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martedì 24 maggio 2022

Review Party: "Sotto la porta dei sussurri" di TJ Klune (a cura di Elena)

 
Buongiorno, lettor*!
Oggi Coffee&Books partecipa al Review Party di "Sotto la porta dei sussurri", di TJ Klune, con la recensione di Elena. Il romanzo è un fantasy con tematiche lgbtqia+ molto care all'autore ed è, come sempre, una dolce coccola. Scoprite cosa ne pensa Elena e fateci sapere il vostro parere ;) 

Sotto la porta dei sussurri
di TJ Klune

Prezzo: 9,99 € (eBook) 19,00 € (cop. rigida)
Pagine: 408
Genere: fantasy, lgbtqia+
Editore: Mondadori (collana Oscar Fabula)
Data di pubblicazione: 17 maggio 2022

Quando un mietitore va a prenderlo al suo stesso funerale, Wallace comincia a sospettare di essere morto. E quando Hugo, il proprietario di una singolare sala da tè, si offre di aiutarlo ad "attraversare", Wallace capisce che, sì, deve proprio essere morto. Ma Wallace non si rassegna ad abbandonare una vita che sente di avere a malapena attraversato ed è deciso a vivere fino in fondo anche un piccolo scampolo, anche una breve parentesi di esistenza che, se vissuta pienamente, può farsi intera.

Con l’arrivo dei primi caldi della stagione estiva, i sospirati venticelli e il desiderio di vacanze, approda nelle librerie italiane (uscito da pochi giorni, il 17 maggio), Sotto la porta dei sussurri, il nuovo romanzo di TJ Klune, pubblicato da Oscar Mondadori, nella collana Oscar Fabula, tradotto da Benedetta Gallo.  È difficile catalogare questo romanzo in un genere specifico: romanzo di formazione? Fantasy? Romance? Fantascientifico? Realismo magico? TJ Klune è uno degli autori più importanti di narrativa fantasy e romance con personaggi protagonisti e tematiche LGBTQ+ in primo piano, trattati con naturalezza, senza forzature, in una “norma” inclusiva nella narrativa di genere. Indipendentemente dal genere in cui lo collocherete, Sotto la porta dei sussurri, è un romanzo esistenzialista, intimo, che scava a fondo: apre crepe, ricordi, paure ed emozioni, come era già successo con La casa sul mare celeste.

“So che quando muore qualcuno bisognerebbe comportarsi in un certo modo e provare determinate sensazioni, ma io sono qui per dirvi che sono tutte stronzate.”

Questo secondo romanzo, rispetto al primo, è una storia che abbatte i comportamenti precostituiti e i tabù sul parlare liberamente di morte, suicidio, lutto e depressione: l’autore tratta i temi con semplicità, ironia e rispetto, senza togliere alle tematiche la loro dignità né snaturando o romanzando avvenimenti che fanno soffrire e commuovere, che non lasciano indifferenti, ma che colpiscono e fanno riflettere a ogni età. Non è una storia semplice, né per tutt*, né adatta a qualsiasi luogo o momento. Come riporta e ricorda l’autore stesso prima di narrarci questa nuova avventura: “Questa storia parla di vita e amore, ma anche di perdita e dolore. Si discute della morte nelle sue forme più diverse – morti serene, morti inaspettate, suicidi. Siete pregati di leggere con attenzione.” Ci sono storie che bisogna accoglierle nel momento giusto, non solo per apprezzarle, ma per viverle al meglio. E Sotto la porta dei sussurri è uno di questi.

“<<Tu capisci la morte?>>
No che non la capiva. Sapeva cos’era, conosceva il significato della parola, ma era un’entità nebulosa.”

Fin dalle prime battute conosciamo il protagonista Wallace Price: un uomo che odia le persone che piangono e che considera l’allegria un inconveniente che intralcia il lavoro. È un uomo considerato da tutti coloro che gli stanno attorno freddo e calcolatore, opportunista e ambizioso, che non si fida di nessuno. Insomma, un degno erede del Signor Scrooge dickensiano, che vive in un suo mondo senza luci, un mondo che si è creato su misura in modo schematico e logico, secondo le proprie regole. Il suo cielo buio inizia a punteggiarsi con le prime stelle fioche grazie allo scontro di emozioni, che afferma di non aver mai provato prima: la paura verso l’ignoto e l’imprevisto, una paura che rischia di inghiottirlo. Il suo cielo, però, inizia a lampeggiare e a brillare soprattutto con i primi incontri: Meiying, detta Mei, con il compito di riportarlo a casa, una mietitrice, una raccoglitrice di anime e un’aiutante, una sorta di Virgilio e portatrice di un bagaglio culturale cinese molto interessante. Hugo, una guida per l’attraversamento, che ricopre il ruolo di traghettatore come nella tradizione mitologica greca, ma diverso nella descrizione e nel carattere: eccentrico, amante dei tè e del suo rito, ed empatico “fino all’eccesso”. Colui che dovrà rispondere alle domande e condurre le anime verso la nuova vita. E poi Nelson, Cameron e tante e tanti altri... Personaggi che si scopriranno e sveleranno senza dare giudizi né essere giudicati, mostrando la loro unicità e a cui non si farà altro che donare il proprio cuore. Un personaggio degno di nota, come nella migliore tradizione narrativa di Klune, è la casa, rappresentata magnificamente nella copertina del romanzo. “Un edificio che dava l’impressione di essere iniziato con un progetto, che poi i costruttori avevano deciso di abbandonare a metà strada per andare in una direzione completamente diversa.” Oggettivamente un palazzo che sembrava assemblato da un bambino che ha impilato alla rinfusa mattoncini di forme, materiali, colori e dimensioni diverse, creando una struttura oblunga, dando l’impressione di precarietà, come se dovesse cadere al minimo soffio di vento. Una casa da fiaba, minacciosa e pericolosa, ma che invece, dietro alla metafora della precarietà della vita, dei sentimenti e dei pensieri, nasconde la forza, il coraggio di stare in piedi, di ricostruirsi e riscoprirsi. Una casa emblema in cui si respira salvezza e realtà.

“È uno di quei momenti in cui sembra che stiamo parlando di una cosa ma in realtà cerchi di dirmi qualcos’altro?”

E davanti a una buona tazza di tè, che sa “Di memoria. Di casa. Di giovinezza. Di tradimento. Agrodolce e bollente”, le e i personaggi intavolano conversazioni “pseudo-intellettuali”, tra commozione e risate, fiducia e rispetto: uno scambio di battute onesto, sincero e reale. Domande e dubbi che in un momento della nostra vita ci siamo posti o in futuro potremmo porci. Riflessioni che non fanno sentire piccol*, ma ancorat* al mondo e alla quotidianità. Battaglie verbali dirette sulla vita, la libertà di scelta, le cause e i motivi di eventi traumatici, la ricerca della verità, l’aiuto, l’accompagnamento, il fallimento. I perché.

“Non sapeva di cosa aveva bisogno. Non riusciva a pensare lucidamente. Tentò di razionalizzare, di trovare qualcosa a cui aggrapparsi. E quando finalmente lo trovò, veniva da dentro, un ricordo dimenticato che risorgeva come un fantasma.”

Esistono molti romanzi che trattano il tema della morte e del lutto: Klune non usa toni macabri né horror. Ciò che rende speciale questo libro è il modo in cui l’autore ci regala questa storia, come racconta le tematiche con uno stile narrativo scorrevole, frasi concise e brevi. Uno stile asciutto ma non per questo privo di emozioni. Smembra cliché, pregiudizi, stereotipi. Uno stile che include e racchiude promemoria. La semplicità con cui ci narra e ci trasporta in storie delicate e importanti, nonostante i temi trattati, è data inoltre dalle e dai personaggi, le loro relazioni e soprattutto dalle loro parole. L’autore alterna dialoghi a passaggi di descrizione, mai pesanti, anzi suggestivi, regalando una fotografia di dove si stanno svolgendo le scene, come la casa o scene di disfacimento, decadenza, tra tinte gotiche e creepy, un horrorifico che non mette paura o spavento, ma intimorisce e carico di metafore, di significati.

“Alla prima tazza di tè, siamo due estranei. Alla seconda tazza di tè, sei mio gradito ospite. Alla terza tazza di tè, siamo una famiglia.”

In conclusione, come tutti i romanzi di Klune che ho letto, anche Sotto la porta dei sussurri ha conquistato il mio cuore, emozionato e fatta sentire a casa. Un cammino e un percorso, che insieme a Wallace, si impara a trovare e ritrovare il proprio tempo d’attesa. Non è un’analisi di come si è trascorsa la propria vita, una retrospettiva di rimpianti e di “se”, il bilancio di ciò che si è creato, le vittorie e le sconfitte, gli aspetti belli e le perdite. Né è solo un percorso di miglioramento per diventare più buone e buoni: è, invece, la riscoperta di sé, portare fuori ciò che nascondiamo, con i propri tempi e modi, ma soprattutto il valore dell’unicità, di essere unico e irripetibile grazie anche all’aiuto altrui. Disimparare per scoprirsi davvero.

“Bisogna ricominciare da zero. Devi imparare a ingannare te stesso per credere nell’inaspettato.”

Consiglio la lettura a tutti e a tutte coloro a cui interessano le tematiche romanzate (nel senso positivo del termine e del valore aggiunto di essere narrate sotto forma di romanzi scritti e grafici) della morte, del dolore, del lutto e a coloro che hanno amato (ad esempio) La biblioteca di mezzanotte di Matt Haig e Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina, o anche i fumetti I kill giants di Joe Kelly e Ken Niimura e Il piccolo Caronte di Sergio Algozzino e Deborah Allo. Ulteriore suggestione sono le serie tv come The good place o After life, e influenzata dalla korean wave, per generi e temi trattati, i drama Doctor John e Tomorrow.

Ringrazio la casa editrice Mondadori per la copia digitale e per la lettura in anteprima di Sotto la porta dei sussurri in cambio di un’onesta opinione e ringrazio Valeria di “This Lady of the books” per aver organizzato l’evento.

Ps. Per coloro che hanno letto ed amato La casa sul mare celeste, aguzzate la vista e osservate attentamente la parete delle fotografie, mentre per gli appassionati della serie Green Creek, osservate con attenzione i clienti!

Non mi resta che augurarvi buone letture.

Elena


Photo credit: @tsundoku_bookstyle
Immagini: Pinterest

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