Buongiorno! ^^
Oggi partecipo al Review Tour organizzato da Amarilli del blog I miei sogni tra le pagine dedicato alla serie Cosa resta degli eroi, di Richard K. Morgan. Oggi parliamo del primo volume della serie, “L’acciaio sopravvive”, che da poco è stato ristampato e ritradotto da Mondadori, insieme agli altri due volumi della serie. Finalmente, dunque, la serie è completa e chi aveva letto i primi due libri, anni fa, editi Gargoyle, può scoprire come tutto si conclude. Questa lettura è stato un viaggio arduo, non privo di ostacoli, che mi ha portato a conoscere una storia complessa e unica. Ringrazio Amarilli per avermi coinvolta in questa avventura e la casa editrice per la copia fornita, in cambio di un’onesta opinione.
L'acciaio sopravvive
di Richard K. Morgan
Titolo originale: The Steel Remains
Serie: Cosa resta degli eroi #1
Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 532
Genere: fantasy, grimdark
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 15 febbraio 2022
L'aristocratico Ringil Eskiath, giovane eroe della resistenza, vive in esilio volontario, disprezzato per la sua omosessualità. Egar Rovina del Drago, capo dei barbari delle steppe, non trova pace tra gli agi del Sud ma neppure nella semplice vita guerresca della sua vecchia patria. Archeth Indamaninarmal, ultima erede degli alieni Kiriath e della loro tecnologia prodigiosa, cerca di far progredire l'Impero dei mortali e affoga il proprio senso di abbandono nelle droghe. Tre solitudini, tre eroismi rinnegati e incompresi, tre vite spezzate che si sono conosciute durante il conflitto, legandosi in un'amicizia che adesso dovrà affrontare una nuova sconvolgente minaccia.
Al pari dei suoi bestseller cyberpunk, con questa sinistra e superba trilogia fantasy Richard K. Morgan ha realizzato un capolavoro che ha fatto scuola e ha spinto il grimdark verso nuovi scioccanti confini, contaminandolo col noir e la fantascienza, fondendo Le Guin, Moorcock e Murakami. Un viaggio spettrale attraverso un mondo fastoso e feroce, nel quale resiste tuttavia la tensione verso qualcosa a cui aggrapparsi nella tempesta che tutto travolge.
Di Richard K. Morgan non avevo ancora avuto modo di leggere nulla, nonostante avessi sentito parlare spesso dei suoi lavori, alcune volte bene, altre male. Non sapevo cosa aspettarmi e, proprio per questo, ho voluto cedere alla tentazione di lanciarmi in questa impresa e scoprire per intero la sua serie Cosa resta degli eroi. E cosa ne penso dopo questo primo approccio? Non lo so ancora esattamente. Il primo libro mi ha affascinata per certi aspetti, per altri no, ma non sono ancora pronta a dire quanto la serie mi entusiasmi, perché mi aspettano altri due libri e questo primo volume non regala un quadro completo della realtà creata da Morgan, ma soltanto un’anticipazione, secondo me, di ciò che deve ancora accadere. Il lettore viene introdotto in un mondo rude e violento, ma senza essere accompagnato per mano. Viene piuttosto lasciato a vagare da solo, ad osservare e a trarre le sue conclusioni. Di che mondo si tratta, qual è la sua storia, la sua genesi e tutto il resto sta a lui comprenderlo. Queste lacune, questi vuoti nel worldbuilding - società, religione, luoghi, politica, ecc... - sono tra le cose che mi hanno lasciata più perplessa, perché sono riuscita a cogliere vari dettagli del contesto, ma non perché l'autore si soffermi a farcelo capire a fondo. Non che sia così tanto un male, non sono una lettrice che ama gli spiegoni, ma avrei gradito un'ambientazione dai contorni più precisi e definiti, per esempio. Veniamo catapultati senza salvagente in una storia capace di annientare per la sua crudezza. Allo stesso tempo, però, è impossibile non provare ammirazione per lo stile dell’autore, che non si limita a mostrati le cose, bensì a fartele sentire addosso. Ogni singola sensazione viene esplorata, le parole ad esaltarne gli effetti. E così ci ritroviamo a percepire, allo stesso modo dei protagonisti, droghe, sesso, ferite, turbamenti, tutto. Questo è l’aspetto che ho apprezzato maggiormente, perché mi sono sentita coinvolta in ogni momento e, seppure il libro abbia delle pecche, grazie allo stile di Morgan quasi passano in secondo piano.
Il punto forte del romanzo sono sicuramente i personaggi, molto più ben definiti rispetto a tutto ciò che concerne il mondo creato. Sono tre personaggi emblematici, eroi decaduti alle prese con i propri demoni e rimpianti e guai. Ringil Eskiath è un eroe della resistenza in una guerra contro enormi e letali Lucertole (il Popolo delle Squame) ed è di origini nobili, ma queste non contano più nulla dal momento che viene disprezzato per il suo essere omosessuale. Nel mondo da cui proviene viene considerato un reietto, un degenerato, e gli vengono evitate torture solo per via del nome che porta. Ecco perché preferisce condurre una vita lontano dagli agi e dalla sua famiglia, lontano dalle persone che non lo apprezzano e che gli hanno procurato solo sofferenze. Eppure la madre lo richiama a sé e a quel mondo tanto odiato per affidargli un compito che solo lui può portare a termine: ritrovare una cugina venduta per debiti. Ringil dovrà tirar giù la sua fidata Amica dei Corvi da sopra il camino e andare incontro con riluttanza a ciò che il destino ha ancora in serbo per lui. Oltre Rigil, abbiamo, poi, altri due personaggi che non sono da meno, Egar Rovina del Drago, capo clan del popolo nomade delle steppe, e Archeth, del popolo alieno Kiriath, consigliera di un giovane e arrogante imperatore. Anche di questi due personaggi l’autore ci regala il punto di vista e ammetto di non aver avuto nessuna difficoltà nel leggere l’alternanza di questi tre pov. Tutti e tre sono ben distinguibili e intriganti alla stessa maniera. Le loro storie procedono in parallelo, scopriamo però che c'è un filo comune ad unirli e, difatti, nell'ultima parte li ritroviamo insieme ad affrontare una delle sfide più difficili della loro vita.
Richard K. Morgan, in questo libro, affronta tante tematiche difficili, omosessualità, stupro, droghe, prostituzione e molto altro, caricando la lettura e portandola a livelli di intensa complessità. C’è un bel po’ di roba da mandare giù e nemmeno ai personaggi è possibile trovare appiglio perché in loro vivono due nature. Nessuno è completamente bianco o nero, non sono né buoni né cattivi. Ognuno di loro ha subìto e ha compiuto nefandezze, ognuno di loro porta sulle spalle violenze vissute, atti deplorevoli, ricordi dolorosi, come un bagaglio da buttar via ma di cui, alla fine, non si riesce a fare a meno. L’autore non si risparmia in nulla, il suo romanzo è un grimdark in piena regola, con tanto di linguaggio sporco e crudezze di ogni tipo. Spietato e implacabile come l’Amica dei Corvi di Rigil, L’acciaio sopravvive affonda nel lettore con la sua dura e fredda lama, lasciandolo stordito, lacerato e un po’ spezzato, allo stesso modo dei protagonisti. Non è sicuramente un romanzo per tutti i palati o per tutti gli stomaci, ma è un romanzo che consiglio se siete alla ricerca di una storia di grande impatto, che vi scombussoli tutti i sensi e vi lasci addosso con la voglia di gettarvi a capofitto nella lettura del volume successivo. I difetti non mancano, eppure è una storia che riesce a trascinare, nonostante si tratti pur sempre di una storia aspra e feroce. È da leggere con la consapevolezza che potrebbe urtare la sensibilità più profonda ma, allo stesso tempo, lasciare un ricordo indelebile di sé.
A presto!
xoxo
Fonte immagini: Pinterest
Io ho faticato un po' a causa del periodo impegnativo che sto vivendo, però ho amato molto il tutto
RispondiEliminaLa mia è stata in realtà una rilettura, per cui credo di aver già sedimentato i punti più criptici della vicenda. Ammetto che non è una narrazione facile, ma che viene svelata piano piano. Però hai ragione: l'acciaio affonda e fa male!
RispondiEliminala lettura è di sicuro potente e impegnativa, non è facile ma credo, col senno di poi che ne sia davvero valsa la pena.
RispondiEliminacredo anche io che non sia proprio un libro per tutti, le carenze di spiegazioni iniziali possono spaesare, così come il linguaggio così crudo. Se piace però per me è una bomba
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