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giovedì 9 maggio 2024

Recensione: "The Gilded Cage. La gabbia dorata" di Lynette Noni

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi vi porto la recensione di un altro libro terminato da non molto, The Gilded Cage. La gabbia dorata, secondo volume della serie fantasy di Lynette Noni, pubblicata da Sperling&Kupfer. Il primo volume, The Prison Healer, di cui vi ho parlato QUI, mi era piaciuto abbastanza da spingermi a recuperare subito il secondo una volta uscito, anche perché non si poteva fare altrimenti dopo QUEL finale da paura. Devo dire che anche questo secondo volume mi ha conquistata, ma vi spiego meglio nella recensione. Attenzione a eventuali SPOILER del primo volume!
Buona lettura e non dimenticate di lasciare un commentino ^^

The Gilded Cage
di Lynette Noni

Prezzo: 9,99 € (eBook) 17,90 € (cop. rigida)
Pagine: 416
Genere: fantasy, romantasy
Editore: Sperling&Kupfer
Data di pubblicazione: 5 marzo 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Dopo essere scampata alla prigione di Zalindov e al mortale Giudizio degli Elementi, Kiva Meridan è una sopravvissuta. Negli ultimi dieci anni, il suo unico obiettivo è stato quello di riunirsi alla famiglia e distruggere le persone che hanno rovinato le loro vite, ma questa missione sta diventando più complicata che mai. Ora che si sta ambientando nella capitale, scopre di non essere stata l'unica a soffrire mentre era a Zalindov: i suoi fratelli e i loro ideali sono cambiati, e ben presto la ragazza si ritroverà a nascondere segreti non solo ai propri nemici ma anche a chi ha di più caro al mondo. Fuori dalle mura della città, nel frattempo, serpeggia la tensione fra i ribelli, insieme alle voci di una crescente minaccia da parte dei regni del Nord. Questa volta, per sopravvivere, Kiva dovrà destreggiarsi in una complicata rete di bugie, in cui un passo falso potrebbe costarle tutto.

Se c’è una serie che mi sta sorprendendo davvero, di libro in libro, è proprio questa di Lynette Noni. Non pensavo potesse prendermi tanto e invece mi sono dovuta ricredere, perché riesce a distinguersi in mezzo a tanti romantasy che sembrano fatti con lo stampino. Oltre l’ambientazione originale (il primo volume è interamente ambientato in una prigione!), abbiamo anche un intreccio ben costruito. L’autrice riesce a tenere sempre viva l’attenzione, inserendo qua e là pezzi che vanno a creare un puzzle sempre più grande e articolato. In questo secondo volume devo dire che ha dato il meglio di sé, perché i colpi di scena non mancano e il finale complica talmente le cose che pensare a cosa si inventerà adesso per dipanare la matassa non è tanto semplice. Ma Lynette Noni non ci ha abituat* a cose scontate e quindi immagino che anche il terzo volume sarà bello tosto. 

In The Gilded Cage ritroviamo la nostra protagonista, Kiva, fuggita ormai da Zalindov e approdata nella capitale con Jaren. Di lui avevamo avuto modo di conoscere il segreto più grande, un segreto che continuerà ad avere un certo peso anche in questo libro, ma il fulcro del romanzo, in realtà, sarà il desiderio di Kiva di riunirsi alla sua famiglia e vendicarsi di coloro che le hanno fatto del male, rovinandole la vita, ovvero la famiglia Vallentis. Ma ciò che lei desidera non va a braccetto con ciò che prova il suo cuore, sempre più legato a Jaren. Riappropriarsi di ciò che le appartiene di diritto vorrebbe dire toglierlo a lui e se c’è qualcuno al mondo che merita di essere un sovrano è proprio Jaren. Inoltre, entrando a far parte del suo mondo, impara anche a conoscere tutti i retroscena della guerra che si è perpetrata durante gli anni della sua prigionia, e comprende che a soffrire, in realtà, non è stata solo la sua famiglia. Kiva è così combattuta. In questo libro vediamo come la sua anima sia letteralmente spezzata in due: da un lato vorrebbe riuscire a compiere il suo dovere, a essere un buon “soldato”, leale alla famiglia, e procurare loro le informazioni più utili per battere i Vallentis, dall’altro non riesce a farlo, perché si rende conto che anche la sua famiglia ha sbagliato, ha fatto del male, e non sa bene come uscirne. Si mantiene in bilico intessendo bugie, provando a fidarsi dei ritrovati fratelli, e cercando nel frattempo una soluzione che possa farla uscire da questa situazione, un modo pacifico per riavere il trono, senza che si debba ricorrere a sangue e rivolte. Ma in questa guerra non gioca soltanto lei, perché un ruolo fondamentale lo hanno anche altri personaggi. Non bisogna sottovalutare nessuno, perché se Kiva riesce a farsi degli scrupoli, c’è chi non se ne fa alcuno quando c’è di mezzo il potere…

Lynette Noni ci regala una storia molto avvincente, con protagonisti che si fanno davvero apprezzare. Kiva, con il suo divario interiore, è perfettamente caratterizzata, si riescono facilmente a comprendere tutti i suoi dubbi e le sue incertezze e spesso vorresti poterle dare un abbraccio e un po’ di conforto perché sembra che nessuno si accorga di quanto dentro di sé stia soffrendo. Il suo potere, un potere che le è molto affine ma che ancora non sa gestire bene, non fa che rendere tutto più complicato, talvolta intralciandola, ma in realtà possederlo la fa sentire davvero se stessa. Nel corso dei due volumi Kiva è sempre stata coerente, sempre disposta ad aiutare il prossimo ma anche a fare del suo meglio per sopravvivere. Riuscirà per una volta a mettere al primo posto la sua felicità? 

Jaren, che in questo libro, purtroppo, vediamo poco, è un personaggio integro, che ha valori ben saldi e che non si lascia corrompere dal potere. Potrebbe essere davvero spietato, considerando il suo vissuto e la magia che ha tra le mani, ma si limita a essere ponderato e giusto (e ci piace così). Ha un profondo rispetto per Kiva e per quello che ha passato e vorrebbe non vederla più soffrire; si fida ciecamente di lei, si apre con lei su tutto (anche troppo, povero ingenuo!), ma ancora non sa che c'è un grosso segreto a dividerli. Finalmente, approfondiamo la conoscenza di Caldon, una presenza appena accennata nel primo volume, ma qui molto più presente - e per fortuna, aggiungerei! Carismatico, sferzante, si potrebbe pensare che sia un po’ un buffone, ma non lo è affatto. È un personaggio molto intelligente, che riesce a cogliere dettagli che altri non colgono, che riesce a essere leale anche quando non ne avrebbe motivo. L’ho apprezzato tantissimo e probabilmente la storia sarebbe stata molto più noiosa senza di lui, quindi chapeau all’autrice per aver confezionato un personaggio tanto affascinante. 

Di questa serie ho gradito soprattutto che qualunque personaggio, anche i secondari, sono costruiti molto bene - e non è cosa da poco, credetemi. Non sono personaggi che restano sullo sfondo e piatti come una tavola da surf, ma ognuno, nel suo piccolo, ha un ruolo fondamentale ai fini della storia, e l’autrice è attenta a non farli assomigliare mai a delle macchiette, ma conferisce loro il giusto spessore. Questa premessa è rivolta in particolare ai fratelli di Kiva, Torell e Zuleeka, una presenza nebulosa nel primo volume, ma qui determinante. Riusciamo a scoprire come anche loro hanno trascorso i dieci anni lontani, gli anni che Kiva ha passato a Zalindov. Suo fratello ha sofferto tanto e avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarla, mentre Zuleeka ha sempre voluto rispettare le volontà della madre. Ha poi preso in mano la situazione, si è messa a capo dei ribelli e ha portato avanti una guerra con l’astuzia di una vipera, la stessa vipera che porta in forma di maschera sul volto quando attacca i suoi nemici. Zuleeka è un personaggio molto complesso e anche ambiguo, il più delle volte non sai a cosa credere, appare sincera e pentita ma subito dopo tira fuori le zanne ed è pronta a mordere e sputare veleno. Non dico altro per non rischiare di fare spoiler, ma sappiate che per la sua personalità e per le sorprese che riserva, è un personaggio davvero ben costruito (ma l'ho anche odiato un bel po'). 

Ci sarebbe molto altro di cui parlare, ma voglio solo dirvi che, se cercate una storia che non sia per nulla banale e abbia dei risvolti inattesi, questa è sicuramente la lettura ideale. Per gran parte del romanzo pensi che non stia succedendo chissà cosa e che probabilmente ti annoierai, poi non si sa come ti ritrovi a finire il libro perché prendono il sopravvento situazioni inaspettate che ti lasciano senza fiato. È tutto ben ponderato, un'alternanza di momenti tranquilli ad altri più movimentati, verso la fine diventa tutto più spasmodico e la tensione altissima vi porterà a urlare davanti al cliffhanger. Lynette Noni sa decisamente il fatto suo. Sa come avvinghiare l* lettor*, sa come farl* affezionare ai personaggi e sa come darti la batosta finale e farti desiderare ardentemente il volume successivo. Vi consiglio assolutamente questa serie che, rispetto ad altre dello stesso genere, merita più considerazione. Adesso resto in attesa del terzo volume, che dovrebbe essere il conclusivo, ma non oso immaginare cosa succederà, che ansia! :P

Fonte immagini: Pinterest

mercoledì 8 maggio 2024

Review Party: "Amore... un gioco pericoloso" di Carmen Weiz (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor*! ^^
La nostra Giulia è stata coinvolta in un nuovo evento dedicato all'ultimo romanzo di Carmen Weiz, autrice che ha sempre letto e adorato. Trovate le recensioni dei precedenti volumi alla pagina delle Reviews, ma intanto scopriamo insieme cosa ne pensa di Amore... un gioco pericoloso e della nuova storia legata ai fratelli Engel. Vi aspettiamo nei commenti! ;)

Amore... un gioco pericoloso
di Carmen Weiz

Prezzo: 2,69 € (eBook) 11,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 420
Genere: contemporary romance
Editore: BookFrame
Data di pubblicazione: 6 marzo 2024

Tutto ebbe inizio un pomeriggio, quando avevo tredici anni, nell’istante in cui intravidi Joyce von Flicken nella sua camera da letto… L’unico problema: era la sorella del mio migliore amico, cinque anni più grande di me e, come se le cose non fossero già abbastanza complicate, era appena diventata il mio capo.

Buongiorno a tutti e a tutte! Dopo tanto tempo rieccomi con una delle mie autrici preferite. È tornata da poco con il suo sedicesimo libro, il quinto della serie Swiss Angels, una serie che mi è entrata nel cuore. Finalmente la Weiz è qui, dopo la difficile e straziante storia di Noah, eccoci tornati di nuovo tra le braccia accoglienti della famiglia Engels. Questa volta la storia sarà incentrata su Yke, il veterinario della famiglia, e su Joyce, un personaggio che ancora non ci era stato presentato. Come al solito sono davvero molto contenta che la Weiz mi abbia inclusa all’interno del suo evento e quindi la ringrazio sempre infinitamente e mi scuso per il ritardo della recensione, seppur all’interno dei tempi standard, sono arrivata proprio al limite, ma ho attraversato un brutto mese, tra la non voglia di leggere e altre cose. Non voglio perdere ulteriormente tempo, quindi vi racconterò in breve la trama della storia, come sempre con le mie parole e le mie sensazioni.

Come penso abbiate capito, questa è la storia di un altro dei fratelli Engel, ovvero Yke, che abbiamo già incontrato nei primi libri, ma non abbiamo mai avuto modo di conoscerlo profondamente, grazie al racconto dei suoi fratelli sappiamo soltanto che è un veterinario. In questo libro incentrato su di lui invece cominceremo a conoscerlo meglio e a capire che nonostante nessuno di loro abbia un legame di sangue, i fratelli Engel si somigliano molto nel loro carattere, grazie anche all’educazione e al modo in cui sono stati cresciuti dai loro genitori adottivi, Andrew e Marion.

La storia dei nostri due protagonisti nasce da uno scandalo in casa Von Flicken, Joyce dopo un fidanzamento lungo ben tredici anni, scopre vari tradimenti da parte del fidanzato e lo lascia definitivamente, nonostante sia consapevole di tutte le ripercussioni che questo può avere nella sua vita, come prima cosa la reazione di sua madre, che nonostante i ripetuti tradimenti del padre non lo ha mai lasciato per mantenere le apparenze, e poi per il fatto che si ritroverà da sola, dopo aver incentrato la sua vita sul matrimonio con questa persona.

Yke è solito trovarsi il venerdì sera con la sua comitiva di amici, in cui vi è compreso il suo migliore amico, Pat Von Flicken, per la precisione il fratello di Joyce. Quella sera Yke sente che c’è qualcosa che non va, e lo comprende subito quando trova Pat e suo fratello seduti al bancone con la faccia molto abbattuta. Quello che non sa è che Pat sta per chiedergli un favore grandissimo, che cambierà i mesi a venire. Yke si ritrova a fare in un certo senso da balia a Joyce, la sorella più grande del suo migliore amico, nonché sua cotta fin da quando è ragazzino, nonché suo capo nella clinica dove lavora.

“La verità era che Joyce meritava di sorridere e per qualche stupido motivo, il mio cervello aveva deciso che dovevo essere io a regalarle quei momenti”

Ho subito amato il personaggio di Joyce, una ragazza che per tutta la vita si è sentita costretta a fare ciò che era meglio per la sua famiglia e ora vuole finalmente fare qualcosa per se stessa, e lasciare quello stupido del suo fidanzato è il punto di partenza. Dopo aver scoperto che l’ha tradita ripetutamente, non ci vede più dalla rabbia e lo lascia, senza dargli la possibilità di spiegarsi, ma questo non vuol dire che soffra, Joyce si sente sola, si sente tradita e non sa come andare avanti con la sua vita. In un certo senso mi ha fatto anche un po' tenerezza, ho subito pensato che questa povera ragazza dovesse avere una distrazione che non le facesse pensare al periodo orribile che stava attraversando, un’anima davvero pura che non si meritava tutto ciò che ha patito.

Come sempre la scrittura di Carmen non delude mai, con semplicità riesce a scrivere delle storie che ti fanno battere il cuore. La storia di Joyce e Yke nasce da cose molto semplici, ma che secondo me poi alla fine sono le cose che davvero contano, ovvero la fiducia e l’esserci sempre l’uno per l’altra. Ho amato come piano piano i due protagonisti hanno svelato i propri sentimenti, di certo non è mancata la sofferenza ma come sapete che gusto c’è a leggere una storia dove tutto va sempre liscio come l’olio?

Ci sono state un po' di cose che mi hanno infastidito, ad esempio il comportamento di alcuni personaggi secondari come i genitori di Joyce, ho davvero odiato il modo in cui hanno trattato la protagonista, credo sia stato proprio da egoisti sottoporla a tutto quello che è successo nel libro.

Però che dire, come sempre ho amato fino all’ultima pagina questo libro, la storia d’amore è così tenera e dolce, in ogni sua storia Carmen riesce a mettere sempre quel qualcosa in più che la rende unica al mondo. Grazie, cara Carmen, per darmi sempre la possibilità di leggere i tuoi romanzi e grazie per riuscire sempre a crearti uno spazietto nel mio cuore con le tue bellissime storie.

Giulia


Photo credit: @_gbooklover_

domenica 5 maggio 2024

Recensione: "Cour des Revenants" di Amanda Fall (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*, e buona domenica!^^
Oggi la nostra Eleonora ci parla di una delle ultime uscite di Words Edizioni, Cour des Revenants, tra i libri più attesi della casa editrice. Si tratta di un fantasy ricco di suspense, con trope enemies to lovers e vibes dark academia. Scoprite tutti i dettagli nella recensione e fateci sapere se lo avete letto o lo leggerete presto! ;) 
Un immenso ringraziamento alla casa editrice per la copia digitale fornita in cambio di una recensione onesta.

Cour des Revenants
di Amanda Fall

Prezzo: 2,69 € (eBook) 
Pagine: 430
Genere: fantasy, paranormal romance, romantasy
Editore: Words Edizioni
Data di pubblicazione: 1 aprile 2024

Lena Blake è una Hunter, sicario arruolato tra le fila della Holland Academy. La secolare accademia ha il compito di epurare l’umanità da tutto ciò che di demoniaco esista in natura. Il suo compito è stroncare un’antica dinastia di vampiri, protetta dalla leggendaria Cour des Revenants: è l’occasione che attendeva da tempo per poter finalmente vendicare la morte della madre. Nicholas Artois, vampiro e principe della Cour des Revenants, ha ricevuto dal padre un incarico: uccidere il sicario della Holland Academy, dopo che gli Hunter hanno scoperto dell’esistenza della Corte. È la sua unica opportunità per fare breccia nell’animo del genitore e dimostrarsi suo degno erede. Il cuore pulsante di una Londra oscura come non mai si prepara ad accogliere una guerra senza pari, anche se la speranza di un mondo di pace esiste ed è racchiusa in un siero che Lena stessa beve e che è in grado di trasformarla nell'aspetto e nello spirito. E quando nel cuore di Hyde Park Lena salva il giovane Elios Turner, innamorandosene, non sa che, in realtà, lui nasconde un segreto che cambierà tutto.

Cour des Revenants
è il primo capitolo di una saga che fin da ora si rivela come complessa ed estremamente articolata
, sia per quanto riguarda i personaggi nella loro caratterizzazione, sia per quanto riguarda le interazioni e i legami che intercorrono tra di essi, ma comunque intrigante e diverso dal solito. Ammetto che è stato un libro non semplice da leggere proprio per questa quantità di collegamenti che attualmente vengono per lo più solo presentati e nemmeno nella loro interezza, però la scrittura dell'autrice ha comunque semplificato le cose e nella sua semplicità non ha complicato ulteriormente la situazione.

A portare avanti la storia troviamo Lena Blake, una ragazza Echo, ossia un essere per metà umano e metà demoniaco, che fa parte della più importante istituzione londinese di caccia e controllo della criminalità demoniaca, la Holland Academy. Lena oltre che con i demoni in carne e ossa deve fare i conti con i suoi personali, che affondano le loro radici in un lontano passato che non ha mai smesso di perseguitarla con il suo fardello di dolore e sete di vendetta. Ad alleviare le sue giornate e la nuvola nera che sembra sempre accompagnarla ci sono Spyro e Violet, rispettivamente un Delta, figlio di Echo ma del tutto umano, e una umana che però cincischia con alchimia, armi perfezionate e tutto lo scibile su cui riesce a mettere le mani; i tre da quando si sono conosciuti si sono riconosciuti come anime in qualche modo affini e sono divenuti gli uni la famiglia degli altri, si sostengono e si coprono le spalle a vicenda in qualsiasi situazione ad alto tasso di rischio si presenti nella loro quotidianità fatta di violenza e aggressività. 

Una quotidianità in cui ad un certo punto si inserisce per Lena anche un giovane ragazzo, Elios, che inizialmente la attrae per il colore strabiliante dei suoi occhi, che le ricorda tremendamente una infanzia passata ma estremamente cara, diventando poi una parte importante del suo cuore, ma comunque una parte che mantiene nascosta a tutti. Un giorno alla spietata Echo, rinomata per essere la punta di diamante tra i cacciatori dell'accademia, viene affidato un incarico che stravolgerà le sue giornate: deve trovare e distruggere totalmente la Cour des Revenants, una sorta di Londra specchio sotterranea che è patria dei demoni ma sopratutto dei vampiri ed è governata dagli Artois padre e figlio. È proprio a quest'ultimo, il principe della corte, Nicholas, che viene affidato l'incarico specchio di eliminare la minaccia, ossia uccidere Lena. Per tutta una serie di motivi articolati, e anche qui legati al suo passato, il principe prende questo incarico molto sul personale, in una maniera tale che lo porta a provare un odio a dir poco smisurato per Lena e un impellente desiderio di eliminarla anche in modi creativamente brutali. Gli scontri tra i due sono sempre cruenti e sanguinosi ma più si va avanti nella storia più si capisce che questi duelli all'ultimo sangue sono solo la punta dell'iceberg che si nasconde tra segreti e macchinazioni portati avanti tra spie e doppigiochi, di cui i veri obiettivi sono ancora ignoti sia ai protagonisti che a noi lettori.

Entrare nelle vicende dei protagonisti non è immediato e nemmeno semplice, inizialmente pare tutto molto complicato e di difficile intuizione, specialmente per quanto riguarda la società degli Echo e anche proprio le loro caratteristiche intrinseche. Personalmente non sono riuscita nemmeno ad avere ben chiara un'idea di Lena per almeno la prima parte del libro, appena superato lo scoglio iniziale però tutto comincia a essere più scorrevole, anche se la presenza di alcuni personaggi continua a sembrare come se non c'entri nulla. È solo dopo la metà del libro che le pagine iniziano a essere mangiate alla velocità della luce e quando vengono svelati alcuni arcani che veramente si illuminano le lampadine e, bam!, è come una rivelazione, fantastico, per come ci si avvicina al finale. Si sa cosa aspettarsi ma non del tutto. 

La storia si prospetta come un enemies to (penso) lovers che per la sua aderenza perfetta al trope è uno dei migliori letti ultimamente. Nel complesso Cour des Revenants è stata una lettura molto piacevole, che mi ha lasciata con la voglia di sapere come continuerà e come si risolverà la situazione al limite della tensione di odio/qualcosa a cui ancora non si vuole o non si può dare nome e definizione (ma vi prego ditemelo). Lo stile dell'autrice mi è piaciuto molto, mi ha dato l'impressione di correttezza e linearità, che rispetto alla storia a dir poco arzigogolata, si distingue per essere fresco e non difficoltoso.

Ringrazio la casa editrice per la copia fornita in anticipo. 

Eleonora


Photo credit: Materiale grafico fornito dalla casa editrice.

venerdì 3 maggio 2024

Recensione: "A study in drowning. La storia sommersa" di Ava Reid

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Eccomi qui, finalmente, a parlarvi di una delle mie ultime, appassionanti letture. Si tratta di A study in drowning. La storia sommersa, di Ava Reid, un romanzo fantasy, con vibes dark academia, che sfrutta anche elementi del folklore riguardante il mondo fae e che, inaspettatamente, tocca argomenti molto profondi e attuali. Questa lettura - che ho avuto modo di fare insieme alla migliore compagna di viaggio si possa desiderare, La biblioteca di Zosma - mi ha spiazzata in più modi. Sin da subito ho intuito che mi avrebbe conquistata, ma è stato molto più di questo. È stato amore a ogni pagina, a ogni parola. Cerco di spiegarvi meglio nella recensione, grazie a chi leggerà e commenterà.

A study in drowning. La storia sommersa
di Ava Reid

Prezzo: 16,99 € (eBook) 24,00 € (cop. rigida)
Pagine: 372
Genere: fantasy, gothic mystery
Editore: Il Castoro OFF
Data di pubblicazione: 12 marzo 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Effy Sayre ha sempre creduto nelle fiabe. Non ha avuto scelta. Fin da bambina, è perseguitata da misteriose visioni del Re delle Fate. Ha trovato conforto solo tra le pagine di Angharad, il romanzo del compianto Emrys Myrddin, che racconta di una giovane che si innamora del Re delle Fate, arrivando però a distruggerlo. Effy, pur amando più di ogni cosa la letteratura, è costretta a frequentare la facoltà di Architettura, perché alle donne di Llyr non è permesso studiare Lettere. Il libro è tutto ciò che la tiene a galla durante i suoi studi alla prestigiosa facoltà di architettura dell’Università del Llyr. Così, quando la famiglia Myrddin indice un bando per ristrutturare la magione dell’autore, Effy è sicura che questo sia il suo destino. Ma Villa Hiraeth è un’impresa impossibile: una casa ammuffita e decrepita sul punto di sgretolarsi nel mare affamato. E quando Effy vi arriva, scopre di non essere sola. Preston Héloury, un giovane e tedioso studioso di letteratura, è determinato a dimostrare che l’autore preferito del Llyr era un truffatore. Mentre i due studenti investigano sull’eredità di Myrddin, mettendo insieme i pezzi attraverso lettere, libri e diari, scoprono che le fondamenta della casa non sono l’unica cosa di cui non ci si può fidare. Forze oscure, sia mortali sia magiche, cospirano contro la ricerca della verità e l’amore che sta nascendo tra i due. Il segreto che vogliono portare alla luce potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’intera Llyr…

Con l’inizio dell’anno nuovo e alcuni cambiamenti nell’ambito delle collaborazioni con le case editrici, ho deciso che quest’anno mi sarei dedicata a meno letture e che le avrei scelte più accuratamente. Se i review party aboliti mi hanno dato la possibilità di leggere secondo tempi meno ristretti, in realtà mi sono ritrovata a bloccarmi del tutto dopo un paio di letture deludenti su cui avevo puntato molto. Poi è arrivato A study in drowning, un romanzo la cui uscita aspettavo con impazienza e ho deciso di provarci ancora. Per fortuna, questo libro non è stato assolutamente una delusione, anzi si è rivelato una delle letture migliori che potessi fare. Leggerlo con la mia amica Francesca ha anche aiutato, ci siamo praticamente imposte di leggere due capitoli al giorno, con calma e godendoceli, e ogni sera o il giorno dopo ne parlavamo insieme e analizzavamo i punti salienti e metabolizzavamo il tutto (perché, credetemi, c'è tanto da metabolizzare con questa storia). Ava Reid mi ha aiutata a uscire dal blocco del lettore perché la sua storia è davvero speciale, molto autentica, i suoi protagonisti non ricalcano cliché stupidi, non sono fantocci dalle battute scontate come capita di incontrarne in molti romanzi che vanno di moda per adesso. Ma ci arriveremo ai personaggi, intanto direi di cominciare dall’inizio. In questa recensione cercherò di farvi capire perché questo libro mi ha colpita tanto, probabilmente verrà molto lunga, ma spero vogliate leggerla e approfondire un libro che di sicuro merita di essere esplorato fino in fondo.

L’ambientazione che Ava Reid ha costruito è decisamente originale. Innanzitutto ha creato un intero mondo da zero, un mondo che somiglia al nostro, certo, ma con altri culti, usanze, orientamenti di pensiero. Ci sono il Llyr e l’Argant, due Paesi contrapposti, nemici, che ancora cercano di superare divergenze e asperità. Effy è del Llyr, è una studentessa di Architettura, l’unica donna iscritta. Il suo sogno è sempre stato quello di frequentare Letteratura ma vige una regola che vieta alle donne di frequentare quella facoltà, poiché esse sono ritenute troppo "frivole". Questo è dunque il corso più esclusivo di tutti (la Letteratura ha un posto rilevante in questa società - mi fa ridere pensare che non lo è altrettanto nella nostra) e a Effy tocca accontentarsi del secondo, appunto Architettura, anche se non lo ama e non vi è portata. In più, deve ogni giorno convivere con gli sguardi giudicanti dei compagni di università che non la ritengono all'altezza del posto che occupa e che anzi pensano sia merito della sua bellezza se si trova lì, e di una relazione inopportuna con un professore. Per quanto Effy cerchi di non badarci, quelle voci la fanno soffrire, non solo perché nessuno sa in realtà quale sia la verità ma anche perché nessuno sembra disposto ad ascoltarla o a crederle. E così tace, somatizza, tiene tutto dentro, un peso che diventa sempre più grande, che rischia di farla affogare, come un macigno legato al collo...

Un giorno, però, arriva un’occasione inaspettata, quella di creare un progetto che potrebbe metterla in contatto con la famiglia dell’autore più famoso del Llyr, ormai deceduto. Effy ne approfitta, non pensando mai di riuscire ad avere la meglio sugli altri studenti, eppure viene scelto proprio il suo progetto. Dovrà lasciare tutto e trasferirsi per un po’ al sud, lì dove si trova la casa di Myrddin, l’autore che ha dato vita all’opera con la quale è cresciuta, la storia di Angharad, una ragazza che ha affrontato e sconfitto il Re delle Fate, figura temuta e ammirata del folklore meridionale. Effy ha sempre creduto in quelle storie, anche perché lei il Re delle Fate lo ha incontrato davvero, anzi si potrebbe dire che lo vede praticamente ogni notte. Nell’angolo buio della sua stanza, accanto al letto, nei suoi sogni, nei suoi pensieri. La madre - che, lasciatemelo dire, è tutto l’opposto di una madre presente - sembra non avere mai tempo per lei, sminuisce i suoi problemi e non le ha mai dato l’affetto di cui aveva bisogno, sostituendolo con flaconi su flaconi di magiche pillole rosa che dovrebbero riportare Effy con i piedi per terra. Per tutto il romanzo le visioni di Effy non fanno che confondere volontariamente chi legge, portandoci a dubitare di tutto. Si tratta davvero di visioni, di immaginazione, o quello che vede Effy è la realtà? La magia non è del tutto effimera nel mondo creato dall’autrice, è presente più che altro in forma di superstizioni e racconti popolari, ma c’è chi ci crede a fondo e chi invece no.

Il lavoro alla casa di Myrddin non aiuta, in un primo momento, Effy; non solo non si sente all’altezza del compito e delle aspettative del figlio, Ianto, colui che ha selezionato il suo progetto, ma stare così a stretto contatto con una realtà come quella che si ritrova a vivere la fa sentire a disagio. Tutto in quella casa la scuote. Si tratta di una dimora a picco sul mare, un luogo scricchiolante, oscuro, fatiscente, polveroso, umido, puzzolente, che letteralmente cade a pezzi. Effy non riesce a capacitarsi di come si possa vivere in un luogo del genere, ma soprattutto di come fare a rimetterlo in sesto, quando sarebbe molto più facile demolirlo e costruirlo da capo. Tra l’altro proprio tra quelle mura e intorno a lei, sente costante la presenza del Re delle Fate, come se avesse deciso di seguirla fin lì per darle ancora il tormento... le sue paure che la seguono come un’ombra e non la abbandonano mai. Non sarà però da sola a lavorare su questo progetto. Nella casa di Myrddin c’è un altro ospite, un ragazzo argantiano, di nome Preston, anche lui appassionato dell’autore e alla ricerca di più dettagli possibili per ricostruirne la storia per una sua tesina. Lui è alla ricerca della verità, qualsiasi verità, anche quella che può mettere in dubbio una figura tanto amata come Myrddin... e questo turba profondamente Effy, che si ritroverà a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto, le sue poche certezze. Ma per quanto questo possa spaventarla all’inizio, sarà fondamentale per lei farlo, per affrontare i propri demoni interiori, per appigliarsi a ciò che è vero e lasciare andare le fantasie. Effy non è contenta della presenza di Preston, che sin da subito giudica negativamente e come colui che ha tutto ciò che lei vorrebbe e ingiustamente, ma pian piano impara a conoscerlo e presto dovrà ricredersi, quando imparerà a guardare tutto da un’altra prospettiva. Sicuramente non mancano le metafore in questo libro, riuscire a coglierle tutte sarà un’esperienza gratificante quanto complessa, ma vi aprirà a una chiave di lettura inaspettata e anche intima. E c'è anche anche una simmetria quasi inquietante tra Effy e Angharad, la protagonista del romanzo di Myrddin, una ragazza in cui Effy si è sempre rispecchiata, in qualche modo. Ciò che non sa è che la storia che ha imparato ad amare nasconde ben più di quanto ha sempre creduto e che una volta scoperti tutti i retroscena dovrà essere disposta a rivalutare ogni cosa e a rivoluzionare anche altri pensieri, non soltanto il suo. C’è molto dell’autrice in questo libro e di certo c’è molto anche di ognuno di noi. Traumi, ingiustizie subite, ostinato attaccamento ad autor*/persone non del tutto integerrim*, dolori soffocati, parole non dette, affetti mancati, solitudine, diverbi interiori, legami turbolenti, annichilimento. Chiunque ha vissuto qualcosa del genere si ritroverà a empatizzare parecchio con Effy, è inevitabile, perciò preparatevi a una storia intensa che lascerà la sua impronta.

Un’altra cosa vorrei dirla. Questo romanzo è stato erroneamente catalogato come Romantasy, ma mi sento di correggere questo tipo di scelta perché se cercate una forte componente romance in un romanzo fantasy e con anche dello spicy, qui non ne troverete. Sì, la storia d’amore c’è, ma vi assicuro che non è centrale e, soprattutto, non è spicy (ecco un altro dei motivi per cui ho amato questo libro). La storia tra Effy e Preston non è mai scontata e non è nemmeno travolgente. Abbiamo uno slow burn, molto slow, una storia che nasce lentamente, con dolcezza, senza impeto, senza insistenza, nella maniera più naturale possibile. Effy viene da esperienze passate traumatiche, esperienze che ancora non è riuscita del tutto a superare, e Preston non sarà un altro uomo nella sua vita ad approfittarsi di lei. Lui non intende usarla, non intende avere nulla da lei che lei stessa non sia pronta a dare. Effy dovrà fare prima un percorso personale che la porterà a comprendere e risolvere tutte le sue paure, a riappropriarsi della sua dignità e del suo corpo, a trovare la voce che non ha mai avuto il coraggio di usare. Si tratta di un percorso non facile, anche abbastanza impervio, ma sarà anche grazie a Preston che riuscirà a compierlo, perché in lui Effy trova finalmente quella persona che crede in lei e nelle sue capacità, che non vuole tarparle le ali ma vuole darle il giusto merito. Ho amato tantissimo questa coppia, ho fatto il tifo per loro praticamente da subito, sebbene all’inizio le intenzioni di Preston non fossero del tutto chiare, ma poi ho capito che personaggio magnifico fosse e me ne sono innamorata. È rispettoso, generoso, intelligente, difficile trovare un altro personaggio maschile simile (so già che questa nuova crush non avrà molti rivali). Tra l'altro questo personaggio contrasta tantissimo, nel libro, con le altre figure maschili, dai connotati decisamente più negativi. Uomini che non sanno far altro che usare le donne, sminuirle, metterle a tacere, invece di considerarle loro pari, persone degne di rispetto e considerazione. 

Ho letto questa storia col cuore in gola, ho segnato tantissimi passaggi, frasi, scene. Ho amato l’atmosfera gotica e decadente del libro, la continua presenza del mare nel cuore, nella mente e nelle parole di Effy, come qualcosa da temere ma anche a cui aggrapparsi. Il mare che distrugge e logora ogni cosa ma anche qualcosa che dà vita e salva. Effy si può definire una sopravvissuta, in effetti. Ne ha passate tante e nonostante tutto è riuscita a tenersi sempre a galla, seppur a fatica. Lei conosce le sue potenzialità, ma a volte è come se non le vedesse. Ha bisogno di rimettere a posto i pezzi della propria vita prima di riuscire a vedere le cose come stanno davvero. Ma quando infine ci riuscirà, quello sarà davvero un momento epico. C’è moltissimo in questa storia che vi turberà l’animo ma anche che amerete. Per quanto mi riguarda, questo libro finirà di sicuro nella classifica dei libri migliori dell’anno. Piccolo appunto però sull’edizione: nulla da dire su cover e quant’altro perché è bellissima, l'illustrazione è anche quella originale e speravo tanto sarebbe rimasta uguale perché l'amavo alla follia, ma nel testo sono incappata in numerosi e fastidiosi refusi, alcuni parecchio imbarazzanti. Sinceramente, tenendo presente la spesa del volume, mi sarei aspettata una cura maggiore nell’editing del romanzo. Questo non va a intaccare la qualità della storia, sia chiaro, però era giusto che lo sapeste. 

Per concludere, A study in drowning è stata una lettura stupenda, commovente, dolorosa, potente e oscura, ricca di sfumature, simbologie, ma anche tematiche che rimandano a una realtà molto vicina alla nostra e che ho apprezzato siano state portate alla luce dall’autrice. Considero questa storia una delle migliori letture che si possa fare se cercate qualcosa che non sia la solita solfa ma che si faccia ricordare per motivi importanti (e non per scene spicy da termometro rosso).


Fonte immagini: Pinterest

lunedì 15 aprile 2024

Recensione: "Madonna nera" di Germano Hell Greco (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi una nuova recensione per voi! La nostra Ms Rosewater ha letto Madonna nera, di Germano Hell Greco, uno dei libri acquistati al Book Pride di Milano (di cui ha scritto un articoletto QUI) e pubblicato da Acheron Books. Si tratta di un horror con cornice tutta italiana, è ambientato infatti in Puglia. È uscito da pochissimo, scoprite di più nella recensione e lasciateci un commento ;) A presto!

Madonna nera
di Germano Hell Greco

Prezzo: 6,99 € (eBook) 14,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 242
Genere: horror
Editore: Acheron Books
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

“La Puglia divora”. È il mantra dei giovani di Alepia che non sono riusciti ad andarsene. Anime oppresse, deformate dal clima di pacata crudeltà che governa da sempre le loro vite e che ribolle nel ventre marcio di una cittadina gravida di segreti. Il padre di Pietro infatti è morto il giorno della sua nascita: un delitto insolito, opaco come certi ricordi della sua infanzia. Pietro vive circondato dagli inquietanti dipinti lasciati in eredità dal genitore, mentre assiste la madre malata. Sandro, suo amico di lunghissima data, ha scelto di votarsi alla malavita, Kiki cerca invano una carriera da artista online, mentre Giada, sfuggita alle violenze del padre, è costretta a prostituirsi per ripagare un grosso debito. Qualcosa di peggiore, però, si inserisce nella già difficile quotidianità dei ragazzi. Sussurra dai campi prosciugati dal sole e infestati dalle tante morti inspiegabili che si sono susseguite nel corso di decenni. Qualcosa che promette ricompense, che domanda un voto di sangue.

Quando a Book Pride Germano Hell Greco ha cominciato a parlarmi del suo romanzo dicendo che si tratta di un folk horror deve aver colto un lampo di scetticismo nei miei occhi: non poteva saperlo, ma personalmente trovo la tendenza a etichettare i libri in categorie sempre più specifiche un modo per renderli prevedibili (e facilmente vendibili) al lettore pigro, non facendolo mai arrischiare fuori dalla sua comfort zone, limitando le possibilità di scoperta di nuovi generi e autori. Aggiungiamo il fatto che ho un lieve pregiudizio verso gli autori italiani (fatti salvi pochissimi, tra cui Dino Buzzati e Giorgio Falco) e che il mio horror preferito è quello del periodo '700/'800, che venivo da una pessima lettura italiana (della quale vi risparmio dettagli e recensioni) e che la copertina del libro in questione è un po' caciarona per i miei gusti.

Madonna Nera partiva in salita e non avevo particolari aspettative, pure se l'ambientazione pugliese per un horror mi pareva una buona idea, anche per fare un po' piazza pulita degli stereotipi turistici maresolecibo che annichiliscono le storie dissonanti, le tradizioni oscure e cercano d'ignorare l'ingombrante presenza della malavita organizzata, che ha radici storiche profonde, intrecciate a rituali e simbologie religiose.

Alepia è una piccola, buia città nata dal martirio di una donna e ancora completamente asservita al passato della sua fondazione, che allunga un'ombra su quanti ci vivono, compresi i quattro giovani protagonisti, Pietro, Kiki, Giada e Sandro, vittime della violenza patriarcale che si nasconde nelle famiglie o di quella della religione. Ognuno di loro, a modo suo è un emarginato e se ne vorrebbe andare.

La madre di Pietro sta morendo, negli ultimi giorni prima del trapasso il ragazzo è torturato dal dolore e dal ricordo del padre, morto in circostanze misteriose. Alterna momenti di disperazione a fughe in cerca di sollievo dai suoi pensieri. Con le sue ambizioni di scrittore e un carattere apparentemente debole è poco tollerato dal nonno, capo mafioso di Alepia (e datore di lavoro di Sandro), anche se è proprio questa parentela a garantirgli un minimo di rispetto da parte dei locali. Rispetto di cui non godono Kiki, una compagna delle medie di Pietro, paria del paese fin dall'infanzia, e Giada, che si prostituisce in una baracca nella campagna.

Inizialmente lontani, i quattro si riavvicineranno progressivamente, mentre i fantasmi della loro infanzia e prima giovinezza si riveleranno ancora presenti e reali e il loro mondo subirà un tracollo progressivo, inarrestabile, tagliando ogni via di fuga da Alepia.

Costruita minuziosamente, la vicenda non permette di fare previsioni sullo scioglimento finale, l'autore è attento a dare un peso equo a ogni elemento, facendo tornare tutti i conti e disponendo dei propri personaggi come già insegnava Graham Greene; i paesaggi sono delineati in modo quasi eccessivamente scarno, l'atmosfera sospesa, carica di presagi spaventosi e visioni terrificanti (uno dei punti di forza del racconto) che si fanno via via più frequenti fino a scolmare, inondare Alepia. La narrazione è inizialmente classica, basata su poche descrizioni e molti dialoghi che, procedendo, si fanno più radi e lasciano il posto a immagini sempre più impressionanti e davvero violente, ma prive di compiacimento, tutto è veramente dosato con cura. La lingua è convincente, anche se a volte leggermente imprecisa, un po' affettata, con qualche termine colloquiale di troppo. L'utilizzo dei virgolettati per i dialoghi appesantisce un po' la lettura e tutti quei “Lei disse, lui disse...” sono un po' vecchiotti e andrebbero evitati.

Uno degli aspetti più interessanti è però quello della contemporaneità, abilmente mimetizzata dallo schermo del fantastico. Il soffocamento delle ambizioni dei giovani (e non solo), la violenza che si consuma nelle famiglie, l'omertà, l'immoralità delle istituzioni sociali che schiacciano i tentativi di riscatto e di progresso e portano al collasso del sistema riguardano il presente, e la critica che si legge in questa storia è molto dura e (cosa che ho apprezzato molto) priva di falso ottimismo. Anche senza leggervi altri significati, si tratta di un buon horror, che probabilmente non sfigurerebbe sul mercato estero, cosa che auguro all'autore accada. 

Ms Rosewater


Fonte immagine: Pinterest

venerdì 5 aprile 2024

Recensione: "I fratelli Vonnegut" di Ginger Strand (a cura di Ms Rosewater)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Ms Rosewater ci parla di una biografia, quella dei fratelli Vonnegut. Essendo lei grande fan dell'autore Kurt Vonnegut, era curiosissima di scoprire questo volume e saperne di più su di lui e sul rapporto col fratello scienziato. Il libro avrà soddisfatto le sue aspettative? Se siete curiosi, leggete la sua accurata opinione ;) A presto!

I fratelli Vonnegut
di Ginger Strand

Prezzo: 9,99 € (eBook) 27,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 408
Genere: biografia
Editore: Treccani
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2023
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

A metà degli anni Cinquanta Kurt Vonnegut accetta un incarico di redattore nell’ufficio pubblicitario della General Electric a Schenectady, dove suo fratello maggiore Bernard, lavora come scienziato nel suo laboratorio di ricerca, la “Casa della magia”. Mentre il primo scrive brevi comunicati stampa ma ambisce a diventare romanziere, attingendo a piene mani spunti e temi dall’ambiente aziendale, il secondo si cimenta in soluzioni all’avanguardia di controllo del clima destinate a far fiorire i deserti, costruendo generatori a ioduro d’argento e ideando tecniche per “sparare” ghiaccio secco nelle nuvole. I suoi esperimenti attirano l’attenzione del governo: le condizioni meteorologiche si erano rivelate un fattore decisivo nella Seconda guerra mondiale, e se i militari fossero stati in grado di controllarle avrebbero potuto programmare più missioni di bombardamento. Ma quando l’esercito prende in carico il “Project Cirrus”, Bernard inizia a nutrire dubbi sugli effetti nell’atmosfera e sulle applicazioni dannose delle sue invenzioni. Ginger Strand racconta l’intreccio delle vite dei due fratelli in un momento in cui le possibilità della scienza sembravano infinite. Restituisce così tutta la complessità dei loro dilemmi, le loro frustrazioni e disillusioni di fronte alle inquietanti questioni etiche del loro tempo, mostrando come i reali progetti di intervento dell’uomo per modificare il mondo naturale abbiano influenzato uno dei romanzieri più inventivi del Novecento.

Kurt Vonnegut è il mio scrittore preferito, ho letto gran parte dei suoi libri, ma ammetto di conoscere della sua vita solo quanto ha raccontato in discorsi, articoli e parte dei suoi romanzi. Quale migliore occasione allora, di saperne di più scoprendo il rapporto col fratello scienziato Bernard e indagando contemporaneamente il fenomeno storico che ha visto arti e scienza allontanarsi sempre più fino a contrapporsi e arrivando al presente modello scientifico ultraspecializzato? È quanto promette di fare Ginger Strand in queste pagine.

Negli Stati Uniti, all'indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, regnava un'atmosfera di grande euforia, sia per la vittoria sul nazifascismo, sia per le prospettive tecnologiche ed economiche che si aprivano davanti ai vincitori. Quest'ottimismo diffuso in ogni strato della società aveva però un lato oscuro: il lancio della prima bomba atomica, con le sue conseguenze non aveva lasciato indifferenti le coscienze, mentre i giovani reduci portavano a casa i traumi del conflitto e delle cose terribili a cui avevano dovuto assistere. Tra loro c'era Kurt, tornato dopo la prigionia in Germania e dopo essere sopravvissuto al bombardamento di Dresda (evento che lo segnò per tutta la vita), era ancora sotto shock. La voglia di ricominciare e sfruttare le scoperte scientifiche conviveva con un forte sentimento pacifista e il timore della minaccia per la pace rappresentata dallo sviluppo delle armi nucleari e dalla Guerra Fredda con l'Unione Sovietica.

In quel periodo, Bernard Vonnegut lavorava alla General Electric, faceva parte di un team di scienziati che sviluppava nuove idee da impiegare per la creazione di nuovi prodotti, ma anche, nelle intenzioni di GE, nelle strategie militari. Era un ambiente estremamente stimolante, in cui ogni ricercatore poteva sostanzialmente dedicarsi a qualsiasi tipo di esperimento rispondesse a una curiosità o interesse personale. Fu in quei laboratori che si cominciò a studiare la possibilità d'influenzare il tempo atmosferico e fu proprio Bernard, insieme al premio Nobel Irving Langmuir e a Vincent Schaefer a studiare la pratica di “inseminare” gli ammassi nuvolosi provocando piogge e altri effetti atmosferici. L'autrice ripercorre la storia di questi esperimenti, le trasformazioni dell'America degli anni '50 e le vite dei due fratelli, che scorrono parallelamente e s'intrecciarono per qualche anno negli uffici della General Electric, dove Kurt lavorava come addetto stampa, avendo modo di saggiare la politica aziendale e capire che quello non era un posto adatto a lui.

La vicenda del Project Cirrus (così era stato ribattezzato lo studio sulla modificazione del clima) segue quasi miracolosamente gli stilemi classici del capitalismo: dalla ricerca civile alle ingerenze delle forze armate, dallo sfruttamento economico da parte di maghi della pioggia improvvisati alle commissioni governative per stabilire il reale valore della ricerca stessa.

Il processo sperimentale di Bernard e dei suoi colleghi è analizzato con grande rigore e un'accuratezza assoluta, Strand ha fatto molte interviste, ha avuto accesso agli archivi della famiglia Vonnegut e il libro restituisce un'immagine fedele delle trasformazioni della scienza, del sentire dell'opinione pubblica, del sistema aziendale statunitense che richiede una cieca e totale fedeltà, della struttura sociale borghese che si basa sulla frequentazione di determinati circoli e occasioni mondane per entrare nei giri “giusti”.

Se il valore storico è certo, chi desidera conoscere la vita di Kurt Vonnegut e il rapporto tra i due fratelli, potrebbe però rimanere deluso, perché in realtà ha ben poco spazio in queste 385 pagine. Soprattutto nella prima parte del libro leggiamo poche righe su Kurt per poi sorbirci capitoli interi di esperimenti sull'inseminazione delle nuvole, considerazioni politiche, manovre degli scienziati per farsi prendere sul serio dal Weather Bureau americano; poi un paragrafo sullo scrittore e via di nuovo ai laboratori della General Electric per pagine e pagine. Se non avete un interesse specifico per la meteorologia, la lettura potrebbe diventare noiosa. Lo stile della scrittrice è corretto, preciso, ma, visti i protagonisti coinvolti e talune situazioni, a volte davvero bizzarre, mi sarei aspettata qualcosa di più coinvolgente e brillante, mentre sembra prevalere un certo freddo pragmatismo.

Il fratello scrittore si prende più spazio verso la fine del libro, tuttavia si tratta di una cronologia di eventi che non approfondisce la sua figura, e d'altronde (mi ripeto) si sente la mancanza proprio del racconto della relazione tra Bernard e Kurt: i due Vonnegut sembrano vivere in ambiti totalmente separati e non avere notizie l'uno dell'altro se non attraverso i comunicati stampa GE che Kurt scriveva o quando s'incontravano a qualche cena o riunione di famiglia. Eppure, vivendo nella stessa città, lavorando nella stessa azienda, a rigor di logica si sarebbero dovuti sentire spesso e confidarsi, scambiarsi esperienze e impressioni. Le loro mogli, entrambe a casa a prendersi cura della prole, sembrano non avere avuto mai contatti significativi se non in presenza dei mariti e perfino la dolorosissima vicenda della sorella Alice Vonnegut viene solamente accennata, lasciando a chi ama questo scrittore, la sua intelligenza e il suo esilarante e tragico umorismo, una certa delusione. Pure se viene rivelata la genesi dei primi racconti e romanzi di Vonnegut (“Ghiaccio 9”, “Piano meccanico”) e vengono forniti elementi che aiutano a interpretarli e inserirli in una prospettiva storica, alla fine è proprio l'elemento umanistico a soffrire in questo volume che voleva ricongiungerlo con quello scientifico.

Consigliato agli appassionati di storia della scienza contemporanea. 

Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

venerdì 29 marzo 2024

Milk, Cookies & Books: libri a merenda - "Lo strampalatissimo diario di Cenerentola" di Marco Rosso (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Oggi ritorna la nostra (e vostra) amata rubrica dedicata a bambini e ragazzi. Ms Rosewater ha letto il terzo volume degli Strampalatissimi Diari di Marco Rosso, questa volta dedicato a Cenerentola. Dopo le esilaranti avventure di Dracula e di Babbo Natale, cosa ci aspetterà in questo nuovo volume edito Storybox? Scopriamolo insieme nella recensione che segue. Non dimenticate di lasciare un segno del vostro passaggio, un commento a voi non costa nulla e per noi è infinitamente importante <3

Lo strampalatissimo diario di Cenerentola
di Marco Rosso

Prezzo: 6,23 € (eBook) 15,90 € (cop. rigida)
Pagine: 164
Genere: albo illustrato, narrativa bambini
Editore: Storybox
Illustrazioni: Elena Triolo
Data di pubblicazione: 29 febbraio 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Tutte le disavventure e i retroscena della storia di Cenerentola in un nuovo esilarante (e strampalatissimo) diario! Mi presento: sono Cenerentola e ho una fata per madrina. Credete che così la vita sia facile? Beh, non lo è affatto! Soprattutto quando un piccione impiccione pasticcia i libri di magia con le sue zampette e scombina tutti gli incantesimi! Devo trovare il modo di liberarmi da quel pennuto così ingombrante. E naturalmente, anche della presenza delle mie sorellastre.

Ci stiamo abituando alle sorprese degli Strampalatissimi Diari di Storybox, ogni volta ci raccontano storie divertenti di personaggi notissimi, rivoluzionando l'idea che ci eravamo fatti di loro. Così, quando ho scoperto che per il mese della Festa Internazionale della Donna era stato scelto quello di Cenerentola, ero molto curiosa.

Come nella favola classica, la nostra protagonista si trova confinata tra cucina e faccende domestiche, bullizzata da due terribili sorellastre e dalla loro genitrice, la matrigna di Cenerentola. Meno male che c'è la zia Carlotta, amorevole e premurosa madrina in possesso di formule magiche fin troppo potenti, con le quali cerca di far sloggiare le sgradevoli parenti acquisite da casa. Coadiuvata da un simpatico piccione aiutante, zia Carlotta ordisce piani terribili che però, più che aiutare Cenerentola, la mettono in una serie infinita di guai, dai quali riesce a uscire solo grazie alla sua intelligenza e praticità. Detesta quelle donne, è vero, e loro sono proprio insopportabili, tuttavia non desidera sinceramente il loro male e si trova più di una volta a dover porre rimedio ai risultati estremi delle magie della zia madrina.

In un turbine di avventure che non conosce davvero sosta, tra rune magiche e mefitici carretti di formaggi, emerge una Cenerentola davvero inaspettata, capace di far fronte a qualsiasi sorpresa e difficoltà e per niente impressionata dal fascino del principe del regno, Camillodoro, desiderosa di una libertà che va ben oltre il riappropriarsi della propria casa e di un ruolo sociale, allergica al classico lieto fine da fiaba e molto vicina alle ragazze di oggi.

Non mancano i personaggi originali, come i tre briganti trasformati in funghetti o Mastro Cacacacio, titolare del carretto di cui sopra e protagonista di una delle vicende più rutilanti ed esagerate del libro, per non parlare del pedantissimo principe che una mattina compare magicamente nella cucina di Cenerentola, tutti insieme formano un gruppo ben assortito che non vi farà annoiare neanche per una pagina.

Le allegre illustrazioni di Elena Triolo sottolineano con leggerezza i momenti topici della storia di questa Cenerentola indipendente e decisa che, a giudicare dalle immagini, somiglia un po' alla disegnatrice.

Se devo trovare un piccolo difetto nella narrazione, devo dire che avrei volentieri fatto a meno della perenne ripetizione dei soprannomi dei vari personaggi, che alla lunga appesantisce un po' la lettura, anche se immagino che un lettore più giovane trovi questo particolare piuttosto divertente.

Questo è forse - per ora - lo Strampalatissimo Diario più originale della serie, senza nulla togliere agli altri due, già recensiti su questo blog (recensioni QUI e QUI), e come gli altri è stampato con font ad alta leggibilità. Consiglio la lettura dagli 8 anni in su e ringrazio Storybox per avermi inviato il libro.

Ms Rosewater


Photo credit: @lisapavesi

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