ho apprezzato di più in questo libro è la solidarietà umana che dimostra la protagonista Miriam. Lei è una ragazza che ha sofferto molto e troviamo questa cosa nel modo in cui si approccia al mondo in generale, sempre in allerta, sospettosa. Ho adorato come la nostra protagonista si comporta nei confronti delle altre persone in difficoltà, fa di tutto per cercare di salvarle, alcune volte rischiando pure la propria vita, andando contro Guerra, che non è una cosa sempre facile da fare. Questo mi ha reso più piacevole la lettura.
Una cosa che secondo me poteva essere gestita molto meglio è la storia d’amore tra i due protagonisti. L’ho trovata poco matura e molto affrettata. Mentre leggevo mi era inevitabile fare il paragone con Pestilenza, e pensavo che sarebbe bastato anche solo modificare alcune scene e renderle meno morbose e malate, per farmi apprezzare questa storia d’amore, però purtroppo non mi ha convinta per nulla.

“Ti ho vista e per la prima volta ho desiderato. Allora ho preso” 


Giulia



Photo credit: @_gbooklover_

sabato 21 maggio 2022

Review Party: "Dark Wings. Ali di fuoco" di Krisha Skies (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*!
Oggi la nostra Giulia ci parla di "Dark Wings. Ali di fuoco", di Krisha Skies, libro letto in occasione di un Review Party. Si tratta del secondo volume del Ciclo delle Ali Oscure. Conoscete questa serie e la sua autrice? Scoprite di più nella recensione che segue e passate a leggere anche le altre recensioni del Review Party (calendario in fondo al post) ;) A presto!

Dark Wings. Ali di fuoco
di Krisha Skies

Prezzo: 21,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 421
Genere: urban-fantasy, paranormal fantasy
Editore: Horti di Giano
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2022

La guerra incombe tra gli Alati di Azra e gli umani dei Paesi federati del Patto Meridionale. La giovane umana Lyan Alba, dopo gli eventi di quattro anni prima vissuti nella capitale azrariana, per sfuggire a un passato difficile da gestire ha deciso di lasciare la sua famiglia per cominciare una nuova vita nella città-Stato di Cartago. Ma un nuovo conflitto sta per travolgerla e un attacco inatteso arriva dal cielo, facendo iniziare una guerriglia urbana tra invasori e Milizia per la Resistenza umana. La forza latente che Lyan ha sempre cercato di tenere nascosta e inerte dentro di sé si risveglia prepotentemente, richiamando l’attenzione dei membri della società segreta azrariana delle Ali di Fuoco. Così il passato torna a perseguitarla e nuove avventure la coinvolgeranno, costringendola a intrecciare il suo destino ancora una volta con quei trascorsi da cui era fuggita invano. Dovrà quindi fare i conti con un amore che sembra impossibile e con un destino che le chiederà di compiere delle scelte che potrebbero segnare per sempre la sua esistenza e quella delle persone che ama. Dopo Dark Wings, è finalmente disponibile il secondo capitolo della saga "Il ciclo delle Ali Oscure".

Quando mi è stato proposto di leggere questo libro in anteprima, sinceramente non vedevo l’ora di farlo. Non ricordavo quanto mi erano piaciuti il mondo e la storia creati da Krisha, e ritornare a leggere di Lyan e Azalel è stato bello, bellissimo. Non ricordavo come fosse finito il primo libro, ma ricordavo che avevo pianto, avevo sofferto per il comportamento di Lyan e Azalel, ma li avevo capiti, avevo compreso la storia e le loro motivazioni e non mi aspettavo che questo libro, rispetto al primo, potesse piacermi ancora di più.

Sono passati quattro anni da quando abbiamo lasciato Lyan a Cartago, sono passati quattro anni dall’ultima volta che Lyan ha pronunciato il nome di Azalel. Quattro anni in cui lei ha studiato molto e finalmente sta mostrando la sua tesi per la laurea. È passato tantissimo da quando lei ha scoperto i suoi poteri, la Lungimiranza che le permette di scovare il passato delle persone, quel potere che le permette di scoprire anche i segreti più nascosti, in tutto questo tempo ha tenuto segregato il suo potere nella parte più oscura di sé, e nessuno l’ha trovata, fino ad adesso. Proprio il giorno della sua laurea, questo potere che era stato ben custodito dentro di lei esce fuori e, involontariamente, immedesimandosi nel corpo di un ragazzo che lei conosce fin troppo bene, scopre una parte tetra e dolorosa del passato di Azalel, vive in prima persona la morte dei suoi genitori. Proprio quando tutto sembrava non potesse andare peggio di così, la guerra tra gli azrariani e gli umani incombe sempre più potente, e sta arrivando alle porte di Cartago. Lyan, che da quando è stata costretta a lasciare Azra, ha trovato lavoro come insegnante ed educatrice presso un centro di accoglienza per gli azrariani internati che allo scoppio della guerra abitavano e lavoravano nelle città “umane”, lavoro che le permette di mantenersi e studiare allo stesso tempo, di certo non si sarebbe aspettata che il generale che sta invadendo la sua città sia proprio un membro delle Ali di Fuoco, e che proprio Azalel gli abbia detto dove la ragazza si trovava. Lyan è arrabbiata e delusa da Azalel ma, allo stesso tempo, come lei gli ha promesso, non ha mai smesso di amarlo, non ha mai smesso di pensarlo e non ha mai smesso di soffrire per lui. Azalel sembra cambiato, sembra più duro, più forte e più insensibile, e quasi Lyan non riconosce più quel ragazzo che tanto aveva amato.

La vita di Lyan dopo l’arrivo dell’armata alata è cambiata completamente, cosa vorranno da lei le Ali di Fuoco? Perché Azalel li ha condotti da lei? Ma soprattutto riuscirà Lyan a tirarsi fuori da questa situazione tragica?

Parto col dire che le mie alte aspettative, in merito a questo secondo libro, sono state leggermente deluse, perchè sinceramente mi aspettavo che la storia di questo libro non fosse impostata come in realtà è stato fatto. Mi aspettavo azione, avventura, nuove verità da scoprire, un’evoluzione dell’amore tra Lyan e Azalel, e devo dire che sono stata accontentata in parte. La storia di questo secondo volume, come anche l’autrice spiega nei ringraziamenti e come anche io ho capito leggendo, è interamente incentrata sul rapporto conflittuale tra Lyan e Azalel, sono stata felicissima di sapere che finalmente siano riusciti a confessarsi tutta la verità che i loro cuori celavano, però mi aspettavo un’evoluzione anche per quanto riguarda tutto il contesto al di fuori. Vengono svelate nuove cose, vi è l’arrivo di nuovi personaggi fondamentali e che personalmente ho adorato, però ho letto tutto il libro con la speranza che arrivasse quel colpo di scena che non è mai arrivato. Questo non è per dire che il libro non mi è piaciuto, anzi ho molto apprezzato la scelta dell’autrice di mettere in un certo senso un po' più di verità nel rapporto tra i due protagonisti, ho amato l'evolversi e l’affermarsi dei loro sentimenti, anche se alcune volte avrei voluto ucciderli entrambi per motivi differenti, se da un lato ho odiato l’infantilità di Lyan nel prendere alcune decisioni, dall’altro ho odiato la vigliaccheria di Azalel in determinati punti della storia. Ma ho anche imparato ad amare e accettare la determinazione e l’amore che entrambi provano, un amore che va oltre il tempo e lo spazio, si amano anche se sanno che potrebbe essere il motivo della loro fine.

“Avrei voluto dirgli di non lasciarmi andare, perchè non mi importava niente delle Ali di fuoco, della guerra: per me contavano solo il modo in cui mi stringeva in quel momento e il battito del suo cuore all’unisono con il mio”

Se da un lato Lyan ha passato quattro anni a cercare di nascondersi dal nemico e involontariamente anche da Azalel, lui non ha fatto altro che cercarla ovunque e non si è mai arreso. Nemmeno quando tutti dicevano che lei era morta, non avrebbe mai voluto vivere una vita in un mondo in cui lei non esisteva più.
Azalel non è più lo stesso ragazzo che abbiamo incontrato nel primo libro, è cambiato, è più freddo, calcolatore, sembra diventato un esperto nel celare le proprie emozioni. Però, nonostante questo, soffre, soffre più di tutti, il cuore di pietra che mostra a tutti sanguina, e Lyan ne è consapevole, le basta guardarlo negli occhi per una frazione di secondo per capire che se non fa qualcosa per fermare quello che sta accadendo intorno a loro, probabilmente perderà l’unico uomo che è mai stata in grado di amare.

“ Eppure, pensare a te mi ha impedito di perdere me stesso. Il tuo ricordo è stato ciò a cui mi appigliavo ogni volta che sentivo di non riuscire più a capire che cosa fossi e cosa stessi diventando”

Seppure in piccola parte, questo volume aggiunge alcune cose alla storia iniziale, abbiamo l’introduzione di nuovi personaggi e soprattutto veniamo a scoprire nuovi segreti che si celano dietro le Ali di Fuoco.
Un personaggio secondario che ho amato e che vorrei protagonista di una sua storia personale, è sicuramente Kamael, un Alato cresciuto da due umani, che Lyan sente come un fratello più piccolo. Ma non è solo quello che li lega e purtroppo Lyan viene a scoprire troppo tardi cosa è Kamael e cosa soprattutto può fare. E credo sia stato un personaggio fondamentale per fare capire a Lyan molte cose su se stessa e sui suoi poteri da Lungimirante, un personaggio che si ama o si odia. Mi ha conquistato con la sua aria da spavaldo. Nonostante si sia rivelato un bel personaggio, in alcune circostanze l’avrei preso a sberle volentieri, è ancora un ragazzo e questo si nota in alcune sue risposte e in certe decisioni che prende.

Concludo dicendo che non vedo l’ora di leggere il terzo capitolo di questa saga che mi ha conquistato e che spero potrà conquistare anche voi.




Giulia


Photo credit: @g_booklover

venerdì 25 febbraio 2022

Recensione: "Sei una di noi" di J. Reed

Buongiorno, caffeinomani! ^^
Oggi sono qui a parlarvi di un libro letto in occasione di un review party ma che recensisco fuori evento perché purtroppo non ho apprezzato la lettura. Ringrazio comunque la casa editrice per la copia digitale fornitami in cambio di un’onesta opinione.

Sei una di noi
di J. Reed

Prezzo: 2,99 € (eBook) 13,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 259
Genere: dark fantasy, paranormal romance, young adult
Editore: Dark Abyss
Data di pubblicazione: 3 dicembre 2021

Halloween si avvicina e una strana nebbia cala sul villaggio di Hammefalls, senza però velare l'entusiasmo di Gemma e delle sue amiche, alle prese con i primi amori e con la splendida festa che stanno organizzando; tuttavia, qualcosa turba la loro serenità: se Rose, detta "il mostro", in realtà è perfettamente normale, cosa sta accadendo a Priscilla? Frequenta cattive compagnie o ha scoperto segreti inquietanti in un misterioso libretto? E perché le loro notti sono disturbate dal medesimo incubo, legato all'antico cimitero del paese? Tra equivoci, baci, balli, nuove amicizie e sparizioni le ragazze sono destinate a scoprire i misteri di Hammerfalls e anche se stesse.

Non avevo ancora letto nulla della nuova realtà editoriale Dark Abyss, nata dal sogno di una ragazza che seguo e ammiro per il coraggio e la determinazione. Il dark fantasy l’ho sempre apprezzato. In Italia, purtroppo, ne abbiamo pochissimo ma quel poco che è uscito ho sempre voluto leggerlo. Ecco perché, intrigata dal genere, ho deciso di dare la mia disponibilità per leggere quella che mi sembrava a tutti gli effetti una storia molto intrigante. Dopo pochi capitoli, ho però capito che per me non era così. Sei una di noi non si è rivelato il romanzo che mi aspettavo, bensì una storia abbastanza immatura e con ben poco pathos. La protagonista è Gemma, una ragazza che, insieme alla sua migliore amica, Priscilla, ha intenzione di organizzare la festa di Halloween più spettacolare di sempre. Non hanno ancora trovato la location definitiva quando viene loro proposto il fienile della strana casa di Rose in cima alla collina. Ma Rose non è una ragazza con cui le due vogliono avere a che fare. Rose è troppo diversa da loro; con i suoi capelli bianchi e gli occhi che talvolta luccicano di rosso, è fin troppo inquietante. Un mostro, la definiscono. E le fanno dei dispetti anche piuttosto pericolosi. Ma quando la sorella di Gemma prende in simpatia Rose, anche lei inizia a conoscerla meglio e comprende che non è così male come pensava - come le aveva fatto credere Priscilla - e che di sicuro non è un mostro, anzi la trova anche simpatica. Gemma si sente in colpa per averla trattata male e averla fatta soffrire, così Rose la perdona, e pian piano le due iniziano a stringere sempre più una bella amicizia. Nel frattempo, Priscilla non riesce ad accettare la cosa e si allontana da loro, iniziando a frequentare uno strano gruppo di ragazzi e vagando per il cimitero di notte. Halloween si avvicina, c’è una festa da organizzare, e le ragazze scoprono anche di avere qualcosa ad accomunarle: dei sogni inquietanti e spaventosi in cui è presente della fitta nebbia. Cosa vorranno dire questi sogni? Come mai Priscilla è diventata tanto strana all’improvviso? E chi è davvero Rose?

Credetemi, ci ho provato davvero a farmi piacere questo libro ma non ci sono riuscita. L’ultima cosa che volevo era recensirlo negativamente, ma più avanzavo con la lettura più le cose non mi convincevano e, alla fine, è stato inevitabile tirarmi fuori dal tour promozionale. Sei una di noi ha tanti difetti, secondo me, uno tra tutti lo stile. L’autore ha uno stile acerbo e ingenuo, la sua scrittura è debole, infantile, con un uso troppo stringato di vocaboli e dialoghi banali e noiosi. Ho fatto fatica a seguire la trama, o quanto meno la parte sovrannaturale della storia, perché Reed vuole dare al romanzo questa impronta fantasy ma poi la lascia in secondo piano, preferendo a quella le diatribe tra le protagoniste o riuscire ad accoppiarle tutte col boyfriend di turno. La storia manca di ritmo, procede lenta trattando per tutto il tempo gli stessi tre argomenti a giro (organizzazione festa di Halloween, ragazzi, amicizia Gemma-Priscilla-Rose) e facendoci mancare picchi più intriganti che tengano il lettore incollato alle pagine. Ogni tanto viene rivelato un dettaglio che potrebbe essere interessante ai fini della parte fantasy della trama, ma poi viene lasciato in sospeso e si passa ad altro. Non è centellinando determinate informazioni che si riesce a tenere un lettore sulle spine, piuttosto gli si fa perdere la pazienza così. La parte un po' più avvincente del romanzo viene rilegata alle ultimissime pagine del libro e, purtroppo, ciò non basta a salvare la storia. E non è scrivendo di streghe, inserendo come ambientazione un cimitero e una festa di Halloween che si ha un romanzo dark fantasy originale. Di originale c’è davvero poco in tutto ciò. Come se non bastasse, il testo è disseminato di refusi ed errori grammaticali che hanno rallentato ancora di più la mia lettura e mi hanno infastidita non poco (i tempi verbali, ad esempio: mi sono imbattuta più volte in tempi differenti in una stessa frase o in due vicine che non dovevano stare insieme. Narrazione un po' al presente, un po' al passato prossimo, un po' all'imperfetto, che confusione!). È vero che ho letto l’arc del romanzo, ma è stato solo prima di andare a rileggermi il romanzo su Kindle Unlimited (quindi versione ufficiale) e ritrovare pari pari gli stessi errori e gli stessi refusi.

In definitiva, non mi sento di consigliare Sei una di noi, purtroppo. Solitamente trovo sempre qualcosa per cui salvare un romanzo, ma in questo non l'ho trovato ed essendo una persona onesta non voglio nascondervelo. Per quanto qualcuno potrebbe apprezzarne le dinamiche adolescenziali e quel tocco di fantastico e stregonesco che ogni tanto salta fuori, trovo che esistano romanzi che rientrano meglio nel genere dark fantasy e che presentano meno difetti di quest’opera d’esordio a cui manca un piglio più deciso, una struttura più funzionante e un editing più accurato. Mi dispiace molto dare un’opinione negativa, ho sempre amato le storie di streghe, i dark fantasy e gli young adult, ma questo libro ha poco di ognuno e purtroppo gestito anche male. Il mio voto è due stelline. Mi auguro comunque di leggere in futuro dark fantasy migliori da parte di questa casa editrice, che mi facciano provare qualche brivido in più e siano più avvincenti e curati a livello di forma, trama e personaggi.
Voto: 2 stelline per una storia che mi ha deluso e che presenta troppi difetti.


A presto!
xoxo

Fonte immagine: Pinterest

sabato 25 dicembre 2021

Recensione: "Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale"

Buongiorno, lettor*!
Oggi è il giorno di Natale e noi tutte di Coffee&Books vogliamo augurarvi di trascorrere queste feste nella maniera più serena e armoniosa possibile. I nostri migliori auguri affinché non solo il Natale, ma ogni giorno, possa essere occasione di gioia.
In questa giornata, non ci siamo fermate e abbiamo deciso di regalarvi ancora qualche recensione a tema natalizio. Oggi puntiamo, però, su qualcosa di diverso. Abbiamo letto alcuni racconti del Drago Oscar Mondadori “Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale” e ve ne parliamo in questo post. Perché anche a Natale c’è chi ha voglia di alternative alle solite letture, e questa lo è di certo.
Si ringrazia Oscar Mondadori per la copia digitale omaggio fornita in occasione del Calendario dell’Avvento.

Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale

Prezzo: 12,99 € (eBook) 25,00 € (cop. rigida)
Pagine: 732
Genere: antologia, racconti, paranormal, horror
Editore: Mondadori (collana Oscar Draghi)
Data di pubblicazione: 23 novembre 2021

Nell’epoca vittoriana era tradizione che, sotto Natale, i periodici più diffusi pubblicassero racconti di fantasmi, se non proprio dell’orrore, ben lontani dalla tranquillizzante atmosfera del "Canto di Natale" dickensiano. Erano amatissimi dai lettori che volevano unire ai brividi del freddo quelli della paura e trascorrere momenti di lettura solitaria o in famiglia accanto al caminetto. Erano scritti da autori poco sconosciuti, quando non anonimi, ma anche le grandi firme letterarie si sono cimentate nel genere: questo volume raccoglie oltre 60 storie scritte, tra gli altri, da autori del calibro di Joyce, Lovecraft, Jerome, Carroll, Barrie, Alcott, Hawthorne e tanti altri.

Natale è tante cose. È gioia, condivisione, sorrisi, magia. C’è chi a Natale ama fare l’albero e il presepe, comprare regali e leggere storie sdolcinate ambientate in luoghi da favola e che abbiano il classico lieto fine e chi, invece, ha un animo da Grinch e delle feste ama poco e niente, soprattutto non ama i classici romanzi di Natale. E se, invece delle solite letture sdolcinate, si parlasse di fantasmi? Il Grande Libro dei Fantasmi è una raccolta esponenziale di racconti di ogni tipo legati al mondo del soprannaturale. Qualche nome più famoso fa capolino (Elizabeth Gaskell, Arthur Conan Doyle, Louisa May Alcott, James Matthew Barrie, H.P. Lovecraft, James Joyce), altri sono piuttosto sconosciuti, ma non per questo meno validi. L’antologia è divisa in sezioni, ognuna introdotta con una poesia dal titolo caratteristico (Canzone delle ombre, Ballata dei fantasmi natalizi, Case infestate, Lucy un giorno andava a spasso, Ombre in ascolto, Yule Horror, Vischio) e belle e un po’ inquietanti illustrazioni in bianco e nero. È il volume ideale per chi, a Natale, ha bisogno di qualche brivido in più, per chi ama il genere gotico e le atmosfere lugubri. Anche noi di Coffee&Books abbiamo voluto ricercare qualche brivido questo Natale e abbiamo letto qualche racconto da questo splendido volume. I racconti di cui vi parlo io sono “Lo spettro d’acqua di Harrowby Hall” di John Kendrick Bangs, “La carrozza fantasma” di Amelia B. Edwards, “I tre gatti neri” di A.D. Crake. Tutti e tre a modo loro mi hanno colpito, li ho trovati scorrevoli e inquietanti al punto giusto. La raccolta è davvero immensa, ma non escludo di leggere ancora altri racconti, nei prossimi giorni, perché sono molto interessanti.

"Lo spettro d'acqua di Harrowby Hall"
di John Kendrick Bangs

Ne “Lo spettro d’acqua di Harrowby Hall”, troviamo un fantasma che infesta un’antica dimora. Ogni vigilia di Natale, allo scoccare della mezzanotte, per un’ora esatta, si mostra agli ospiti di una camera in particolare e inonda tutto di acqua, essendo lo stesso fantasma fatto d’acqua. Gli ospiti finiscono col perdere il lume della ragione e morire di terrore o di polmonite. I padroni le provano tutte per evitare al fantasma di strisciar fuori dal pavimento e allagare la stanza, rovinando ogni cosa e terrorizzando gli ospiti, ma nulla sembra funzionare, nemmeno lasciare la stanza vuota, perché quando in quella stanza non vi sono ospiti, il fantasma è costretto ad apparire al padrone di casa, ovunque lui sia. La storia si ripete per anni, persino con l’erede, che però, dopo vari tentativi, troverà alla fine un modo per liberarsi del fantasma. Ho trovato questo racconto il più piacevole tra quelli letti, anche per via di una punta di ironia che lo permea, con i padroni di Harrowby Hall che si ingegnano davvero in ogni maniera, ma non riescono mai a spuntarla. La storia mi ha anche un po’ fatto pensare a The Haunting of Bly Manor, e forse per questo l’ho particolarmente apprezzata. Non è un racconto che terrorizza così tanto, però lo si legge con voracità proprio per capire come andrà a finire e se il padrone di Harrowby Hall riuscirà mai a liberarsi davvero dello spettro d’acqua.

"La carrozza fantasma" 
di Amelia B. Edwards

Molto più inquietante è, invece, il secondo racconto che ho letto, “La carrozza fantasma”. In questa storia abbiamo un uomo che racconta un’esperienza vissuta in prima persona. Non ha testimoni, infatti nessuno gli ha mai creduto, ma lui ce la riporta perché è ancora vivida nella sua memoria ed è convinto della sua verità. Siamo nelle brughiere inglesi, a dicembre. È la stagione dei galli cedroni, ma l’uomo non ha avuto molta fortuna col suo fucile. È in arrivo una tempesta di neve e lui sembra essersi perso ormai. Inizia a vagare nella brughiera, ad avanzare mentre aumenta la tempesta, a chiamare aiuto, ma non sembra esserci anima viva nei dintorni e le forze lo stanno per abbandonare. Quando sta perdere ogni speranza, ecco che incontra un uomo con una lanterna, un anziano di poche parole che lo conduce alla casa del suo padrone. Qui l’uomo, che scopriamo chiamarsi James Murray, di professione avvocato, conosce il proprietario, un erudito che lo intrattiene e lo incanta con la sua eloquenza e la sua storia, con i suoi racconti e i suoi pensieri sui più disparati argomenti, soprattuto quando parla di superstizioni e fantasmi. Quando smette di nevicare, però, è tempo per Murray di rimettersi in cammino. La giovane moglie lo aspetta a casa, sicuramente in apprensione. Il suo gentile ospite gli consiglia un percorso per guadagnare tempo, che prevede di prendere la vecchia strada delle carrozze. E così l’avvocato si ritrova a percorrere questa strada, assolutamente deserta, fino a quando non compare una carrozza che lui crederà essere la diligenza che aspettava. Solo troppo tardi si renderà conto della stranezza delle persone presenti sulla carrozza, della loro aria inquietante e delle condizioni fatiscenti della carrozza. Troppo tardi per mettersi in salvo da ciò che gli accadrà e che lo segnerà a vita. Come vi dicevo, questo è sicuramente il racconto che più degli altri letti mi ha fatta rabbrividire. Non tanto la prima parte che è piuttosto lenta, quanto la seconda, proprio quella relativa alla carrozza. Non posso negare che comunque vi sia una buona tensione in questo racconto, come se da un momento all’altro ti aspettassi qualche colpo di scena, che poi arriva soltanto alla fine. Il padrone erudito è sicuramente un personaggio interessante, che occupa una parte importante del racconto, eppure è stata una parte che non ho trovato utile al fine della storia. Per quanto riguarda il finale, sicuramente stuzzica il lettore infondendo il seme del dubbio: sarà tutto vero o solo frutto della suggestione?

"I tre gatti neri"
 di A.D. Crake

Il terzo racconto “I tre gatti neri” ha invece a che fare con una strega. Un narratore ci racconta di un suo antenato che aveva un possedimento nella foresta di Wychwood, dove si dicesse abitasse una strega molto temuta. Circolavano molte storie strane su di lei, ma chissà cosa era vero e cosa no. L’antenato aveva sempre cercato di non attirarsi l’inimicizia della strega, ma un giorno il destino gli fece commettere un passo falso e allora la strega gli riversò addosso tutto il suo odio. L’uomo aveva due figli ed è proprio con loro che la strega se la prenderà, lanciando un incantesimo che li farà ammalare e gli procurerà ogni notte il terrore al momento di dormire, quando tre gatti neri compariranno sui loro letti per “risucchiargli via il respiro”. Anche quando i genitori resteranno con loro l’incantesimo persisterà, perché i due adulti cadranno in uno stato di torpore incontrollabile, mentre ai bambini continueranno ad apparire i gatti neri e a terrorizzarli. Alla fine, i due si rivolgeranno a un saggio esperto di “magia bianca” che darà loro un suggerimento per spezzare l’incantesimo, ma dovranno fare esattamente come lui indicherà loro o sarà tutto vano e l’incantesimo non verrà spezzato. I genitori, disperati, eseguono tutto alla lettera, salvo poi tradirsi in un piccolo dettaglio che costerà loro ogni cosa. Alla fine di questa storia il narratore ci fa notare come ogni racconto tramandato a voce per secoli si arricchisca di particolari e che alla fine la storia sarà molto diversa dalla prima versione narrata. Quanto c’è di vero in questo racconto? Quanti particolari aggiunti nel tempo? Non si sa. È comunque una storia che include elementi tipici del mondo della superstizione, come streghe, malefici, gatti neri (i gatti neri mi hanno fatto pensare a Poe) e che trovo perfetta da leggere anche ad Halloween.

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I racconti letti da Melz

"Il Capitano della Pole-Star" 
di Arthur Conan Doyle

John M’Allister Ray, tirocinante di medicina, ha un diario di bordo dove scrive tutto ciò che succede tra i ghiacci sulla “Pole Star”, la baleniera sulla quale si trova. È una storia di terrore molto breve che ci mostra un Doyle diverso, ma ugualmente perfetto, anche senza il suo Sherlock. Questo testo rientra nella produzione fantastica, assieme a cinque romanzi e altri racconti, tutti riguardanti il soprannaturale. È la piccola storia di un uomo di scienza che riporta fatti raccontati dall’equipaggio di uno strano Capitano su un’entità bianca e alta che li tiene prigionieri sull’isola. Ray, inizialmente, cercherà di dare una spiegazione razionale, tenendo il lettore col fiato sospeso. Il racconto è vero, o è tutto frutto della paura, come sostiene il dottore? Le urla sono reali, o è solo il verso di rapaci in lontananza? E chi è davvero il Capitano Craige? Doyle ci catapulta quasi in una dimensione diversa di confusione e timore, dove non si sa cosa è vero e cosa no in maniera magistrale. Ho avuto per tutto il tempo la sensazione di essere con loro nei ghiacci, circondata dagli spettri come in una visione, una di quelle che Ray crede proprie di Craige. Il finale del racconto è degno di pelle d’oca, come la scritta “tratto da una storia vera” di un film particolarmente spaventoso. La storia è un crescendo di sensazioni terribili e racchiude uno stile semplice e perfetto, solito stile di Doyle che non mi stancherò mai di elogiare.

“Il Racconto della Vecchia Balia”
di Elizabeth Geskell

Questo è un racconto di una signora, la balia dei genitori di chi sta ascoltando la storia. Rosamond rimane orfana di entrambi i genitori in tenera età, a prendersi cura di lei la sua balia, la stessa voce narrante. Le due vengono mandate da Lord Furnivall in una dimora desolata dove vivono due burbere signorine, la Furnivall e la sua domestica, in atmosfere che ricordano molto quelle di Cime Tempestose. Ed è proprio quest’ultima la parola chiave, perché è in notti tempestose che viene a galla qualcosa di oscuro. Addirittura la piccola Rosamond scompare, attratta dal pianto di una bambina disperata, forse un fantasma che la porta da qualcuno, una donna, che vuole cullarla. Ma chi è questa donna? E quella bambina? La scrittura trascina nella storia, l’ansia è palpabile sia nelle parole della balia che nelle sensazioni di chi legge (io, in questo caso). È stato come veder scomparire qualcuno a cui io stavo badando, in un impeto di terrore. Non avevo ancora letto nulla della Geskell e ne sono rimasta affascinata. Da grande amante di storie di fantasmi e atmosfere gotiche questo racconto che si legge davvero in un attimo non poteva non piacermi. Il tutto poi sembra nascondere una critica alla società in maniera più o meno sottile tra abusi e maltrattamenti. E quindi cos’è, alla fine, che fa più paura, i fantasmi o le persone reali? Io punto tutto sulla seconda ipotesi, ora come allora.

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I racconti letti da Giulia

"L’Espresso delle 16.15"
di Amelia B. Edwards

William Langford, ci racconta un fatto accaduto ben 10 anni fa, a cui ancora lui pensa e ripensa perché proprio non è riuscito a capire cosa sia successo quel 4 dicembre, in uno scompartimento esclusivo, nell’espresso diretto a Clayborough.
Era una giornata nebbiosa e calda, e Langford, tornato da un lunghissimo viaggio di lavoro, era stato invitato da un amico di vecchia data, Jonathan Jelf, a passare il Natale con lui.
Ma chi si sarebbe mai aspettato che, nel suo stesso vagone, potesse sedersi l’avvocato Dwerrihouse, nonché cugino della moglie di Jelf.
È un racconto con sfumature di giallo, all’improvviso Langford si ritrova nel bel mezzo di un’investigazione.
Mi è piaciuto molto il modo di raccontare l’intera storia, perché è come se dovessi risolverlo io quello strano caso, e il modo in cui si viene a scoprire la parziale verità è strabiliante, la scrittrice fino all’ultimo fa in modo che tu non capisca chi dica la verità, e come la metteresti se tutti stessero dicendo la verità ma le versioni non combaciano?
Questo è proprio il mistero della storia che però mio malgrado è rimasto irrisolto.

"La casa scomparsa"
di Bernard Capes

Atmosfera tetra, un uomo panciuto ed enorme che racconta una storia di fantasmi.
Jack e quasi tutta la gente del villaggio si erano riuniti per Natale al Good Intent.
In una notte tempestosa come quella, il banjo, si mise a raccontare la storia di suo nonno, e quando nelle campagne del Sud ovest, insieme ad altri compagni di viaggio, si ubriacò e per non diventare spuntino di Natale per i corvi si misero a suonare Kate of Aberdare; ma proprio in quella notte in cui temevano di morire accadde una cosa strana, che dico strana quasi spaventosa, dal nulla comparve una casa.
Un racconto molto breve ma carino, perfetto da leggere la notte della vigilia di Natale.
Molto scorrevole e piacevole.

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A presto!
xoxo

Fonte immagini: Google immagini

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