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venerdì 11 ottobre 2024

Recensione: "The Pumpkin Spice Café" di Laurie Gilmore (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi la nostra Eleonora ci parla di un libro super atteso qui in Italia, The Pumpkin Spice Café, di Laurie Gilmore, che uscirà il 29 ottobre per Newton Compton, con il titolo Amori e segreti al Pumpkin Spice Cafè. Lei lo ha letto in inglese perciò se siete curios* e volete farvi un'idea del romanzo, potete scoprire in anteprima qualche dettaglio in più. Vi lascio alla sua opinione e alla scheda del libro; vi faccio notare che ho inserito copertina e dati dell'edizione italiana perché uscirà davvero a brevissimo. Vi aspettiamo nei commenti come sempre ;)

The Pumpkin Spice Café
di Laurie Gilmore

Prezzo: 5,99 € (eBook) 12,90 € (cop. rigida)
Pagine: 288
Genere: contemporary romance
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 29 ottobre 2024

Benvenuti a Dream Harbor: questa è la stagione per innamorarsi. Quando Jeanie riceve in eredità dalla zia l'amato Pumpkin Spice Cafè a Dream Harbor, decide di cogliere al volo l'occasione e di costruirsi un nuovo inizio lontano dal noioso lavoro d'ufficio. Tutti nella cittadina sembrano conquistati dal buon umore di Jeanie e dal suo strepitoso caffellatte speziato; tutti eccetto Logan, uno scontroso contadino che detesta i pettegolezzi e preferisce stare da solo. Ma l'esuberanza di Jeanie e un mistero che incombe sul Pumpkin Spice Cafè costringeranno Logan a passare molto tempo con la strana ragazza di città. Riuscirà a resistere a lei e al suo caffellatte speziato?

È arrivata stagione delle zucche, del thé caldo, delle foglie che cadono, dei primi cardigan (più o meno) e con essa anche la voglia di letture a tema. Poteva un libro con foglie dorate in copertina intitolato The Pumpkin Spice Café non essere il primo della lista? Ovviamente no. Primo libro di una serie di romanzi autoconclusivi ambientati in una cittadina da sogno il cui nome è letteralmente Dream Harbor (i suoi abitanti hanno deciso di chiamarsi Dreamers), The Pumpkin Spice Café vede come luogo d’azione principale l’omonima caffetteria fulcro del paesino appena “ereditata” dalla protagonista Jeanie che, sconvolta da un traumatico evento collegato al suo lavoro precedente, decide di cambiare radicalmente vita e riprendere le orme della zia, la quale nel frattempo si gode beatamente la pensione, e gestire la piccola attività. I suoi propositi di semplice e lineare conduzione commerciale si scontrano però con la realtà già dalla prima notte che Jeanie passa nel piccolo appartamentino situato sopra la caffetteria. Invece che dormire sonni tranquilli, infatti, la protagonista passa le ore buie inquietata da strani rumori che turbano la sua quiete e la sua calma mentale. Ma niente panico che fa subito la sua entrata in scena il protagonista maschile, un rappresentante perfetto di una specie clichè ma tanto adorata e adorabile della categoria romance, il brontolone dal cuore d’oro racchiuso in una camicia di flanella, in questo caso conosciuto anche come Logan, o anche persona protetta dall’intera cittadina che si è autoeletta “comitato di protezione e supporto del Logan, il povero disgraziato vittima di cocenti delusioni e dolori”, con sommo disappunto del diretto interessato, che si vede costretto a girare per la città ad orari improbabili per evitare persone e domande curiose. 

Ed è proprio durante una di queste sue antelucane attività che si scontra, letteralmente, con la protagonista che, prima di capire quale perfetto esemplare flanelloso le è capitato tra le mani lo scambia per un serial killer. Ovviamente da ottimo rappresentante della categoria, Logan sistema subito l’incomprensione e, fagocitato da quel turbine di parole che è Jeanie, si ritrova suo malgrado catapultato in una strana e poco convenzionale caccia al fantasma e non solo. Il fascino frizzante della protagonista riesce a trapassare pian piano le sue burbere difese rischiando di lasciarlo totalmente allo scoperto in tutta la sua vulnerabilità. Come i nostri due protagonisti riusciranno a bypassare cittadini impiccioni, traumi passati e indecisioni personali si può scoprire solo leggendo, vi basti sapere che non mancheranno scene tragicomiche, un club del libro a dir poco movimentato e cicaleccio e scottanti rivelazioni.

The Pumpkin Spice Café è il libro perfetto per chi ha amato la serie Una mamma per amica
, e anche per quelli a cui non piace (ad esempio la sottoscritta), le atmosfere di inizio autunno, quando già si cominciano a sognare vestiti e bevande calde e coccolose ma ancora non fa abbastanza freddo, permeano l’intero libro, e se le uniamo a dei dialoghi frizzanti e spiritosi otteniamo una lettura “cozy” perfetta per questo periodo. I vari personaggi che troviamo durante lo svolgimento della storia sono tutti rappresentati con delle caratteristiche peculiari che li contraddistinguono e li rendono quasi delle macchiette, partendo dal sindaco di Dream Harbor che è riuscito a convincere tutti i suoi concittadini della sua “abilità” di previsione del futuro e delle scelte migliori per la città grazie ai suoi ormai famosi sogni profetici che immancabilmente fanno la loro comparsa nelle temute (da Logan) riunioni di consiglio cittadino. Abbiamo anche le migliori amiche del nostro protagonista maschile che a loro modo sono caratterizzate per delle peculiarità, una per essere una instancabile romantica con il naso immerso tra i libri e l’altra per avere in corso una faida con il proprietario del pub locale che sa tanto, più che di insofferenza, di tensione romantica repressa che tutti stanno aspettando sfoci in una fantastica storia di rivals-to-lovers (e credetemi lo aspettiamo noi lettori ma anche tutti i Dreamers). C’è da dire che nei prossimi libri tutti questi adorabili personaggi avranno lo spazio che meritano con lo sviluppo delle loro storie e l’introduzione di altri nuovi abitanti. Questa caratterizzazione così completa e specifica sia dei personaggi sia della cittadina, che man mano che si prosegue con la serie diventa sempre più dettagliata, fa sì che leggendo questo libro si abbia quasi la sensazione di sentir parlare e assistere alle giornate di vecchi amici. 

L’unica pecca che si può trovare nella storia è data dal fatto che essendo lo sviluppo della storia molto semplice e quasi scontato le uniche difficoltà che ci sono da risolvere sono prodotte da problemi di comunicazione causati da voli pindarici mentali e intromissioni cittadine che però sono ovviamente e prontamente risolte, per chi si innervosisce (come me) quando i problemi si possono risolvere parlandosi chiaro questo è un aspetto presente nello sviluppo della trama che può non far impazzire. Per il resto se si è appassionati di film a tema stagionale, tipo i classici film natalizi che stiamo tutti aspettando con ansia, e di letture comfort questa serie è perfetta.
Voto: 4 tazze di pumpkin spice latte bello caldo e goloso.

Eleonora


Fonte immagini: Pinterest, Amazon

venerdì 20 settembre 2024

Recensione: "Il Regno delle Ceneri" di Tasha Suri

Buongiorno, lettor*! ^^
Oggi torno da voi con una nuova recensione. Il libro di cui vi parlo l’ho letto insieme alla mia adorata Francesca di La biblioteca di Zosma, perché entrambe avevamo anche letto il primo volume e l’avevamo apprezzato. Il Regno delle Ceneri, di Tasha Suri, conclude una suggestiva dilogia che si ispira alla cultura indiana e ci trasporta in terre magiche e affascinanti. Questo volume non è sicuramente all’altezza del primo (QUI per la recensione), anzi presenta parecchi difetti, ma lo stile dell’autrice è sempre sublime e ho adorato ritrovarlo.
Ringrazio Fanucci per la copia omaggio in cambio di un’onesta opinione.

Il Regno delle Ceneri
di Tasha Suri

Prezzo: 9,99 € (eBook) 25,00 € (cop. rigida)
Pagine: 408
Genere: fantasy
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: 21 giugno 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

L’Impero di Ambha si sta sgretolando. Una terribile guerra di successione si profila all’orizzonte. L’unica speranza di pace risiede nel misterioso regno delle ceneri, dove i mortali possono trovare ciò che cercano negli echi dei sogni dei loro antenati. Il prezzo per arrivarci è altissimo, ma Arwa è determinata a compiere il viaggio. Rimasta vedova in seguito a un brutale massacro, ha giurato di servire la famiglia imperiale fino alla fine. Non si sarebbe mai aspettata di essere affiancata da Zahir, il principe illegittimo e caduto in disgrazia che si è rivolto alla magia proibita nel tentativo disperato di salvare coloro che ama. Insieme, percorreranno il sanguinoso cammino del loro passato. E metteranno in discussione tutto ciò in cui hanno sempre creduto, compreso se valga o meno la pena di combattere per salvare l’Impero.

È trascorso un po’ di tempo da quando ho terminato Il Regno delle Ceneri, poi con l’estate di mezzo non sono riuscita a recensirlo perché la pausa si è prolungata fino a giornate più fresche in cui non fosse una fatica immane stare davanti al computer. Nonostante tutto, ho ancora un ricordo abbastanza vivido del romanzo, l’ho atteso con impazienza e letto con parsimonia. La protagonista della storia non è più Mehr, ma stavolta la sorella Arwa. Nel primo libro non abbiamo avuto modo di conoscerla bene, era anche più piccola, mentre adesso la ritroviamo adulta e vedova. Arwa ha perso il marito in un terribile massacro e lei ne è ancora turbata. Non vuole pensare a ciò che è successo, le fa male rendersi conto di essere l’unica sopravvissuta. Mehr sa cosa la aspetta adesso, ciò che aspetta a qualsiasi vedova: l’Eremo. È quello il suo destino, e lei ha intenzione di sottostare alle regole senza ribellarsi. Di prendersi il tempo che le serve per raccogliersi nel suo dolore e affrontare il lutto che l’ha colpita tanto ferocemente. Ma Arwa, in realtà, per quanto si sforzi di mantenere un profilo basso - più di quanto abbia fatto la sorella in passato - non riesce del tutto a nascondere quel lato del suo carattere più curioso e ostinato, e anche se troverà altre vedove a impartirle lezioni e metodi, compresa Gulshera che vuole imporle una disciplina che Arwa dimostra di non avere, la ragazza piano piano uscirà dal suo guscio, comprendendo di aver sempre avuto una percezione sbagliata su tutto. Arwa si metterà al servizio dell’Impero, nella speranza di poter approfondire alcuni sospetti che iniziano a sorgere in lei, ma anche perché le viene richiesto collaborazione dalla principessa in persona, quando il segreto che si porta dietro non sarà più un segreto, ovvero il potere del suo sangue per metà Amrithi. Se nel primo volume Mehr andava fiera di quella parte di sé e onorava la  cultura che apparteneva alla madre, Arwa non è mai riuscita a farlo. Lei è stata plasmata come una perfetta donna Ambhan, e tutto ciò che di Amrithi c’era in lei è stata costretta a nasconderlo, a non rivelarlo mai, perché troppo pericoloso. Ma quando le persone intorno a lei muoiono o rischiano di farlo, Arwa non ha altra scelta che diventare un’arma… e abbracciare quella parte di sé che ha sempre negato.

Il Regno delle Ceneri è partito con ottime premesse e con una protagonista diversa dalle solite, rispetto a quelle che troviamo in questo genere di romanzi. Arwa è infatti una donna sposata ma anche una vedova (e ditemi voi in quanti romanzi fantasy adult o young adult ne avete trovate). Il mio entusiasmo iniziale è però calato mano a mano che procedevo con la lettura perché, nonostante le ottime idee di base, qualcosa alla fine sembra essere andato storto. La prima parte era sicuramente interessante, con l’ambientazione nell’Eremo e Arwa alle prese con l’elaborazione del proprio lutto. Peccato che questa elaborazione non ci sia mai stata, ad Arwa non è stata concessa la libertà di piangere il marito prima che un altro uomo le fosse messo a fianco. Arwa infatti, quando arriva a palazzo, dovrà collaborare in segreto con Zahirprincipe “non principe”, un figlio illegittimo dell’Imperatore, che si dedica in una cripta alle arti occulte e viaggia nel sogno per ritrovare defunti e avere risposte per salvare il proprio regno, che ormai si sta sgretolando, dopo la morte del Maha (una sorta di guida spirituale del regno) e la lotta di successione al trono tra i figli legittimi dell’imperatore. È da subito un incontro interessante il loro, i due si soppesano e si studiano, si ritrovano più simili di quanto immaginano e così diversi da come in realtà si mostrano. Avrei voluto che questo loro rapporto fosse più lento e profondo, invece si percepisce un’attrazione dal primo istante e questa cosa va a stonare con le premesse del romanzo che riguardano il personaggio di Arwa. Probabilmente avrei preferito non nascesse nulla tra i due, alla fine, anche perché non c’è mai una vera e propria chimica, quel qualcosa che ti fa pensare che i due siano assolutamente fatti per stare insieme. È un po’ come se l’autrice avesse dovuto inserire una storia d’amore per forza di cose, ma secondo me sarebbe stato uguale se Arwa e Zahir avessero semplicemente collaborato senza necessariamente innamorarsi. Ho apprezzato il rapporto che si viene a creare e alcuni momenti che condividono sono anche teneri, ma resta per me una forzatura la loro storia. 

Nella seconda parte del romanzo le cose si fanno leggermente più movimentate, rispetto a una prima parte più statica, ma non abbastanza da convincermi fino in fondo. La trama si complica e in alcuni momenti si ha la sensazione di non capire bene cosa stia succedendo e perché, come se mancassero dei pezzi. Più volte ho avuto il presentimento che a questo romanzo siano state tagliate delle parti, probabilmente non sostanziali, ma comunque importanti per seguire meglio il percorso della protagonista e le varie vicende che si trova ad affrontare. C’è un po’ di confusione generale nell’ultima parte, come se si volesse arrivare di corsa a chiudere dopo aver tergiversato fin troppo, mentre avrei preferito un ritmo più costante e meno altalenante. Questi in sostanza i difetti che più mi hanno infastidita e che nel primo romanzo non ho riscontrato. C’è da dire, però, che Tasha Suri ha sempre il pregio di sapere rendere suggestivo ogni luogo di cui narra e di saper dare alle sue storie un’impronta talmente incantevole che è impossibile non restarne ammaliat*. C’è sempre un velo magico sottile e affascinante che accompagna l* lettor* tra le pagine, regalando sensazioni positive e ampliando l’immaginazione. L’aspetto legato alla cultura e alla religione del regno di Ambha è stato trattato molto bene, era già stato sviluppato ottimamente nel primo volume e anche stavolta ritroviamo un mondo regolato da tradizioni, magia e potere in cui tutto è approfondito a dovere. Ritroviamo anche tematiche di accettazione di sé, e riguardanti la diversità e l'emarginazione. Viene qui approfondita la questione dei daiva e comprendiamo meglio alcuni argomenti accennati nel primo libro, sebbene non si possa dire lo stesso per altri.

 Ho amato i viaggi occulti che Arwa e Zahir compiono nel Regno delle Ceneri, un po' mi hanno ricordato gli incontri onirici tra Lazlo e Sarai in Il Sognatore di Laini Taylor. Forse la coppia protagonista non sarà tra le migliori di cui ho letto, ma ho apprezzato il legame che creano, i loro dialoghi intensi - che a volte non necessitano neanche di molte parole ma solo di sguardi e piccoli gesti - e anche il loro essere così lontani da come ci si aspetterebbe. Il Regno delle Ceneri è un romanzo che ha sicuramente dei difetti, con qualche accorgimento in più poteva rendere meglio, ma è stata ugualmente una lettura gradevole, anche se non indimenticabile.
Fonte immagini: Pinterest

martedì 17 settembre 2024

Recensione: "Pratiche d'amore per Sandy Jones" di Angela Contini (a cura di Marika)

Buongiorno, lettor*! ^^
Torniamo oggi sul blog per parlarvi di un romanzo self in uscita tra pochissimi giorni. Si tratta del nuovo romance storico firmato Angela Contini, autrice prolifica italiana di cui, qui sul blog, potete trovare diverse recensioni. La nostra Marika ha letto Pratiche d'amore per Sandy Jones in anteprima e ci regala la sua personale opinione. Fateci sapere cosa ne pensate e se finirà nelle vostra wishlist. Vi aspettiamo nei commenti ;)

Pratiche d'amore per Sandy Jones
di Angela Contini

Prezzo: 2,99 € (eBook) 13,99 € (cop. flessibile)
Genere: romance storico
Editore: selfpublishing
Data di pubblicazione: 19 settembre 2024

Come si può evitare un matrimonio combinato con un uomo non gradito se non combinandone un altro con un uomo più gradito? Per sfuggire al volere del padre, che la vuole sposa di un ricco gentiluomo molto in là con gli anni, Sandy Jones si rifugia a Londra con la complicità della nonna Elizabeth. Qui conosce Stuart Pennington, conte di Tennyson. Stuart è bello, giovane, virile e sembra essere il partito migliore. Per questo e per sottrarsi al suo infausto destino, Sandy decide che sarà lui a salvarla da un matrimonio che non vuole. Come? Sposandola, anche senza amore. Lord Tennyson conduce una vita quasi perfetta, se non fosse per quel nonno autoritario che gli impone il matrimonio con una candidata tanto noiosa, quanto insignificante. Quando incontra la giovane Sandy Jones, che si propone come futura moglie, dichiarando senza mezzi termini di voler essere salvata da un'unione che non desidera, pensa di essere finito dalla padella nella brace, fino a che, esasperato, accetta di sposarla. Sandy è giovane, appassionata, ha voglia di conoscere le gioie dell'unione con un uomo che la attrae e Tennyson sembra essere l'uomo giusto. Ma basterà vivere la loro unione senza un briciolo di amore benché colma di passione? O forse, qualcuno, prima o poi, pretenderà di più? Fra battibecchi più o meno seri, e baci appassionati, Sandy e Stuart danno inizio al gioco che deciderà, finalmente, il loro destino.

Ben ritrovati su questi schermi Coffeeaholics adorati!
Come avete trascorso le vacanze estive? Io abbracciata all'aria condizionata considerato il caldo eccessivo e stancante. Meno stressanti invece, sono questi giorni di quasi autunno accompagnati da una brezza fresca e piacevole, dove leggere ha tutto un altro sapore. E proprio a proposito di letture, per aprire questa nuova stagione letteraria non potevo non parlarvi di un romance storico ricco di sfumature ironiche e taglienti, dialoghi sopraffini e una storia che nascendo da una reciproca convenienza, si trasformerà in un amore fatto di passione e genuinità. Ma di quale libro sto parlando? Di Pratiche d'amore per Sandy Jones di Angela Contini che, dopo averci salutato con la serie di She's dedicata alla Corea del Sud, ritorna tra gli scaffali virtuali di Amazon con una nuova e avvincente avventura ambientata nella Londra dabbene del 1800 con personaggi che hanno avuto una piccola comparsa in Winter Sonata e che ora trovano ampio sviluppo tra le righe di questo nuovo volume. Dunque cosa vi aspetta da questa avventura? Sicuramente personaggi frizzanti, parenti esilaranti, storie d'amore indimenticabili e una sana dose di ardore.

Questa magnifica narrazione comincia nel Devonshire dove vive Alexandra Jones, detta Sandy, una giovine che i più definirebbe a modo, nonché figlia di Thomas Jones ricchissimo mercante di stoffe. Fin qui, potrebbe sembrare il classico romanzo d'epoca con fanciulle morigerate e sospiri per gesta cavalleresche, se non fosse che la nostra amata protagonista è un "piccolo diavolo travestito da angelo" per citare la sua controparte maschile. Con la grazia e l'educazione che sovviene alle donzelle della sua età, Sandy è tutto fuorché una pulzella disposta a chinare il capo di fronte al maschilismo e alle offese. Tanto che tutta la contea ricorda del suo scontro con il figlio del conte Webster per avere osato offendere il naso di sua sorella minore, Sally.

Poco incline agli avvezzi sociali, e ad un'etichetta rigida dettata dal patriarcato e da donne che hanno deciso di subire abbassando il capo, di fronte alla proposta di un possibile matrimonio con il signor Bennington, ricco di tasca e abbondante in centimetri, non può che rifiutarsi di scendere a compromessi con una vita decisa da un padre avaro. A darle man forte in questo suo rifiuto c'è lei, la nonna che tutti vorremmo persino nel nostro tempo: Elizabeth, donna forte nello spirito e nella tempra che decide di portare a Londra sua nipote con una scusa blanda, per far sì che sfugga a un destino viscido. E proprio nella capitale, precisamente a Mayfair, Sandy prima schianterà un bagaglio sul piede di Stuart Pennington conte di Tennyson, suo vicino di casa e nipote di Edward Archibald, vecchia conoscenza della nonna, poi lo tormenterà (piacevolmente) con il suo carattere diretto e fin troppo spigliato. Stuart dal canto suo, sta scappando dai diversi matrimoni combinati proposti dal nonno e quando Sandy in preda al coraggio e a un pizzico di follia commetterà un gesto "scandaloso" per l'epoca, lui si ritroverà invischiato in una proposta allettante, un contratto di convenienza reciproca, e donne dal carattere forte e dalla volontà ferrea.

Così, tra genitori oppressivi, nonni malinconici che rincorrono il passato, incontri passionali e baci infuocati, Sandy e Stuart vi accompagneranno in un viaggio letterario fatto di risate, empatia e una piccola dose di sconsideratezza.

Lo stile dell'autrice, diretto e con dialoghi da botta e risposta che un match di tennis non è niente a confronto, arricchisce POV diversi: da un lato troviamo lei, la regina dell'indisponenza, Sandy, che conscia per la sua epoca di dover contrarre un matrimonio decente, decide di farlo a modo suo, con le sue regole, senza scendere a compromessi per denari. È caparbia, iconica, tagliente e ilare tanto da sfidare un'intera società ad opporsi alla sua libertà. Troviamo poi Stuart, un conte amico dei piaceri fisici, ma non così libertino da pensare di poter far soffrire un'ipotetica moglie. Ammaliatore nato e cultore delle arti tentatrici, è tanto intelligente e affezionato alla sua libertà giovanile, quanto gentiluomo pronto a farsi carico di oneri di un'etichetta che rifugge. Ad accompagnare la storia di Sandy e Stuart ci sono capitoli dedicati al passato e alla giovinezza dei nonni Elizabeth ed Edward, due anime che si rincorrono da circa quattro decadi.

Personalmente, la cosa che ho apprezzato, oltre ai personaggi ben congegnati e ricchi di diverse sfumature, per niente piatti e pieni di vita tra le righe di una storia di finzione, sono le tematiche che l'autrice affronta, certamente elementi cardine per l'epoca, ma non solo: i matrimoni combinati e forzati per le donne, l'esasperazione di vedersi scivolare tra le dita una vita di cui disporranno gli altri, genitori di figlie abbagliati da possedimenti e partiti, una società giudiziosa e allo stesso tempo maliziosa, la scalata di una gerarchia sociale feroce, e l'idea sbagliata inculcata alle donne di dover per forza di cose contrarre un buon matrimonio.

In conclusione è un romanzo storico che vi farà emozionare, divertire tantissimo, sospirare e sperare.
Voto: 5 tazzine di tè con tanto di pasticcini.


Fonte immagini: Pinterest

lunedì 16 settembre 2024

Recensione: "Come pioggia su di me" di Brittany C. Cherry (a cura di Giulia)

Buongiorno, lettor* e buon inizio settimana! ^^
Oggi la nostra Giulia ci parla di un libro che l'ha davvero emozionata, un romance di qualche anno fa che ha recuperato e adorato. Si tratta di Come pioggia su di me, di Brittany C. Cherry. Se anche voi amate i romance e le emozioni intense, scoprite questo libro nella sua recensione.

Come pioggia su di me
di Brittany C. Cherry

Prezzo: 5,99 € (eBook) 9,90 € (cop. flessibile)
Pagine: 364
Genere: romance contemporaneo
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 5 maggio 2020
Acquista su: IBS, LaFeltrinelli (link aff.)

Greyson East ha lasciato un segno su di me. Quando mi sono innamorata di lui, non sapevo ancora nulla della vita. Mi accontentavo dei suoi sorrisi, delle sue risate e dei brividi che mi dava la gioia di essergli accanto. La vita era perfetta, ma le cose sono cambiate da allora. Abbiamo preso strade diverse e io ho lentamente superato la mia prima cotta, anche se non ho mai smesso di desiderare il giorno in cui ci saremmo incontrati di nuovo. Non potevo sapere, quando ho trovato lavoro come babysitter, che avrei badato ai suoi figli.

Buongiorno a tutti e a tutte! Dopo una grande pausa estiva, eccomi tornata da voi. Devo dire che mi è mancato un po' scrivere qualcosa, ma sono stati tre mesi estenuanti e difficili, non vedo l’ora di tornare più forte e presente di prima. Oggi voglio parlarvi di un libro che mi ha fatto piangere davvero tutte le lacrime che avevo in corpo, ma comunque dovevo aspettarmelo quando ho deciso di leggere un libro di Brittany C. Cherry. Come pioggia su di me è un libro che nella prima parte ti strappa il cuore a metà e nella seconda quelle due metà diventano tanti piccoli pezzettini, calpestati dalle parole e dalla scrittura di questa scrittrice, secondo me davvero tanto sottovalutata. Ho letto quasi tutti i libri della Cherry e in tutti ho lasciato qualcosa di me stessa.

Questa è la storia di un amore giovanile, nato per caso e quasi per noia. La storia di un amore che ti salva, che ti guarisce, che ti distrae da tutto l’orrore che la vita può dare. Il libro parla di Eleanor, una ragazza molto introversa e poco sicura di sé, con una grande passione per la lettura e per Harry Potter, una Tassorosso d’eccellenza, e di Greyson, il ragazzo più popolare della scuola, sempre circondato da un sacco di persone. Ma non è oro tutto ciò che luccica, infatti Grey sente sempre crescere in sé una triste solitudine da quando suo nonno è morto poco tempo prima e solo l’incontro e il costante pensiero di quella ragazza in disparte a leggere un libro in pieno svolgimento di una mega festa riesce a spazzare via tutte le brutte cose che gli passano per la testa.

“Volevo solo dirti che io ti vedo, sai, vedo il te che il resto del mondo non vede”

Il libro viene diviso in due parti, nella prima parte i protagonisti hanno diciassette anni, mentre nella seconda parte abbiamo un salto temporale di ben quindici anni, non posso dirvi oltre perché diventerebbe davvero un grande spoiler. In questa seconda parte troviamo sicuramente i protagonisti più grandi e in un certo senso davvero diversi, quanto meno Greyson.

Greyson, lo avevamo vissuto come un ragazzo dolce, sincero e con degli occhi che sapevano farti sorridere. Un ragazzo con un cuore enorme e con il sorriso sempre sulle labbra, nonostante la vita con lui non fosse stata così tanto gentile. Lo ritroviamo quindici anni dopo austero, freddo e autoritario, completamente un’altra persona e devo dirvi che, nonostante le motivazioni per questo cambiamento siano ben fondante, non sono ancora riuscita a perdonargli la sua rabbia repressa verso il mondo intero. Troviamo in questa seconda parte un personaggio tormentato dal suo passato, quasi un nemico di se stesso in alcuni capitoli, capace però, grazie anche ad Ellie, di redimersi e cambiare in meglio, tornare il se stesso di una volta, anche se non con troppa facilità.

“Grazie Eleanor”
“Di cosa?”
“Di essere il motivo del mio sorriso oggi”

Eleanor, ormai adulta, deve trovare un lavoro al più presto se non vuole andare a vivere sotto un ponte. Un’occasione unica le si presenta davanti, diventare la babysitter di due bambine, una bimba dolcissima e un’adolescente un po' meno dolce. La cosa più sconvolgente è che il padre di queste due bambine, nonché suo capo, è proprio il suo Greyson, colui che l’ha salvata nel periodo più buio della sua vita, ma ora quando lo guarda non vede più gli occhi dolci e sensibili del suo primo ragazzo, perché ora Greyson è un uomo dagli occhi insensibili e gelidi.

Le cose non sono facili tra loro due all’inizio, in quanto Ellie deve imparare a conoscere il nuovo Grey e deve convincersi che il ragazzo che conosceva non esiste più, al suo posto ora c’è un capo schietto, senza un filo di empatia, di leggerezza e di felicità. Ellie cerca di entrare all’interno di quella dura corazza, in punta di piedi, con i modi gentili, semplici e pieni di dolcezza che la contraddistinguono. In modo quasi naturale e per nulla esigente, Ellie impara a prendere con il verso giusto Grey, nonostante lui le renda la cosa veramente difficile.

Non vi nego che qualche lacrima mi è scesa durante la lettura di questa storia, il carico emotivo è molto grande, non è una storia facile da affrontare e la scrittura della Cherry è molto emozionante.

Giulia


Photo credit: @_gbooklover_

giovedì 12 settembre 2024

Recensione: "Saltblood. Sangue salmastro" di Francesca De Tores

Buongiorno, lettor*! ^^
Finalmente oggi vi parlo di Saltblood. Sangue salmastro, di Francesca De Tores, libro che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima, grazie a Netgalley e Ne/oN Libri. Saltblood è uscito il 4 settembre, ma mi ha accompagnata durante questa torrida estate, facendomi vivere avventure per mari, libertà, legami viscerali e poesia. Eh sì, perché Francesca De Tores, oltre che una grande narratrice è anche una splendida poetessa, che ha saputo dare alla sua storia, alla storia di Mary Read, un sapore tutto nuovo, regalandoci anche un finale dolce-amaro. Ho molto apprezzato questa lettura e volevo davvero parlarvene per bene, ma con 35 gradi in casa capirete che per me è stato impossibile anche solo avvicinarmi al macbook, che ho lasciato riposare fino al primo fresco, ovvero oggi. Finestre spalancate, aria d’autunno e pioggia fanno da sottofondo mentre scrivo questa recensione e mi preparo mentalmente a tutte le altre che ho intenzione di scrivere nei prossimi giorni. Fatemi sapere se avete letto Saltblood o avete intenzione di farlo. Io non posso che consigliarvi di recuperare questo titolo, che probabilmente è uno dei più interessanti dell'anno.

Saltblood. Sangue salmastro
di Francesca De Tores

Prezzo: 10,99 € (eBook) 17,20 € (cop. flessibile)
Pagine: 352
Genere: avventura, romanzo storico, lgbt+
Editore: Ne/oN
Data di pubblicazione: 4 settembre 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli (link aff.)

Cresciuta all’ombra del fratellastro morto di cui è costretta a portare il nome, Mary impara presto a mantenere il segreto rappresentato dal suo corpo. Quando l’Inghilterra entra in guerra, Mary vede nel conflitto una via di fuga da una sorte già segnata, e si arruola nella Royal Navy per conoscere il mondo e assaporare un po’ di libertà. L’ineludibile richiamo del mare sancisce il suo destino, e dopo essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie, Mary potrà diventare chi è forse sempre stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read, "Saltblood. Sangue salmastro" è ricostruzione storica e romanzo d’avventura, storia d’amore e Bildungsroman che parla dei limiti del corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.

Ho atteso con una certa trepidazione le prime uscite di Ne/oN Libri da poter richiedere in anteprima su Netgalley. Anni fa ho usufruito di questo portale per leggere qualche libro non tradotto in Italia, ma adesso, per la prima volta, una casa editrice italiana ci mette a disposizione le copie arc con largo anticipo, proprio come funziona all’estero. Saltblood è il primo volume su cui mi sono letteralmente gettata, ispirata dalla trama tanto intrigante. La storia si ispira al personaggio realmente esistito di Mary Read, piratessa britannica di grande fama, che intreccerà il suo cammino con quello di Calico Jack e Anne Bonny, anche loro famosi pirati. Saltblood però prende avvio dalla nascita di Mary che, a causa della morte del fratello, viene costretta a prenderne il nome e a crescere come un ragazzo. Sin dai primi capitoli, l’autrice ci mette dinanzi alle difficoltà che il personaggio si ritrova a subire. Un’infanzia dura, povera, in balia di una madre che ha il pieno controllo su tutto. Mary però non si ribella, si lascia plasmare a piacimento della donna perché non ha altri che lei, non ha altro che quello. Non sa neanche esattamente chi sia ("Così indosso il suo amore come i vestiti smessi di qualcuno, sapendo che non mi calzano. Ma che cosa mi sta bene davvero?"). E mentre assistiamo alla sua crescita, alle ingiustizie che subisce nel dover nascondere il suo corpo, la sua personalità dietro il falso nome di Mark, nell’imparare a essere chi non è, la vediamo anche pian piano cambiare. Nonostante si abitui a quel segreto, a quella maschera, a quella vita non sua, allo stesso tempo va alla ricerca di una libertà che nasce dal più profondo di se stessa, attratta costantemente dal mare. 

"Come posso rendere a parole il mare, o il canto delle navi? Queste cose le ho imparate non tramite il linguaggio ma attraverso le mani sulle corde e i piedi scalzi sul ponte, gli occhi socchiusi contro gli spruzzi salati."

Ed è proprio il mare un altro protagonista indiscusso del romanzo, che con il suo fascino e il suo richiamo, riesce a restituire a Mary Read la sua vera essenza, la sua anima perduta, e a farle prendere scelte azzardate ma più affini al suo essere. Mary si arruola nella marina militare e da quel momento avviene il primo vero distacco da una vita che da lei ha preteso troppo sacrificio. Il mare la riporta sulla giusta via, la rimette in sesto più volte e se pure deve continuare a mantenere i suoi segreti, lo fa volentieri adesso, se è l’unico modo per poter assaporare quella sorta di libertà. Questa volta è una sua scelta, così come lo saranno le volte successive ed è questo che la appaga di più, poter avere il controllo sulla propria vita, scegliere lei chi voler essere, se un uomo o una donna, oppure entrambi. Se un soldato, un marinaio, una moglie o un pirata. Mary si troverà davanti a varie sfide e spesso e volentieri il suo segreto sarà anche un peso per lei ("Ogni settimana varco la soglia portando con me quell'enorme bugia che è l'intera forma del mio corpo."). L’autrice ci fa percepire tutto il suo disagio, ogni perplessità, ogni momento di sconforto con grande concretezza, ma ci regala anche pagine di poesia in cui tutto diventa più limpido e chiaro nella mente e nel cuore della protagonista, che altro non desidera che vivere senza menzogne, in maniera autentica. E mentre il mare culla i suoi pensieri e un corvo misterioso li rende tangibili con il suo sguardo affilato e indagatore, ci ritroviamo perdutamente innamorati di una storia suggestiva, ricca di avvenimenti e personaggi memorabili, a vivere insieme a Mary le sue tante vite, le sue tante facce di un’unica medaglia. Mary va alla riscoperta del suo essere donna quando si innamora di Dan Jansenns, quando con lui farà un figlio e quando dovrà scoprire che per una donna è tutto più duro che per un uomo, ma non rinnegherà mai il suo lato maschile, ciò che è stata per anni, perché anche quello le ha insegnato tanto. Mary prende ciò che la vita le offre e lo sfrutta per sopravvivere, per resistere alle intemperie che si ritrova davanti. Può essere ciò che vuole quando vuole ed è questa la vera libertà che l’autrice vuol testimoniare. Mary Read è un personaggio esemplare con le sue vicende uniche, e questo libro ricostruisce la sua storia in maniera schietta, offrendo a chi legge uno sguardo esplicito su una realtà cruda e su una questione, quella di genere, che ancora oggi c'è chi fatica a comprendere. 

"Il mio più grande segreto non è che non sono un maschio. Il mio più grande segreto è che mi piace."

  Saltblood è un libro che si prende il suo tempo, che scende nei dettagli, che racconta, racconta tanto, ma che allo stesso tempo fa riflettere. Le parole di De Tores permettono di aprire gli occhi su molte tematiche spinose, di farci varcare ogni tipo di confine ed esplorare ogni tipo di meta. Il mare come unico filo conduttore di questo lungo, piacevolissimo romanzo ("Col sale nel sangue, con tutto il mio cuore, scelgo il mare."). È un libro che merita di essere assaporato con calma, vissuto, assimilato in ogni sua parte, perché ognuna di queste parti ha tanto da dire. Trovo sublime il lavoro fatto dall’autrice nel ricostruire personaggi noti e dar loro così tanto carattere e spessore, non tralasciando nulla e avvicinandoli il più possibile a noi, anche affrontando tematiche molto moderne in cui senza dubbio ci possiamo rispecchiare. Mary Read, insieme all’indomita Anne Bonny e all’intraprendente John Rackham (Calico Jack), ci trascinano tra mille avventure, senza mai farci annoiare un momento. Il loro è un rapporto simbiotico e intenso, fatto di rispetto reciproco e di un sentimento che va oltre ogni etichetta ("Stare con Jack le dà il permesso di stare con me. È tutto intessuto insieme: noi tre un nido di cordame incrostato che non si puà sbrogliare."). Assistiamo alla maniera spontanea in cui tutto nasce e a come poi pian piano si delinea, senza però mai vincolare. Anne si può dire che sia la metà perfetta di Mary. Come lei, è stata costretta a crescere come un uomo, mentre poi ha scelto con convinzione la sua strada e lo fa ogni giorno. Anne non ama crogiolarsi nel passato, a lei interessa solo il presente. E sarà questo che vorrà insegnare a Mary, a non portarsi sempre appresso il passato, ma a lasciarlo andare. 

"Un fiume è un fiume perché se ne va sempre. Il mare no: il mare va e viene, come il respiro. Ma i fiumi vanno e basta."

Ho trovato tutto perfettamente bilanciato, ogni esperienza raccontata in maniera coerente dalla voce ben definita della protagonista. Lo stile è semplice e al contempo pregno di poesia e passione. Questo libro si è rivelato perfetto da leggere sotto l’ombrellone, immaginandomi a solcare le onde insieme a eroine affamate di vita e di libertà, eroine coraggiose, per nulla stereotipate, nelle cui vene scorre… sangue salmastro. Se amate le storie di formazione ma anche le storie di pirati, se cercate un romanzo che vi faccia realmente staccare la spina, che parli di voglia di vivere, indipendenza, ricerca di se stessi, scelte importanti, cambiamenti, allora Saltblood fa per voi. Preparatevi ad assaporare un mare di emozioni.

"Ho conosciuto il mio corpo per quello che è, e ho lasciato che amasse là dove ha trovato amore."

Fonte immagini: Pinterest

martedì 10 settembre 2024

Recensione: "Io baro, tu bari, egli bara" di Giulia Barucco (a cura di Eleonora)

Buongiorno, lettor*! ^^ Come state? 
Vi siamo mancate? Coffee&Books ha deciso alla fine di prendersi una pausa un po' più lunga, causa caldo insopportabile e impegni vari, ma non ci siamo dimenticate di voi. Da oggi riprende, infatti, la normale attività qui sul blog e anche sui social, vi aspettano tante recensioni che non vediamo l'ora di condividere con voi. Iniziamo in bellezza con l'opinione della nostra infaticabile Eleonora, che si è divertita un sacco a leggere Io baro, tu bari, egli bara, di Giulia Barucco, una rom-com molto originale che vi sorprenderà. Scopritela qui sotto e fateci sapere, come sempre, cosa ne pensate nei commenti! A presto :D

Io baro, tu bari, egli bara
di Giulia Barucco

Prezzo: 3,99 € (eBook)
Pagine: 325
Genere: romance contemporaneo, commedia romantica
Editore: Words Edizioni
Data di pubblicazione: 26 giugno 2024
Acquista su: IBS, laFeltrinelli

La Love4Every1 è un’agenzia per cuori diversamente solitari, che sfrutta l’intelligenza artificiale allo scopo di creare match senza margine d’errore. La scontrosa Amelia Mordini e il convalescente Tommaso vengono ricattati, rispettivamente dalla migliore amica di lei e dalla famiglia di lui, per entrare nel programma naziamoroso dell’agenzia. Lei è una designer di sex toy, intollerante a tre quarti della popolazione vivente. Lui, a causa di un incidente motociclistico, è parzialmente grattugiato e impotente. Obiettivo finale? Farli innamorare in soli otto giorni.

Dopo aver letto il primo libro di Giulia Barucco, Una zebra a pois, e dopo essere stata conquistata dallo stile leggero e ridanciano di questa autrice, sapevo che avrei letto ogni libro da lei scritto. L’ultimo in ordine cronologico è Io baro, tu bari egli bara. Come i suoi precedenti romanzi, anche questo è una rom-com a tratti folle e assurda ma non così tanto quanto si potrebbe pensare dopo aver letto la trama. I protagonisti di questa storia sono Amelia, come la strega di Paperino e come la Earheart, una donna fieramente sposata con il suo lavoro ed insofferente verso la quasi totalità della popolazione umana, specie se di sesso maschile e specie se bresciana ma con un nome anglofono tipo Jennifer o Jonathan, e Tommaso un uomo che a sposarsi o anche solo ad avere una relazione ormai non ci prova nemmeno più con grande disappunto del fratello e della lacrimevole madre. Secondo lui, infatti, le uniche interazioni normali che potrà avere da qui alla fine della sua esistenza, famigliari esclusi, sono quelle con i suoi clienti, persone che convenientemente non hanno più la possibilità di intrattenere conversazioni o esprimere pareri perché sono ormai defunte. Cosa potranno avere mai in comune due persone apparentemente così opposte? Sicuramente amici e parenti impiccioni, che convinti di fare del bene sfruttano l’arma del ricatto morale per ottenere quello che vogliono, che entrambi partecipino a un esperimento di appuntamenti al buio. La faccenda consiste nell’uscire per otto giorni consecutivi con un partner scelto dall’agenzia di dating tramite i dati forniti dai parenti e grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, il goal decantato è che in questo lasso di tempo gli accoppiati diventino a tutti gli effetti una coppia, secondo le statistiche fino ad ora la percentuale di successo è del 100%. Amelia, la quale si sente brutalmente ingannata e senza via di scampo, per non perdere la sua migliore amica (anche se al momento priva delle sue facoltà mentali per cause matrimoniali), è ovviamente decisa a cambiare le cose e a demolire dall’interno un sistema che a detta sua le impedisce di continuare a vivere un'esistenza priva di idioti a circondarla. Tommaso invece parte per l’avventura sentendosi già sconfitto in partenza e con il presupposto di far felici i suoi dimostrando allo stesso tempo che si sbagliano sulle sue prospettive future di normalità e felicità. Quello che i due protagonisti non si aspettano è che ad aiutarli in questo percorso ci saranno delle intelligenze artificiali con addirittura qualifiche da plurilaureati che li consiglieranno e seguiranno nel tortuoso percorso della costruzione di una effettiva relazione tra due completi sconosciuti, imparando e adattandosi nel frattempo alle loro personalità, Jennifer l’AI di Amelia imparerà addirittura ad utilizzare il sarcasmo, tanto caro alla sua assistita.

Il giorno fatidico del primo appuntamento comunque arriva per tutti e i nostri due protagonisti non possono far altro che riluttantemente presentarsi all’appello nel posto indicato e accuratamente studiato per favorire un ambiente rilassante e funzionale alla buona riuscita della serata. Una serata che però, contrariamente alle aspettative, inizia in maniera un po’ rocambolesca e prima di finire alla stessa maniera si trasforma in un piano di complotto anti-agenzia di dating, con somma gioia e risatine malefiche da parte di Amelia. Staremo a vedere poi chi ride per ultimo, lei o la sua amata e odiata AI che tra statistiche e manipolazioni ride, ride, ride?

Tra un appuntamento anticonformista e un altro, infatti, l’affiatamento e l’attrazione tra i due continuano a crescere, nonostante siano entrambi ferocemente tenuti a bada da due testardi e cocciuti determinati a non soccombere, pian piano le difese di entrambi cominciano ad abbassarsi e iniziano a emergere le loro vulnerabilità, riusciranno ad andare fino in fondo? Solo le intelligenze artificiali lo sanno dire.
Quello che invece si può dire del libro è che, come al solito, lo stile e la scrittura di Giulia Barucco non deludono mai. L’autrice ha infatti una penna spigliata e ridanciana, a tratti quasi goliardica che riesce sempre nello scopo di creare delle storie che fanno ridere a crepapelle il lettore. Nonostante la trama presenti una situazione ai limiti dell’assurdo grazie al mix di elementi che la compongono, com’è in realtà tipico di tutti i romanzi di questa autrice, ciò che rende possibile , non dico immedesimarsi, ma di sicuro percepire la “tangibilità” della storia è l’umanità dei personaggi che traspare in tutte le pagine e in tutte le situazioni, pure di quelli che non sono dotati di mente e corpo fisico e che sono puramente frutto dell’azione combinata di algoritmi complessi. I dubbi che si fa venire Amelia, le sue paranoie, le situazioni che si creano tra due persone che sono ai primi stadi di una conoscenza, così come le insicurezze di entrambi che emergono, i pensieri dei loro cari, l’impiccio degli amici che vogliono sapere, vedere, credere, sono tutte cose che chiunque ha provato sulla propria pelle a prescindere dal contesto particolare del romanzo in questione. Poi ammettiamolo, chi non vorrebbe un suggeritore nell’orecchio in grado di sciogliere o addirittura evitare quei momenti di imbarazzo che si possono potenzialmente venire a creare? Io lo vorrei, se poi l’ “aiuto da casa” è come Jennifer allora basta solo dirmi dove devo mettere la firma. L’AI creata dall’autrice, per quanto poco io me ne possa intendere, è proprio come mi immaginerei un supporto tecnologico di intelligenza artificiale, in evoluzione costante in base al rapporto che si crea con l’essere umano e sempre al confine tra “oddio, perché non sei una persona reale” e “menomale che non lo sei perché sei a dir poco inquietante”. Proprio grazie a questo mix il lettore arriva a percepire Jennifer come un effettivo personaggio all’interno della storia, una sorta di aiutante nascosto, ma nemmeno tanto, tipo i personaggi che stanno dietro le quinte a suggerire e monitorare la situazione nei film di spionaggio e simili.

Un aspetto che differenzia quest’ultimo titolo rispetto ai precedenti è la presenza del doppio POV, utile ed efficace per rendere ancora più vere e in evidenza le fragilità che hanno entrambi i protagonisti, entrambi infatti in questo romanzo faranno un percorso di crescita e di presa di coscienza che li porterà a essere la versione “migliore”, e che tutti i loro cari avevano già intravisto, di loro stessi, con modi e tempi diversi. Ma alla fine quello che conta è il risultato, no??!

Ps: per chi ha letto anche i suoi romanzi precedenti potrebbero esserci gradite sorprese.

Eleonora


Fonte immagini: Pinterest

venerdì 9 agosto 2024

Inclusion Books: "Malintesi" di Bertrand Leclair (a cura di Ms Rosewater)

Buon pomeriggio, lettor*! ^^
Siamo nel periodo più caldo dell'anno, decisamente, e anche la più semplice delle attività sembra un'impresa immane. Come state affrontando voi questo mese di agosto e queste temperature da record? Intanto, la nostra Ms Rosewater ci regala una nuova recensione, un libro intenso, che tratta di disabilità e che finisce dritto dritto nella nuova rubrica Inclusion Books. Scopritelo qui sotto e lasciateci un commento, se vi va ;)

Malintesi
di Bertrand Leclair

Prezzo: 9,49 € (eBook) 16,00 € (cop. flessibile)
Pagine: 176
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Quidlibet
Data di pubblicazione: 17 ottobre 2019

Nato sordo negli anni Sessanta in una cittadina della provincia francese, Julien Laporte viene educato secondo i precetti del metodo "oralista": lunghe sedute di logopedia, complicati apparecchi acustici, e soprattutto nessun contatto con la lingua dei segni. A diciotto anni fugge di casa e in un bar di Parigi, tra attivisti sordi e militanti gay, scopre l’esistenza della lingua dei segni. Questa è la storia della sua liberazione: da un padre che si ostina a volerlo "guarire", da una madre ammutolita dai sensi di colpa e da tutta una famiglia devastata – non dalla sordità ma dai più banali malintesi, appunto, tra genitori e figli, per l’incapacità dei primi ad amare i figli così come sono. Nella vicenda di Julien la sordità non è solo l’elemento deflagratore di meccanismi solitamente invisibili nel romanzo famigliare, ma è anche il pretesto per raccontare una grande e sconosciuta storia: quella dei sordi e della loro liberazione attraverso la lingua dei segni. Pochi sanno che questo magnifico e inventivo linguaggio, elaborato in pieno Illuminismo, è stato di fatto bandito in Europa per più di un secolo, dopo il Congresso di Milano del 1880. Padre a sua volta di una ragazza sorda, Leclair rivela anche l’impasse in cui è finito: sono i suoi stessi personaggi a tirarlo in ballo, ora per accusarlo, ora per assolverlo. A metà strada tra autofiction, inchiesta e romanzo, Malintesi è dunque anche il racconto della difficoltà di scrivere, di essere genitore, di sopravvivere a quei pericolosi e pericolanti castelli di carte che sono tutte le famiglie.

Bisogna prenderne atto, quando si scrive di sordità i francesi lo fanno meglio. Francese era il primo libro sull'argomento che lessi, Il grido del Gabbiano, di Emmanuelle Laborit, e francese è questo romanzo, in cui lei, adulta, ormai direttrice dell' IVT di Parigi, torna in un breve frammento che collega quell'autobiografia (che raccontava la sua infanzia, la scoperta della Lingua dei Segni e la nascita dei movimenti degli anni 80 che in Francia hanno portato alla crescita di una comunità Sorda culturalmente attivissima e avanzata) a questo romanzo del 2019.

Bertrand Leclair, udente, genitore di una ragazza sorda, sceglie di parlare dell'altra faccia di questa condizione, cioè della famiglia, attraverso la storia di un altro padre, non sappiamo se reale o immaginaria, ambientata qualche generazione prima.

Yves Laporte è il suo temibile alter ego: ex partigiano, ambizioso, un uomo che ha sognato e programmato una vita di successo tutto sommato non dissimile da quella di un borghese di inizio secolo: la moglie relegata alla crescita dei figli, due maschi che avrebbero preso il suo posto e proseguito il lavoro nella tipografia di famiglia, lui occupato a crescere economicamente, a farsi una posizione, a diventare. Finché, la scoperta della sordità del secondogenito Julien scuote i suoi sogni, cambia le simmetrie, sovverte l'esistenza di Yves. Il suo futuro non è più legato al successo professionale e, ispirato dalla controversa figura di Graham Bell, ingaggia la sua battaglia personale contro la sordità.

La vita di Julien segue così un sentiero che fino a poche decine di anni fa, prima che gli studi linguistici di Stokoe che portarono al riconoscimento della Lingua dei Segni come una lingua appunto, con la cultura che porta con sé, sembrava inevitabile: un calvario all'inseguimento dell'emissione vocale, ossessione degli udenti per cancellare il silenzio, come se parlare eliminasse la sordità; la fatica a imparare la lingua degli udenti, a leggere e scrivere, una condizione di iperprotezione, il destino segnato di una scuola professionale mentre il fratello udente studia all'università.

Ma, come per Emanuelle Laborit, anche Julien un giorno scopre i Segni e la sua vita cambia sconvolgendo, ancora una volta, i Laporte e portandoli al declino, erodendo i legami con i genitori e i fratelli.

Leclair affonda le mani nelle dinamiche di un nucleo famigliare che sposta il suo centro di gravità sulla disabilità di un figlio e si disfa nel momento in cui il povero disabile smette di essere tale, smette di sentirsi debole, scoprendo così di essere più forte di coloro che lo circondano. Lo scrittore conosce questo territorio e nei fragili, insopportabili genitori di Julien specchia le proprie paure e sentimenti inconfessabili, come la delusione, l'ansia di rendere il proprio figlio come tutti gli altri perché non si riesce a immaginare una vita indipendente e piena per un disabile.

Pensieri difficilissimi da esternare, da accettare, che fanno sentire “cattivi” e soli ancora troppi genitori. Pensieri da non nascondere ma ai quali non abbandonarsi, pena la resa della realtà a impossibili fantasie e malintesi che finiscono per distruggere e avvelenare i rapporti, anche i più importanti.

Con il suo stile denso Bertrand Leclair riesce a rappresentare in queste poche pagine il mondo delle madri e dei padri, a riconoscere le loro angosce senza giustificare gli errori che portano a pensare che i figli debbano somigliargli per essere felici, invece di accettarli come sono, una visione che si allarga ben oltre il tema della disabilità.

Ms Rosewater

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