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venerdì 3 febbraio 2023

Review Party: "Zombie Friendly" di Giulia Reverberi

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi tocca a me parlarvi di Zombie Friendly, di Giulia Reverberi, un romanzo che mi ha davvero colpita e che ho amato senza mezze misure. Si tratta, tra l’altro, di un’opera autopubblicata e non avete idea del lavoro immane e fantastico che ha fatto l’autrice con questo volume. Sono felicissima di partecipare a questo Review Party insieme ad altre splendide personcine, ma in primis ringrazio la mia sis del cuore Francesca di La biblioteca di Zosma per avermi coinvolta, dandomi la possibilità di conoscere una storia strepitosa e un’autrice davvero in gamba. Vi lascio alla mia opinione e vi aspetto nei commenti! ;)

Zombie Friendly
di Giulia Reverberi

Prezzo: 5,90 € (eBook) 20,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 450
Genere: fantascienza, horror
Editore: self-publishing
Data di pubblicazione: 4 novembre 2022

Andrew Woodcrown ha sempre pensato che la fine del mondo sarebbe avvenuta in modo drammatico: un asteroide che colpisce il pianeta, uno tsunami che si abbatte sulle terre abitate, un olocausto nucleare che spazza via ogni cosa. E invece no. Nessun comunicato alla televisione, nessun utente social che scrive stati sarcastici su come sarebbe morto da lì a pochi secondi, nessun cielo in fiamme adatto per le foto pre-morte degli influencer. Il genere umano si è estinto nel silenzio, uno di quelli pieni di imbarazzo, che seguono una battuta brutta. Una folla di zombie ha invaso la tranquilla cittadina americana di Redwood Town, mentre Andy era solo in casa con il suo bassotto Woodstock. Da quel momento la sua vita è cambiata, il suo unico lavoro è diventato non farsi ammazzare. E quando le scorte di cibo hanno iniziato a scarseggiare, ha deciso di affrontare un viaggio alla ricerca della cosa più pericolosa mai esistita: gli esseri umani. Come sopravviverebbe una persona normale in un apocalisse? Armato di ansia, sarcasmo e cultura nerd, Andy tenta tutti i giorni di rispondere a questa domanda, conscio di avere più limiti di una funzione algebrica e meno possibilità di una relazione nata dalle app di incontri. I Maya non avevano dato una profezia ma un consiglio. Dalla penna social di Giulia Bifrost, una storia che parla di identità e coraggio, in un mondo in cui l'apocalisse non è la cosa peggiore che può capitare. Gabriella Giliberti, giornalista e content creator, nella sua prefazione delinea il percorso evolutivo che riguarda la figura dello zombie, esaminando casi illustri e tracciando un percorso volto a far arrivare il lettore alle potenzialità di questi non-morti, spesso sottovalutati. Abel Montero, con la sua postfazione, permette di dare un'occhiata al dietro le quinte dell'autoproduzione del testo, con particolare attenzione alla comunicazione che ha permesso a questa storia di trovare il suo zoccolo duro di lettori prima ancora di essere messa su carta.

Leggere Zombie Friendly è stata una delle esperienze più entusiasmanti di questo 2023. Ho già letto in passato libri sugli zombie, ma penso che mai nessuno abbia avuto l’anima di questo scritto da Giulia Reverberi. È palese quanto lavoro ci sia stato dietro, quanti sacrifici, quanta devozione. Alla fine, il risultato, non è solo una storia sugli zombie, non è solo un post-apocalittico, ma anche una sorta di diario interiore, un percorso di crescita, un romanzo di formazione. Zombie Friendly è una chiave per leggere dentro di noi ma anche per leggere il mondo, tutto ciò che ci circonda. Ci offre il modo di guardarlo con occhi diversi, occhi più attenti, di scrutarne i difetti insiti. Pregi non ce ne sono molti, nemmeno nell’umanità, quella stessa umanità che ha contribuito a distruggere il proprio mondo portandolo alla rovina. Andy, il protagonista, lo sa bene, e infatti non si fida di nessuno, neanche di se stesso. Da quando una terribile piaga si è abbattuta sul mondo, portandogli via le poche sicurezze su cui poteva fare affidamento, non gli resta che cavarsela da solo. Fortuna che del tutto solo non è, ha il suo fidato Woodstock accanto, un tenero bassottino, goloso di crackers e addestrato in maniera esemplare. Ma come possono sopravvivere a un’apocalisse zombie un ragazzo che soffre di ansia e un piccolo bassotto? Beh, vi sembrerà strano ma il modo lo troveranno. Andy è un ragazzo pieno di risorse e intelligente e, sebbene fatichi a credere in se stesso, riuscirà a tenere duro e ad adattarsi anche alle situazioni più difficili. Esatto, perché il vero segreto è proprio la capacità di adattamento, è quello che serve quando si vuol sopravvivere a tutti i costi. Come tutte le persone che soffrono di ansia, Andy teme la morte, eppure un bel giorno deciderà che è arrivato il momento di affrontarla, di lasciare il rifugio sicuro della sua casa - ormai disabitata e in stato pietoso - per avventurarsi fuori. E tutto perché ha finito il caffè. Vi sembra una ragione improbabile? Andatelo a dire a lui! È una ragione più che valida affrontare gli zombie se hai finito tutte le razioni di caffè, è ciò che si è imposto Andy, il suo input per scrollarsi di dosso ogni paura e cercare di cambiare un po’ le cose (anche se lui odia i cambiamenti), perché la solitudine e l’immobilità, alla fine, gli fanno paura al pari degli zombie. Andy vuole sapere se nel mondo è rimasto qualcun altro, oltre lui e Woodstock, e oltre il suo amico Blake con cui comunica tramite ricetrasmittente, se c’è ancora qualche speranza, in fondo, o se dovrà rassegnarsi a nascondersi per tutta la vita dagli zombie, fino a che questi non lo scoveranno e ne faranno il loro pasto principale. E così si avventura fuori casa, avendo come meta un centro commerciale di cui gli ha parlato una volta lo zio (prima di fare una brutta fine anche lui) e in cui pare vi si trovi qualcuno. Ma sarà davvero la scelta giusta? Non può saperlo finché non l’ha compiuta. Il suo viaggio lo porterà a fare esperienze che non avrebbe mai immaginato, ad affrontare pericoli, a tirar fuori un coraggio inaspettato e, quando finalmente raggiungerà la meta prefissata, non sarà poi così sicuro che quello sia meglio degli zombie o della solitudine in cui viveva prima.

La seconda parte del romanzo è dedicata alla vita di Andy e Woodstock all’interno della colonia nel centro commerciale, ma quello che apparentemente potrebbe sembrare un sogno, non è che un nuovo incubo. Le persone non sono meglio degli zombie che invadono il mondo, anche loro possono fare davvero paura. Possono far paura nel modo in cui decidono di gestire le cose, nella scelta delle loro priorità, o in quella di costruire una comunità che non tende a correggere gli errori del passato ma a perpetrarli, togliendo diritti e lasciando solo doveri. Una prigione bella e buona, un luogo fisicamente sicuro, ma non abbastanza da far abbandonare ogni preoccupazione. E, allora, Andy dovrà ricorrere ancora una volta alla sua capacità di adattamento, quella che lo ha già salvato una volta, che gli ha permesso di tener duro e arrivare fino a lì. Lo deve fare per Woodstock, al quale ha fatto una promessa solenne, e lo deve anche un po’ a se stesso, perché nonostante i suoi problemi, le sue ansie, le sue debolezze, ha saputo lottare diventando una sorte di eroe, uno Zombie Friendly capace di attraversare persino l’inferno.

Andy è un ragazzo con cui è molto facile empatizzare, un personaggio vero, pieno di difetti e timori, ma riesce ad affrontare tutto con un efficace sarcasmo, che ce lo fa apparire assolutamente irresistibile. Non so quanto ho riso leggendo le sue battute, ho apprezzato tantissimo questo aspetto del suo carattere, il riuscire a smorzare la crudeltà del mondo con il sorriso, anche se, talvolta, si tratta di un sorriso amaro. Mi ha fatto tanta tenerezza, soprattutto nel suo rapporto con Woodstock, inseparabile amico d’avventura... Chi non vorrebbe un bassotto così al proprio fianco? Per certi versi l’autrice sembra dire che gli animali sono meglio dell’uomo, ed effettivamente è così, lo sappiamo bene. Sono fedeli, sinceri, affettuosi, mentre l’uomo, anche quello che sembra la persona più fidata del mondo, può tradirti da un momento all’altro. Andy vivrà esperienze nella colonia molto contrastanti: se da un lato infatti sente la necessità, il bisogno, l’urgenza, la mancanza di contatto umano, dall’altro lato vorrebbe solo scappare a gambe levate e buttarsi nella bocca di uno zombie. Ed è così anche per noi, alla fine. Siamo animali sociali, come mi insegnava un mio docente all’università, nutriamo l’esigenza degli altri, dello stare insieme, la solitudine non ci appartiene, eppure quante volte si sta meglio da soli che in compagnia? Quante volte faremmo meglio a bastarci che andare a gettarci in rapporti che di umano non hanno nulla e che possono solo farci stare male? L’apocalisse zombie di Giulia Reverberi è una metafora del nostro mondo, della nostra esistenza e l’esperienza di Andy dovrebbe farci riflettere su tante cose. E lo fa. Questo libro è un portento per tutti i messaggi che trasmette e per come riesce ad arrivare dritto al punto senza troppi giri di parole. Lo fa con ironia, ma risulta chiaro lo stesso. Mi sono divertita tantissimo a leggerlo. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò che vi ho trovato e sono stupita che non si parli abbastanza di questo libro in giro perché è uno degli esordi più promettenti di sempre. È acuto, beffardo, irriverente, ma anche cupo, un po’ malinconico e inaspettatamente profondo. Ho avuto modo di leggerlo nella sua versione "speciale", con gli inserti inseriti dall’autrice, ed è stata un’esperienza immersiva. Disegni, fotografie, post-it, biglietti, banconote, una fantastica mappa e all’interno anche illustrazioni. Ogni dettaglio ha contribuito a farmi amare un po’ di più questo libro. Compratelo e scopritelo anche voi, regalatevi una lettura fuori da ogni canone; tra l’altro l’autrice, da vera nerd qual è, ha inserito un sacco di citazioni fighissime, vi sfido a individuarle tutte! Zombie Friendly non è un romanzo, è un viaggio, uno splendido viaggio attraverso se stessi, un incoraggiamento a conoscersi più a fondo, a sfidare le proprie paure, a fare delle scelte, pur sbagliate che siano, ma che ci rendano felici. Ci sprona a credere di più in noi stessi, nelle nostre capacità, a fidarci delle nostre sensazioni più che di quelle degli altri. Ha davvero tanto da offrire a chiunque lo leggerà. 

Ci si vede all’inferno!

Fonte immagini: Pinterest

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