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mercoledì 23 febbraio 2022

Review Party: "L'incredibile famiglia Appenzell" di Sèbastien Perez e Benjamin Lacombe

 
Buongiorno, caffeinomani! ^^
Oggi Coffee&Books partecipa a un Review Party davvero speciale dedicato al volume “L’incredibile famiglia Appenzell” di Sèbastien Perez e Benjamin Lacombe, pubblicato da Rizzoli. Si tratta di un libro bellissimo, una storia illustrata dedicata ad una famiglia unica. Ringrazio Claudia e la Rizzoli per avermi fornito una copia del libro in cambio di una recensione onesta. Andate anche sui blog La Biblioteca di Zosma, Serendipity.nerdy, Fenice fra le pagine e Lu is lost in books per leggere le loro recensioni ;)

L'incredibile famiglia Appenzell
di Sèbastien Perez e Benjamin Lacombe

Prezzo: 25,00 € (cop. rigida)
Pagine: 80
Genere: libri illustrati, ragazzi
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 23 novembre 2021

Da un matrimonio segreto nasce una famiglia speciale. Questa è la sua storia. Un volume prezioso per un racconto deliziosamente dark che ci parla del diritto di ciascuno a essere "unico" e "diverso". Con le illustrazioni di Benjamin Lacombe.

Ogni volta che esce un libro illustrato da Benjamin Lacombe io devo averlo. Sono perdutamente innamorata delle sue illustrazioni e ho a casa una piccola collezione di opere sue che spesso riguardo e ammiro. L’incredibile famiglia Appenzell è uno dei suoi ultimi lavori, portato in Italia da Rizzoli, con i testi di Sèbastien Perez. La storia è quella di una famiglia molto particolare, la famiglia Appenzell, appunto, e racconta dell’unicità di ogni membro di questa famiglia, capace di distinguersi sin dalla nascita. La storia è raccontata da Victoria, l'ultima degli Appenzell, che ha ricevuto in eredità dalla nonna mai conosciuta, non soltanto i lunghi capelli ricci e il carattere forte, ma anche una scatola piena di fotografie e lettere per imparare a conoscere la sua famiglia. Victoria passa anni a ricostruire i legami tra i vari membri della famiglia, persone straordinarie con delle storie e delle vite così incredibili da fare persino commuovere. Vengono mostrati a noi in una sequenza che inizia dai primi capostipiti della famiglia, per poi arrivare proprio a Victoria Appenzell. Sembra di sfogliare un vecchio album fotografico, l'ho trovato davvero suggestivo. 

Gli Appenzell sono una famiglia di banchieri rinomati da generazioni. L’erede Arthur Appenzell porta avanti questa tradizione. Uno dei figli di Arthur, Charles, fu cieco fino all’età di dieci anni e questo gli insegnò, a suo dire, a vedere la vera natura delle persone. Feritosi al volto da bambino con un ramo, rimase sfigurato e fu costretto a indossare una maschera per nascondere le cicatrici. Per questo motivo non usciva mai di casa. Ma all’età di diciassette anni decise di scappare dalla finestra della sua camera per andare a vedere una compagnia di artisti che ogni anno si stabiliva in periferia. Fu lì che vide Berenice e se innamorò perdutamente. Ma gli Appenzell non approvavano la loro unione e così i due fuggirono e si sposarono di nascosto. Dal loro matrimonio iniziarono a nascere bambini unici, con qualche menomazione sempre differente, un gene che si estese via via a tutte le generazioni future. Nonostante queste menomazioni, ogni personaggio non ci viene descritto enfatizzando i suoi difetti, perché non è sul difetto fisico che ci si vuol soffermare ma sull’unicità di quel determinato personaggio. La diversità è ciò che li rende speciali e ognuno di loro impara a sfruttare quella diversità come un dono.

Le tavole sono bellissime. Lacombe ci regala delle illustrazioni tra le più belle che abbia mai creato, capaci di catturare la profondità e l’anima stessa di ogni personaggio. Dalla copertina in pelle all’interno, in cui predominano i colori nero e seppia (per farci percepire ancora di più l'epoca antica e il carattere gotico della storia), veniamo catapultati in un mondo magnifico e affascinante, dove le imperfezioni non fanno che valorizzare ancora di più i personaggi di cui si narra. Veniamo immersi in una splendida favola dark e gotica, che spazia tra due secoli, e ci fa godere della bellezza delle cose uniche, mostrandoci, allo stesso tempo, gli sforzi, le gioie e i dolori di una famiglia che, come molte altre, insegue la felicità. La storia vuole anche essere una metafora su ciò che ancora oggi molte persone subiscono, una metafora contro la discriminazione, razziale, sociale, sessuale, di qualunque tipo; in questo testo, chi è diverso non viene definito un abominio. I veri mostri sono, piuttosto, coloro che perseguitano, coloro che opprimono, coloro che offendono e non si rendono conto che non c'è nulla di sbagliato in chi è diverso dagli altri. Non sono casuali le parole nella dedica a inizio libro e nemmeno l’ultima fotografia della collezione di Victoria. Impossibile, infine, farsi sfuggire gli omaggi di Lacombe. La famiglia Appenzell fa pensare in qualche modo a La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine, così come non mancano riferimenti a Tim Burton e al suo Edward mani di forbice (io ci ho visto anche qualcosa di Big Fish - La storia di una vita incredibile, film che adoro follemente) o ad uno dei personaggi più iconici di sempre, Morticia Addams. Ho molto apprezzato anche la presenza di animali che, allo stesso modo dei loro padroni, presentano caratteristiche che li rendono unici (gli animali sono sempre presenti nelle opere di dell'artista <3). Insomma, L’incredibile famiglia Appenzell mi è piaciuto veramente tanto. È riuscito a toccarmi nel profondo, a farmi emozionare, a lasciarmi piacevolmente stupita. Si tratta sicuramente di uno dei lavori migliori e più significativi di Lacombe e vi consiglio questa lettura se siete alla ricerca di qualcosa di speciale, un libro che vi aiuti a credere ancora di più in voi stess*, a guardare il mondo con occhi diversi, a non lasciarvi abbattere dai pregiudizi della gente ma a fare dei vostri difetti dei pregi. È una storia splendida, illustrata magnificamente e ve ne innamorerete.

A presto!
xoxo

Fonte immagini: Amazon.it

sabato 25 dicembre 2021

Recensione: "Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale"

Buongiorno, lettor*!
Oggi è il giorno di Natale e noi tutte di Coffee&Books vogliamo augurarvi di trascorrere queste feste nella maniera più serena e armoniosa possibile. I nostri migliori auguri affinché non solo il Natale, ma ogni giorno, possa essere occasione di gioia.
In questa giornata, non ci siamo fermate e abbiamo deciso di regalarvi ancora qualche recensione a tema natalizio. Oggi puntiamo, però, su qualcosa di diverso. Abbiamo letto alcuni racconti del Drago Oscar Mondadori “Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale” e ve ne parliamo in questo post. Perché anche a Natale c’è chi ha voglia di alternative alle solite letture, e questa lo è di certo.
Si ringrazia Oscar Mondadori per la copia digitale omaggio fornita in occasione del Calendario dell’Avvento.

Il Grande Libro dei Fantasmi di Natale

Prezzo: 12,99 € (eBook) 25,00 € (cop. rigida)
Pagine: 732
Genere: antologia, racconti, paranormal, horror
Editore: Mondadori (collana Oscar Draghi)
Data di pubblicazione: 23 novembre 2021

Nell’epoca vittoriana era tradizione che, sotto Natale, i periodici più diffusi pubblicassero racconti di fantasmi, se non proprio dell’orrore, ben lontani dalla tranquillizzante atmosfera del "Canto di Natale" dickensiano. Erano amatissimi dai lettori che volevano unire ai brividi del freddo quelli della paura e trascorrere momenti di lettura solitaria o in famiglia accanto al caminetto. Erano scritti da autori poco sconosciuti, quando non anonimi, ma anche le grandi firme letterarie si sono cimentate nel genere: questo volume raccoglie oltre 60 storie scritte, tra gli altri, da autori del calibro di Joyce, Lovecraft, Jerome, Carroll, Barrie, Alcott, Hawthorne e tanti altri.

Natale è tante cose. È gioia, condivisione, sorrisi, magia. C’è chi a Natale ama fare l’albero e il presepe, comprare regali e leggere storie sdolcinate ambientate in luoghi da favola e che abbiano il classico lieto fine e chi, invece, ha un animo da Grinch e delle feste ama poco e niente, soprattutto non ama i classici romanzi di Natale. E se, invece delle solite letture sdolcinate, si parlasse di fantasmi? Il Grande Libro dei Fantasmi è una raccolta esponenziale di racconti di ogni tipo legati al mondo del soprannaturale. Qualche nome più famoso fa capolino (Elizabeth Gaskell, Arthur Conan Doyle, Louisa May Alcott, James Matthew Barrie, H.P. Lovecraft, James Joyce), altri sono piuttosto sconosciuti, ma non per questo meno validi. L’antologia è divisa in sezioni, ognuna introdotta con una poesia dal titolo caratteristico (Canzone delle ombre, Ballata dei fantasmi natalizi, Case infestate, Lucy un giorno andava a spasso, Ombre in ascolto, Yule Horror, Vischio) e belle e un po’ inquietanti illustrazioni in bianco e nero. È il volume ideale per chi, a Natale, ha bisogno di qualche brivido in più, per chi ama il genere gotico e le atmosfere lugubri. Anche noi di Coffee&Books abbiamo voluto ricercare qualche brivido questo Natale e abbiamo letto qualche racconto da questo splendido volume. I racconti di cui vi parlo io sono “Lo spettro d’acqua di Harrowby Hall” di John Kendrick Bangs, “La carrozza fantasma” di Amelia B. Edwards, “I tre gatti neri” di A.D. Crake. Tutti e tre a modo loro mi hanno colpito, li ho trovati scorrevoli e inquietanti al punto giusto. La raccolta è davvero immensa, ma non escludo di leggere ancora altri racconti, nei prossimi giorni, perché sono molto interessanti.

"Lo spettro d'acqua di Harrowby Hall"
di John Kendrick Bangs

Ne “Lo spettro d’acqua di Harrowby Hall”, troviamo un fantasma che infesta un’antica dimora. Ogni vigilia di Natale, allo scoccare della mezzanotte, per un’ora esatta, si mostra agli ospiti di una camera in particolare e inonda tutto di acqua, essendo lo stesso fantasma fatto d’acqua. Gli ospiti finiscono col perdere il lume della ragione e morire di terrore o di polmonite. I padroni le provano tutte per evitare al fantasma di strisciar fuori dal pavimento e allagare la stanza, rovinando ogni cosa e terrorizzando gli ospiti, ma nulla sembra funzionare, nemmeno lasciare la stanza vuota, perché quando in quella stanza non vi sono ospiti, il fantasma è costretto ad apparire al padrone di casa, ovunque lui sia. La storia si ripete per anni, persino con l’erede, che però, dopo vari tentativi, troverà alla fine un modo per liberarsi del fantasma. Ho trovato questo racconto il più piacevole tra quelli letti, anche per via di una punta di ironia che lo permea, con i padroni di Harrowby Hall che si ingegnano davvero in ogni maniera, ma non riescono mai a spuntarla. La storia mi ha anche un po’ fatto pensare a The Haunting of Bly Manor, e forse per questo l’ho particolarmente apprezzata. Non è un racconto che terrorizza così tanto, però lo si legge con voracità proprio per capire come andrà a finire e se il padrone di Harrowby Hall riuscirà mai a liberarsi davvero dello spettro d’acqua.

"La carrozza fantasma" 
di Amelia B. Edwards

Molto più inquietante è, invece, il secondo racconto che ho letto, “La carrozza fantasma”. In questa storia abbiamo un uomo che racconta un’esperienza vissuta in prima persona. Non ha testimoni, infatti nessuno gli ha mai creduto, ma lui ce la riporta perché è ancora vivida nella sua memoria ed è convinto della sua verità. Siamo nelle brughiere inglesi, a dicembre. È la stagione dei galli cedroni, ma l’uomo non ha avuto molta fortuna col suo fucile. È in arrivo una tempesta di neve e lui sembra essersi perso ormai. Inizia a vagare nella brughiera, ad avanzare mentre aumenta la tempesta, a chiamare aiuto, ma non sembra esserci anima viva nei dintorni e le forze lo stanno per abbandonare. Quando sta perdere ogni speranza, ecco che incontra un uomo con una lanterna, un anziano di poche parole che lo conduce alla casa del suo padrone. Qui l’uomo, che scopriamo chiamarsi James Murray, di professione avvocato, conosce il proprietario, un erudito che lo intrattiene e lo incanta con la sua eloquenza e la sua storia, con i suoi racconti e i suoi pensieri sui più disparati argomenti, soprattuto quando parla di superstizioni e fantasmi. Quando smette di nevicare, però, è tempo per Murray di rimettersi in cammino. La giovane moglie lo aspetta a casa, sicuramente in apprensione. Il suo gentile ospite gli consiglia un percorso per guadagnare tempo, che prevede di prendere la vecchia strada delle carrozze. E così l’avvocato si ritrova a percorrere questa strada, assolutamente deserta, fino a quando non compare una carrozza che lui crederà essere la diligenza che aspettava. Solo troppo tardi si renderà conto della stranezza delle persone presenti sulla carrozza, della loro aria inquietante e delle condizioni fatiscenti della carrozza. Troppo tardi per mettersi in salvo da ciò che gli accadrà e che lo segnerà a vita. Come vi dicevo, questo è sicuramente il racconto che più degli altri letti mi ha fatta rabbrividire. Non tanto la prima parte che è piuttosto lenta, quanto la seconda, proprio quella relativa alla carrozza. Non posso negare che comunque vi sia una buona tensione in questo racconto, come se da un momento all’altro ti aspettassi qualche colpo di scena, che poi arriva soltanto alla fine. Il padrone erudito è sicuramente un personaggio interessante, che occupa una parte importante del racconto, eppure è stata una parte che non ho trovato utile al fine della storia. Per quanto riguarda il finale, sicuramente stuzzica il lettore infondendo il seme del dubbio: sarà tutto vero o solo frutto della suggestione?

"I tre gatti neri"
 di A.D. Crake

Il terzo racconto “I tre gatti neri” ha invece a che fare con una strega. Un narratore ci racconta di un suo antenato che aveva un possedimento nella foresta di Wychwood, dove si dicesse abitasse una strega molto temuta. Circolavano molte storie strane su di lei, ma chissà cosa era vero e cosa no. L’antenato aveva sempre cercato di non attirarsi l’inimicizia della strega, ma un giorno il destino gli fece commettere un passo falso e allora la strega gli riversò addosso tutto il suo odio. L’uomo aveva due figli ed è proprio con loro che la strega se la prenderà, lanciando un incantesimo che li farà ammalare e gli procurerà ogni notte il terrore al momento di dormire, quando tre gatti neri compariranno sui loro letti per “risucchiargli via il respiro”. Anche quando i genitori resteranno con loro l’incantesimo persisterà, perché i due adulti cadranno in uno stato di torpore incontrollabile, mentre ai bambini continueranno ad apparire i gatti neri e a terrorizzarli. Alla fine, i due si rivolgeranno a un saggio esperto di “magia bianca” che darà loro un suggerimento per spezzare l’incantesimo, ma dovranno fare esattamente come lui indicherà loro o sarà tutto vano e l’incantesimo non verrà spezzato. I genitori, disperati, eseguono tutto alla lettera, salvo poi tradirsi in un piccolo dettaglio che costerà loro ogni cosa. Alla fine di questa storia il narratore ci fa notare come ogni racconto tramandato a voce per secoli si arricchisca di particolari e che alla fine la storia sarà molto diversa dalla prima versione narrata. Quanto c’è di vero in questo racconto? Quanti particolari aggiunti nel tempo? Non si sa. È comunque una storia che include elementi tipici del mondo della superstizione, come streghe, malefici, gatti neri (i gatti neri mi hanno fatto pensare a Poe) e che trovo perfetta da leggere anche ad Halloween.

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I racconti letti da Melz

"Il Capitano della Pole-Star" 
di Arthur Conan Doyle

John M’Allister Ray, tirocinante di medicina, ha un diario di bordo dove scrive tutto ciò che succede tra i ghiacci sulla “Pole Star”, la baleniera sulla quale si trova. È una storia di terrore molto breve che ci mostra un Doyle diverso, ma ugualmente perfetto, anche senza il suo Sherlock. Questo testo rientra nella produzione fantastica, assieme a cinque romanzi e altri racconti, tutti riguardanti il soprannaturale. È la piccola storia di un uomo di scienza che riporta fatti raccontati dall’equipaggio di uno strano Capitano su un’entità bianca e alta che li tiene prigionieri sull’isola. Ray, inizialmente, cercherà di dare una spiegazione razionale, tenendo il lettore col fiato sospeso. Il racconto è vero, o è tutto frutto della paura, come sostiene il dottore? Le urla sono reali, o è solo il verso di rapaci in lontananza? E chi è davvero il Capitano Craige? Doyle ci catapulta quasi in una dimensione diversa di confusione e timore, dove non si sa cosa è vero e cosa no in maniera magistrale. Ho avuto per tutto il tempo la sensazione di essere con loro nei ghiacci, circondata dagli spettri come in una visione, una di quelle che Ray crede proprie di Craige. Il finale del racconto è degno di pelle d’oca, come la scritta “tratto da una storia vera” di un film particolarmente spaventoso. La storia è un crescendo di sensazioni terribili e racchiude uno stile semplice e perfetto, solito stile di Doyle che non mi stancherò mai di elogiare.

“Il Racconto della Vecchia Balia”
di Elizabeth Geskell

Questo è un racconto di una signora, la balia dei genitori di chi sta ascoltando la storia. Rosamond rimane orfana di entrambi i genitori in tenera età, a prendersi cura di lei la sua balia, la stessa voce narrante. Le due vengono mandate da Lord Furnivall in una dimora desolata dove vivono due burbere signorine, la Furnivall e la sua domestica, in atmosfere che ricordano molto quelle di Cime Tempestose. Ed è proprio quest’ultima la parola chiave, perché è in notti tempestose che viene a galla qualcosa di oscuro. Addirittura la piccola Rosamond scompare, attratta dal pianto di una bambina disperata, forse un fantasma che la porta da qualcuno, una donna, che vuole cullarla. Ma chi è questa donna? E quella bambina? La scrittura trascina nella storia, l’ansia è palpabile sia nelle parole della balia che nelle sensazioni di chi legge (io, in questo caso). È stato come veder scomparire qualcuno a cui io stavo badando, in un impeto di terrore. Non avevo ancora letto nulla della Geskell e ne sono rimasta affascinata. Da grande amante di storie di fantasmi e atmosfere gotiche questo racconto che si legge davvero in un attimo non poteva non piacermi. Il tutto poi sembra nascondere una critica alla società in maniera più o meno sottile tra abusi e maltrattamenti. E quindi cos’è, alla fine, che fa più paura, i fantasmi o le persone reali? Io punto tutto sulla seconda ipotesi, ora come allora.

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I racconti letti da Giulia

"L’Espresso delle 16.15"
di Amelia B. Edwards

William Langford, ci racconta un fatto accaduto ben 10 anni fa, a cui ancora lui pensa e ripensa perché proprio non è riuscito a capire cosa sia successo quel 4 dicembre, in uno scompartimento esclusivo, nell’espresso diretto a Clayborough.
Era una giornata nebbiosa e calda, e Langford, tornato da un lunghissimo viaggio di lavoro, era stato invitato da un amico di vecchia data, Jonathan Jelf, a passare il Natale con lui.
Ma chi si sarebbe mai aspettato che, nel suo stesso vagone, potesse sedersi l’avvocato Dwerrihouse, nonché cugino della moglie di Jelf.
È un racconto con sfumature di giallo, all’improvviso Langford si ritrova nel bel mezzo di un’investigazione.
Mi è piaciuto molto il modo di raccontare l’intera storia, perché è come se dovessi risolverlo io quello strano caso, e il modo in cui si viene a scoprire la parziale verità è strabiliante, la scrittrice fino all’ultimo fa in modo che tu non capisca chi dica la verità, e come la metteresti se tutti stessero dicendo la verità ma le versioni non combaciano?
Questo è proprio il mistero della storia che però mio malgrado è rimasto irrisolto.

"La casa scomparsa"
di Bernard Capes

Atmosfera tetra, un uomo panciuto ed enorme che racconta una storia di fantasmi.
Jack e quasi tutta la gente del villaggio si erano riuniti per Natale al Good Intent.
In una notte tempestosa come quella, il banjo, si mise a raccontare la storia di suo nonno, e quando nelle campagne del Sud ovest, insieme ad altri compagni di viaggio, si ubriacò e per non diventare spuntino di Natale per i corvi si misero a suonare Kate of Aberdare; ma proprio in quella notte in cui temevano di morire accadde una cosa strana, che dico strana quasi spaventosa, dal nulla comparve una casa.
Un racconto molto breve ma carino, perfetto da leggere la notte della vigilia di Natale.
Molto scorrevole e piacevole.

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A presto!
xoxo

Fonte immagini: Google immagini

giovedì 19 novembre 2020

Review Party: "Gideon. La Nona" di Tamsyn Muir


Buongiorno, miei cari lettori caffeinomani! ^^
Oggi parliamo di una delle ultime uscite Oscar Mondadori, ovvero “Gideon. La Nona” di Tamsyn Muir. Vi dico da subito che all’inizio non ero convintissima di leggerlo, ma per fortuna ho dato ascolto a una vocina che mi sussurrava con insistenza di farlo perché mi sarebbe piaciuto. Aveva ragione. Il review party a cui partecipo è organizzato da Erika di Spill the Book e la ringrazio immensamente per avermi inclusa. Ringrazio anche la casa editrice per la copia eBook fornitami in cambio di un’onesta opinione. Vi lascio alla recensione ;)

Gideon La Nona
di Tamsyn Muir


Prezzo: 22 euro (cartaceo), 10,99 euro (eBook)
Pagine: 559
Genere: fantasy, sci-fi, horror
Editore: Mondadori (collana Oscar Fantastica)
Data di pubblicazione: 17 novembre 2020

Gideon la Nona di Tamsyn Muir ci svela una galassia di duelli a fil di spada, spietati giochi di potere e necromanti lesbiche. I suoi personaggi saltano fuori dalla pagina, magistralmente animati come arcani redivivi. Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un'infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù - nell'aldiquà - e una da cadavere rianimato - nell'aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un'audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L'Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all'ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un'onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all'ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.

Per approcciarsi a Gideon La Nona il primo consiglio che mi sento di darvi è di dimenticarvi qualunque altra lettura abbiate fatto, qualunque libro pensiate possa assomigliare a Gideon, qualunque paragone abbiate in mente. Gideon La Nona non è libro che si possa paragonare ad altri, è una lettura talmente originale e unica che pensare, anche solo lontanamente, di inquadrarlo da subito potrebbe rivelarsi la scelta più sbagliata che abbiate mai preso. Non lasciatevi scoraggiare dai primi capitoli, parecchio confusionari, perché la Muir ci butta subito nel mondo di Gideon senza darci il libretto di istruzioni e lascia che il lettore se la cavi da solo, in mezzo a pianeti sconosciuti, squinternate che si pitturano la faccia e scheletri animati. È un mondo assolutamente folle, sappiatelo, e più cercherete di trovare risposta a tutto o di capirci qualcosa e più fallirete. Questa lettura va presa per quello che è, un romanzo fuori da ogni canone o classificazione di genere, che saprà rivelare i suoi veri punti forti solo superato lo scoglio iniziale, quando la storia entra davvero nel vivo e, allora, non riuscirete più a metterlo giù. La Muir ha sperimentato qualcosa di nuovo, mettendo insieme fantasy, horror/gothic e sci-fi e ne è venuto fuori un bel minestrone che, in un primo momento, potrebbe far storcere un po’ di nasi o destabilizzarvi, ma che, a conti fatti, è un esperimento davvero interessante e anche abbastanza funzionante, direi. Forse alcune caratteristiche del worldbuilding restano un po’ troppo confuse, sfocate, appena abbozzate, ma ciò che c’è da capire, ciò che è utile al fine della storia, si comprende e si porta a casa. Della serie, accontentiamoci di quello che ci viene dato perché da una storia che si preannuncia come la più pazza lettura che farete mai non potete aspettarvi diversamente. 
La nostra protagonista, Gideon, è un'orfana, una monaca legata al Santo Sepolcro e facente parte della Nona Casa
. È una combattente, addestrata per anni a maneggiare un grosso spadone e il suo sogno è quello di arruolarsi nell’esercito della Coorte imperiale, essere in prima fila durante le invasioni più importanti su qualche altro pianeta (<<La prima linea della Coorte era una via preferenziale per la gloria>>). I suoi sogni di gloria, però vengono presto messi in discussione dalla Sovrana della Nona Casa, la necromante Harrowark Nonagesimus, che ha ben altri progetti per lei. Se Gideon vuole ottenere la libertà ed essere svincolata dalla sua casa, dovrà diventare la sua Paladina durante una missione molto importante. Harrow, infatti, è stata convocata dall'Imperatore per diventare littrice, una sorta di consigliera, la cui posizione le donerebbe poteri illimitati e una vita lunghissima. La cosa potrebbe anche andare bene a Gideon, che pur di combattere e avere la possibilità di ottenere la libertà che desidera sarebbe disposta a tutto. Peccato che lei e Harrow si detestino profondamente e non facciano altro che insultarsi e darsi addosso ad ogni occasione. Da nemiche e nemesi a complici il passo è infinito. Ne dovranno passare tante prima che il loro rapporto evolva in maniera appena percettibile, ma questa piccolissima evoluzione sarà veramente gradevole da leggere e infinitamente appagante. Non è facile parlare di queste due protagoniste, perché sono talmente particolari e uniche e fuori di melone che trovare le parole giuste mi sembra un’impresa quasi titanica, eppure meritano il riconoscimento di essere dei personaggi fuori dagli schemi, così fuori che irrimediabilmente vi conquisteranno. Gideon è una vera forza e il suo punto di vista, quello che seguiamo nella narrazione, non è mai noioso o banale. Il suo sarcasmo è pungente, le sue battute sono un capolavoro, la sua scurrilità è di uno spasso unico, però se a voi potrebbe dare fastidio un linguaggio particolarmente sboccato vi avviso, qui ce n’è in dose abbondante e magari dovreste pensarci un attimo prima di approcciarvi a questa lettura. Se, invece, siete pronti a tutto, allora buttatevi a capofitto perché vi divertirete da morire. Di Harrow cosa dire? Beh, lei è piena di sorprese e già questo deve bastarvi per farvela amare, perché sono sicura che in più di un’occasione, dopo averla conosciuta, vorrete batterle le mani o tirarle qualcosa addosso. Ha un carattere completamente diverso da Gideon, è molto più fredda e controllata, silenziosa, impassibile, ma, come vi ho detto, si farà amare. I battibecchi tra lei e Gideon credo siano la parte migliore di tutto il romanzo, li ho trovati sempre spassosi e incisivi. Per quanto riguarda gli altri personaggi, quelli secondari, ce ne sono davvero tanti perché quando Harrow dovrà presentarsi sul pianeta che ospita la Prima Casa per partecipare all’esame per diventare littrice, anche gli eredi delle altre case, con i rispettivi Paladini, dovranno farlo e lì avremo modo di conoscerli tutti, chi più, chi meno. In cosa consiste questo esame tanto importante? 
Nessuno lo sa con esattezza, nemmeno il Maestro che li accoglie sul pianeta e nella Casa di Canaan. Nessuno sa in cosa consistono le prove, ma tutti gli eredi dovranno affrontarle e aspettarsi di tutto. DI. TUTTO. Persino la morte, viene detto loro. Quello che mi ha affascinata di più è stata l’atmosfera di decadenza e rovina in cui riversa il mastodontico edificio in cui si ritroveranno. Un luogo oscuro, spettrale, pericoloso, una sorta di labirinto che tra le sue mura nasconde orrori di ogni sorta, mostri, fantasmi, brutalità. Questa accesa venatura dark e a tratti splatter - ma non poi così tanto quanto si possa pensare - mi ha colpito parecchio ed è stata capace di incutermi la giusta dose di brividi e di tenermi incollata alle pagine. Va detto anche che la violenza in questo romanzo non manca, ma se siete lettori impavidi allora non fatevi scoraggiare. Se, invece, pensate di non poter sopportare sangue, scheletri, mostri e morti strane, pensateci bene. La traduzione l’ho trovata notevole. Sicuramente la Muir ha uno stile molto particolare e non deve essere stato facile avvicinarsi a un testo del genere, ma la Crescentini è stata molto brava e ogni battuta, ogni termine particolare, ogni doppio senso, ogni riferimento è reso in maniera convincente, quindi ottimo lavoro anche da questo punto di vista. In conclusione, Gideon La Nona è un romanzo anticonvezionale, sfrontato e crudo, troverete delle protagoniste che sono antieroine per eccellenza, ma che si faranno amare. Il caos regnerà sovrano per gran parte della lettura, ma, allo stesso tempo, la vostra curiosità sarà ai massimi livelli perché la Muir ha saputo impreziosire la sua storia di tanti elementi interessanti, anche se, talvolta, buttati dentro un po’ a casaccio. Non cercate di trovare un senso a tutto, ma godetevi il viaggio, un viaggio nello spazio, tra necromanti, scheletri e magia di ogni sorta, colorato da un sarcasmo irresistibile, da un linguaggio sporco ma mai esageratamente volgare, da scene forti e macabre, combattimenti violenti, ma anche siparietti divertenti e tante sorprese. Insomma, date una chance a Gideon perché, secondo me, vale la pena. Il vostro viaggio avrà un sapore diverso se lascerete che vi stupisca, come ha stupito me. Buona lettura, buon viaggio e non dimenticate le riviste zozze :P
4 tazzine di caffè per un romanzo figo, crudo, macabro e spassoso. Tanta roba!

A presto!
xoxo
Fonte immagini: Pinterest
Banner: @tigerlilybooks

giovedì 30 luglio 2020

Segnalazione Made in Italy: "Il giorno dopo il lieto fine" di Alice Chimera

Buongiorno, lettori! ^^
Oggi volevo segnalarvi l'uscita di un libro molto interessante, Il giorno dopo il lieto fine, di Alice Chimera. Si tratta di una raccolta di racconti fantasy-gotici che dovete assolutamente leggere se amate i retelling, perché l'autrice ha immaginato come potessero andare le cose dopo il classico finale delle fiabe Disney che conosciamo, il tutto reinterpretato in chiave horror. Davvero curioso, non trovate? Vi consiglio di non perdere questa uscita! Il libro è disponibile da oggi ;)

Il giorno dopo il lieto fine
di Alice Chimera


Prezzo: 12,00 euro (cartaceo), 2,99 euro (eBook)
Pagine: 270
Genere: Fiabe gotiche/Horror
Editore: Segreti in giallo Edizioni
Data di pubblicazione: 30 Luglio 2020


Nessun lieto fine. Detto così suona assai traumatico. Ma se le favole non fossero proprio come ce le raccontano quando siamo bambini? Cosa accadde realmente subito dopo il classico "happy end"? Ce lo racconta Alice Chimera. Partendo dal noto finale disneyano, scopriremo cosa la sorte ha riservato alle varie protagoniste. Le mele diverranno una vera e propria persecuzione per Biancaneve; Cenerentola si troverà sposata a un principe che la considera un giocattolo sessuale; Ariel non è diventata davvero umana e non potrà avere figli; Jasmine rimpiangerà la libertà perduta; Alice, che avrebbe voluto crescere e diventare donna, si ritroverà a rimpiangere il Paese delle Meraviglie e la spensieratezza dell’infanzia… Alcune note esplicative accompagnano le favole e ne approfondiscono gli aspetti originari che hanno ispirato i lungometraggi.

L'autrice

Alice Chimera nasce a Brescia nel 1986. La passione per la lettura la porta ad aprire un blog con lo pseudonimo di Alice Chimera, dove dà spazio alle passioni che occupano il suo tempo libero: leggere e consigliare libri.
Ama la cultura giapponese, a cui ha dedicato insieme ad alcuni amici la fanzine Cosmoplay, fondendo la sua passione con le competenze scolastiche di grafico pubblicitario. Da alcuni anni ha intrapreso la strada della scrittura, anche grazie alla frequenza di corsi di scrittura creativa.
Ha esordito con il suo primo romanzo Delicato è L’equilibrio edito da La Ponga Edizioni.

A presto!
xoxo

mercoledì 11 febbraio 2015

Segnalazioni Made in Italy: "Devil's tears" di Anna Reed

Miei cari lettori, 
voglio adesso segnalarvi l'uscita di un romanzo urban fantasy per Genesis Publishing, casa editrice digitale che ha sempre proposte interessanti. L'uscita di oggi riguarda un romanzo che potrete trovare online a partire dal 14 Febbraio. Si tratta di una storia dalla trama cupa e oscura, una maga che torna nel mondo dei vivi per vendicarsi di chi le ha fatto del male e riprendersi ciò che è suo, ma dovrà vedersela con un nemico inaspettato. Un romanzo che parla di magia, incantesimi, ma anche d'amore. Sono davvero curiosa di leggerlo!

"Un urban fantasy che lascia col fiato sospeso. Devil’s Tears – La morte è soltanto l’inizio vi terrà sul filo del rasoio fino all’ultima pagina. La protagonista è una giovane donna dell’epoca ottocentesca che si ritrova sbalzata nel Terzo Millennio con le ovvie conseguenze! Usare un telefono, guidare l’automobile, imparare gli usi dei tempi contemporanei, queste ed altre sono le peripezie che la Contessina Virginie De Condé dovrà affrontare per raggiungere il suo obbiettivo: il giovane rampollo dei Montespan. Tuttavia, tra profumi di incensi e formule magiche, dovrà fare i conti con la realtà. Consigliato agli amanti del genere fantasy, urban fantasy e gotico, a coloro che amano la suspense ed i finali a sorpresa. Non potrete non adorare questa storia!"
- L'editore -

Devil's tears. La morte è soltanto l'inizio
di Anna Reed


Prezzo ebook: 3,99 euro
Pagine: 250
Genere: urban fantasy, paranormal romance
Editore: Genesis Publishing
Data di pubblicazione: 14 Febbraio 2015

San Francisco, 2011: dopo più di un secolo trascorso nell’oblio, un vecchio incantesimo pronunciato incautamente riesce finalmente a spezzare le catene e a strappare un’anima oscura dalle braccia dell’inferno. Con l’ombra di quella maledizione sussurrata a fior di labbra che ancora le stringe la gola, la Contessina Virginie De Condé è tornata a camminare nel mondo dei vivi e dà la caccia a qualcosa. A qualcuno. Il più giovane dei Montespan non avrà scampo, perché la bellissima ma diabolica maga è sempre stata abituata a vincere e il sangue della sua famiglia è il premio più ambito. Le sfavillanti feste da ballo e i meravigliosi abiti a ruota del lontano 1864 sono solo un bruciante ricordo. Scappata alla morte per riprendersi ciò che le era stato portato via, è decisa a calpestare chiunque si trovi sulla sua strada pur di ottenere vendetta ma si troverà ad affrontare un inaspettato e potente nemico: sé stessa. Formule magiche profumate d’incenso, nuovi amori dal gusto antico e nostalgici rancori racconteranno due vite vissute dalla stessa donna, tanto cruenta e insopportabile da farvi innamorare.

L'autrice

Anna Reed nasce ventisei anni fa, in un gelido pomeriggio d’inverno. Ha una grande passione per tutto ciò che è rosa, i cupcakes, le serie TV e i viaggi. Sogna di vivere a Londra per passeggiare ogni sera lungo il Tamigi e poter gustare deliziose apple pie.
Adora scrivere di notte, meglio se con la musica nelle orecchie e il profumo di tè al miele e albicocca a stuzzicare la fantasia.
Finisce irrimediabilmente per infatuarsi dei protagonisti maschili delle sue storie e ha un debole per i racconti a lieto fine.



Davvero intrigante, sia per la cover magnifica che per la trama, non trovate?
Siete curiosi anche voi di leggerlo?

A presto!
xoxo



giovedì 24 aprile 2014

Recensione: "Quando il diavolo mi ha preso per mano" di April Genevieve Tucholke

Buonasera amici! 
Adesso per voi una nuova recensione :D
Ho atteso a lungo l'uscita di questo romanzo e non avete idea di quanto sia stato bello poterlo stringere tra le mani e leggerlo. Per chi mi conosce bene, sa quanto ami il genere gothic e il dark-fantasy, ecco perché non potevo esimermi dal leggere questo romanzo. Ringrazio la casa editrice, in particolare la gentilissima Lucia, per la copia inviatami, in cambio di una recensione onesta.

Quando il diavolo mi ha preso per mano
di April Genevieve Tucholke



Titolo originale: Between the Devil and Deep Blue Sea
Serie: Between #1
Prezzo: 16,00 euro
Pagine: 271
Genere: gothic, dark-fantasy, paranormal
Editore: Piemme (collana Freeway)




Nel paesino di mare dove abita Violet White non succede mai niente... fino a quando River West non affitta la casetta dietro la sua e incominciano ad accadere cose inquietanti. River è soltanto un bugiardo dal sorriso irresistibile e un passato misterioso? O dietro i suoi occhi ipnotici si nasconde qualcos'altro? La nonna di Violet l'aveva sempre messa in guardia dai giochi che sa fare il diavolo, ma lei non aveva mai pensato che potesse nascondersi dietro un ragazzo dai capelli scuri che si appisola in giardino, adora il caffè e ti fa tremare di passione.

<<E pregavo Freddie per il Diavolo. Le chiesi di tenere la mia mano lontana dalla sua. Le chiedevo di proteggermi dal male.
Ma, nonostante tutte le mie preghiere, il Diavolo mi trovò comunque.>>

Era dai tempi del magico e macabro Blood magic di Tessa Gratton (sempre edito Piemme Freeway) che non leggevo uno young adult dalle atmosfere tanto misteriose e inquietanti. Sebbene ci siano stati di mezzo anche i romanzi di Brenna Yovanoff, questo della Tucholke si avvicina più allo stile della Gratton che non a quello della Yovanoff (troppo unica, sappiatelo!).
April Tucholke ci regala un romanzo dai tratti fortemente gotici, dai colori cupi e vischiosi, dal ritmo veloce ma immensamente seducente. Una storia che cattura dalla prima all'ultima pagina e che non si riesce a togliere dalla testa nemmeno dopo averla finita di leggere.
Un vecchio castello che sorge su una scogliera è la suggestiva abitazione dei due fratelli protagonisti, Violet e Luke White. Essi vivono da soli nella grande e decrepita dimora, denominata Candalù, dopo la morte della nonna Freddie e la partenza per l'Europa dei loro genitori. Un tempo la loro era una delle famiglie più ricche della piccola cittadina di Echo, ma adesso Violet e Luke si ritrovano a corto di denaro e per racimolare qualcosa mettono in affitto la dépendance. Inaspettatamente, un misterioso ragazzo si presenterà per affittarla e da quel momento la vita di Violet e Luke cambierà per sempre. River Walker ha quel non-so-che che riesce a conquistare un po' tutti e, sebbene ogni cosa di lui le urli di non fidarsi, Violet, ben consapevole di avere davanti un perfetto sconosciuto, si lascerà coinvolgere da River e i suoi misteri, dai suoi occhi scuri, dal suo sorriso storto, dal calore del suo tocco e dalle piccole attenzioni che le rivolge. Ma nel frattempo, non possono essere ignorate tutte le cose strane che iniziano ad accadere a Echo. Coincidono con l'arrivo di River in città e lui sembra sempre così dannatamente noncurante nei confronti di tali cose che Violet non riesce a smettere di pensare che ci sia proprio lui dietro. River, effettivamente, è un ragazzo con un grande segreto, un segreto che non ha mai rivelato e che, col passare del tempo, inizia a causargli problemi. Ha uno strano potere, un potere pericoloso e terribile, che comincia a non riuscire più gestire. Un potere che per lui è come una droga, qualcosa a cui non può resistere, di cui non può fare a meno. Violet cercherà di aiutarlo a controllarlo, ma sarà tutto inutile, specie quando guai più grossi si presenteranno nella loro vita. Un male ancora più grande, un potere ancora più oscuro, più violento, più inarrestabile.
Eppure la nonna l'aveva avvisata, le aveva detto di stare lontano dai giochetti del Diavolo... <<Ci sono verità e verità, Violet. Alcune maledette verità non dovrebbero essere dette a voce alta, o il Diavolo potrebbe sentirle e venirti a prendere. Amen.>>
Quando il Diavolo mi ha preso per mano è un romanzo impregnato di mistero, un romanzo che, attraverso una narrazione suggestiva, riesce a intrappolarti nelle sue incredibili atmosfere. Un sottile velo tra il magico e il paranormale si dispiega davanti ai nostri occhi e, attraverso un forte richiamo sensoriale, l'autrice riesce a farci immergere tra le tenebre della sua storia, a tratti romantica, a tratti violenta, a tratti, semplicemente, malinconica.
Violet è una protagonista molto interessante, con un carattere unico, fuori dall'ordinario e dice sempre tutto ciò che pensa. E' una ragazza solitaria, che sembra non aver paura di nulla, né delle storie che si raccontano a Echo, né dei giudizi della gente che la circonda. Veste gli abiti della nonna defunta, beve caffè sulle punte dei piedi e legge più di quanto non socializzi. E' una ragazza diversa, speciale, ed è proprio questo ad attrarre un tipo come River. Lui, bello e misterioso, è la figura più ipnotica tra tutti i personaggi. Non si tratta solo dell'alone di mistero che lo circonda o dei segreti che custodisce, quanto della sua personalità. E' un ragazzo nel quale convivono due anime, una buona e una malvagia, che si scontrano continuamente, ma solo una riesce ad avere il sopravvento, mentre l'altra deve fare molta più fatica per emergere. Lui definisce il suo potere "bagliore", come se si trattasse di una cosa bella, luminosa, semplice. In realtà si tratta di qualcosa di oscuro e, per quanto sia cosciente della sua pericolosità e delle conseguenze che può causare, esso fa parte di lui, nel profondo, e avrà sempre una spiegazione logica. Sarà capace Violet di comprenderlo e di affrontarlo al meglio? E visto il male che seminerà, sarà capace di limitare la forza attrattiva che la spinge a tendergli la mano, a scaldare i suoi sogni, a baciarlo nei cimiteri?
Tutto il romanzo è un susseguirsi di elementi dark, usati egregiamente dall'autrice e capaci di conferire alla storia quella giusta dose di inquietudine da provocare brividi su brividi. Il primo avvincente elemento è senza dubbio Candalù, questa grande, vecchia e polverosa casa sulla scogliera, a strapiombo sul mare e circondata dalla foresta.
 Incantevoli le sue descrizioni, leggevo ammaliata ogni singola parola, totalmente immersa in quel luogo suggestivo. Mi ha letteralmente elettrizzata, per tutto il tempo! E poi ci sono le soffitte paurose, gli armadi che ricordano quello che conduce a Narnia, grandi sale tappezzate di dipinti antichi e vecchi bauli contenenti lettere e misteri, un odore di salsedine che permea il tutto e un'immancabile, piacevole brezza marina che scompiglia i capelli. La Tucholke ha dato vita ad un'ambientazione tra le più eccitanti che abbia mai letto! E poi ancora ci sono i fatti che terrorizzano la cittadina di Echo, vicende che hanno per protagonisti i bambini e che li vedono vittime dei giochi sadici del Diavolo, delle sue manipolazioni. Forse qui l'autrice ha forzato un po' la mano, specialmente nella seconda parte del romanzo, dove violenza, sangue e roghi alterano un po' la bellezza fino ad allora riscontrata. La follia di un nuovo personaggio prende il sopravvento e, oltre a cogliere il lettore impreparato, gli dà una sferzata di puro terrore. Inutile dirvi che questo personaggio l'ho odiato, ma non nego che ha saputo dare una svolta notevole alla storia. E poi c'è Neely, come non accennare anche a lui, il fratellino di River, dolce all'occasione, ma con grandi problemi di autocontrollo! :P Le sue risse quando diventa nervoso lo rendono adorabilmente tenero ai miei occhi, ma più di tutto ho adorato il suo prendersi cura di River, il modo incondizionato in cui gli vuole bene e cerca di proteggerlo. Lui lo conosce meglio di tutti, ma non lo ha mai abbandonato.
Nonostante il romanzo sia breve - purtroppo, si legge in pochissimo - sono riuscita ad affezionarmi a tutti i personaggi, ai gemelli Violet e Luke, al piccolo Jack, all'amica Sunshine molto incline ai flirt, alla defunta nonna Freddie (selvaggia, libera, stravagante... che donna!), a River e Neely! Ho amato follemente le descrizioni di Candalù, gli elementi dark del romanzo e i risvolti più macabri, come la crociata dei bambini armati di paletti alla ricerca del Diavolo nel cimitero. La storia è originale e ben scritta e si piazza di diritto tra le letture più interessanti di quest'anno! Aspetterò con ansia l'uscita del secondo volume della serie, curiosa di sapere se River sarà diventato una persona migliore, se Violet abbia compreso di che natura siano i suoi sentimenti e quanto la sua vicinanza al Diavolo l'abbia resa malvagia, e che fine faranno anche tutti gli altri. Un appunto sulla cover del seguito: non ho potuto fare a meno di notare che il luogo rappresentato sia completamente all'opposto rispetto a quello del primo libro. C'è una montagna, c'è un cottage e c'è la neve... mi dispiacerà lasciare la splendida Candalù, ma sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà in questo nuovo scenario e quali sono i segreti che nasconde Neely... :P


Voto: 4 tazzine! Un romanzo in perfetto stile gotico, ma anche molto romantico! Adorato!


A presto!
xoxo





martedì 26 novembre 2013

The Debutant of the Week: Lorena Laurenti e "Nero Assoluto"

The debutant of the Week è una rubrica dedicata agli autori esordienti. Ogni settimana verrà presentata l'opera di un autore e in allegato un brevissimo approfondimento sul romanzo, tramite tre domande all'autore.

Buongiorno e buon martedì!
Torna la rubrica dedicata agli autori esordienti e questa settimana ho il piacere di ospitare un'autrice che ho già avuto modo di apprezzare in passato e che ha da poco pubblicato un nuovo romanzo.
Si tratta di "Nero Assoluto", un urban-fantasy dal sapore gotico immerso in un contesto tutto italiano, la splendida città di Treviso.

"Un brivido gelido le accarezzò la nuca, come se un dito la sfiorasse, soltanto che vicino a lei non c'era nessuno..."

Nero Assoluto
di Lorena Laurenti


Prezzo ebook: 2,99 euro (presto disponibile anche in versione cartacea)
Pagine: 316
Genere: urban-fantasy
AUTOPUBBLICATO

Quando Erica lo vede la prima volta è sola, seduta sulla riva di un canale, persa in un mondo tutto suo. Dargo non è che un’ombra sfuggente impossibile da ritrarre, eppure riesce a far breccia nella sua coscienza. Da quel momento tutto cambia, in lei e attorno a lei. Nemmeno Arjuna, il suo migliore amico, rimane lo stesso: oscuri presagi iniziano ad assillarlo tormentando i suoi sogni. Attori ignari del loro ruolo ma con un preciso copione da seguire, come nelle“forme” precedenti, vivono divisi tra un lontano passato e una quotidianità in cui sono alla ricerca del proprio destino. Mattia vuole crearsi una nuova esistenza; Sofia ambisce a trovare un posto nel presente, anche se tutto la riconduce al suo amore perduto. Infine Dargo… uno spettro, un’entità oscura che diventa ogni giorno più reale e tangibile. Un’ombra che esige vendetta. Tra i suggestivi vicoli di Treviso, magia, amore e mistero rivivono vita dopo vita, in un’infinita ripetizione, come un’opera che non smette mai di andare in scena.

Bianco e nero compongono la nostra essenza. Può capitare, però, che il nero prevalga e che sia così intenso da smuovere le emozioni più recondite. Come un essere che striscia dentro di noi, l’oscurità s’insinua lenta, tingendo l’anima di un solo colore: Nero Assoluto.



L'autrice

Lorena Laurenti nasce qualche decennio fa in un paesino tra Italia e Slovenia. Fin dalla tenera età capisce che nel suo futuro ci sarebbe stato il disegno. Inizia all’asilo, quando, per nascondersi dagli altri bambini, si rifugia tra fogli e pastelli. Alle elementari cominciano le turbe psichiche e appare il suo primo amico immaginario: una gatta dalle sembianze umane alta un metro e ottanta. Forse è proprio da quel momento che immagina l’esistenza di altri mondi. Tra la sua bici/cavallo, l’insistente desiderio di volare (che la spinge a bizzarri tentativi pseudo-mortali) e i pomeriggi a guardare le maghette alla televisione, passano gli anni.
Affascinata da sirene, fate e bambini che non crescono mai, si iscrive all’istituto d’arte dove dà libero sfogo alla sua creatività. Proprio in quegli anni, esaltata da manga e anime, nasce Saira (personaggio principale della saga TRI), i cui ritratti capeggiano su ogni angolo di libro e quaderno.
Convinta di diventare, in futuro, una mangaka professionista (…e diciamolo, cominciando a dare segno dei primi squilibri legati al mondo “nippofilo”) continua a esercitarsi giorno e notte nella nobile arte del disegno. Dopo le prime delusioni lavorative, e amorose, si trasferisce nella ridente provincia di Treviso dove accantona il disegno a mano libera per la grafica, e si fionda nel “magico” universo del lavoro. Con il passare degli anni, TRI diventa un pensiero ricorrente e, intorno al 2010, tra lezioni di teatro, scrittura creativa e seminari olistici, il libro comincia ad acquistare forma. Da questi primi tentativi, iniziati come un gioco, prende vita la passione per la scrittura che cresce nel tempo, fino a oggi…

Tre domande all'autrice

1) Ciao Lorena e bentornata su questo blog, è bello tornare a parlare di una tua opera! :)
Nero Assoluto in cosa si distingue dal tuo precedente lavoro, la trilogia fantasy TRI? Vuoi presentarcelo?

Ciao! Sono felice di essere nuovamente qui! :)
TRI è un racconto romance fantasy che si svolge primariamente su un altro mondo, Ebdor. Pur non essendoci le classiche creature immaginarie come elfi, nani, draghi etc., i personaggi devono affrontare una sfida dopo l’altra, cimentandosi in avventure e combattimenti, arrivando, infine, a una vera e propria guerra. Nero Assoluto, invece, rientra nella categoria urban fantasy e la differenza sostanziale è l’ambientazione: siamo in Italia, a Treviso. La protagonista è una ragazza come tante al confine tra l’adolescenza e l’età adulta, con la quale qualunque lettrice si può immedesimare. L’elemento fantastico è una figura, una sorta di spirito che intravede una prima volta all’aperto, mentre siede su una panchina, e in seguito nei suoi sogni. Ma sono davvero sogni? In poche parole, metto Erica in una situazione che, per quanto inventata, potrebbe essere realistica. Chi di noi non ha mai immaginato di vedere un’ombra nella propria camera prendere sembianze umane? Muoversi lentamente nella notte strisciando verso il letto? La domanda è: se invece di esserne impauriti ci affascinasse?

2) Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione? 

Tutto è partito da un concetto: a cosa si potrebbe arrivare per amore? Potremmo cedere la nostra libertà, i nostri sogni, i nostri desideri... o addirittura la nostra vita? Se un essere misterioso e affasciante ci prendesse tutto, ne saremmo felici alla fine? Su queste idee ho sviluppato la protagonista, Erica, mentre per Dargo, la controparte maschile, ho fatto riferimento alla storia locale, inventando un erede immaginario di un personaggio storico realmente esistito.

3) Nero Assoluto è ambientato nella città italiana di Treviso. Come mai questa scelta? 

Treviso non è la mia città natale, ma ci vivo da talmente tanti anni che la sento mia, più del mio paese di origine. Adoro le strade, i vicoli, i canali che l’attraversano e credo che, a modo suo, sia più affascinante della vicina Venezia. Una città quasi sconosciuta che merita attenzione. Magari il mio libro non servirà a molto... o forse la trasformerà nella “Forks” d’Italia! Chi lo sa! :) 


Davvero imperdibile questo nuovo romanzo di Lorena Laurenti!
Mistero e magia per una storia che si discosta dai soliti canoni urban-fantasy e che offre qualcosa di originale, in una cornice tutta italiana ;)



mercoledì 23 ottobre 2013

Recensione a cura di Alex: "Black Friars. L'ordine della Croce" di Virginia De Winter

Buongiorno amici!
Oggi oltre alla consueta rubrica del mercoledì, che posterò tra poco, una piccola sorpresina per voi da parte della mia cara socia Alex. Eccezionalmente, questa settimana, ha deciso di regalarvi la recensione di un fantastico romanzo che ha letto e amato moltissimo. Diciamo che, avendo saltato sabato l'appuntamento con "Parola di Alex", questo è il suo modo per rimediare :P


L'Ordine della Croce
di Virginia De Winter


Serie: Black Friars #4
Prezzo: 18,00 euro
Pagine: 517
Editore: Fazi (collana Lain)

La Vecchia Capitale non ha pace. Scossa dai tumulti del Presidio, avvelenata dai malefici di Belladore de Lanchale, l'antica città dovrà ora affrontare un nemico senza eguali. L'ultima erede della dinastia Blackmore, garante della tregua con le creature del Presidio, è stata ritrovata, ma le malvagie entità accetteranno che sia proprio la giovane Sophia a custodire un armistizio suggellato dalla sua antenata migliaia di anni prima? Le forze del male hanno destato dal suo riposo l'Ordine della Croce e i cavalieri sono pronti a imbracciare le mitologiche spade per difendere il genere umano dalla minaccia delle nebbie demoniache. Intanto, ancora ignara del pericolo, Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento dello scheletro di uno studente dell' Università. Questa volta i suoi poteri di Evocatrice sono vani, ma grazie alle sole conoscenze mediche giunge a una verità inquietante: le ossa rinvenute sono le chiavi di uno scrigno che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale, segreti di personaggi potenti disposti a tutto perché non siano svelati. Eppure, come in un labirinto di delitti e apparizioni dal passato, ogni filo di questa storia passionale e avvincente sembra destinato a ricongiungersi.

I “finali” di saga molto spesso mi fanno paura. Ebbene sì, a volte quando si aspetta un intero anno per ritrovare personaggi a noi tanto cari, le autrici giocano brutti tiri mancini, lasciandoci con finali agrodolci e per nulla soddisfacenti! (frecciatina versus Cassy Clare).
Ma non è il caso di Virginia De Winter, che si è rivelata per l’ennesima volta una splendida conferma!
Lessi questa saga quasi per caso, mi innamorai all’istante del suo stile, diverso ed originale che contraddistingueva ogni libro, dei personaggi, delle atmosfere gothiche, misteriose e pervase di magia oscura.
La potenza descrittiva dell’Ordine della Spada, le sensuali favole dell’orrore in Chiave e la forza di un sortilegio d’amore in Penna, per concludere con l’apoteosi della perfezione narrativa e stilistica di Croce, dove la De Winter, come fili di una ragnatela, intesse una trama avvincente, sensuale e adrenalinica al tempo stesso, non tralasciando la vena ironica e sagace di alcuni ben noti protagonisti... Bryce!
Uno scrigno di incognite e segreti da risolvere e svelare... l’azione di battaglie cruente si mescola alla sensualità di scene che rimangono scolpite nei miei pensieri, nitide e reali come fossero proiettate in una sala cinematografica. La maestria con la quale risolve i misteri più fitti, procedendo per gradi, senza forzature, dimostra l’abilità di Virginia nel raccontare e trattare il lettore con profondo rispetto, quasi volesse fosse lui stesso ad arrivare, per vie traverse, alla sua stessa conclusione!
Nulla appare scontato o forzato da una soluzione improvvisata, ma ogni tassello del puzzle si incastra alla perfezione e con precisione all’interno di un quadro ben descritto ed affascinate.
Axel con il suo coraggio che rasenta la follia, il suo amore sconfinato per la sua Eloise, incarna l’eroe cavalleresco per eccellenza. Il suo personaggio riesce ad assumere una sfumatura diversa in ogni volume, non mostrandosi mai banale, bensì affascinante ed enigmatico.
Eloise è veramente la mia eroina preferita, non la donzella tutta trine e lacrime, ma la fragilità divenuta forza e coraggio.. .l’amore ed il rancore racchiuso in una scorza di seta di infinita dolcezza!
Asthon (che propongo di clonare in serie) è il “vero vampiro” per antonomasia: non brilla, non è vegetariano, ma pur nutrendosi alla vecchia maniera, riesce a trasmettere un’umanità e una lealtà infinite.
Gabriel e Sophia sono l’amore, quello che sconfina nel miele più dolce, quello che nasce dall’antipatia e dalla convinzione che l’altro sia l’ostacolo. L’amore che mette un’anima ed un cuore ai piedi del nostro acerrimo nemico!
Bryce, non ci sono aggettivi per descrivere questo superbo esemplare di ipocondriaco, maniaco dello charme ed elegante smandrappato! Lui, insieme ai suoi amici mascherati sono l’anima della storia, con ironia, sarcasmo e coraggio riescono a svelare misteri ed a districarsi da situazione pericolose... mi mancheranno le loro continue schermaglie!
Potrei parlare ancora ed ancora di tutti loro, che mi hanno tenuta sveglia la notte, incollata alle pagine di questi deliziosi “mattoni”... sorrisi, lacrime e rompicapi da risolvere, il tutto descritto con una poesia e una minuzia di particolari egregi.
Questa saga non assomiglia a niente che io abbia già letto, le emozioni che regala sono dettate dall’originalità di personaggi e situazioni, dallo stile ricco e sofisticato intriso di poesia e metafore, dagli scenari resi vividi e reali alla mente da minuziose descrizioni.
Nonostante questa saga si sia conclusa ho la netta sensazione che le sue parole mi terranno compagnia per molti giorni, affiorando tra i miei pensieri in maniera casuale, facendomi sorridere e sospirare su quanto io abbia letto... la potenza di un buon libro è questa: lasciare un ricordo indelebile nella mente del lettore!
Spero che Virginia continui a scrivere, magari regalando a noi affezionati lettori qualche spin-off di saga!
Per il resto cari americani, voi avrete pure la bravissima Cassandra Clare... ma noi vantiamo i natali della nostra Virginia De Winter e scusate se è poco!!!!!!!!
A Virginia con immensa ammirazione Alex *.~




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