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giovedì 2 marzo 2023

Recensione: "Sabriel" di Garth Nix

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Eccomi, finalmente, a parlarvi di Sabriel, di Garth Nix. È da tantissimo tempo che sto dietro a questa serie e che mi riprometto di leggerla e l’occasione decisiva è arrivata grazie alla mia amica Francesca di La biblioteca di Zosma che mi ha proposto di leggerlo insieme. Alla fine, dato che entrambe eravamo sommerse di letture ed eventi, per non dover rimandare ancora, abbiamo alternato la lettura all’ascolto su Audible e, ragazz*, è stata un’esperienza bellissima. A parte per l’ascolto di The Witcher, non sempre avevo avuto modo di apprezzare la voce narrante, ma Sabriel, letto da Liliana Bottone, è qualcosa di veramente meraviglioso, tant’è che sicuramente ascolterò anche i prossimi (se Fazi li metterà in catalogo). E poi discutere con Francesca di tutti i pregi e i difetti di questo libro mi ha davvero esaltata. Non è stato facile riuscire a sedermi davanti al pc e mettere nero su bianco tutte le emozioni che Sabriel mi ha suscitato, ma ci proverò, altrimenti rischio di far passare troppo tempo e dimenticarmi le cose. Quindi, adesso, vi lascio alla recensione e, come sempre, vi aspetto nei commenti ;)

Sabriel
di Garth Nix

Prezzo: 9,99 € (eBook) 18,50 € (cop. flessibile)
Pagine: 348
Genere: fantasy, epic-fantasy
Editore: Fazi (collana lainYA)
Data di pubblicazione: 5 maggio 2022
Traduzione: Daniela De Lorenzo
Acquista su: IBSlaFeltrinelli

Sabriel studia in un prestigioso college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide il territorio di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio Regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la famiglia reale è decaduta, i morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno. Quando il padre di Sabriel viene imprigionato nel mondo della Morte da una pericolosa creatura, la ragazza si mette in viaggio per salvarlo. Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che verrà liberato da un incantesimo durato decenni ma rimarrà intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi. Ogni passo nelle profondità del Vecchio Regno li avvicinerà a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e della morte. Chi proteggerà i vivi quando i morti torneranno?

Sabriel
è tanta roba. Quando ho iniziato questa lettura non sapevo esattamente cosa aspettarmi, i pareri erano piuttosto contrastanti ma la maggior parte erano concordi nel definire il libro un fantasy troppo vecchio stampo e per questo motivo non abbastanza interessante. La mia percezione è stata invece molto diversa, forse perché apprezzo anche i fantasy vecchio stampo, che non trovo affatto noiosi, sono sicuramente meno superficiali di molti young adult moderni che puntano più sulla storia d’amore tra i protagonisti (che deve necessariamente essere spicy per acchiappare pubblico) e meno su tutto il resto. Sabriel è un mix ben assortito di elementi e a chiunque mi dirà che però non è originale io risponderò che invece c’è tantissimo di originale in questa storia. Basti pensare che per anni ha ispirato moltissim* autor* fantasy famos*, tra cui anche la mia adorata Laini Taylor, che ha sempre indicato Garth Nix tra gli autori che stima di più. Sabriel è stato per me una vera sorpresa. Inizia presentandosi come un romanzo che ha al centro della sua trama il classico viaggio dell’eroe, che compie un percorso non solo fisico ma anche spirituale, ma strada facendo è stato capace di dimostrarsi non soltanto questo, ben più di un semplice romanzo di formazione. La protagonista, innanzitutto, non è una di quelle badass che, nonostante la giovane età, sembrano capaci di compiere senza alcuna fatica qualunque prova. Sabriel ha diciotto anni, frequenta un’accademia femminile di magia, ma nonostante il suo naturale talento non è una che lo ostenta o che si ritiene superiore; è invece discreta, nutre costantemente dubbi e incertezze, e ammette di non essere pronta a compiere ciò che il destino ha in serbo per lei, ma non ha altra scelta. Quando suo padre, l’ultimo Abhorsen esistente, scompare lasciando solo un piccolo indizio per la figlia, Sabriel sente che non può abbandonarlo. Deve oltrepassare il Muro, entrare nel Vecchio Regno o addirittura nel Regno dei Morti, se necessario, e riportarlo a casa. 

Assume momentaneamente il suo ruolo come Abhorsen, ha il compito, cioè, di impedire ai morti di tornare in vita, una sorta di necromanzia al contrario. E per quanto Sabriel abbia studiato e memorizzato gli insegnamenti del padre, quell’impresa le pesa enormemente, eppure è disposta ad affrontarla da sola, qualunque cosa succeda. Il suo cammino, però, non sarà solitario, perché avrà modo di incontrare prima Mogget, una creatura misteriosa dalle sembianze di gatto, che sarà in un certo modo un alleato per lei - anche se dai modi non sempre mansueti - e poi Touchstone, un ragazzo che per un incantesimo è stato trasformato in polena di una nave e che Sabriel riesce a liberare e salvare. Touchestone, riconoscente, decide di servire Sabriel e seguirla nel suo viaggio, un modo per lui di dissipare la nebbia dei ricordi e fare pace col passato, un passato che ha messo da parte perché troppo doloroso. Per i nostri eroi non sarà affatto una passeggiata arrivare al padre di Sabriel, perché lungo la strada incontreranno parecchi ostacoli, tra cui uno dei nemici giurati degli Abhorsen, una creatura spietata ormai morta che però cammina tra i vivi da tantissimo tempo e che nessuno è ancora riuscito a sconfiggere.

Vi dico subito che non mi sono annoiata nemmeno un secondo con Sabriel. Le vicende scorrono efficacemente, senza intoppi o digressioni inutili. Ogni descrizione risulta appropriata, mai pesante, e tutto è ben calibrato. La storia d’amore non è centrale e forse per questo può apparire poco sviluppata, anche perché Sabriel incontra Touchstone verso metà libro, ma vi assicuro che l’autore non rimedia con un innamoramento repentino, anzi ci regala qualcosa di molto tenero. Tra loro cresce pian piano un rispetto reciproco che poi si trasforma in un sentimento deciso ed è così bello leggere di una relazione del genere, genuina e sana, che quasi commuove. Di questo libro ho amato da subito il sistema magico, probabilmente è l’elemento più originale di tutti, non solo per il ruolo che l’Abhorsen rappresenta ma anche per i riti da compiere per bandire gli spiriti dal regno dei vivi, l’uso di campane diverse, ognuna con una propria funzione e dimensione,  e anche dei segni della Briglia. Il worldbuilding mi ha completamente risucchiata al suo interno, è coinvolgente e ben costruito. Anche se inizialmente si può far fatica a capire alcune cose, presto risulteranno più chiare, come la suddivisione del Vecchio Regno dal Nuovo, che comporta non poche differenze: da un lato un mondo civilizzato e moderno, dall’altro un luogo magico, cupo, misterioso. Persino il tempo è diverso da un luogo all’altro, quando si accede al Vecchio Regno ci si ritrova completamente sommersi dalla neve e dal gelo, per non parlare degli spiriti, dei morti, delle creature che lo infestano. Ditemi se tutto ciò non vi affascina? Io ero estasiata e ammetto di non vedere l’ora di iniziare Lirael per scoprire come proseguiranno le cose. Sono sicura che Nix ci riserverà ancora parecchie sorprese. 

In Sabriel non sono mancati i colpi di scena, più di una volta l'autore è riuscito a lasciarmi a bocca aperta e ho pensato che se molti young adult fossero scritti altrettanto bene saremmo a cavallo. Tanti romanzi di oggi sono piuttosto prevedibili, un susseguirsi di cliché e di cose già viste e lette, sensazione che invece non ho mai percepito leggendo Sabriel. Per quanto riguarda la traduzione, non mi è dispiaciuta affatto. Io ho il libro nella precedente edizione Tea e ho notato che sono stati cambiati alcuni nomi e dettagli della vecchia traduzione, ma la cosa non ha creato scompiglio, anzi alcune scelte secondo me sono più azzeccate e tendono saggiamente a svecchiare la storia.   

Sabriel è un fantasy da leggere, una piccola pietra miliare del target young adult, ma anche l'esempio di come una storia possa funzionare bene senza la presenza dei soliti tropi e stereotipi, con pochi personaggi ma costruiti a dovere, imperfetti e veri, mai overpowered. Una storia in cui nulla è lasciato al caso, con un'ambientazione curata e piacevole da scoprire, avvolta in uno strato di oscurità e mistero a renderla ancora più interessante. Per me è stato un romanzo rivelazione e vi consiglio di recuperarlo assolutamente se siete alla ricerca di un epic-fantasy che non si faccia dimenticare. Sabriel, Touchstone, Mogget vi terranno compagnia in un'avventura davvero straordinaria e inaspettata. Tutto in questo libro vi farà gridare a gran voce: "Più libri come questo, grazie!"
Fonte immagini: Pinterest

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