Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Eleonora ci parla di These Infinite Threads, seguito di This Woven Kingdom, di Tahereh Mafi (che aveva già recensito QUI). Il romanzo uscirà presto anche in italiano, grazie a Fanucci, ma se volete scoprire in anteprima cosa vi aspetta, leggete la recensione ;) Anche voi siete fan di Mafi e delle sue storie? Fatecelo sapere nei commenti ;)
ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER DEL FINALE DEL PRIMO LIBRO.
These Infinite Threads
di Tahereh Mafi
Prezzo: 10,29 € (eBook) 18,47 € (cop. rigida) 14,95 € (cop. flessibile)
Pagine: 416
Genere: fantasy romance
Editore: Farshore
Data di pubblicazione: 2 febbraio 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)
With the heat of a kiss, the walls between Alizeh, the long-lost heir to an ancient Jinn kingdom, and Kamran, the crown prince of the Ardunian empire, have crumbled. And so have both of their lives.
Alizeh, the heir to the Jinn throne, is destined to free her people from the half-lives they’ve been forced to live under human rule. When Kamran, the heir to the human throne, falls in love with her, he’s forced to question everything he’s been taught about Jinn.
Kamran’s grandfather lays dead at the hand of Cyrus, ruler of the neighboring kingdom of Tulan. Cyrus has stolen Alizeh away to his homeland and plans to marry her there, giving her everything she needs to become the Jinn queen—and when she assumes the throne he will have fulfilled his own bargain with the devil.
Alizeh wants nothing to do with Cyrus’s deal or the devil. But without a way to escape Tulan, and with the fulfillment of her own destiny tantalizingly close, she’ll have to decide whether she can set aside her emotions to become the queen her people need.
Kamran, meanwhile, is picking up the pieces in Ardunia. Facing betrayal at every turn, all he knows is that he must go to Tulan to avenge his grandfather. He can only hope that Alizeh will be waiting for him there—and that she hasn’t yet become the queen of Tulan.
Dopo tanto penare ho finalmente finito These Infinite Threads della mitica Tahereh Mafi, secondo capitolo della sua nuova serie fantasy iniziata con This Woven Kingdom. Non so nemmeno io perché ci ho messo tanto, forse per i mille mila impegni avuti e che richiedevano delle letture più leggere per il mio cervello affaticato, fatto sta che ora che l’ho terminato posso dire in assoluta certezza che questa nuova serie è un crescendo continuo, che non vedo l’ora di leggere il terzo e che, se vi mancano i personaggi di Shatter Me, qui trovate pane per i vostri denti.
In questo secondo libro, come da consuetudine dell’autrice, ripartiamo esattamente da dove eravamo rimasti con This Woven Kingodom. Cyrus, il re di Tulan, ha rapito Alizeh, portandola via niente meno che dal palazzo reale di Ardunia mentre era in corso un'importante festa, lasciando dietro di sé una scia di devastazione e incertezza che ha inizio con la morte di re Zaal, il nonno di Kamran (love interest della protagonista e principe ereditario di Ardunia). Durante tutto questo enorme casino che si è scatenato al palazzo reale di Ardunia è stata anche rivelata la vera identità di Alizeh, elemento che ha contribuito a gettare scompiglio nelle persone ma soprattutto nel cuore di Kamran, che dopo essere passato da un trauma dopo all’altro nell’arco di pochi minuti, ora ha un po’ perso la bussola della sanità mentale ed è convinto, nonostante quello che suggeriscono fatti e testimoni, che quello che c’è stato con la giovane sia stata tutta una messinscena volta a distruggere lui e il suo regno; come se non fosse abbastanza, ora che è rimasto solo e isolato, la classe nobile ha deciso di spodestarlo e prendere il potere; la povera creatura non ha proprio un attimo di tregua.
In tutto questo putiferio non dobbiamo scordarci di Alizeh, anche lei non ha avuto molta libertà nel decidere le sorti del suo destino; anche lei infatti è stata vittima di un raggiro da parte del re di Tulan, il quale è più che mai intenzionato a farne la sua sposa per onorare, letteralmente, un patto con il diavolo. Così dopo essere stata catturata e resa inerme, la giovane regina si trova a sorvolare a bordo di drago l’impero del suo (in teoria) promesso sposo ma, contrariamente a quello che si aspetta, non trova altro che stupore e meraviglia, territori ricchi, rigogliosi e sconfinati che disegnano un paesaggio quasi da fiaba. Il problema è che nel regno in cui per il momento è confinata, così come tra le mura del castello del re, molte cose non sono chiare, sembrano essere quello che non sono o sono addirittura delle contraddizioni continue. La nostra regina perduta quindi è perennemente confusa su chi possano essere i suoi alleati e chi i suoi nemici, continua a preoccuparsi per la sorte di Kamran ma allo stesso tempo non riesce a fare a meno di sentire un qualcosa che la spinge inesorabilmente verso quell’agglomerato di misteri e segreti che è il re di Tulan che, nonostante le sue molto poco sagge decisioni passate, nonostante l’essere 24/7 al limite del sarcastico e dell’insopportabile, nasconde dentro di sé una fragilità e una tragica disperazione che non fanno che attrarre le simpatie di Alizeh, la quale, seppur in maniera molto diversa per quello che sappiamo noi, ha conosciuto entrambe le sensazioni. Immersa dunque in tutto quello che non si sarebbe mai aspettata, pian piano la nostra protagonista inizia a capire che forse l’essere rapita da Cyrus può essere per lei un’occasione per conoscere meglio se stessa, per avere la possibilità effettiva di diventare la regina e la guida di cui il suo popolo ha bisogno ma anche, giacché può, un’occasione per conoscere meglio e più da vicino quello che in effetti è il suo popolo oggi al di fuori del regno di Ardunia, perché, sorpresa delle sorprese, nella capitale di Tulan i jin convivono in pace e serenamente con gli abitanti del regno e tutti ugualmente amano e ammirano il loro sovrano. Evidentemente qualcosa non quadra, cosa però, ahinoi, lo potremo sapere solo nel prossimo volume della serie in uscita a Febbraio; chi è impaziente alzi la mano.
A livello di storia e di costruzione dei personaggi possiamo tranquillamente dire che Tahereh Mafi ormai ha trovato la sua comfort zone e, sinceramente, noi siamo molto contenti così. Spiegandomi meglio, quando dico comfort zone intendo che i vari personaggi che ritroviamo in questa nuova saga per certi versi ricordano molto i nostri beniamini di Shatter Me, non starò a specificare i vari accoppiamenti che si sono manifestati nella mia testa durante la lettura del libro, per non fare spoiler, ma mi limito a dire che per me sono stati parecchio lampanti, così come anche delle scene/situazioni che mi sono proprio risultate familiari. Un punto di differenza tra le due serie è sicuramente il lasso temporale in cui si svolge la narrazione, a differenza di Shatter Me infatti gli eventi si dipanano nell’arco di pochi giorni e non settimane o addirittura mesi come eravamo abituati; più nello specifico These Infinite Threads si svolge in tre giorni, quattro al massimo. Differentemente dal primo libro della saga, questo secondo volume presenta un doppio POV che si alterna tra i vari capitoli della storia, simultaneamente infatti sono le voci sia di Alizeh che di Kamran che raccontano la faccenda dal loro particolare punto di vista e punto geografico. La scrittura dell’autrice è molto più matura rispetto alla sua prima trilogia e senza ombra di dubbio è molto più vicina alla sua seconda anche se comunque l’ho trovata nuovamente evoluta, nonostante ciò mantiene sempre e comunque quello che è il suo tratto distintivo, quella sorta di lirismo o di linguaggio fiabesco/evocativo che addotta quando si tratta di descrivere luoghi, oggetti, pensieri ed emozioni profonde dei personaggi.
In questa serie comunque il crescendo della storia è palesemente percepibile di libro in libro e io sono estremamente curiosa e impaziente di scoprire fin dove Tahereh Mafi arriverà questa volta, la strada è libera e tutta in discesa verso un nuovo fantastico prodotto e io non vedo l’ora che arrivi Febbraio 2024, anche perché sinceramente finire un libro con quel cliffhanger non dovrebbe essere legale.
Eleonora
Photo credit: @eleonoranicoletto
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